"Stiamo lavorando per che cosa?". La rabbia del sindaco Piermattei

Venerdì, 03 Aprile 2020 10:38 | Letto 6674 volte   Clicca per ascolare il testo "Stiamo lavorando per che cosa?". La rabbia del sindaco Piermattei Nulla è dato sapere. Né alla stampa, con difficoltà immani nel reperire informazioni sulla reale situazione negli ospedali, né ai sindaci che sono i primi responsabili della sanità pubblica nei loro Comuni. E accaduto ad esempio che Radio C1in...blu-lAppennino Camerte abbia scoperto, nella giornata di ieri, che nonostante le rassicurazione dellAsur Marche rivolte al sindaco di San Severino Rosa Piermattei, non era stato effettuato alcun tampone sul personale dellospedale di San Severino dopo il contagio di ben 7 pazienti. Lunico presidio, insieme a quello di Macerata, che avrebbe dovuto (e dovrebbe ancora) essere no-Covid. Così otto sindaci del territorio si sono uniti e hanno chiesto con una lettera chiarimenti allazienda sanitaria che, proprio oggi, pare abbia inizato finalmente a fare i tamponi. Ma il problema è molto serio e lo ha spiegato il primo cittadino Piermattei ai microfoni di Radio C1in...blu: Ci siamo uniti perché è stata una necessità, vista l’importanza dell’ospedale di San Severino. Era stato stabilito che fosse no-Covid e che quindi avrebbe dovuto raccogliere i pazienti di medicina, oculistica, cardiologia, lungodegenza, oncologia e hospice. Visto che ci sono stati episodi molto incresciosi dovuti al virus - aggiunge - ho chiesto più di una volta che fossero fatti i tamponi a tutti e i dovuti controlli. Doveva essere un presidio ‘rassicurante’ sul territorio e quindi chiedevo che fosse garantita la sicurezza di chi ci lavora. Il sindaco racconta che la dottoressa Nadia Storti, direttore generale Asur, il 23 marzo le ha inviato una nota in cui assicurava che erano stati fatti tutti i tamponi sia ai pazienti che al personale, sicuramente si attenevano alle normi nazionali ma man mano che siamo andati avanti sono venuti fuori dei casi positivi e quindi con gli altri sindaci abbiamo creduto necessario intervenire insieme per far capire quanto è importante il presidio per il territorio. Non ci si può permettere nessun errore. Manco a dirlo, alla lettera non cè stata alcuna risposta ancora se non, appunto, la voce secondo cui sarebbero stati disposti i tamponi. Una voce appunto, ed è proprio la mancanza di informazioni che lamenta Piermattei: Il sindaco è responsabile della salute pubblica del proprio comune ma sappiamo benissimo che la sanità è un mondo a parte. È difficilissimo avere informazioni, magari viene detta una cosa e poi se ne fa un’altra. Quando ci sono urgenze, intervengono ma agiscono a modo loro. Noi non sappiamo più nulla. Ad esempio del decesso di ieri (la mamma 96enne di Giovanni Papavero, deceduto per Covid la settimana scorsa, ndr) l’ho saputo dalla Croce Rossa, non mi è stato comunicato. Non so più nemmeno quanti pazienti sono ricoverati. Ma la Piermattei, in tutto questo, ha anche unaltra sensazione, benché permanga la speranza di sbagliare: Ciò che più dispiace, ma mi auguro sia solo una mia sensazione, è che in questo momento così difficile si lavori per politica. Sono stata molto attenta e collaborativa poi col passare dei giorni ci siamo accorti di cose che non andavano. Come sempre, daltra parte, quando si parla di sanità. Ad esempio il nostro ospedale, che è no-Covid, continua ad avere un punto di primo intervento e non un pronto soccorso, che rimane a Camerino. E questo è fuori da ogni grazia di Dio, permettetemelo. Il sindaco chiarisce che non si tratta di una lotta contro il presidio camerte ma solo di buon senso visto che quella struttura è interamente dedicata ai pazienti Covid. I servizi del pronto soccorso, per il momento, sarebbero più utili a San Severino: Come sindaci - torna a dire - noi abbiamo le mani legate. abbiamo informazioni scritte, come la comunicazione del 23 in cui mi dicono che sono stati fatti i tamponi sul personale dell’ospedale e che si sarebbero attenuti alla legge. In Italia abbiamo sempre risposte ambigue. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sicurezza in ospedale perché pensare di doverci andare, in questa situazione, fa venir paura perché si sentono dire tante cose. quindi l’Asur deve darci la sicurezza e la garanzia che il presidio settempedano sia sicuro, sanificato. E poi, in una struttura che potrebbe accogliere 80 posti letto, vorrei sapere quante persone ci sono. Sono loro che devono tenerci informati. Nel dramma, questo non riuscire a sapere, ad avere informazioni -  conclude -rende tutto ancora più drammatico. Stiamo lavorando per che cosa? Per il bene delle comunità o per qualcos’altro?.Gaia Gennaretti
Nulla è dato sapere. Né alla stampa, con difficoltà immani nel reperire informazioni sulla reale situazione negli ospedali, né ai sindaci che sono i primi responsabili della sanità pubblica nei loro Comuni. E' accaduto ad esempio che Radio C1in...blu-l'Appennino Camerte abbia scoperto, nella giornata di ieri, che nonostante le rassicurazione dell'Asur Marche rivolte al sindaco di San Severino Rosa Piermattei, non era stato effettuato alcun tampone sul personale dell'ospedale di San Severino dopo il contagio di ben 7 pazienti. L'unico presidio, insieme a quello di Macerata, che avrebbe dovuto (e dovrebbe ancora) essere no-Covid. Così otto sindaci del territorio si sono uniti e hanno chiesto con una lettera chiarimenti all'azienda sanitaria che, proprio oggi, pare abbia inizato finalmente a fare i tamponi. Ma il problema è molto serio e lo ha spiegato il primo cittadino Piermattei ai microfoni di Radio C1in...blu: "Ci siamo uniti perché è stata una necessità, vista l’importanza dell’ospedale di San Severino. Era stato stabilito che fosse no-Covid e che quindi avrebbe dovuto raccogliere i pazienti di medicina, oculistica, cardiologia, lungodegenza, oncologia e hospice. Visto che ci sono stati episodi molto incresciosi dovuti al virus - aggiunge - ho chiesto più di una volta che fossero fatti i tamponi a tutti e i dovuti controlli. Doveva essere un presidio ‘rassicurante’ sul territorio e quindi chiedevo che fosse garantita la sicurezza di chi ci lavora". Il sindaco racconta che la dottoressa Nadia Storti, direttore generale Asur, il 23 marzo le ha inviato una nota in cui assicurava che erano stati fatti tutti i tamponi sia ai pazienti che al personale, "sicuramente si attenevano alle normi nazionali ma man mano che siamo andati avanti sono venuti fuori dei casi positivi e quindi con gli altri sindaci abbiamo creduto necessario intervenire insieme per far capire quanto è importante il presidio per il territorio. Non ci si può permettere nessun errore". 
Manco a dirlo, alla lettera non c'è stata alcuna risposta ancora se non, appunto, la voce secondo cui sarebbero stati disposti i tamponi. Una voce appunto, ed è proprio la mancanza di informazioni che lamenta Piermattei: "Il sindaco è responsabile della salute pubblica del proprio comune ma sappiamo benissimo che la sanità è un mondo a parte. È difficilissimo avere informazioni, magari viene detta una cosa e poi se ne fa un’altra. Quando ci sono urgenze, intervengono ma agiscono a modo loro. Noi non sappiamo più nulla. Ad esempio del decesso di ieri (la mamma 96enne di Giovanni Papavero, deceduto per Covid la settimana scorsa, ndr) l’ho saputo dalla Croce Rossa, non mi è stato comunicato. Non so più nemmeno quanti pazienti sono ricoverati". Ma la Piermattei, in tutto questo, ha anche un'altra sensazione, benché permanga la speranza di sbagliare: "Ciò che più dispiace, ma mi auguro sia solo una mia sensazione, è che in questo momento così difficile si lavori per politica. Sono stata molto attenta e collaborativa poi col passare dei giorni ci siamo accorti di cose che non andavano. Come sempre, d'altra parte, quando si parla di sanità. Ad esempio il nostro ospedale, che è no-Covid, continua ad avere un punto di primo intervento e non un pronto soccorso, che rimane a Camerino. E questo è fuori da ogni grazia di Dio, permettetemelo". Il sindaco chiarisce che non si tratta di una lotta contro il presidio camerte ma solo di buon senso visto che quella struttura è interamente dedicata ai pazienti Covid. I servizi del pronto soccorso, per il momento, sarebbero più utili a San Severino: "Come sindaci - torna a dire - noi abbiamo le mani legate. abbiamo informazioni scritte, come la comunicazione del 23 in cui mi dicono che sono stati fatti i tamponi sul personale dell’ospedale e che si sarebbero attenuti alla legge. In Italia abbiamo sempre risposte ambigue. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sicurezza in ospedale perché pensare di doverci andare, in questa situazione, fa venir paura perché si sentono dire tante cose. quindi l’Asur deve darci la sicurezza e la garanzia che il presidio settempedano sia sicuro, sanificato. E poi, in una struttura che potrebbe accogliere 80 posti letto, vorrei sapere quante persone ci sono. Sono loro che devono tenerci informati. Nel dramma, questo non riuscire a sapere, ad avere informazioni -  conclude -rende tutto ancora più drammatico. Stiamo lavorando per che cosa? Per il bene delle comunità o per qualcos’altro?".
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