Un maggio più silenzioso per i tre terzieri di Camerino

Venerdì, 15 Maggio 2020 11:46 | Letto 1436 volte   Clicca per ascolare il testo Un maggio più silenzioso per i tre terzieri di Camerino Fa ‘strano” vivere un maggio camerinese in silenzio, dopo che per ben 38 anni e, nonostante si siano attraversati due forti terremoti, questo mese dell’anno sia stato costantemente caratterizzato dal rumore della grande rievocazione dei festeggiamenti storici legati allomaggio al patrono della città. Un grande daffare vi sarebbe stato in questo periodo per tutti i tre terzieri di Sossanta, Mezzo e Muralto; le taverne si sarebbero riempite di ogni sorta di cibarie per allietare le tavole dei tanti commensali, lieti di banchettare in un’atmosfera di unione e grande amicizia. In vista del grande appuntamento agonistico della Corsa, le piccole rivalità si sarebbero disturbate in tono canzonatorio, ognuna con la certezza di primeggiare. Accade però che tutto il contorno di un clima gioioso debba essere rimandato ad altra data; l’emergenza sanitaria impedisce infatti gli assembramenti di persone ed è chiaro che una manifestazione come quella di Camerino, ne subisca gli effetti.”Ci sentiamo purtroppo sconfitti- dice il presidente di Sossanta Paolo Paternesi- E’ un po’ la disfatta di tutte quelle che sarebbero state le aspettative della 39.ma edizione. Cercheremo in tutti i modi di mantenere il simbolo della Corsa alla Spada all’interno della ricorrenza religiosa legata al patrono. Su questo, stiamo lavorando cercando di tenere alti i nostri animi- Di certo- continua- il blocco dipeso dall’emergenza sanitaria è un bel macigno. Come terzieri, forse stiamo lavorando anche di più rispetto agli altri anni; specie in questo momento, mantenere viva la manifestazione non è semplice, vuoi per le vicissitudini di questo periodo, vuoi per quello che giorno per giorno stiamo affrontando. E’ come camminare su una corda tesa perché veniamo tutti dalla clausura costretta nelle case e i nostri animi sono turbati: talvolta, il minimo problema diventa insormontabile e qualsiasi idea o programma è purtroppo vanificato da una cruda realtà che impedisce di realizzare quanto vorremmo. Se sarà fattibile, la speranza è di riuscire a rimandare l’evento della Corsa, ipotesi che stiamo valutando nel caso che la situazione sanitaria si stabilizzi e migliori. L’augurio è che questo virus maledetto scompaia dalla circolazione”. Al suo primo mandato da presidente del terziere di Mezzo, Carlo Croia usa una battuta scherzosa per esprimere l’impotenza di fare alcunché. “Triste che due terremoti non siano riusciti a fermare la Corsa alla Spada ma che la forte volontà di spendere ogni energia questa volta sia bloccata da un qualcosa che non possiamo contrastare. Dispiace ma non possiamo farci nulla. Questo sarebbe stato il periodo clou. Ci saremmo incontrati tutti perché intorno a queste festività c’è sempre stata una forte socializzazione con l’unico scopo di far bella la festa. Tutto è invece rimandato a data da destinarsi e con diverse incognite- continua Croia-; lo stesso uso delle mascherine condiziona un po’ tutto: impensabile un corteo di dame e cavalieri in costume medievale con mascherine al volto. Giugno, settembre? Tutto dipende dall’evoluzione della pandemia le cui restrizioni limitano all’essenziale lo stesso svolgimento dell’Offerta dei Ceri che quest’anno assumerà un carattere simbolico e prettamente religioso all’interno della basilica di San Venanzio”.Nell’approccio alla solennità del 18 maggio, lo stato d’animo della presidente del terziere di Muralto Paola Ticani è di chi mai avrebbe pensato di vivere una situazione così “strana”. “In questi giorni saremmo stati impegnati nelle taverne e ognuno di noi avrebbe messo a punto tutto quello che da mesi era in preparazione e che è testimonianza di quello che ogni terziere fa tutto l’anno. E, col fatto che è da mesi che non siamo riusciti più ad incontrarci, stiamo proprio realizzando ancora di più quanto sia importante questa manifestazione non solo per noi ma per la città tutta. E’ un momento d’aggregazione, di scambio d’idee e di vita e che da 39 anni, è ormai entrato a far parte quasi del nostro quotidiano. Attraversare le vie di Camerino senza veder sventolare le bandiere è già di per sé una grande tristezza ma dà il senso di quello che tutti stiamo vivendo in questo periodo. E’ difficile. Cerchiamo comunque di andare avanti e cerchiamo di apprezzare quello che abbiamo che è la possibilità di entrare in chiesa. Tra l’altro proprio il 18 maggio festa del nostro patrono, avremo la possibilità di farlo, il che ci riempie di gioia perché a questa ricorrenza siamo tutti molto legati. La nostra sarà una presenza simbolica che servirà a rafforzare quello che è San Venanzio per l’intero territorio di Camerino e per la stessa manifestazione che esiste proprio per il legame che c’è tra religione e storia della città ”.Carla Campetella
Fa ‘strano” vivere un maggio camerinese in silenzio, dopo che per ben 38 anni e, nonostante si siano attraversati due forti terremoti, questo mese dell’anno sia stato costantemente caratterizzato dal rumore della grande rievocazione dei festeggiamenti storici legati all'omaggio al patrono della città.
Un grande daffare vi sarebbe stato in questo periodo per tutti i tre terzieri di Sossanta, Mezzo e Muralto; le taverne si sarebbero riempite di ogni sorta di cibarie per allietare le tavole dei tanti commensali, lieti di banchettare in un’atmosfera di unione e grande amicizia. In vista del grande appuntamento agonistico della Corsa, le piccole rivalità si sarebbero disturbate in tono canzonatorio, ognuna con la certezza di primeggiare. Accade però che tutto il contorno di un clima gioioso debba essere rimandato ad altra data; l’emergenza sanitaria impedisce infatti gli assembramenti di persone ed è chiaro che una manifestazione come quella di Camerino, ne subisca gli effetti.
sOSSANTA pATERNESI
”Ci sentiamo purtroppo sconfitti- dice il presidente di Sossanta Paolo Paternesi- E’ un po’ la disfatta di tutte quelle che sarebbero state le aspettative della 39.ma edizione. Cercheremo in tutti i modi di mantenere il simbolo della Corsa alla Spada all’interno della ricorrenza religiosa legata al patrono. Su questo, stiamo lavorando cercando di tenere alti i nostri animi- Di certo- continua- il blocco dipeso dall’emergenza sanitaria è un bel macigno. Come terzieri, forse stiamo lavorando anche di più rispetto agli altri anni; specie in questo momento, mantenere viva la manifestazione non è semplice, vuoi per le vicissitudini di questo periodo, vuoi per quello che giorno per giorno stiamo affrontando. E’ come camminare su una corda tesa perché veniamo tutti dalla clausura costretta nelle case e i nostri animi sono turbati: talvolta, il minimo problema diventa insormontabile e qualsiasi idea o programma è purtroppo vanificato da una cruda realtà che impedisce di realizzare quanto vorremmo. Se sarà fattibile, la speranza è di riuscire a rimandare l’evento della Corsa, ipotesi che stiamo valutando nel caso che la situazione sanitaria si stabilizzi e migliori. L’augurio è che questo virus maledetto scompaia dalla circolazione”.
cROIA cARLO
Al suo primo mandato da presidente del terziere di Mezzo, Carlo Croia usa una battuta scherzosa per esprimere l’impotenza di fare alcunché. “Triste che due terremoti non siano riusciti a fermare la Corsa alla Spada ma che la forte volontà di spendere ogni energia questa volta sia bloccata da un qualcosa che non possiamo contrastare. Dispiace ma non possiamo farci nulla. Questo sarebbe stato il periodo clou. Ci saremmo incontrati tutti perché intorno a queste festività c’è sempre stata una forte socializzazione con l’unico scopo di far bella la festa. Tutto è invece rimandato a data da destinarsi e con diverse incognite- continua Croia-; lo stesso uso delle mascherine condiziona un po’ tutto: impensabile un corteo di dame e cavalieri in costume medievale con mascherine al volto. Giugno, settembre? Tutto dipende dall’evoluzione della pandemia le cui restrizioni limitano all’essenziale lo stesso svolgimento dell’Offerta dei Ceri che quest’anno assumerà un carattere simbolico e prettamente religioso all’interno della basilica di San Venanzio”.
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Nell’approccio alla solennità del 18 maggio, lo stato d’animo della presidente del terziere di Muralto Paola Ticani è di chi mai avrebbe pensato di vivere una situazione così “strana”. “In questi giorni saremmo stati impegnati nelle taverne e ognuno di noi avrebbe messo a punto tutto quello che da mesi era in preparazione e che è testimonianza di quello che ogni terziere fa tutto l’anno. E, col fatto che è da mesi che non siamo riusciti più ad incontrarci, stiamo proprio realizzando ancora di più quanto sia importante questa manifestazione non solo per noi ma per la città tutta. E’ un momento d’aggregazione, di scambio d’idee e di vita e che da 39 anni, è ormai entrato a far parte quasi del nostro quotidiano. Attraversare le vie di Camerino senza veder sventolare le bandiere è già di per sé una grande tristezza ma dà il senso di quello che tutti stiamo vivendo in questo periodo. E’ difficile. Cerchiamo comunque di andare avanti e cerchiamo di apprezzare quello che abbiamo che è la possibilità di entrare in chiesa. Tra l’altro proprio il 18 maggio festa del nostro patrono, avremo la possibilità di farlo, il che ci riempie di gioia perché a questa ricorrenza siamo tutti molto legati. La nostra sarà una presenza simbolica che servirà a rafforzare quello che è San Venanzio per l’intero territorio di Camerino e per la stessa manifestazione che esiste proprio per il legame che c’è tra religione e storia della città ”.
Carla Campetella

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