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Lorenzini, l'ultimo saluto ad un uomo dal sorriso contagioso

Martedì, 29 Ottobre 2019 17:47 | Letto 2498 volte   Clicca per ascolare il testo Lorenzini, l'ultimo saluto ad un uomo dal sorriso contagioso Siamo fatti per il Cielo e lì ti rivedremo”. Con queste parole i colleghi del liceo classico di Macerata hanno salutato Giorgio Lorenzini, professore e direttore dellOrchestra Feronia di San Severino scomparso domenica mattina alletà di 67 anni dopo mesi trascorsi al Santo Stefano di Porto Potenza. Un bruttissimo malore molti mesi fa da cui non si era più ripreso e domenica il suo cuore ha smesso di lottare.Oggi i funerali nella chiesa di San Domenico, inevitabilmente gremita. In tantissimi lo conoscevano e lo stimavano. A celebrare, il nipote Fra Sergio Lorenzini.“Giorgio, eri una gran brava persona - sono state le parole della lettera dei colleghi del liceo -. Sei una gran brava persona, perché la tua storia non è finita. Dovrei dirti quanto eri amabile, generoso, sempre pronto a rendere più piacevole le ore di scuola. Dovrei parlare di quanto fossi amato dai ragazzi e di come trasmettevi l’amore per la sapienza e per la musica ai giovani. Dovrei ricordare i nostri discorsi ma forse è meglio parlare di adesso, dei sentieri che stai percorrendo verso la luce di Gesù. Se l’uomo fosse solo materia no si spiegherebbe da dove derivi l’Ouverture de Tristan. Siamo fatti per il Cielo e lì ti rivedremo”.g.g. 
"Siamo fatti per il Cielo e lì ti rivedremo”. Con queste parole i colleghi del liceo classico di Macerata hanno salutato Giorgio Lorenzini, professore e direttore dell'Orchestra Feronia di San Severino scomparso domenica mattina all'età di 67 anni dopo mesi trascorsi al Santo Stefano di Porto Potenza. Un bruttissimo malore molti mesi fa da cui non si era più ripreso e domenica il suo cuore ha smesso di lottare.
Oggi i funerali nella chiesa di San Domenico, inevitabilmente gremita. In tantissimi lo conoscevano e lo stimavano. A celebrare, il nipote Fra Sergio Lorenzini.
“Giorgio, eri una gran brava persona - sono state le parole della lettera dei colleghi del liceo -. Sei una gran brava persona, perché la tua storia non è finita. Dovrei dirti quanto eri amabile, generoso, sempre pronto a rendere più piacevole le ore di scuola. Dovrei parlare di quanto fossi amato dai ragazzi e di come trasmettevi l’amore per la sapienza e per la musica ai giovani. Dovrei ricordare i nostri discorsi ma forse è meglio parlare di adesso, dei sentieri che stai percorrendo verso la luce di Gesù. Se l’uomo fosse solo materia no si spiegherebbe da dove derivi l’Ouverture de Tristan. Siamo fatti per il Cielo e lì ti rivedremo”.
g.g.

 

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