Notizie di cronaca nelle Marche
Confindustria Macerata fa sentire il suo forte segnale di vicinanza all'Area Vasta 3 e in particolare all'ospedale di Camerino.
Donato un apparecchio digitale di produzione General Medical Merate del valore di circa 49.000 euro e destinato al reparto di Radiologia della struttura ospedaliera. 
Ad annunciarlo è il direttore dell'Area Vasta 3 Alessandro Maccioni: "Confindustria Macerata, presieduta da Domenico Guzzini, in questo momento di emergenza sanitaria che interessa in pieno anche il nostro territorio, ha voluto dare un aiuto concreto per far fronte a tale drammatica contingenza- dice la nota del direttore Alessandro Maccioni- donando uno strumento che  sarà di estremo aiuto per l’attività diagnostica della struttura ospedaliera in quanto permette al paziente di effettuare l’esame direttamente al letto di degenza. E' stato consegnato al reparto di Radiologia Camerino nei giorni scorsi.
Il generoso gesto di Confindustria Macerata e di tutti gli imprenditori che ne fanno parte, è il segno concreto della vicinanza al sistema sanitario e soprattutto ai pazienti e alle persone anziane e fragili che hanno maggiormente necessità di cure e di particolari attenzioni.
Un grazie di cuore all’associazione da parte di tutti gli operatori impegnati in questa grave emergenza, e dalla Direzione Generale Asur.
Il mio particolare ringraziamento - conclude il direttore dell'Area Vasta 3- va al Presidente Domenico Guzzini, e al Direttore Generale di Confindustria Macerata, Gianni Niccolo’ per la rapidità con la quale si è addivenuti all’acquisizione della donazione".
C.C.

foto donazione Confindustria 2
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Obbligo di utilizzo delle mascherine a Castelraimondo. Il sindaco, Renzo Marinelli, ha emanato questa mattina un’ordinanza che dispone l’obbligo delle mascherine a decorrere dal 22 aprile fino al 3 maggio. Dunque nei luoghi pubblici, anche all'aperto, negli esercizi commerciali, uffici pubblici, uffici postali, banche, e in ogni altro luogo chiuso in cui è previsto l'accesso generalizzato di persone l'accesso è consentito solo indossando mascherine in modo da limitare la contaminazione dell'ambiente. I responsabili o i dirigenti degli Uffici pubblici e i titolari o responsabili degli esercizi commerciali sono tenuti a richiedere, all'ingresso nei predetti locali, agli avventori e agli utenti di indossare i presidi di protezione individuale (mascherine) e in caso di rifiuto devono avvertire le Autorità di polizia tra cui il Comando della Polizia locale. Le persone che benché invitate ad indossare i presidi, non si adeguano senza giustificato motivo, saranno sanzionate con I'applicazione della sanzione amministrativa da 25 a 500 euro ai sensi dell'articolo 7 bis del Testo unico Enti locali di cui al d.lgs 26712000. “Ciascuno di noi deve fare la sua parte per arrestare quanto prima il contagio virale di questa epidemia – ha spiegato il sindaco Renzo Marinelli – nessuno è esente da questo virus e come abbiamo ormai imparato esiste la possibilità di asintomaticità. Per questo nessuno deve sottovalutare il proprio impegno e il rispetto delle regole soprattutto in questa fase. Abbiamo ritenuto dunque opportuno un provvedimento in questo senso, perché utilizzare la mascherina non è una banalità ed è anzi la misura di prevenzione più rapida e più attuabile in questo momento da ogni singolo cittadino, insieme a tutte le altre accortezze e al rispetto delle distanze minime di sicurezza”. Nelle scorse settimane a Castelraimondo è stata avviata la distribuzione di una fornitura gratuita di mascherine per tutti i cittadini, attiva per tutto il mese di aprile alla Farmacia Grelloni di Castelraimondo.
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Una nuova vittima di coronavirus sconvolge le città di Treia e Tolentino. Questa volta la comunità piange don Giuseppe Branchesi.
Dopo aver combattuto contro il Covid-19, il sacerdote è deceduto all’ospedale di
Civitanova Marche.
Aveva 82 anni, era il parroco della vivace frazione di Santa Maria in Selva di Treia. Insegnante di religione in diversi istituti della provincia, sempre in mezzo ai giovani, era il punto di riferimento di tantissime persone che in lui trovavano conforto e aiuto, oltre che una guida spirituale.
Molto attivo tra i giovani aveva fondato la locale squadra di volley e il circolo “Giovanni XXIII”,
organizzava i campi scuola e insieme al cognato, l’indimenticabile Giovanni Soldini, aveva
promosso diversi gemellaggi con altri comuni europei.
Per molti anni, oltre ad aver organizzato con i suoi parrocchiani la sagra della polenta, uno degli
appuntamenti gastronomici più apprezzati del maceratese, aveva ricoperto l’incarico di Presidente
dei Polentari d’Italia (ne era ancora il presidente onorario) ed era consigliere regionale della
Coldiretti. A contribuito alla conoscenza del Comune di Treia e delle sue peculiarità. Storica la sua
amicizia con il cardinale Ersilio Tonini.
Il sindaco Giuseppe Pezzanesi ricorda don Peppe come "un uomo e un sacerdote straordinario, sempre
pronto ad aiutare il prossimo e sempre disponibile all’ascolto. Come insegnante – ha detto – ha
contribuito concretamente alla formazione di tantissimi giovani. Per sempre ricorderemo la sua
umanità e il suo sorriso. In diverse occasioni ha partecipato alle nostre processioni e non mancava
mai di far sentire la sua vicinanza e il suo attaccamento alla nostra città. Vero esempio di
cristianità, incarnava e diffondeva il messaggio di Cristo con semplicità ed efficacia.
Con spirito giovanile affrontava le difficoltà della vita e dei suoi parrocchiani e con grande altruismo
se ne faceva carico. Nei suoi messaggi metteva sempre al centro del vivere quotidiano la famiglia.
Non dimentichiamo, inoltre, che Don Peppe era anche uno straordinario organizzatore di eventi
che catalizzavano l’attenzione del grande pubblico. Un sacerdote popolare e capace che
mancherà a tutti noi".
Commossa anche la parrocchia di Chiesanuova: "Grazie Don Peppe - scrivono - Dal profondo del cuore anche noi della parrocchia di Chiesanuova ti siamo grati per aver traghettato la nostra parrocchia in un momento non facile dalla guida del nostro Don Guido a don Peter giovane sacerdote
In questo frangente hai preso in mano una parrocchia che sembrava smarrita e la hai aiutata anche sul fronte del comitato feste che sembrava destinato a mollare.
Con la tua esperienza e il tuo affetto hai rimotivato tutti.
Ora non hai ancora finito intercedi presso il Signore per noi che ti abbiamo voluto bene. Nel giorno della Divina Misericordia prega anche per chi ti ha criticato".

GS

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Due nuovi progetti pronti per la viabilità. La Provincia di Macerata ha infatti approvato gli interventi su due strade: la provinciale 91 “Pian di Pieca - Monastero - Fiastra” e la 180 “Tolentino - Camerino”, nel tratto tra Belforte del Chienti e la Sfercia.

“Abbiamo ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) 510 mila euro in più, rispetto alle risorse a noi destinate - afferma il presidente Antonio Pettinari - e abbiamo subito preparato i progetti. Pochi giorni prima della convocazione del Consiglio provinciale, il MIT ha chiarito la destinazione e l’importo del finanziamento e così è stato possibile discuterne durante l’assemblea e approvare la spesa. Ora siamo pronti per inserire i progetti nella piattaforma del Ministero appena ci arriva il loro decreto. Da quel momento sarà possibile per il nostro ente procedere con l’approvazione dei progetti e poi del relativo appalto”.

Sulla “Pian di Pieca - Monastero - Fiastra” è previsto un intervento di asfaltatura per un importo di 250 mila euro. Una strada importante per il comprensorio montano perché collega numerosi Comuni, mete di destinazione turistica sia estiva che invernale, come Fiastra, Bolognola, Sarnano, San Ginesio, e con bellezze naturalistiche. Negli ultimi anni la strada è stata interessata da corposi investimenti per la messa in sicurezza, dato che con i terremoti del 2016 è stata chiusa e sono stati necessari, per la riapertura, ben quattro interventi, progettati e diretti dall’Anas per conto del soggetto attuatore, la Protezione Civile.

Anche nel tratto Belforte del Chienti - Sfercia viene rifatta l’asfaltatura, per un importo dei lavori di 260 mila euro. Questa arteria, di fatto l’unica alternativa alla superstrada, è conosciuta come la vecchia statale 77 e collega numerosi frazioni e centri abitati. La strada, passata alla Provincia dopo la realizzazione della superstrada, è importante per il traffico locale ed è transitata anche dai camion per via della presenza delle cave. Avendo una buona ampiezza e un traffico veicolare comunque ridotto è una zona utilizzata dai ciclisti. Esiste anche il disegno di una ciclovia, a cui l’amministrazione provinciale in passato è stata interessata, e questa manutenzione, inserita nella nuova programmazione dei lavori grazie alle risorse aggiunte da parte del Ministero, può essere utile pure per il progetto. 

GS
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Domenica, 19 Aprile 2020 10:15

Lutto per la scomparsa di don Lino Valeri

È venuto a mancare ieri sera, monsignor Lino Valeri, all'età di 92 anni. Molto conosciuto, soprattutto a San Severino dove, fra l'altro, è stato per lungo tempo parroco della cattedrale di Sant'Agostino. Don Lino ha vissuto l'ultimo periodo della sua lunga malattia a Pollenza dove è stato amorevolmente accudito dalla nipote, dalla sua famiglia e dalla signora Pina. Una grave perdita per tutta la comunità parrocchiale: persona di grande cultura, sempre molto attiva nelle zone in cui ha esercitato, nonché validissimo servitore della propria Diocesi. La salma riposa all'obitorio dell'ospedale di San Severino in attesa della tumulazione prevista per domani pomeriggio, alle 16, nel cimitero della stessa città. 
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Anche la fisica quantistica dei sistemi complessi giunge in aiuto per la comprensione dei meccanismi di diffusione del contagio da coronavirus e della efficacia delle misure di contenimento.
Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Condensed Matter”, un lavoro di ricerca dal titolo “Ostwald Growth Rate in Controlled Covid-19 Epidemic Spreading as in Arrested Growth in Quantum Complex Matter”, relativo allo studio dell’efficacia delle misure di contenimento del coronavirus focalizzato sui tempi di raddoppio del numero dei contagi, prendendo in esame i dati ufficiali disponibili di Italia, Cina e Corea del Sud, che vede tra gli autori anche il prof. Andrea Perali, docente di Fisica alla Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam.

L’estensione di questo lavoro ad altri Paesi, realizzato in collaborazione con i ricercatori dell’INFN, del CNR e della onlus RICMASS, è stato sottoposto alla revisione per una possibile pubblicazione su un’altra prestigiosa rivista scientifica internazionale, PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.

Il risultato principale del lavoro di ricerca è stato quello di introdurre il "fattore di successo s" delle azioni di contenimento, che ci indica come stanno funzionando tali azioni. E’ stato provato che valori del fattore di successo s più piccoli indicano una crescita rapida del tempo di raddoppio del numero dei contagi, e quindi un progressivo rallentamento dei contagi stessi, mostrando così l’alta efficacia delle misure di contenimento.

Altro importante risultato è stato quello di  aver individuato per la diffusione del virus una curva dell’andamento temporale dei contagi caratterizzata da 4 fasi: una fase sotto-critica, in cui il numero dei contagi è contenuto ed ha forte oscillazioni casuali; una fase subito dopo soglia critica, con crescita esponenziale violenta, con tempi di raddoppio dei contagi molto breve, intorno ai 2-3 giorni; una fase di crescita rallentata dove il tempo di raddoppio aumenta in conseguenza delle azioni di contenimento (nel nostro Paese siamo ora in questa fase); una ultima fase di crescita arrestata o frustrata che segue il regime di crescita alla Ostwald, tipica dei processi di diffusione in sistemi quantistici complessi disordinati, fase raggiunta in Cina e Corea del Nord dove è stato applicato forti azioni di contenimento supportate dal metodo di tracciamento delle persone tramite App.

“Siamo molto soddisfatti – ha affermato il prof. Andrea Perali – per questo importante risultato, realizzato grazie ad un eccellente partenariato con competenze multidisciplinari. Vorrei sottolineare che si tratta di uno studio prettamente fisico, quindi finalizzato alla ricerca di leggi e comportamenti universali, meno sensibile a differenze nazionali nella raccolta dei dati ed a fluttuazioni statistiche. Analizzando i dati, abbiamo mostrato che in Cina e Corea del Sud i valori del fattore di successo sono molto bassi e confermano l’efficacia delle misure di contenimento adottate; in Italia il fattore s è leggermente più alto e ci colloca in una posizione intermedia rispetto alle situazioni molto più difficili di altri paesi, quale per esempio gli Stati Uniti”. “Abbiamo quindi introdotto – ha concluso il prof. Perali – un metodo di analisi tipico della fisica ed un parametro quantitativo che permette di confrontare i dati delle diverse nazioni, metodo che si può quindi affiancare alle analisi statistiche e biologiche, per aumentare ancora di più le conoscenze su questa problematica”.

“Sono ancora una volta a complimentarmi, anche a nome dell’intera comunità universitaria – ha sottolineato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – con i nostri ricercatori, in questo caso in particolare con il prof. Perali, che stanno mettendo in campo tutte le proprie competenze nei diversi ambiti disciplinari scientifici, con l’obiettivo primario di fornire un contributo, un piccolo tassello che possa andare a comporre il puzzle che ci consentirà di comprendere a fondo questo virus e di adottare le misure di contenimento, di cura oppure preventive migliori e più efficaci, a beneficio di tutti noi e della salute pubblica”.
C.C.

LINK ALLA RICERCA

LINK ALLA NOSTRA TRADUZIONE DELLA RICERCA

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Ognuno aiuta come può e, molto spesso, al di là della vicinanza economica, anche una parola di conforto, un pensiero, un messaggio, possono essere balsamo per chi combatte in prima linea un mostro senza volto.
Questo lo hanno imparato bene anche i bambini che, ormai da più di un mese, non possono incontrarsi per via di questo essere cattivo a cui si prova a dare un nome, un volto, anche se sostanza non ha.
E per essere vicini a chi, come hanno spiegato loro le maestre, lavora al fianco dei malati per farli guarire, hanno pensato di fare disegni e scrivere messaggi.
Se alle raccolte fondi ci pensano gli adulti, i bambini delle scuole di Camerino e di Serravalle non sono comunque rimasti fermi a guardare: hanno messo insieme i colori più belli per descrivere questa pandemia e confermare che per loro, i veri eroi, sono gli operatori sanitari.
"Ci sono arrivati questi disegni - spiegano dal Covid Hospital di Camerino - e li abbiamo affissi nella vetrata davanti alla direzione sanitaria affinchè tutti gli operatori li possano vedere e trarne coraggio".
Coraggio, sì, perchè ce ne vuole tanto e chi meglio dei cittadini di domani può darlo a chi lavora per un futuro senza malattie.

GS

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"In un momento storico in cui il tema della salute ha necessariamente monopolizzato l'attenzione collettiva, riteniamo sia doveroso da parte del Sindaco quale responsabile della salute di cittadini, rendere nota la sua posizione riguardo all'installazione di antenne 5 G". Sono le parole di Tiziana Gazzellini, coordinatrice del gruppo comunale settempedano di Frtelli d'Italia. A distanza di poco meno di un anno dalla formalizzazione della richiesta da parte di Vodafone e Hightel Towers di installare delle antenne 5G nel territorio comunale (da progetto l'intenzione sarebbe quella di posizionarle in una zona agricola nei pressi della zona industriale di Taccoli) non si è saputo più nulla e non si sa se il Comune abbia o meno accettato le richieste. Per questa ragione il gruppo FdI chiede notizie, e soprattutto chiede di sapere quale sia la posizione del sindaco, Rosa Piermattei, anche come responsabile della salute della comunità: "L'installazione di antenne 5G nel territorio comunale è una prospettiva che desta non poche preoccupazioni, giustificate dal fatto che diversi e autorevoli studi condotti su scala internazionale, hanno dimostrato il nesso tra le radiofrequenze 5G e lo sviluppo di alcune forme di tumore. A tal proposito è lo stesso Comitato scientifico sui rischi sanitari della Commissione europea ad affermare che 'il 5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche'. A nostro parere - dice Gazzellini - appare condivisibile la scelta adottata da diversi comuni - da ultimo quello di Potenza Picena - di negare, almeno fino a quando la scienza non abbia fatto chiarezza riguardo ai possibili effetti cancerogeni sulla salute pubblica, ogni forma di installazione e sperimentazione di impianti di questo tipo".
g.g.
 
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Dottor Maccioni, si faccia un’inversione a U. Siano da monito le parole del sindaco di Milano, Beppe Sala”. A chiederlo è il vicepresidente del comitato per la difesa dell'ospedale di San Severino, Marco Massei

Ad intervenire però, è anche Diego Camillozzi, presidente dell’associazione La Terra Trema Noi No”. Secondo lui, dopo tutto questo periodo, sarà inficiata “la qualità dei servizi sanitari delle zone terremotate, che resteranno ancora una volta a bocca asciutta, quando sarà finita l'emergenza sanitaria”.

A colpire l’avvocato Massei è stata una recente intervista del direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni in cui il funzionario ha affermato che “l’ospedale provinciale ora serve più che mai e che vogliono andare avanti col progetto “A maggior ragione adesso” e ha poi anche parlato di quale futuro potrebbe avere l’attuale ospedale di Macerata e le altre strutture del territorio. 

Maccioni, come anche il Presidente Ceriscioli e l’assessore Sciapichetti - commenta Massei - non usano più il termine ospedale ‘unico’ ma quello di ‘provinciale’: si badi bene, il tentativo, in verità malcelato, è quello di non evocare il termine ‘unico’, che anche al profano fa venire in mente la sparizione degli altri; usano il termine ‘provinciale’, che è più soft, più equivoco, più morbido”. Secondo Massei però, cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia tanto più, in materia sanitaria: per un servizio che si attiva o una struttura che si potenzia, altre vengono retrocesse con taglio di servizi e personale: “I denari usati per costruire una nuova struttura di oltre 600 posti letti costringerebbe la Regione a sopprimere o, a ridimensionare fortemente, tutti gli altri ospedali che, nella migliore delle ipotesi, ‘retrocederebbero’ a ‘ospedali di comunità': in pratica, una Rsa. Non abbocchiamo all’amo delle distinzioni terminologiche”. In merito all’ospedale di Macerata, Maccioni ha affermato che l’intenzione sarebbe quello di dedicarlo a struttura di riserva, per eventuali emergenze, epidemie, o come sede di uffici: “Ma come, dopo le enormi spese affrontate per l’ampliamento dell’ospedale ora la struttura rinnovata la si usa solo come ‘riserva’ o, peggio ancora, per destinarla ad una più comoda sede amministrativa? Per di più in tempi in cui si cerca di incentivare lo smart working?”. E in ultimo, non poteva non affrontare l’argomento dell’ospedale di San Severino: “Maccioni non ha riferito che questo nosocomio è attualmente strategico per l’intera provincia (soprattutto per i no-covid) e che solo grazie all’efficienza di tale ospedale si è evitata una tragedia nella drammatica emergenza. E, soprattutto, rammarica leggere che il presidio ospedaliero settempedano sia anche scomparso dalle “carte” della programmazione regionale. Ora, è stata una svista (e sarebbe grave) amministrativa della Dirigente? Oppure, è una ‘dimenticanza’ voluta (e sarebbe ancor più grave)? Qualcuno dovrà chiarire, rispondere, ma ad oggi, mi risulta che il silenzio regni sovrano”. Per Massei, ma non solo visto che lo vanno ripetendo un sindaco dopo l’altro, da Civitanova a Camerino, è giunto il momento di mettere uno stop all’attuale piano sanitario e rivedere l’intera programmazione e tutto il sistema. Serve salvaguardare la rete ospedaliera anche in virtù delle diversità del territorio marchigiano e maceratese, e non dovrebbe essere forse questo il compito di chi amministra? “Programmare, guardare avanti, e non navigare a vista. La parola magica è prevenzione. Qui, però - commenta ironicamente Massei - casca l’asino. Nessuno ne parla, nessuno ha pensato di reperire personale per effettuare tamponi come in Veneto, dove il tasso di mortalità è molto più basso proprio perché sono stati isolati tempestivamente i casi sospetti; non si parla della opportunità di verificare l'osservanza della quarantena fiduciaria, al fine di evitare i “contagi domestici; nulla ho sentito in merito all'esecuzione di necessarie indagini epidemiologiche e, soprattutto, della probabile necessità di dover allestire centri di vaccinazione. Perché - aggiunge - non spendere i soldi per queste indispensabili attività di prevenzione?”. Massei chiude ricordando le parole del sindaco di Milano, Sala, il quale in una intervista al Corriere della Sera del 28 marzo ammoniva “…una riflessione sul sistema sanitario lombardo va fatta. Dopo? Certamente sì, ma già oggi è sotto gli occhi di tutti che certe scelte hanno costituito un elemento di debolezza […] In Lombardia, a differenza di Emilia e Veneto, si è puntato più sulle grandi infrastrutture ospedaliere, anche private, a scapito della rete del territorio, consultori, medici di base. Sono proprio questi ultimi a denunciare le loro difficoltà. Stanno facendo una battaglia che va al di là delle loro forze senza strumenti adeguati”.

Diego Camillozzi invece, è intervenuto palesando un altro problema che però non è così diverso da quello sollevato da Massei: “Infermieri ed operatori sanitari sono in prima linea nell'affrontare l'emergenza e devono essere tutelati, a farne le spese sarà la qualità dei servizi sanitari delle zone terremotate, che resteranno ancora una volta a bocca asciutta, quando sarà finita l'emergenza sanitaria”. Nella zona montana, dopo che Camerino è stato trasformato in presidio per la cura del Coronavirus, tante prestazioni sanitarie sono affidate agli infermieri dell'assistenza domiciliare. “Chi tutela tutte queste persone? Ai sanitari è giunta una circolare in cui si dice che non devono parlare e devono concordare ogni loro intervento con le autorità sanitarie, altrimenti rischiano ripercussioni sul posto di lavoro – prosegue –. Le loro mansioni cambiano a seconda degli ordini di servizio che arrivano, anche senza preavviso, mettendo in difficoltà. Essendo in emergenza devono essere sempre reperibili e saltano spesso ferie e riposi, con fortissime ripercussioni sulla loro qualità di vita e sulla vita delle loro famiglie, da cui spesso vivono separati, per timori di contagio”. Cammillozzi ricorda come la qualità della sanità non la facciano tanto le strutture quanto le persone che devono essere tutelate in ogni modo. “Suona veramente scandaloso l'aumento mensile in busta paga di cento euro, deciso dal Governo, magari incentivato come hanno fatto altre regioni, mentre altro personale sanitario reclutato tramite i bandi per l'emergenza, ha una sostanziale maggiore retribuzione. Perché questa disparità di trattamento? Cosa si sta facendo per tutelare gli operatori e di conseguenza i servizi sanitari dell'entroterra montano? Vanno potenziati i servizi di sanità territoriale, per evitare che chi vive nei centri montani, ormai rimasti privi dell'ospedale di Camerino, faccia le spese della mancata assistenza sanitaria. Una volta finita l'emergenza vanno ripristinati e potenziati i servizi sanitari degli ospedali di Camerino e San Severino, necessari a garantire la qualità della vita, precondizione fondamentale per evitare un ulteriore spopolamento del cratere sismico”.
Gaia Gennaretti 


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“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: La Volontà”. Con questa frase di Einstein conclude la lettera inviata al premier Conte e al ministro Gualtieri l’imprenditrice camerte Serena Cerescioli, titolare del Pop Cafè. Una missiva nella quale Serena invita il governo e quanti hanno potere decisionale in questo difficile momento ad adottare misure concrete e più efficaci di quelle finora indicate per il rilancio dell’economia e dell’imprenditoria privata. Quasi un appello lanciato da chi ha saputo reagire al terremoto che ha colpito la sua terra e che ora vuole ripartire una volta terminata questa drammatica emergenza.

Di seguito il testo integrale della lettera inviata al premier



Caro Presidente,

sicuramente questa letterà arriverà dritta dritta nel cestino delle sue e- mail e non sarà per nulla considerata…né mai letta, ma io ci provo lo stesso.

Le dico sinceramente che apprezzo molto la sua franchezza, la sua lealtà nel rispondere ai quesiti che Le sottopongono ogni giorno giornalisti e quanti la circondano.

Ammiro il suo considerarci alla pari, la chiarezza con la quale espone ogni giorno il suo operato e ci tengo a dire che  Giuseppe Conte sembra quasi un alieno rispetto alla maggior parte dei politici che fino ad oggi ci hanno rappresentato.

Questa come tutti sappiamo è una situazione più grande di noi, che non succedeva dal primo dopoguerra e anche se daremo colpe a destra e a sinistra, anche se vogliamo fare i tuttologi, i politici, i virologi, gli scenziati, alla fine della fiera…ci capiremo ben poco.

Restiamo a casa ed è giusto restarci per un diritto di reciprocità, nostro e del nostro prossimo.

Ma sono qui per farle una domanda, per indurla a riflettere e perché mi importa parecchio della sua risposta.

Io faccio parte di quei 5.000.000 di italiani che sono titolari di un impresa, che hanno rischiato e rischiano ogni giorno, che hanno investito e investono ogni giorno nel territorio, nei giovani e nel futuro.

Faccio parte di quella buona fetta di imprenditori che sacrificano la propria vita, le proprie giornata, il tempo libero, la  famiglia, i desideri, per far filare tutto liscio.

Sì per far filare tutto liscio.

Che significa far filare tutto liscio?

Significa far sì che la propria azienda funzioni, significa fare un prodotto o dare un servizio eccellente, soddisfare i bisogni del cliente e far sì che il cliente di oggi lo sia anche domani.

Significa avere una strategia, e metterla in atto, significa studiare il mercato e studiare le persone.

Significa avere una squadra di collaboratori in gamba, formarli, plasmarli e farli andare da soli, riprendendoli quando sbagliano e gratificandoli quando danno il massimo, riconoscere il loro valore aggiunto.

Significa tenere a loro come a dei fratelli, preoccuparsi se stanno bene, se sono sereni a lavoro e capire al volo quando invece non va…e sorridere, cercare di  sorridere sempre…sperando che  vada tutto liscio.

Sì perché se tutto andrà liscio potrò riuscire ad adempiere agli impegni presi con i miei collaboratori, riuscirò a pagare gli stipendi e ad essere puntuale come sempre, riuscirò a pagare i contributi, a pagare le rate dei mutui, a pagare i fornitori,  a pagare i miei contributi, a pagare le tasse..se tutto andrà bene chiuderò l’anno con un buon fatturato e un po’ d’utile…se tutto andrà bene.

Ho più di 10 collaboratori che stanno a casa e stanno facendo la quarantena.

Per i giorni che non lavoreranno lo stato, (che siamo sempre noi) pagherà la cassa integrazione, stabilita nella misura dell’80% per lavoratori a tempo pieno e al 70% circa per i lavoratori a chiamata in base alle ore lavorate negli ultimi sei mesi, questo significa che un dipendente che prende uno stipendio medio di 1200/1300 euro percepirà come c.i.  sui 900/1000 euro…ma questo ovviamente Lei lo sa già.

Ok, è giusto dare liquidità ai cittadini, così loro potranno vivere dignitosamente, soddisfare i propri bisogni, fare acquisti e far girare il sistema, far girar l’economia.

Ora Le chiedo,

se invece per Lei è giusto che un imprenditore (e siamo più di 5.000.000 in Italia e diamo lavoro a più di 17.000.000 di persone..ma anche questo Lei lo sa) che si sveglia tutte le mattine per andare a lavorare, che lavora come me 7 giorni su 7 e lavora anche 13/14 ore al giorno, che se ha la febbre deve andare lo stesso a lavorare, che se manca un dipendente deve fare il doppio turno per coprirlo, che  investe nella sua attività,  che da lavoro ai cittadini, che paga le tasse con una pressione fiscale del 55%, che rischia....ecco tutti questi sacrifici valgono meno dello stipendio di un dipendente…600 Euro, meno del reddito di cittadinanza...(780 Euro  minimo)

secondo Lei è G I U S T O??

Io con 600 euro non ci pago nemmeno 10 giorni di corrente…ma questo lei non può saperlo.

Le sembra una cosa pensata, ragionata e adeguata per un imprenditore che insieme a tutti gli altri sostiene il sistem economico del Paese?

Concessione di liquidità…ok!, ma sono soldi prestati…vanno rimborsati, posticipazione del pagamento di tasse e contributi, ok! ma vanno pagati…vanno tirati su poi.

Qual è il Vostro aiuto? Vorrei sapere, come pensate di venirci incontro?

Senza i cittadini che spendono l’economia non gira, le imprese non vendono, non producono e non pagano tutto quello che hanno da pagare.

E’ giusto dare liquidità ai cittadini ma credo che Lei immagini bene che dopo questa pandemia saremo cambiati tutti, che non frequenteremo più gli stessi posti di un tempo,  non consumeremo più tutti i beni di consumo che consumavamo fino a prima, non ci affolleremo più come prima.

Spenderemo meno, usciremo meno e consumeremo meno…quindi la liquidità che sarà concessa alle aziende servirà per coprire i primi mesi per le aziende più piccole, i primi 20 gg per quelle più grandi…ma se i fatturati non ci sono,

non subito, ma credo in meno di un anno/due l’economia sarà lo stesso al collasso.

Molti faranno tagli, riduranno l’organico, molti chiuderanno, qualcuno si impiccherà.

Lei e altri 3 milioni di dipendenti pubblici forse non avrete di questi problemi…non avrete di che preoccuparvi per pagare bollette, rate e stipendi.

Vorrei solo che lei pensasse e per una volta provasse a mettersi nei panni di uno di quei 5.000.000 di imprenditori che prima di essere imprenditori sono uomini.

La lascio con queste parole di Albert Einstein:

“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: La Volontà”.

Confido nella Sua Volontà

Serena Cerescioli
Pubblicato in Cronaca

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