Al grido di "amnistia" e "libertà" i detenuti della casa circondariale di Camerino hanno dato vita, nella serata di giovedì 30 agosto, ad una clamorosa protesta per attirare l'attenzione sulle condizioni di vita di quanti vivono nell'istituto penitenziario camerte. Affacciati alle finestre delle loro celle, i detenuti per oltre un'ora hanno manifestato il loro dissenso battendo sulle inferriate e appicando anche il fuoco a lenzuola e pezzi di carta. Qualcuno ha anche gridato "i cani della Brambilla vivono meglio di noi", proprio per sottolineare le condizioni di vita all'interno del carcere. Anche l'arcivescovo Brugnaro, che da tempo svolge le funzioni di cappellano dell'istituo di pena e che più volte si è prodigato nel sostegno ai detenuti e alle loro famiglie, si è recato sul luogo per sincerarsi della situazione e prestare i propri uffici per far cessare la protesta.