Mariannetta, simbolo di una civiltà sparita

Sabato, 02 Novembre 2019 10:59 | Letto 1027 volte   Clicca per ascolare il testo Mariannetta, simbolo di una civiltà sparita Ussita piange la testimone di una civiltà sparita. All’età di 94 anni se ne è andata “Mariannetta”, così tutti chiamavano Marianna Silvestri vedova Falconetti, un’istituzione della frazione di Vallestretta, agglomerato di case che si trova proprio nella parte terminale di una stretta e lunga valle, a circa 750 metri di altitudine. Un esempio per tutta la comunità ussitana quella donna minuta e piena di energia, testimone di un attaccamento viscerale alla sua terra. Da quella zona impervia sotto le pendici del monte Careschio, insieme al marito ha condotto una vita interamente dedicata al lavoro nei campi e all’allevamento dei bovini. Rimasta vedova una quindicina di anni fa, non si era mai spostata da quella casa circondata da boschi, continuando a portare avanti l’orto e l’allevamento degli animali, aiutata dal figlio Tonino Falconetti, dipendente comunale e responsabile degli impianti di Frontignano di Ussita. Solo il terremoto l’aveva costretta ad andarsene. Dotata di un carattere affabile e gioviale, ospite insieme al figlio delle strutture ricettive della costa, nonostante gli acciacchi della vecchiaia, con la sua capacità di sdrammatizzare e con il suo sorriso ha continuato a trasmettere forza e serenità a tutti. Lo stesso ha continuato a fare, finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, anche una volta ritornata a vivere nell’area sae sotto il monte Bove, seguita dalle premurose cure del figlio. A Casetta Ruggeri vicino all’area commerciale, oggi alle 12.00 l’ultimo saluto di Ussita ad una piccola grande donna, simbolo del coraggio e della tenacia della gente di montagna.cc
Ussita piange la testimone di una civiltà sparita. All’età di 94 anni se ne è andata “Mariannetta”, così tutti chiamavano Marianna Silvestri vedova Falconetti, un’istituzione della frazione di Vallestretta, agglomerato di case che si trova proprio nella parte terminale di una stretta e lunga valle, a circa 750 metri di altitudine. Un esempio per tutta la comunità ussitana quella donna minuta e piena di energia, testimone di un attaccamento viscerale alla sua terra. Da quella zona impervia sotto le pendici del monte Careschio, insieme al marito ha condotto una vita interamente dedicata al lavoro nei campi e all’allevamento dei bovini. Rimasta vedova una quindicina di anni fa, non si era mai spostata da quella casa circondata da boschi, continuando a portare avanti l’orto e l’allevamento degli animali, aiutata dal figlio Tonino Falconetti, dipendente comunale e responsabile degli impianti di Frontignano di Ussita. Solo il terremoto l’aveva costretta ad andarsene. Dotata di un carattere affabile e gioviale, ospite insieme al figlio delle strutture ricettive della costa, nonostante gli acciacchi della vecchiaia, con la sua capacità di sdrammatizzare e con il suo sorriso ha continuato a trasmettere forza e serenità a tutti. Lo stesso ha continuato a fare, finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, anche una volta ritornata a vivere nell’area sae sotto il monte Bove, seguita dalle premurose cure del figlio. 
A Casetta Ruggeri vicino all’area commerciale, oggi alle 12.00 l’ultimo saluto di Ussita ad una piccola grande donna, simbolo del coraggio e della tenacia della gente di montagna.
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