Minacce a sindaco Tartabini e questore Pignataro. Trovati i responsabili

Giovedì, 08 Ottobre 2020 11:39 | Letto 900 volte   Clicca per ascolare il testo Minacce a sindaco Tartabini e questore Pignataro. Trovati i responsabili Sono stati identificati gli autori delle minacce al sindaco di Potenza Picena e al Questore di Macerata.È stata portata a termine la brillante operazione portata avanti dalla DIGOS di Macerata dopo che il 24 aprile scorso, in occasione dellAnniversario della Liberazione, a Potenza Picena comparvero, affissi in vari punti della città,  numerosi volantini adesivi con la fotografia del sindaco Noemi Tartabini  raffigurata a testa in giù e la frase CREDERE, OBBEDIRE, PENZOLARE con chiaro riferimento alle note vicende di Piazzale Loreto.Immediata la reazione della Questura di Macerata che, grazie al dispositivo di sicurezza disposto dal Questore Antonio Pignataro in occasione della festività del 25 aprile, ha consentito un intervento immediato a Potenza Picena da parte degli uomini della DIGOS diretta dal Vice Questore Maria Nicoletta Pascucci, che hanno potuto da subito raccogliere preziosi elementi probatori successivamente diventati decisivi  per le indagini e per la successiva individuazione dei responsabili del gesto.La fotografia del sindaco Tartabini, peraltro risalente a quando era in gravidanza, suscitò subito le reazioni di tutte le forze politiche che condannarono in modo unanime lignobile gesto. La fotografia si diffuse velocemente in rete e la notizia ebbe da subito ampio risalto sia sulla stampa locale che nazionale.Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata, in particolare in prima persona  dal Procuratore Giovanni Giorgio, condotte sia con metodi tradizionali che telematici attraverso la testimonianza di decine di persone, lattenta visione dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza, servizi di appostamento e pedinamento, lapprofondita analisi  dei dati raccolti e dei tabulati telefonici nonchè le perquisizioni locali effettuate in provincia, hanno consentito di chiudere il cerchio intorno a due soggetti, entrambi residenti in provincia che sono stati denunciati e indagati dalla Procura della Repubblica per il reato di minaccia aggravata. Sono tuttora in corso ulteriori indagini per verificare se nella vicenda siano coinvolte anche altre persone.GS
Sono stati identificati gli autori delle minacce al sindaco di Potenza Picena e al Questore di Macerata.
È stata portata a termine la brillante operazione portata avanti dalla DIGOS di Macerata dopo che il 24 aprile scorso, in occasione dell'Anniversario della Liberazione, a Potenza Picena comparvero, affissi in vari punti della città,  numerosi volantini adesivi con la fotografia del sindaco Noemi Tartabini  raffigurata a testa in giù e la frase "CREDERE, OBBEDIRE, PENZOLARE" con chiaro riferimento alle note vicende di Piazzale Loreto.

Immediata la reazione della Questura di Macerata che, grazie al dispositivo di sicurezza disposto dal Questore Antonio Pignataro in occasione della festività del 25 aprile, ha consentito un intervento immediato a Potenza Picena da parte degli uomini della DIGOS diretta dal Vice Questore Maria Nicoletta Pascucci, che hanno potuto da subito raccogliere preziosi elementi probatori successivamente diventati decisivi  per le indagini e per la successiva individuazione dei responsabili del gesto.

La fotografia del sindaco Tartabini, peraltro risalente a quando era in gravidanza, suscitò subito le reazioni di tutte le forze politiche che condannarono in modo unanime l'ignobile gesto. La fotografia si diffuse velocemente in rete e la notizia ebbe da subito ampio risalto sia sulla stampa locale che nazionale.


Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Macerata, in particolare in prima persona  dal Procuratore Giovanni Giorgio, condotte sia con metodi tradizionali che telematici attraverso la testimonianza di decine di persone, l'attenta visione dei video registrati dalle telecamere di sorveglianza, servizi di appostamento e pedinamento, l'approfondita analisi  dei dati raccolti e dei tabulati telefonici nonchè le perquisizioni locali effettuate in provincia, hanno consentito di chiudere il cerchio intorno a due soggetti, entrambi residenti in provincia che sono stati denunciati e indagati dalla Procura della Repubblica per il reato di minaccia aggravata. Sono tutt'ora in corso ulteriori indagini per verificare se nella vicenda siano coinvolte anche altre persone.

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