Museo diocesano di San Severino, la domanda di Borioni

Giovedì, 18 Giugno 2020 11:45 | Letto 1085 volte   Clicca per ascolare il testo Museo diocesano di San Severino, la domanda di Borioni Una volta tanto le istituzioni fanno rete ed operano una sinergia per restituire al territorio progetti di grande slancio e spessore. Inizia così una nota del consigliere Francesco Borioni, di San Severino, in merito al nuovo museo diocesano che sarà realizzato in città, nel palazzo arcivescovile. La scorsa settimana, a tal proposito, larcivescovo Francesco Massara ha firmato un protocollo di intesa col Presidente della Regione, Luca Ceriscioli. E un tassello di un percorso - sottolinea Borioni - che pone il museo e conseguentemente la nostra città allinterno di una rete di scambi e condivisioni dallinnegabile valore culturale, sociale, di crescita del territorio tutto. Un impegno economico imponente, un progetto ambizioso in un prezioso edificio, ma anche monumento, della città di San Severino che tanto bene ha resistito al sisma recente. Una sola perplessità - prosegue - fa sorgere in noi una domanda. Si badi bene, non è una provocazione bensì un dubbio che chiediamo a chi di dovere di dissipare. Il palazzo vescovile ha ospitato ed ospita tuttora diverse attività: pastorali, educative, di relazione e utilità sociale. Borioni si chiede se queste attività, troveranno nelledificio una collocazione o se, in alternativa, siano state individuati sedi per ciascuna di esse. Il palazzo infatti, col sisma che ha reso inagibili gran parte delle strutture parrocchiali settempedane, è divenuto un punto di riferimento importante ospitando intere realtà parrocchiali, associazioni, con attività ludiche ricreative e anche riabilitative per giovani e non solo. Ci auguriamo che lamministrazione e la curia abbiano valutato di concerto limportanza di questo aspetto e abbiano previsto per loro una piena continuazione: perché no, anche negli spazi ad esse attualmente destinati, poiché a nostro avviso per nulla confliggerebbero con gli scopi e lo spirito del nascituro museo. Perché se non è stata predisposta unalternativa - dice in conclusione - sarebbe un vero “peccato” privare la comunità che pian piano cerca di ritrovare le sue vitali e necessarie forme di aggregazione e socialità, di un luogo che non è solo uno spazio fisico, bensì una opportunità.g.g.
"Una volta tanto le istituzioni fanno rete ed operano una sinergia per restituire al territorio progetti di grande slancio e spessore". Inizia così una nota del consigliere Francesco Borioni, di San Severino, in merito al nuovo museo diocesano che sarà realizzato in città, nel palazzo arcivescovile. La scorsa settimana, a tal proposito, l'arcivescovo Francesco Massara ha firmato un protocollo di intesa col Presidente della Regione, Luca Ceriscioli. "E' un tassello di un percorso - sottolinea Borioni - che pone il museo e conseguentemente la nostra città all'interno di una rete di scambi e condivisioni dall'innegabile valore culturale, sociale, di crescita del territorio tutto. Un impegno economico imponente, un progetto ambizioso in un prezioso edificio, ma anche monumento, della città di San Severino che tanto bene ha resistito al sisma recente. Una sola perplessità - prosegue - fa sorgere in noi una domanda. Si badi bene, non è una provocazione bensì un dubbio che chiediamo a chi di dovere di dissipare. Il palazzo vescovile ha ospitato ed ospita tutt'ora diverse attività: pastorali, educative, di relazione e utilità sociale". Borioni si chiede se queste attività, troveranno nell'edificio una collocazione o se, in alternativa, siano state individuati sedi per ciascuna di esse. Il palazzo infatti, col sisma che ha reso inagibili gran parte delle strutture parrocchiali settempedane, è divenuto un punto di riferimento importante ospitando intere realtà parrocchiali, associazioni, con attività ludiche ricreative e anche riabilitative per giovani e non solo. "Ci auguriamo che l'amministrazione e la curia abbiano valutato di concerto l'importanza di questo aspetto e abbiano previsto per loro una piena continuazione: perché no, anche negli spazi ad esse attualmente destinati, poiché a nostro avviso per nulla confliggerebbero con gli scopi e lo spirito del nascituro museo. Perché se non è stata predisposta un'alternativa - dice in conclusione - sarebbe un vero “peccato” privare la comunità che pian piano cerca di ritrovare le sue vitali e necessarie forme di aggregazione e socialità, di un luogo che non è solo uno spazio fisico, bensì una opportunità".
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