La recidiva della buona sanità

Martedì, 30 Settembre 2014 02:00 | Letto 3005 volte   Clicca per ascolare il testo La recidiva della buona sanità Nel “mare magnum” di unItalia che si lamenta, ci sono anche notizie che forse non fanno rumore, ma che sono indice di come anche unesperienza drammatica possa suscitare fiducia e speranza. Lepisodio, segnalatoci da una signora residente nel fermano, E. M. le sue iniziali, riguarda un caso di buona sanità e ha avuto come scenario lUnità Operativa di Chirurgia degli ospedali di Camerino e San Severino Marche, diretta dal prof. Giambattista Catalini. “Nel momento in cui ho scoperto di essere stata colpita da un male che necessitava di immediato intervento – racconta la signora – ho deciso di affidarmi alle cure del prof. Catalini e del suo staff, che senza false promesse o inutili pietismi mi hanno illustrato in maniera esauriente quella che era la mia situazione, con informazioni e risposte puntuali e sempre esaurienti”. Una volta eseguito lintervento chirurgico, che ha richiesto diverse ore di sala operatoria, è giunto il momento delle degenza e le cose sono, se possibile, addirittura migliorate. “Se non fosse tragica questa storia sarebbe pure bella – continua con ironia il suo racconto la protagonista – Quante volte – commentava con suo marito – abbiamo dovuto frequentare gli ospedali nel corso degli anni e mai ci siamo meravigliati perché le cose funzionavano! I pazienti sono seguiti con cura e dedizione, si avverte lordine delle cose, il rispetto per la sofferenza, la direzione funziona, il personale medico e infermieristico è attento, professionale, cordiale. Mai ho notato un gesto di insofferenza nei miei confronti”. Per la signora E. M. si è trattato, purtroppo, della seconda esperienza vissuta nel reparto diretto dal prof. Catalini, dopo che in precedenza anche suo marito si era dovuto sottoporre ad intervento chirurgico, ma quello che è emerso è stato un caso di recidiva di buona sanità. “Desidero ringraziare ancora una volta il prof. Catalini, la dott.ssa Coccaro, la dott.ssa Ferretti, direttore dellUnità Operativa di Oncologia – ci ha detto a conclusione del suo racconto – e suggerisco a quanti leggeranno di aderire allassociazione “Voce per la chirurgia” che ho avuto modo di scoprire a Camerino e che vuol far conoscere le eccellenze che ci appartengono e alle quali vogliamo vengano riconosciuti i giusti meriti”.

Nel “mare magnum” di un'Italia che si lamenta, ci sono anche notizie che forse non fanno rumore, ma che sono indice di come anche un'esperienza drammatica possa suscitare fiducia e speranza. L'episodio, segnalatoci da una signora residente nel fermano, E. M. le sue iniziali, riguarda un caso di buona sanità e ha avuto come scenario l'Unità Operativa di Chirurgia degli ospedali di Camerino e San Severino Marche, diretta dal prof. Giambattista Catalini. “Nel momento in cui ho scoperto di essere stata colpita da un male che necessitava di immediato intervento – racconta la signora – ho deciso di affidarmi alle cure del prof. Catalini e del suo staff, che senza false promesse o inutili pietismi mi hanno illustrato in maniera esauriente quella che era la mia situazione, con informazioni e risposte puntuali e sempre esaurienti”. Una volta eseguito l'intervento chirurgico, che ha richiesto diverse ore di sala operatoria, è giunto il momento delle degenza e le cose sono, se possibile, addirittura migliorate. “Se non fosse tragica questa storia sarebbe pure bella – continua con ironia il suo racconto la protagonista – Quante volte – commentava con suo marito – abbiamo dovuto frequentare gli ospedali nel corso degli anni e mai ci siamo meravigliati perché le cose funzionavano! I pazienti sono seguiti con cura e dedizione, si avverte l'ordine delle cose, il rispetto per la sofferenza, la direzione funziona, il personale medico e infermieristico è attento, professionale, cordiale. Mai ho notato un gesto di insofferenza nei miei confronti”. Per la signora E. M. si è trattato, purtroppo, della seconda esperienza vissuta nel reparto diretto dal prof. Catalini, dopo che in precedenza anche suo marito si era dovuto sottoporre ad intervento chirurgico, ma quello che è emerso è stato un caso di recidiva di buona sanità. “Desidero ringraziare ancora una volta il prof. Catalini, la dott.ssa Coccaro, la dott.ssa Ferretti, direttore dell'Unità Operativa di Oncologia – ci ha detto a conclusione del suo racconto – e suggerisco a quanti leggeranno di aderire all'associazione “Voce per la chirurgia” che ho avuto modo di scoprire a Camerino e che vuol far conoscere le eccellenze che ci appartengono e alle quali vogliamo vengano riconosciuti i giusti meriti”.

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