Stampa questa pagina

Il Centro Regionale Sangue e l'autosufficienza

Giovedì, 25 Febbraio 2021 16:34 | Letto 845 volte   Clicca per ascolare il testo Il Centro Regionale Sangue e l'autosufficienza Con la dottoressa Giovanna Salvoni, responsabile del Centro Regionale Sangue e responsabile del Centro Qualificazione Biologica della Regione Marche, abbiamo affrontato la problematica relativa all’autosufficienza sangue nella nostra Regione. “L’autosufficienza va sempre monitorata con molta attenzione in modo molto proattivo, perché lautosufficienza deve essere garantita e noi mettiamo in atto tutte le strategie possibili perché questo accada. A volte può capitare che ci si trovi in momenti in cui questa autosufficienza viene un po meno o inizia un po a scricchiolare, quindi bisogna essere pronti, sia come mondo trasfusionale che come associazioni, ad approcciare alla problematica della carenza del sangue.” Il sistema sangue è monitorato costantemente. Ad Ancona il Centro Trasfusionale riceve quotidianamente sangue che arriva da tutti i centri delle Marche. “L’attività di compensazione è fondamentale proprio per il mantenimento dellautosufficienza. La nostra organizzazione prevede che ogni giorno dalle 11 strutture trasfusionali della regione venga movimentato il sangue solitamente verso il centro di Ancona, perché ovviamente lospedale regionale di Torrette è quello che più utilizza la risorsa sangue e le unità vengono così spostate, dalle strutture trasfusionali periferiche, verso quella regionale di Ancona. Ormai sono anni che abbiamo raggiunto lautosufficienza e la stiamo mantenendo con grande attenzione e ognuno di noi fa la propria parte perché questo avvenga.” Anche la nostra regione ha donatori che, dopo essere stati positivi al covid-19, una volta negativizzati hanno deciso di donare sangue immune. “Abbiamo implementato la raccolta del plasma immune perché la pandemia ha reso necessaria anche questo tipo di donazione per poter aiutare i pazienti che si trovano, soprattutto nella fase precoce dellinfezione, ad avere problematiche legate al SARS CoV2. Siamo in attesa di avere i risultati di questo protocollo sperimentale al quale abbiamo aderito fin da subito, fino a quando ancora era un protocollo multi regionale, prima di diventare nazionale e abbiamo dato il nostro contributo come regione per poter fornire dellevidenza la comunità scientifica, affinché possa chiarire lefficacia della donazione plasma immune nei pazienti affetti da SARS-CoV2.”Barbara Olmai
Con la dottoressa Giovanna Salvoni, responsabile del Centro Regionale Sangue e responsabile del Centro Qualificazione Biologica della Regione Marche, abbiamo affrontato la problematica relativa all’autosufficienza sangue nella nostra Regione.

“L’autosufficienza va sempre monitorata con molta attenzione in modo molto proattivo, perché l'autosufficienza deve essere garantita e noi mettiamo in atto tutte le strategie possibili perché questo accada. A volte può capitare che ci si trovi in momenti in cui questa autosufficienza viene un po' meno o inizia un po' a scricchiolare, quindi bisogna essere pronti, sia come mondo trasfusionale che come associazioni, ad approcciare alla problematica della carenza del sangue.”

Il sistema sangue è monitorato costantemente. Ad Ancona il Centro Trasfusionale riceve quotidianamente sangue che arriva da tutti i centri delle Marche. “L’attività di compensazione è fondamentale proprio per il mantenimento dell'autosufficienza. La nostra organizzazione prevede che ogni giorno dalle 11 strutture trasfusionali della regione venga movimentato il sangue solitamente verso il centro di Ancona, perché ovviamente l'ospedale regionale di Torrette è quello che più utilizza la risorsa sangue e le unità vengono così spostate, dalle strutture trasfusionali periferiche, verso quella regionale di Ancona.

Ormai sono anni che abbiamo raggiunto l'autosufficienza e la stiamo mantenendo con grande attenzione e ognuno di noi fa la propria parte perché questo avvenga.” Anche la nostra regione ha donatori che, dopo essere stati positivi al covid-19, una volta negativizzati hanno deciso di donare sangue immune. “Abbiamo implementato la raccolta del plasma immune perché la pandemia ha reso necessaria anche questo tipo di donazione per poter aiutare i pazienti che si trovano, soprattutto nella fase precoce dell'infezione, ad avere problematiche legate al SARS CoV2.

Siamo in attesa di avere i risultati di questo protocollo sperimentale al quale abbiamo aderito fin da subito, fino a quando ancora era un protocollo multi regionale, prima di diventare nazionale e abbiamo dato il nostro contributo come regione per poter fornire dell'evidenza la comunità scientifica, affinché possa chiarire l'efficacia della donazione plasma immune nei pazienti affetti da SARS-CoV2.”

Barbara Olmai

Letto 845 volte

Articoli correlati (da tag)

Clicca per ascolare il testo