Lettera aperta dell'architetto Luca Maria Cristini al presidente dell'Unione Montana Potenza Esino e Musone di San Severino, Matteo Cicconi. "Demolite i bracieri di Canfaito". Il punto della questione sono, appunto, i bracieri in cemento all'interno della faggeta di Canfaito. Secondo Cristini, accendere fuochi in quella riserva sarebbe estremamente pericoloso e un eventuale incendio causerebbe una perdita importantissima. "Chiunque di buon senso e con un po' di sensibilità per l'ambiente - scrive a Cicconi - capisce che accendere fuochi nella secolare faggeta di Canfaito è cosa pericolosissima. Il complesso arboreo annovera esemplari secolari, tra cui alcuni addirittura cinquecentenari. Sarebbe una perdita catastrofica. Il sottobosco - peraltro - è cosparso di foglie secche e delle cosiddette faggiole, ovvero gli involucri legnosi del seme del faggio, che insieme alle foglie costituiscono un innesco pericolosissimo". Nonostante questo, all'interno della faggeta da sempre ci sono dei bracieri in cemento e di recente ne sono stati aggiunti altri, con quattro punti fuoco e dala forma discutibile. Il regolamento della Riserva consente di accendere fuochi in quei bracieri ma il vento potrebbe comunque far partire un tizzone che, a sua volta, potrebbe innescare le fiamme: "Queste 'astronavi' hanno quattro punti fuoco, uno per ogni punto cardinale, quasi si volesse ricercare il vento più favorevole per disperdere le scintille sotto ai faggi. Credo sia follia pura. L’amministrazione di San Severino - aggiune - sotto la cui competenza amministrativa il pianoro ricade, ha emanato l’Ordinanza con la quale è fatto divieto assoluto di accendere fuochi di ogni genere. Penso che questa debba avere valore preminente su quanto stabilito dal Regolamento della riserva e nella faggeta". Secondo Cristini i bracieri vanno demoliti così non si potranno più accendere fuochi visto che il regolamento consente la loro accensione solo in quei punti. "A Canfaito si mangino panini e insalate di riso, portando indietro con sé involucri e ciotole vuote. Concludo lanciando un appello alle Associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio regionali affinché facciano al più presto pervenire in massa all’Unione Montana di San Severino, ente gestore della riserva naturale, una ferma richiesta di demolizione di queste orrende e pericolosissime strutture".
g.g.