Notizie di cronaca nelle Marche

È tutto pronto per la nuova stagione sciistica degli impianti di Pintura di Bolognola. Presentata e questa mattina alle novità e alcune iniziative legate ai festeggiamenti di Natale e Capodanno, tra cui il sensazionale albero che la proloco ha installato. È il più alto delle marche e vanta numeri da record.

“Gli impianti - ha detto il responsabile, Francesco Cangiotti - sono pronti per la stagione. Le previsioni meteo sono favorevoli, è prevista un po’ di neve addirittura per il ponte dell’Immacolata. Abbiamo messo in campo diversi interventi per migliorare il servizio, a partire Dalle nuove barriere frangivento installate sulla parte alta della stazione che favoriranno un miglior mantenimento del manto nevoso laddove e vi era una alta ventosità. E poi - ha aggiunto - una miglioria è stata fatta allo Snowpark con la creazione di una nuova pista di Snowcross e Bordercross, adatta anche al divertimento dei più piccoli”. La direzione ha anche pensato a diversi pacchetti e convenzioni con le strutture ricettive del territorio, ad esempio per i fine settimana e i giorni di Natale, in cui lo skipass e potrei essere abbinato al pernottamento in mezza pensione. 

È stato inoltre aggiunto un nuovo punto e una biglietteria per evitare sovraffollamenti e code: si troveranno rispettivamente nel centro abitato di Fiastra e a San Lorenzo di Fiastra. Inoltre saranno mantenute le convenzioni tra la stazione sciistica i principali centri commerciali e negozi di articoli sportivi con accesso a sconti e promozioni

(Free Sport Tolentino, Decathlon e King Sport, nonché il Cuore Adriatico di Civitanova). Fra le novità anche il corso baby ski, e inoltre prosegue anche la collaborazione con le scuole per avvicinare i bambini al mondo della montagna e dello sci.

Alessandro Romagnoli, della scuola sci Castel Manardo, ha spiegato come, “vista la grossa affluenza dello scorso anno, abbiamo aumentato i materiali dei punti noleggio. I prezzi sono ormai fermi da diversi anni, ma da quest’anno c’è la possibilità di avere una scontistica particolare per chi acquisterà uno skipass per più giorni e quindi anche per chi affitterà materiale per più giorni. Avremo una media di 8- 10 maestri ogni fine settimana”. Per il periodo natalizio babbo Natale on the Snow e la befana in motoslitta in collaborazione con la Proloco allieteranno grandi e piccini sulle piste dall’8 dicembre al 6 gennaio, e ritornano come di consuetudine allo ZChalet Le dirette radio con dj live e apres ski tutte le domeniche pomeriggio. Per capodanno, neve permettendo, sarà organizzata una fiaccolata sulle piste alle 18 con vin brûlé prima dei classici cenoni e Sarà possibile festeggiare la notte più lunga dell’anno in baita con festa e  musica fino a tarda notte. “Quella di quest’anno - ha affermato la presidente della Proloco Antonella De Santis riferendosi al grande albero di Natale installato sulla montagna - è un’opera maestosa. Un albero da record a 14909 metri sul livello del mare, 70 m di altezza, 22 sfere luminose all’interno del tubo luminoso di 160 metri, 4720 luci led e 88 ore di lavoro per realizzarlo”.

g.g.

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Quella di oggi è la data designata dall’Assemblea generale della Nazioni Unite per dire no alla violenza sulle donne. La decisione risale al 17 dicembre 1999 e l’Onu, per l’occasione, ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo importantissimo tema. 

La data del 25 novembre fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi tenutosi a Bogotà nel 1981, in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

In Italia solo dal 2005 alcuni centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti celebrano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali.

E chissà se mai un giorno si potrà festeggiare per l’eliminazione, davvero, della violenza contro le donne, visto che continuano ad essere tanti i casi, anche nelle Marche e che si rende sempre più urgente un’azione preventiva e non solo “curativa”. 

A tal proposito, il consigliere regionale Elena Leonardi, di Fratelli d’Italia, annuncia una mozione per istituire un centro di trattamento per gli uomini che maltrattano le donne. “Il Dipartimento nazionale tutela vittime di Fratelli d’Italia, di cui sono membro – ha spiegato Leonardi – porta avanti numerose battaglie a difesa delle vittime, nell’ambito sia di violenze di genere, abusi, violenze psicologiche, ma anche a riguardo di vittime della strada,  dell’amianto, della mafia, per dare voce a chi nella vita ha dovuto subire soprusi e ingiustizie ed anche a chi, spesso, voce non ha più. Così quest’anno il Dipartimento si è fatto promotore di una proposta per l’istituzione dei centri di trattamento per uomini maltrattanti, già presenti in numerose regioni italiane e grandi città”. Si tratta di centri che possono essere, per il consigliere, una formula per diffondere la prevenzione e l’educazione ma anche e soprattutto realtà che propongono attività multidisciplinari, con staff professionista composto da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e educatori, rivolte sia a chi si è fatto colpevole di atti violenti, sia a chi sta subendo una violenza da parte di un famigliare, sia a persone preoccupate da situazioni perpetuate da persone conosciute, ma anche operatori del settore. L’obiettivo è anche quello di affiancare chi ha commesso un atto di violenza per scongiurare recidive o il verificarsi di conseguenze estreme. “Dove questi percorsi sono stati già sperimentati infatti è stato possibile verificare nei soggetti maltrattanti una minore inclinazione alla violenza e alla recidivi. Qualcosa si muove anche nel panorama marchigiano: secondo il report annuale regionale, che sarà presentato in Consiglio giovedì prossimo e del quale sono relatrice di minoranza, nel 2018 sono state 534 le donne che si sono rivolte agli sportelli antiviolenza, 125 denunce in più rispetto al 2017, nel quale erano state 409. Un dato che stando al report non significa un aumento dei maltrattamenti ma una maggiore consapevolezza delle vittime che decidono di denunciare”. Ma visto che si può sempre fare di più, l’idea di Leonardi di proporre anche nella nostra regione un Ctm.


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Sabato, 23 Novembre 2019 19:03

Camerino,Giulia da Varano è tornata a casa

Giulia da Varano ha fatto ritorno a Camerino. Ricca di emozioni e molto partecipata la cerimonia di riconsegna dell'opera del 1524, rubata  39 anni fa dalla allora pinacoteca dell'ex chiesa di san Francesco. A Palazzo Sabbieti, uno dei primi edifici del centro storico riaperti dopo il sisma, il Tenente colonnello Antonio Quarta, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei Carabinieri di Genova, ha restituito al sindaco di Camerino Sandro Sborgia il dipinto attribuito al pittore Dosso Dossi, e raffigurante "Giulia da Varano Bambina", trafugato nel luglio del 1980 insieme ad altri 12 quadri della dinastia dei da Varano.
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Storia tormentata quella del recupero dell'olio su tela al quale, come spiegato dal Colonnello Quarta, si è giunti a conclusione di attività investigativa. Le indagini sono iniziate nel febbraio 2018, allorchè il proprietario del quadro, stimato collezionista genovese, ha chiamato i Carabinieri per segnalare che il dipinto che lui aveva e che aveva intenzione di vendere, poteva essere proprio quello rubato a Camerino nel1980. Il collezionista aveva trovato un acquirente e insieme si erano accordati  per farlo restaurare e stabilirne il valore. Spedito in Veneto presso un laboratorio di restauro, durante le opere di pulizia, la scritta Giulia Varano duchessa di Urbino aveva fatto emergere i primi sospetti. Contattata per l'esame la professoressa Alessandra Pattanaro dell'università di Padova, la docente ha identificato l'iscrizione riconducendo l'opera alla Corte di Camerino. Le ricerche compiute dalla studiosa, presente alla cerimonia per illustrarne tutti i dettagli, hanno chiarito che il dipinto poteva proprio identificarsi in uno dei quadri rubati dalla Pinacoteca civica della città ducale. A certificarne la provenienza ha contribuito poi il riconoscimento da parte dell'attuale curatrice delle collezioni della Pinacoteca di Camerino Barbara Mastrocola. E il risultato finale è che il prezioso dipinto è tornato finalmente nella sua città per essere restituito alla pubblica fruizione. Già da domenica 24 novembre  e fino al 6 gennaio si potrà ammirarlo nel deposito attrezzato "Venanzina Pennesi" del Seminario di Camerino, all'interno della mostra "Dalla polvere alla luce" e del più ampio progetto "La bellezza ritrovata" ideato dall'assessorato alla cultura per la stagione invernale camerte. 
IMG 20191123 180440  Emozionate le parole pronunciate dall'assesore alla cultura e turismo Giovanna Sartori per una riconsegna il cui valore non è solo artistico culturale e di arricchimento per il patrimonio cittadino:"In un momento così delicato per il percorso che stiamo attraversando, si carica di un significato nuovo - ha sottolineato- Ci emoziona l'idea di questa duchessa da Varano che torna a casa  quasi ad abbracciare la collettività e il territorio, a darci forza e coraggio e a farci riscoprire la volontà di non mollare".
Grato al Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Genova il primo cittadino Sandro Sborgia che ha colto anche l'occasione per evidenziare tutto l'impegno profuso da Carmelo Grasso Comandante dello stesso Nucleo di Ancona per le regioni Marche e Abruzzo, per il recupero e la messa in sicurezza  del patrimonio dei beni nell'immediato post sisma. " Il ritrovamento è un tassello di un mosaico ben più ampio che è quello della ricostruzione della città e della nostra storia".
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Alla cerimonia in rappresentanza del Mibac nazionale è intervenuto Corrado Azzolini, direttore del segretariato regionale Mibac della Regione Marche ed Emilia Romagna, il quale ha portato il saluto del Ministro Dario Franceschini.
"La storia di Giulia da Varano- ha detto - ci riporta proprio al legame tra le due regioni dell'Emila e delle Marche. E un altro legame che non posso dimenticare è quello del sisma che noi abbiamo subito nel 2012. Camminare nella desolazione del centro storico di Camerino, mi ha riportato in quello che noi stessi abbiamo vissuto in Emilia appena quattro anni prima. Il recupero di un bene della città è il segno del ritorno di qualcosa che gli appartiene e che gli è stato rubato tanti anni fa. Spero che questo ritorno a casa sia di buon augurio. affinché in questa comunità possano tornare la tranquillità e la vitalità di prima".  Ai ringraziamenti generali rivolti ai Carabinieri per un'operato svolto con dedizione, serietà, competenza e grande impegno, si è unito anche il messaggio dell'assessore regionale Angelo Sciapichetti, convinto che il rilancio dei territori feriti, passi anche dalla valorizzazione dei beni culturali, delle bellezze naturali e artistiche. "Quello di oggi è un altro tassello che aggiungiamo al grande puzzle della ripartenza".
Dello stesso tenore le parole pronunciate dal rettore di Unicam Claudio Pettinari. "Il significato è che noi siamo ancora qua. La cerimonia in uno dei palazzi storici dell'università  tra i primi ad essere restituiti nel centro storico. Da qui noi siamo ripartiti e Giulia da Varano può indicarci la strada, affinchè  ancora una volta, dalla cultura la città riparta".
Lo ha definito un rientro inaspettato che riempie di gioia la curatrice della Pinacoteca Civica e musei diocesani Barbara Mastrocola: "Giulia è una camerte che torna. Se ne è dovuta andare  contro la sua volontà e torna grazie alla tenacia di chi non l'ha dimenticata e non si è arreso e torna perché lo Stato, nel caso specifico attraverso l'arma dei Carabinieri, ha saputo essere presente. Certo, parliamo di un'opera d'arte, ma il valore simbolico di questa giornata prende dimensioni enormi". Oltre alla scritta cancellata sul dorso della tela che riconduce alla città di Camerino, come illustrato dalla professoressa Alessandra Pattanaro, c'è un particolare a riportare alla città ducale e che la docente  vede rappresentato nel cane-marino che la piccola Giulia tiene in mano. Cane marino, figura chimerica presa a simbolo identificativo dai da Varano. 
Il dipinto necessiterà di restauro e intanto, il Colonnello Quarta ha fatto sapere che gli sforzi dei Carabinieri saranno ora rivolti al recupero delle altre dodici opere sottratte alla città quella notte tra il 12 e 13 luglio di 39 anni fa. 
cc 

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Grande interesse nella città ducale per l’incontro “Insieme a Camerino per la Ricerca” che ha avuto per partner organizzativi Soroptimist International Club di Macerata, Fermo e Jesi, Rotary Club di Camerino, Innerwheel di Camerino. Ente beneficiario dell’evento, che ha potuto fregiarsi delle relazioni di eccellenze del mondo medico oncologico, la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro. La scelta di Camerino ispirata dall’essere città della provincia cuore della ricerca scientifica universitaria e per offrire un segnale di presenza nel dare supporto e sostegno ad una comunità in difficoltà a causa del sisma. Condivisione dei service del territorio si è avuta per l’importanza delle tematiche trattate e per la finalità di servizio propria dei club. L’immagine positiva di una città viva che risponde con la creatività e l’impegno alla situazione di disagio, nelle parole di saluto portate dal sindaco Sandro Sborgia, e dal presidente del Rotary Club Mario Cavallaro. Nel ricordare che Airc riceve dalle Marche quasi 3 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 108 milioni incassati dall’associazione in Italia, la presidente del Comitato Marche dell’Airc Anna Costa Volpini ha fornito altri numeri relativi ai 5 mila ricercatori e ai 520mila progetti di Airc e dai quali ci si augura che nasca qualcosa di grande. A evidenziare il lavoro egregio che gli oncologi d’eccellenza delle Area Vasta 3 stanno portando avanti in un periodo difficile per la sanità italiana è stato il direttore Alessandro Maccioni che ha tenuto a sottolineare, pur nella ristrettezza di risorse, la garanzia di una sanità di qualità. In platea anche l'onorevole Tullio Patassini
Coordinatrice degli interventi Cristina Monachesi dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Macerata e socia Soroptimist Club di Macerata. La scelta di supportare Camerino motivata anche dalla presenza di tanti giovani ai quali l’Associazione Ricerca sul Cancro si rivolge con numerosi percorsi innovativi. In riferimento ad una popolazione più fragile a causa del forte sconvolgimento psico-emotivo, si è detto della maggiore possibilità di insorgenza di malattie anche di tipo oncologico, prospettando come utile l’ipotesi di un adeguato studio epidemiologico.
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“La rivoluzione dell’immunoterapia nella cura dei tumori e l’importanza della filantropia per il successo della scienza” al centro della relazione di Angela Santoni, ordinario all’ Università di Roma “La Sapienza”. La ricercatrice dell’Airc, riferimento internazionale per gli studi sull’immunoterapia, ha fornito una sintesi di quelle che sono le scoperte degli ultimi anni e che, almeno per alcuni tipi di tumore, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico. Per introdurre la nuova frontiera dell’immunoterapia sempre più utilizzata nella lotta ai tumori con vantaggio di sopravvivenza dei pazienti, la ricercatrice ha sottolineato il cambiamento di prospettiva rispetto alla poca fiducia che per molto tempo gli oncologi hanno dato al sistema immunitario non attribuendogli un ruolo così importante. Qualcosa è cambiato nel 2011 perché ci si è accorti che in realtà il tumore, da una parte è in grado promuovere un processo infiammatorio che può sfociare in una situazione neoplastica e, dall’altra parte, il tumore in qualche modo cerca di sfuggire al controllo e al meccanismo di difesa del sistema immunitario. Alla base dell’immunoterapia c’è l’idea di “educare” e stimolare il sistema immunitario in modo da avere una risposta che può essere di vantaggio per l’organismo, eliminando le cellule tumorali. Gran parte delle terapie nei confronti dei tumori finora si sono basate sulla chemio e sulla radio-terapia ma oggi si può pensare di istruire il sistema immunitario. Santoni ha osservato che forse il futuro dell’oncologia è la combinazione di più approcci terapeutici. “ Ciò non significa che tutto quello che è stato fatto prima non conta, anzi, anche la chemioterapia e la radioterapia hanno imparato a dialogare col sistema immunitario ma, la sopravvivenza maggiore dei pazienti si ha con la combinazione di più terapie”. I risultati a cui si è giunti si devono naturalmente agli importanti progressi nella ricerca. Ricerca che ha costi elevatissimi: un progetto annuale di ricerca costa dai 50 agli 80 mila euro e un ricercatore che lavora in laboratorio costa 35 mila euro l’anno. Inevitabile dunque che, soprattutto in un paese come il nostro, la ricerca debba avvalersi di benefattori e donatori “ E’ per questo che il concetto di filantropia di Aristotele continua ad avere un’importanza notevole – ha sottolineato Angela Santoni- perché è un valore che fa bene e, nel campo oncologico italiano, l’Airc detiene il primato. Nel 2018 Airc e Firc hanno distribuito 108 milioni divisi in borse di studio per l’Italia e per l’estero e per far sì che i nostri giovani abbiano l’entusiasmo di ritornare nel nostro Paese per fare ricerca Da quando è nata, l’Associazione Ricerca sul Cancro ha raccolto un miliardo e 300 milioni; ha20 mila volontari ai quali si aggiungono tanti sostenitori ”senza i quali i cinquemila ricercatori di Airc potrebbero fare molto poco”.
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In merito alla terapia immunitaria, il cui vantaggio rappresenta una speranza di sopravvivenza nei pazienti il direttore dell’UOC Oncologia Ospedale di Macerata Nicola Battelli ha denunciato però i costi troppo elevati dei farmaci. L’argomento centrale del suo intervento è stata poi la prevenzione legata al cancro della mammella. “ Il tumore nasce perché le cellule tendono a modificarsi e la crescita incontrollata delle cellule tumorali e la trasformazione, avviene sia per cause esterne ( alcool alimentazione, fumo, stile di vita, sedentarietà) sia per cause interne (legate al patrimonio genetico o alla familiarità). Possiamo agire sulle cause esterne, ma ben poco su quelle interne. Da qui nascono due tipi diversi di prevenzione: quella primaria che è quella di eliminare i fattori di rischio ( non fumare, muoversi di più) e la prevenzione secondaria cioè sottoporsi a mammografia in modo da intervenire subito su tumori di piccole dimensioni e avere più possibilità di ottenere una guarigione. “ La prevenzione da sola ha dimostrato che non serve a nulla per aumentare la sopravvivenza dei tumori, la terapia da sola dopo l’intervento non serve a nulla ma nel tumore della mammella è fondamentale l’associazione tra prevenzione e terapia medica come tra immunoterapia e chemioterapia. Adottare uno stile di vita- ha continuato Battelli- ci permette di evitare di arrivare a situazioni paradossali. L’associazione Italiana di oncologia medica ha individuato delle situazioni che possono far aumentare il rischio di tumori: fumo, sedentarietà, alcool, doping, alimentazione scorretta, esposizione ad onde elettromagnetiche e raggi UVA e malattie sessualmente trasmesse (papilloma virus). Con un corretto stile di vita si possono prevenire circa il 60 per cento di tutte le forme tumorali. Circa il 90 per cento dei tumori della mammella sono sporadici e senza base ereditaria e nei tumori della mammella ereditari, sono i geni ad individuare dei soggetti più a rischio di sviluppare un cancro, nonché le mutazioni alle quali possiamo essere quotidianamente esposti e che l’organismo non è in grado di correggere. Diversa la mutazione germinale per cui una persona ha nel suo Dna un’alterazione che può trasmettere ai suoi figli e qui è importante fare il test genetico. “ Fatti 100 i tumori della mammella il 10 per cento possono essere definiti ereditari. E’ chiaro che nel momento in cui è presente una mutazione genetica, il tumore potrà venir fuori se vi si associa uno stile di vita non perfetto che è quel qualcosa che fa innescare la problematica oncologica. Quando sono presenti più casi in famiglia di tumore della mammella è importante fare il test genetico”. Battelli ha poi detto che gli stili di vita sono fondamentali nella prevenzione del tumore della mammella; tra i fattori di rischio c’è l’obesità che favorisce molte forme tumorali. Prediligere alimenti protettivi come verdure, cavolfiori e frutta, mangiare pochi dolci e pochi zuccheri raffinati . Fondamentale per evitare l’insorgenza di tante malattie, fare attività fisica almeno 3 ore la settimana.
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Di Epidemiologia del carcinoma mammario ha parlato quindi la dott.ssa Benedetta Ferretti, Responsabile UOSD di Oncologia Camerino, San Severino, associandola al registro tumori e ricordando anche il registro tumori di Camerino che è stato già validato nel 1991. Riferiti al cancro in Italia i numeri presentati facendo anche riferimento ai dati “Passi” ricerca telefonica che viene fatta a livello aziendale con questionari standardizzati e rivolta ad una popolazione superiore ai 18 anni . Quanto ai numeri dell’incidenza dei Tumori e stima dei tumori del 2019 in Italia i nuovi casi sono 371 mila e circa 1000 i nuovi casi di diagnosi di tumore al giorno. Il tumore della mammella rappresenta in assoluto il tumore più frequente e ovviamente più frequente nel sesso femminile: i tumori presentano poi un’incidenza che aumenta nettamente con l’età. “Più del 50% dei Tumori vengono diagnosticati in soggetti che hanno superato i 70 anni e di questo bisognerà tener presente sia nei programmi di assistenza attuali sia futuri perché la quota dei soggetti che superano i 65 anni sta progressivamente aumentando e vi ritroviamo sia soggetti che risultano anziani ma che sono in ottime condizioni, sia soggetti fragili ai quali poi si associa tutta la sempre più importante problematica assistenziale”. Tanti i numeri riferiti dalla dott.ssa Ferretti e definiti di fondamentale importanza in quanto è proprio sulla base dei dati che è possibile capire l'effettiva entità del problema, fare un confronto fra le regioni e anche fra le diverse aree delle Marche così da approntare magari diverse programmazioni sanitarie “con delle finalità mirate e soprattutto implementare il paziente in ricerca, reti oncologiche, aderenza ai programmi di screening, perché sono la presa in carico globale del paziente sin dall’'inizio può garantire una sopravvivenza e una guarigione perché per il tumore della mammella, possiamo parlare di guarigione”.
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In chiusura l’intervento dello psicologo psicoterapeuta Valerio Valeriani, coordinatore ATS 16 -17 e 18 dedicato agli effetti del sisma sulla salute della comunità “ Il fatto che sia stata prorogata l’emergenza è perché siamo tutti  ancora in fase di emergenza, non tanto perché si vedono poche gru e sono stati rimessi a posto pochi mattoni,  lo siamo perché non abbiamo idea di cosa accadrà e non è ripartita un’idea di futuro. Siamo ancora in una situazione di stallo, d’incertezza e di attesa. Attesa continua e allora, ci si ammala. Credo che quello che serva e vada poi ad impregnare tutte le scelte che si fanno, è di rendere le persone protagoniste del proprio percorso di cura, mettere in moto la mente e desiderare il proprio futuro Serve fortemente un progetto partecipato che riattivi le persone e le faccia diventare protagoniste del proprio futuro”.
cc
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Un giovane residente in provincia di Macerata, già noto alle forze dell'ordine, è stato arrestato e sottoposto al regime dei domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Tolentino. Il giovane, individuato e arrestato dai militari, è accusato di aver aver compiuto lo scorso 13 luglio, insieme ad un complice, una rapina ai danni del supermercato "Sì con te" di Tolentino. In quell'occasione i malviventi, con il volto coperto da calzamaglie ed armati di lunghi coltelli, avevano minacciato il personale del negozio, sottraendo dalle casse la somma contante di circa 3.000 Euro. Le indagini condotte dai militari del Norm di Tolentino hanno permesso di individuare i due rapinatori e, così, nei confronti di uno dei due rei, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. L'arrestato, messo alle strette dagli inquirenti, ha confessato il gesto. Uno degli elementi che più sono stati di aiuto all'individuazione dei rei ed alla conclusione positivia dell'indagine, oltre alla professionalità dei militari ed alla loro perfetta conoscenza del territorio, è certamente stato la presenza di telecamere ad alta definizione sia all'interno del supermercato colpito che nelle strade cittadine.
g.g.
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Ha atteso il cinquantesimo anniversario dalla nascita della sua azienda, festeggiato qualche mese fa, e poi si è spenta, nella sua casa di Belforte del Chienti, all’età di 86 anni, Maria Cristina Craglia, fondatrice della nota casa di abiti da sposa di Belforte del Chienti, Delsa.

L’imprenditrice, nata nel 1933 a Paterno, nelle campagne di Tolentino, era conosciuta per essere riuscita a creare un’impresa costruita sull’abilità, la grinta e la capacità lavorativa che, a quei tempi, venivano attribuite solo agli imprenditori. 
Anche per questo, nel 2014, il Presidente della Repubblica le ha conferito l'onorificenza di Commendatore.
La passione per il bello e la fantasia nel creare gli abiti sono cresciute con lei: fin dalla tenera età, infatti, di nascosto dai suoi genitori, realizzava le sue bambole con i rispettivi abiti.

Un destino già segnato, quindi: il suo talento per la moda, unito al fatto di essere figlia unica e femmina, negli anni delle scelte patriarcali, la portarono a studiare in convento, dalle suore di clausura.

E' dalle Clarisse del Colle di San Ginesio che Maria Cristina Craglia impara l'arte del ricamo e, a accanto ai successivi studi all’Istituto “Secoli” di Milano, fiore all’occhiello delle scuole mondiali, è riuscita a creare la sua fabbrica dei sogni.

L’imprenditrice non ha mai nascosto le difficoltà che si è trovata difronte per il semplice fatto di essere una donna, ma con la tempra che da sempre l’ha contraddistinta, dopo il piccolo laboratorio di Tolentino, dove si occupava di abbigliamento per bambini, è riuscita ad ampliare gli orizzonti e ad aprire l’azienda che tutt’ora ha sede a Belforte del Chienti.

E’ la fabbrica dei sogni dove Maria Cristina, insieme alle sue operaie, diventa parte del giorno più bello di ogni donna fino a qualche anno fa, quando ha deciso di lasciare le redini ai suoi figli, ma di essere comunque presente nei momenti più importanti dell’azienda con la lungimiranza che solo pochi imprenditori hanno.

A piangerla, oggi, le sue tre famiglie: quella di sangue; i lavoratori e le lavoratrici che nei 50 anni della storia della sua azienda hanno imparato dalla donna e dall’imprenditrice; e le spose: tutte le donne che grazie a Maria Cristina Craglia hanno visto realizzato il loro sogno.
I funerali si svolgeranno domenica alle 9.30 nella chiesa di Sant'Eustachio di Belforte del Chienti e la 
Camera ardente è allestita a Tolentino da Terra Coeli.


Giulia Sancricca
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Nuovo successo per la ricerca di Unicam. Grazie alla sensazionale scoperta fatta dal gruppo di studio dell’Università di Camerino coordinato dal prof. Roberto Ciccocioppo, può prospettarsi una strategia innovativa nella battaglia per smettere di fumare .
Il gruppo di ricerca della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam, composto dalla dr.ssa Esi Domi e dal prof. Massimo Ubaldi e da colleghi dell’Università di Bologna, della svedese Linköping University e dell’azienda statunitense Omeros Corporation, è arrivato a dimostrare che un farmaco comunemente usato per trattare il diabete di tipo 2, abolisce i segni caratteristici dell’astinenza da nicotina. Lo studio è stato appena pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale Journal of Neurosciences. 
Chi tenta di smettere di fumare, subisce diversi effetti collaterali provocati dall’astinenza da nicotina: aumento dell'appetito, irrequietezza, ansia, irritabilità e depressione, sintomi spiacevoli che scoraggiano la maggior parte dei fumatori pur motivati a smetterla con le sigarette.

“Con il nostro lavoro di ricerca – sottolinea il prof. Massimo Ubaldi – abbiamo dimostrato che le iniezioni dirette di pioglitazone nell’area cerebrale dell'ippocampo di topi, hanno ridotto i segni di astinenza fisica da nicotina, inclusi i tremori. L'iniezione di pioglitazone in un'altra area, l'amigdala, ha invece migliorato i sintomi dell’ansia associati alla sospensione della nicotina”.
Il pioglitazone, farmaco utilizzato nelle terapie antidiabetiche, ha infatti come bersaglio uno specifico recettore,  che si trova in aree del cervello coinvolte nella dipendenza da sostanze. I soggetti fortemente dipendenti dalla nicotina hanno un rischio maggiore di circa il 30% di sviluppare il diabete di tipo 2.
I risultati dello studio suggeriscono che, se usato in pazienti diabetici con abitudine al fumo, il pioglitazone, oltre a migliorare la sensibilità all’insulina, può rappresentare un valido aiuto per smettere di fumare, attenuando i sintomi fisici ed emotivi dovuti all'astinenza da nicotina.

Il gruppo di ricercatori di Unicam ha svolto un ruolo di coordinamento delle altre unità italiane, svedesi ed americane coinvolte nella ricerca  e il laboratorio del prof. Ciccocioppo è stato  anche il primo a dimostrare che il farmaco antidiabetico  può essere utile nel trattamento della dipendenza da sostanze da abuso come alcol e nicotina.

Soddisfazione personale e a nome dell’intera comunità universitaria, è stata espressa dal rettore di Unicam Claudio Pettinari:
“Un ulteriore successo che conferma l’eccellenza della qualità della ricerca scientifica dell’Università di Camerino,  sempre più spesso riconosciuta anche a livello internazionale, in settori di notevole interesse che coinvolgono il benessere e la salute pubblica”. cc
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Un gesto ironico ma comunque di protesta quello degli abitanti della frazione di Paterno, San Severino. Lungo l'ultimo tratto di strada hanno affisso un cartello con su scritto "Attenzione alle buche. Offerte per terminare i lavori". Sotto, una cassettina con del denaro. Pare infatti che i lavori che hanno interessato il tratto di strada non siano stati conclusi e che gli ultimi 50 metri siano rimasti un colabrodo e si dovrebbe proprio a questo il gesto tra l'ironico e la protesta.
g.g.

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Tavola rotonda ieri sera a Tolentino per discutere di ricostruzione e prospettive per il territorio. Ad organizzare l'incontro, che è stato molto partecipato da parte della cittadinanza, l'associazione "Cittá in Comune". A prendere parte ai lavori il commissario straordinario Piero Farabollini, il capo dell'ufficio speciale ricostruzione Cesare Spuri, Marco Fars delle Brigate di Solidarietà Attiva, Flavia Giombetti del Comitato 30 ottobre, Massimo De Luca, segretario provinciale Fillea Cgil, Valerio Valeriani, coordinatore ambiti territorniamo sociali 16,17 e 18 e l'architetto Franco Casadidio. "L'obiettivo principale - ha spiegato Nazzareno Tiranti di Città in Comune - è discutere il tema della ricostruzione non solo per quella materiale, degli edifici - sia pubblica che privata - ma a 360 gradi,intesa come ricostruzione sociale, della comunità di Tolentino e di tutti gli altri comuni del cratere che secondo noi necessitano della stessa attenzione che stiamo riponendo per la ricostruzione fisica. Spesso - ha aggiunto - noi di Tolentino ci siamo contrapposti all scelte politiche strategiche della giunta, ma non per questo vuol dire che ci contrapponiamo per partito preso. 
È chiaro - conclude - sono mancati gli appuntamenti di confronto e di partecipazione per i cittadini, questo probabilmente in tutti i comuni. Secondo noi a Tolentino in maniera più accentuata".
g.g 
(Approfondimento sul prossimo numero de L'Appennino Camerte)
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Partiti nell'area commerciale del Sottocorte Village di Camerino i lavori per la realizzazione del nuovo ufficio postale. Avviato il cantiere, operai e mezzi meccanici sono impegnati nei primi step di montaggio dell'anima in acciaio della struttura che, una volta ultimata, avrà una superficie di 150 metri quadrati. Un passaggio importante per il servizio di Poste italiane i cui uffici di piazza Umberto I erano già stati danneggiati dalle scosse del 24 agosto 2016. A piazzale della Vittoria il primo container adibito ad ufficio e da ultimo la struttura prefabbricata di via Le Mosse, da dove il servizio continuerà ad essere garantito fino all'ultimazione della costruzione del Sottocorte Village, situata al livello superiore dell'area commerciale, vicina a via Ottaviani.
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Sull'altro fronte della città, vanno avanti nel quartiere di Vallicelle i lavori di smantellamento dei container nell'area di protezione civile Vallicelle B, destinata ad ospitare la nuova sede comunale temporanea.
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