Come si comincia a ricostruire la comunità dopo il sisma, se non restituendo i punti dove essa si è formata.
Riparte così, con tanta gioia nel cuore, la comunità di Pievefavera, frazione di Caldarola dove questa mattina le campane della chiesa di Santa Maria Assunta sono tornate a suonare e la gente del posto, con gli occhi lucidi, è tornata a partecipare ad una funzione religiosa in una chiesa in muratura, la chiesa dove molti di loro si sono sposati o battezzati.
Un taglio del nastro diverso dal solito, che non inaugura qualcosa di nuovo, ma restituisce ciò che mancava. E mancava molto.
"Aprire oggi la porta di questa chiesa - ha detto l'arcivescovo Francesco Massara che ha celebrato la messa - rappresenta per la comunità e per il territorio un segno di resurrezione, di gioia e speranza. Una resurrezione che deve però passare attraverso il nostro cuore. L'apertura di questa chiesa non ha senso se non apriamo il nostro cuore".
Poi la sua ferma posizione sulle difficoltà a ripartire e a ricostruire: "La burocrazia non ci aiuta - ha aggiunto - , ci danneggia, ma noi non ci dobbiamo scoraggiare. Dobbiamo lavorare insieme perchè chi pensa di lavorare da solo non va da nessuna parte. La montagna è stata abbandonata, quindi se non siamo uniti non andremo lontano. Anche se a volte lo sconforto prende il sopravvento, dobbiamo ricordarci della responsabilità che abbiamo per i nostri figli e per i nostri nipoti che hanno il diritto di avere una casa, una scuola e una chiesa sicure".
La chiesa di Santa Maria Assunta di Pievefavera è stata la prima ad essere stata restaurata a Caldarola secondo l'ordinanza n.32 del 2017 che finanziava il ripristino di una sola chiesa per Comune, il cui importo dei lavori fosse stato inferiore a 300mila euro.
Non hanno superato i 150mila euro, infatti, i lavori alla struttura, danneggiata soprattutto nella facciata e nella cuspide del campanile.
Il progetto di restauro è stato curato dall’architetto Loredana Camacci Menichelli e dall’ingegnere Riccardo Donati, venuto a mancare nel 2018, al quale è poi subentrato il figlio Alessandro.
"È la prima chiesa in muratura che torniamo a vivere - ha detto il parroco don Vincenzo Finocchio - , il primo suono di campane che torniamo ad ascoltare ed il primo organo del territorio comunale che torna ad animare la funzione".
Presenti all'inaugurazione, accanto al sindaco Luca Maria Giuseppetti e a tutti i rappresentanti dell'amministrazione, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti e i consiglieri provinciali Tarcisio Antognozzi e Debora Pantana.
"Oggi finalmente è una giornata di gioia - ha detto il primo cittadino - . Non nascondo l'emozione per questa inaugurazione particolare. È importante perchè non parliamo di strutture di legno o acciaio. Abbiamo riconsegnato alla comunità, molto attaccata a questo stupendo borgo, la bellissima chiesa".
Una festa di comunità, quella vissuta dalla frazione caldarolese. Nella settimana appena trascorsa, i fedeli di Pievefavera hanno lavorato molto per la riapertura della struttura, occupandosi di rimettere in ordine gli interni. "Con tanta stanchezza - hanno detto - ma con tanta gioia nel cuore".
Ed è la gioia nel cuore che, forse, mancava da tre anni e, questa mattina, si è riaccesa per tutti.
L'argomento sarà approfondito nella prossima edizione de L'Appennino Camerte.
Giulia Sancricca