Con la ripartenza della scuola i fari sono puntati anche sul trasporto pubblico e l’organizzazione dei pullman per accompagnare gli studenti.
Stefano Belardinelli, presidente Contram, sottolinea l’impegno dell’azienda e la collaborazione con le forze dell’ordine per il rispetto delle regole.
È infatti prevista una capienza dell’80% del totale dei posti a sedere e in piedi.
“Nel contesto normativo e negli spazi disponibili – dice – la situazione è sotto controllo.
Sta andando abbastanza bene, poi è chiaro che il Covid sia imprevedibile. Noi abbiamo messo in campo oltre 160 bus ordinari in provincia per il trasporto degli studenti delle scuole superiori e quello extraurbano. Oltre 50 autobus disponibili sono serviti a fare, mediamente, una trentina di corse di andata bis e altrettante di ritorno. Stiamo monitorando in maniera molto precisa le capienza a bordo. Nella parte dell’entroterra stiamo al di sotto del 70%, mentre più siamo vicini all’80% nelle zone più popolose, da Macerata scendendo verso la costa. In quel caso facciamo molta attenzione: oggi in un paio di mezzi eravamo vicini alla capienza massima e abbiamo contato tutte le persone a bordo”.
Risultati che, secondo il presidente Contram, vengono raggiunti grazie alla collaborazione di tutti: “I ragazzi si sono comportati in maniera regolare, indossando le mascherine e occupando gli spazi disponibili.
Certamente se uno avesse più spazio nei terminal e nelle fermate sarebbe meglio, ma le nostre città hanno la loro conformazione e comprendiamo che non è possibile cambiare tutto rapidamente. C’è una ottima collaborazione, migliorata grazie al tavolo della prefettura di Maceratam con le forze dell’ordine, la protezione civile, la polizia municipale e con i nostri steward a terra in tutta la provincia”.
L’augurio di Stefano Belardinelli è dunque quello che la situazione dei contagi continui ad essere sotto controllo: “Quest’anno la novità più grande è il vaccino – dice - che ci dovrebbe far ridurre l’indice dei contagi. Certamente l’anno scorso le chiusure sono state diverse, ma non direi che il problema siano stati i trasporti. Le persone vaccinate erano pochissime, anzi, nessuna, quindi è chiaro che il virus abbia avuto modo di diffondersi con maggiore intensità e questo ha portato alla didattica a distanza”.
GS