Notizie di cronaca nelle Marche
Si accresce l'offerta formativa dell’Università di Camerino: dal prossimo anno accademico sarà attivo il nuovo corso di laurea triennale in “Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali”. L’innovativo percorso di studi sarà tenuto in lingua italiana ed inserito all’interno dell’offerta formativa della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e sostituirà il vecchio corso interclasse Geological, Natural and Environmental Science.

Unicam dunque decide di implementare l’investimento culturale e tecnologico sulla sostenibilità ambientale, affiancando il nuovo corso incentrato sulle scienze naturali al corso, anch’esso nuovo, in “Scienze Geologiche e Tecnologie per l’Ambiente”.

“Con questa nuova riorganizzazione – sottolinea il Rettore Unicam Claudio Pettinari – abbiamo voluto caratterizzare ancora di più e rendere più specifici i due percorsi di geologia e scienze naturali, dando così la possibilità agli iscritti di acquisire competenze molto più peculiari e professionalizzanti”.

“Il corso in “Ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali” – evidenzia il prof. Andrea Catorci, docente della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria e responsabile del corso di laurea – è strutturato in due curricula. Il primo, Gestione e Valorizzazione delle Risorse Naturali, è maggiormente incentrato sulle classiche scienze naturali ed ha come obiettivo quello di fornire allo studente le conoscenze di base sui temi della botanica, zoologia ed ecologia abbinati ad una forte acquisizione di capacità pratiche (rilevamento in campo ed analisi dati) finalizzate alla gestione sostenibile degli ecosistemi e alla conservazione della biodiversità. Il secondo, Sostenibilità Ambientale delle Produzioni e Green Economy, ha invece l’obiettivo di formare una figura professionale in grado di affrontare le nuove sfide ambientali e cogliere le opportunità di lavoro della “svolta green” dettata dalle principali economie mondiali e basata sui principi dell’economia circolare, sulla sostenibilità delle produzioni e la qualità degli ambienti rurali ed urbani”.

Nell’ambito del nuovo percorso formativo gli insegnamenti sono organizzati in tre macro-settori principali che nell’insieme affrontano i temi connessi con la sostenibilità dell’uso delle risorse naturali e dell’ambiente antropizzato, che permetteranno allo studente di acquisire un bagaglio di conoscenze spendibile soprattutto nel mondo della green economy e della pianificazione sostenibile delle attività produttive. Sono previsti in particolare un gruppo di discipline di base e caratterizzanti, un gruppo di discipline naturalistico-gestionali, un gruppo di discipline per lo sviluppo sostenibile.

Il nuovo percorso formativo è stato progettato in collaborazione e con il supporto delle principali associazioni ambientaliste italiane, nonché con il contributo di importanti associazioni di categoria quali quelle relative al mondo agricolo, per far sì che il laureato sia immediatamente inserito nel contesto delle problematiche insite nel mondo socio-culturale moderno e nel relativo universo del lavoro.

I laureati triennali avranno inoltre la possibilità di completare la loro formazione iscrivendosi alle Lauree Magistrali UNICAM ed in particolare al corso in Biological Sciences, che tra gli indirizzi presenta anche quello in Biodiversity and Ecosystem management.
C.C.





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Come spesso accade, le situazioni di difficoltà generano unità. L’emergere di criticità ingenti nell’ambito della Sanità e della formazione post-laurea dei Medici, ha portato alla mobilitazione di migliaia di laureati e alla coalizione di un gran numero di associazioni e gruppi di rappresentanza. In questo contesto si è manifestato un vero e proprio atto di resistenza, che sta coinvolgendo studentesse e studenti, Medici neaobilitati, camici grigi, Medici in formazione specialistica e corsisti di Medicina generale. Tante figure diverse accomunate dalla necessità di una mobilitazione, che ha come tema centrale la riforma della formazione medica. Così è nato il nostro Coordinamento. Quello che non siamo più disposti ad accettare è il persistere, ormai da troppi anni, di una situazione malsana e contraddittoria: la carenza di Medici Specialisti nelle strutture ospedaliere e, contemporaneamente, il blocco del sistema formativo per i laureati in Medicina. Abbiamo visto come la carenza di personale sia un danno per tutta la popolazione: l’emergenza COVID-19 ha scoperchiato un vaso di Pandora che da anni veniva volutamente ignorato dalla politica. Oggi, di colpo, ci accorgiamo degli effetti di tutti i tagli alla Sanità dell’ultimo decennio, pertanto, è necessario ora più che mai rivedere la programmazione del personale sanitario. L’equazione è semplice e immediata: se mancano i Medici, l’intero sistema lavora in un continuo stato di precarietà, rischiando il collasso quando la richiesta di cure è superiore al normale.
I Medici specialisti in ospedale sono pochi, eppure sono tantissimi quelli che restano fuori dalle sue porte, in attesa di proseguire il proprio percorso di formazione. Questi sono i cosiddetti “camici grigi”, Medici neolaureati che sono rimasti esclusi dalle Scuole di Specializzazione e dal corso di Medicina generale per carenza di posti. Negli anni, l’accumulo dei camici grigi ha progressivamente costituito e alimentato il cosiddetto “imbuto formativo”.
Quello che chiediamo è che questo “imbuto formativo” venga annullato, dando la possibilità a tutti i Medici di accedere al percorso post laurea e permettendo, di conseguenza, di rispondere concretamente alla richiesta di personale sanitario negli ospedali e sul territorio. Richiediamo inoltre una revisione della figura dello specializzando che ancora oggi viene visto come un semplice studente quando in realtà è un Medico in formazione: è necessario una modifica del contratto che garantisca più diritti ed una vera e certificata acquisizione delle competenze che ne incentivi l'autonomia e allo stesso tempo garantisca la qualità formativa.
Assistiamo in questi giorni a una tempesta di numeri, spesso svianti, ma quello che è certo è che 4.200 posti in più nelle Scuole di Specializzazione non risolveranno il problema. C’è bisogno di una riforma che includa un rapporto 1:1, un ampliamento della rete formativa, una revisione delle condizioni contrattuali dello specializzando e una valorizzazione della Medicina Territoriale.
La Mobilitazione Permanente che è nata si rivolge non solo ai tanti colleghi rimasti incastrati nell’imbuto formativo, ma alla popolazione intera, perché in ballo non c’è solo il nostro futuro, ma quello del Servizio Sanitario Nazionale.

Il simbolo di questa protesta è una X sulle mascherine e un numero, 29. Infatti, il 29 maggio si terrà un grande atto di resistenza: ci ritroveremo nelle maggiori piazze italiane e lì lasceremo un camice, una scatola di farmaci vuota, oggetti simbolo di una Sanità abbandonata a se stessa. Vogliamo essere i protagonisti del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Vogliamo fare il nostro lavoro da Specialisti e non da Medici precari.

Crediamo che questa battaglia debba essere di tutti e quindi facciamo un appello a tutti i cittadini affinché scendano con noi in piazza il 29. E per chi non lo potrà fare chiediamo di porre il simbolo della rivolta sulla mascherina, oggetto diventato oramai di uso comune.

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Come era inevitabile, anche la Caritas vicariale di San Severino ha registrato un aumento delle persone bisognose. Questo per cause connesse all’emergenza epidemiologica che ha provocato il lockdown per oltre due mesi. Questo aumento di casi di necessità è stato dovuto non solo alla mancanza di lavoro o al peggioramento di una situazione lavorativa, ma anche ai ritardi da parte del Governo nella liquidazione dei sussidi promessi, come la cassa integrazione o i tristemente famosi 600 euro.

“Da un lato - spiega il responsabile della Caritas settempedana, Novello Frittellini - siamo stati accanto alle persone che seguivamo già prima del virus. Dall’altro lato, abbiamo registrato un aumento del 10-15 per cento di persone (della vicaria di San Severino) che non avevano precedenti rapporti con la Caritas e che sono arrivate a noi per vie diverse: qualcuno era un po’ restio, qualcuno ha avuto un vicino di casa che si è interessato, qualcuno si è rivolto al parroco. Questo peggioramento è ovviamente dovuto alla mancanza di lavoro - aggiunge - o al peggioramento di una situazione lavorativa. C’è anche chi aveva borse di lavoro e che quindi nei due mesi di stop non ha lavorato né percepito nulla, o lavori occasionali o addirittura in nero. Hanno inciso anche i ritardi nella liquidazione dei sussidi di Stato come la cassa integrazione, il famoso sostegno di 600 euro e così via”.

Questo non significa che la situazione a San Severino sia drammatica, questo Frittellini ci tiene a sottolinearlo, ma certo il Covid ha inciso negativamente. La risposta a questi casi è stata fornita tramite aiuti diretti e mirati, come l’acquisto di pacchi alimentari ma anche il pagamento di spese varie, bollette, spese sanitarie e farmaceutiche. 
E poi, "si è sentito forte il senso di comunità. Privati e commercianti ci hanno fatto qualche donazione o hanno messo a disposizione qualche prodotto".

g.g.


(Sul prossimo numero de l’Appennino Camerte il servizio completo)
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In manette un 58enne. Disoccupato, prendeva il reddito di cittadinanza ma è stato arrestato per detenzione e spaccio di stupefacenti. È successo ieri, quando i Carabinieri della Stazione di Corridonia hanno arrestato l'uomo, di Petriolo.

I militari, appostati nella piazzetta di via Niccolai più volte segnalata per essere frequentata da tossicodipendenti del luogo, hanno visto arrivare un uomo alla guida di una Golf che si avvicinava ad un giovane a cui consegnava un sacchetto di carta ricevendo in cambio una banconota da 50 euro. I Carabinieri, subito intervenuti, hanno trovato nel sacchetto due dosi di marijuana del peso complessivo di 7,5 grammi mentre, nell’abitazione dell'uomo è stata recuperata altra marijuana per un peso totale di quasi 3 chilogrammi che il 58enne custodiva in varie scatole sparse per tutta l’abitazione. Inoltre,all’esterno della casa i Carabinieri hanno trovato altre tre piante coltivate per l’essicazione.

L’uomo è stato pertanto dichiarato in arresto per la vendita e detenzione di sostanza stupefacente e posto ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, non ancora calendarizzata, mentre la droga, che avrebbe fruttato alcune migliaia di euro, è stata sottoposta a sequestro.
g.g.
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Era il 18 marzo scorso quando Sauro Bruè, medico di Sarnano, aveva reso nota la sua positività al Coronavirus.
Un periodo lungo e difficile per lui e per sua moglie, Carla Palazzo, anche lei contagiata. Un periodo durante il quale è stato sempre il figlio Francesco ad aggiornare, tramite i social, sulle condizioni di salute dei suoi genitori.
Solo questa mattina, con un video per ringraziare quanti sono stati vicini alla famiglia Bruè, Francesco ha annunciato che la situazione si è stabilizzata ed entrambi i genitori, già da tempo, sono negativi al secondo tampone.
A raccontare le difficoltà affrontate nel periodo della malattia è la moglie di Sauro Bruè, che è stata dimessa già da qualche settimana dall'ospedale di Camerino dove era stata ricoverata nella fase acuta.
"Io sono una persona di fede - dice Carla Palazzo - e credo che il Signore ci abbia aiutato molto per superare la malattia. Non ho vissuto questo periodo in maniera drammatica. A livello fisico posso dire che il virus compromette tutto il corpo: non solo i polmoni, ma anche il sistema nervoso, la pelle, l'intestino, il fegato. Tutto il corpo viene debilitato. Anche se sono guarita - spiega - mi stanco ancora molto facilmente. Sono migliorata dalle settimane in cui sono stata dimessa, ma i tempi di ripresa sono lunghi".

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Per Sauro Bruè, invece, che nel periodo più grave della malattia era stato ricoverato a Civitanova, bisognerà attendere ancora qualche settimana per il ritorno a casa.
"Mio marito era molto grave - dice la donna - . Aveva la broncopolmonite su entrambi i polmoni. Mio figlio, che parlava con i medici, solo ora mi ha riferito della gravità della situazione. Ha fatto due trasfusioni, è stato molto male. Grazie alle tante persone che hanno pregato è stato un miracolo che ce l'abbia fatta.
Ora si trova al Santo Stefano - dice .- e da una settimana è tornato a muovere gli arti, ma ci vorrà ancora più di un mese per recuperare la forza muscolare che ha perso".

Giulia Sancricca


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Prosegue la lotta contro lo spaccio di sostanze stupefacenti: intorno a mezzogiorno di ieri i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Macerata hanno arrestato un 22enne nigeriano,  già noto alle forze dell’ordine, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

I militari, in servizio antidroga in abiti borghesi nelle zone note per essere frequentate da tossicodipendenti del posto, hanno riconosciuto un ragazzo di colore, già noto per precedenti analoghi, mentre sostava in apparente attesa nei giardini Belvedere Sanzio della città.
Subito controllato, il giovane è stato trovato in possesso di 39 dosi di eroina termosaldate in palline di cellophane pronte per essere spacciate e riposte in un calzino da uomo che aveva nascosto tra i rami dell’albero sotto cui si trovava.

Il giovane nigeriano è stato arrestato con udienza di convalida fissata per oggi al Tribunale di Macerata, mentre la droga, che avrebbe fruttato oltre mille euro, è stata sequestrata.

GS
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Firmato l’accordo per il nuovo museo diocesano nel palazzo vescovile di San Severino Marche. L’intesa è stata siglata  nella chiesa del seminario  di Camerino, dal presidente della Regione Luca Ceriscioli e dall’Arcivescovo di Camerino – San Severino, Francesco Massara, presenti l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il sindaco di San Severino Marche Rosa Piermattei  il primo cittadino di Camerino Sandro Sborgia e il rettore di Unicam Claudio Pettinari. L’intervento verrà finanziato con fondi pubblici del Por Fesr, pari a 1 milione e 100 mila euro. La conclusione dei lavori è prevista all'incirca in due anni.
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" L'idea- ha detto il presidente Luca Cersiscioli- è di restituire forza e bellezza ad un territorio che ne ha bisogno e raccogliere in un territorio tutto quello che ha di meraviglioso da offrire." Nell'evidenziare lo sforzo maggiore richiesto dalle tante difficoltà che sono venute a sommarsi il Governatore ha ricordato dell'avvio del percorso partito da un anno, con la riprogrammazione delle risorse aggiuntive collegate al sisma. "Un investimento finanziario che, in parte, destiniamo a nuovi spazi di valorizzazione del ricco patrimonio culturale che contraddistingue l’entroterra marchigiano. Un segno di ripartenza per guardare al futuro senza dimenticare il passato”. In evidenza nel suo intervento il cammino fruttuoso  intrapreso in collaborazione tra Regione e Arcidiocesi,  all’insegna del rilancio del territorio. "È il vero scopo per cui l’Europa ci dà i fondi: quello di metterli a servizio di una comunità che cerca spinte di riunascita.  Sappiamo benissimo la ricchezza e la bellezza delle opere d’arte, di cui la nostra regione è scrigno, in modo particolare per quanto riguarda la Chiesa che ha nelle proprie disponibilità la bellezza infinita delle Marche attraverso le opere che possiede. Poterle mettere a disposizione in una struttura che viene qualificata come museo e che rappresenta, nello stesso, tempo, uno scrigno di bellezza e la voglia di rilancio, si rivela un grandissimo progetto. Non poteva mancare il nostro apporto. Grazie alla collaborazione comune, potremo offrire, a coloro che verranno nelle Marche, un momento di stupore e utilizzare questi nostri punti di forza come strumento di rilancio. Oggi è una giornata importante- ha concluso-  è il momento giusto per arrivare alla firma tutti insieme e con grande convinzione della Regione".

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Un 'segno di speranza' per l'arcivescovo Francesco Massara che ha fatto memoria della sua prima visita nel Palazzo vescovile di San Severino : " Vedendo tutte quelle opere ho pensato che non avremmo potuto privare le nuove generazioni di tanta bellezza. Sarà  il museo di tutto il territorio e della regione Marche"- ha sottolineato Mons. Massara anticipando l'idea di fare una rete di musei tra Camerino, Castello di Lanciano, musei di Matelica e Fabriano "per un'offerta dell'arte a chi verrà a visitarci ma anche per lasciare un segno della collaborazione che c'è tra diocesi, comune e università. Per le comunità sarà una restituzione d'identità  e la possibilità di godere  di un immenso patrimonio di capolavori. Sarà uno dei segni più importanti dell'opera della ricostruzione, attraverso la bellezza". Nel ringraziare la Regione, la Comunità europea e tutte le istituzioni, l'arcivescovo ha rimarcato come il traguardo raggiunto stia a simboleggiare che quando si collabora si può dare un segno di positività. "Continuiamo a collaborare in questo percorso di crescita; aiutiamo i ragazzi ad innamorarsi dell'arte e le comunità con segni positivi. Questo museo- ha rimarcato il vescovo- sarà un gioiello che rappresenterà un volano per la cultura  e per l’economia regionale”.
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Di giornata gioiosa, segno importante di rinascita e restituzione del senso di appartenenza ad un territorio duramente ferito, hanno parlato i sindaci di San Severino Marche, Rosa Piermattei e di Camerino, Sandro Sborgia.
Il rettore Claudio Pettinari ha rinnovato la disponibilità  dell’Università e della ricerca Unicam a collaborare con la Diocesi per restaurare e valorizzare le opere d’arte del territorio e per la creazione di percorsi museali . "L'Arte e la scienza non sono fini a sé stesse ma sono da mettere a disposizione della società". 
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"Mi piacciono le sfide e tutti dobbiamo portarle avanti insieme- ha concluso il Vescovo-. Abbiamo tanti capolavori che tutti ci invidiano: riuscire a fare quest'opera e la rete dei  musei, significa aiutare l'economia culturale e la stessa economia delle famiglie. Abbiamo una potenzialità enorme; sta a noi far crescere insieme questa terra".

L'accordo  consente di riportare a fruizione il palazzo vescovile di San Severino Marche che non ha riportato danni a seguito del sisma del 2016. Oltre al riutilizzo dei locali come sede espositiva, il progetto prevede anche la creazione di un laboratorio di restauro delle opere danneggiate dal terremoto. All’ interno del palazzo arcivescovile di San Severino, è prevista una serie di interventi necessari a rendere gli ambienti idonei a rispondere alle diverse esigenze di ricovero e deposito delle opere d’arte, spazi da dedicare allo studio e al patrimonio archivistico. Saranno anche ricavati spazi  per funzioni amministrative e ricettive e, particolare attenzione sarà data alla creazione di ambienti multimediali necessari all’implementazione dell’offerta museale, anche con finalità di catalogazione e monitoraggio del patrimonio storico artistico.
C.C.


















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I Volontari del Comitato di Croce Rossa Italiana di Camerino confermano il loro ruolo in prima linea nell’emergenza sanitaria da Covid-19. Alle attività di trasporto dei pazienti e di consegna dei farmaci alle persone anziane e fragili, dallo scorso lunedì il Comitato locale di Croce Rossa ha aggiunto anche lo svolgimento delle operazioni richieste dalla campagna condotta da CRI Marche, Regione ed Asur Marche, sui test di siero-prevalenza realitvi all’infezione da Coronavirus promossi dal Ministero della Salute in collaborazione con Istat, comitato tecnico-scientifico Covid-19, Istituto superiore di sanità e ospedale Spallanzani di Roma. Oltre 5 mila i cittadini coinvolti in tutte le Marche e più i 150 mila in Italia.
“Su indicazione della delegata dell’Area 1 Maria Spada, abbiamo anche noi aderito a questa campagna di screening – spiega il presidente Gianfranco Broglia-. I ragazzi si stanno occupando del call center e dunque sono impegnati a stabilire un contatto telefonico con le persone indicate dall’Istat; una volta che le persone chiamate abbiano confermata la propria adesione al monitoraggio, viene fissato l’appuntamento per il prelievo da effettuarsi nel nostro laboratorio. Siamo in grado di rispondere anche alle difficoltà di spostamento dei cittadini -aggiunge Broglia-; attraverso un mezzo dedicato con a bordo autista e infermiera, infatti il prelievo potrà essere fatto direttamente a casa e provvederemo poi a trasferire il campione in Ancona per essere esaminato”. Nel lungo periodo dell’emergenza sanitaria, i volontari della Cri di Camerino hanno supportato il Comune adoperandosi anche per la consegna dei pasti dove ve ne fosse bisogno. “La pandemia ci ha colti di sprovvista e colpiti tutti- continua il presidente del comitato locale di CRI -; da parte nostra abbiamo assicurato massimo impegno anche nel trasporto di pazienti al Covid Hospital di Camerino. Adesso ci stiamo occupando del trasferimento dei pochi malati ancora rimasti nel presidio ospedaliero e speriamo in un rapido ritorno all’ordinarietà della struttura sanitaria. Una volta sanificato, ci auguriamo che l’ospedale di Camerino possa tornare ad assolvere al più presto a tutte le sue funzioni anche perché con la ripartenza dei cantieri della ricostruzione e con la ripresa consistente del traffico veicolare e degli spostamenti sulle strade, è fondamentale e indispensabile il riferimento del Dea di Camerino come punto di prima emergenza di un ampio territorio che raccoglie tutta l’utenza della montagna”.

C.C.
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Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si prepara alla riapertura della mobilità tra regioni prevista a partire dal prossimo 3 giugno con il ripristino di due punti tappa del Grande Anello dei Sibillini, un percorso di circa 124 Km che abbraccia l’intera catena montuosa ed è particolarmente apprezzato dagli escursionisti perché permette di conoscere, oltre alla varietà di paesaggi e bellezze naturali, anche lo straordinario patrimonio storico culturale che il territorio custodisce. “Ecco perché - sottolinea il direttore dell’Ente, Carlo Bifulco - questi interventi di ripristino dei rifugi danneggiati dal sisma del 2016 assumono una rilevanza strategica fondamentale per il Parco”. Il progetto, avviato nel 2017, è stato finanziato dal Ministero dell'Ambiente e, per la sua natura emergenziale, ha beneficiato anche di un finanziamento da parte della Protezione Civile. Si è proceduto con l’installazione di strutture temporanee ad uso ricettivo denominate RESP (Rifugi Escursionistici Provvisori). Il primo intervento è stato realizzato nel comune di Montegallo, su un’area di proprietà comunale concessa in comodato d'uso gratuito al Parco “e per questo – prosegue Bifulco – ringraziamo il sindaco e l’amministrazione”. Il complesso ricettivo, collaudato il 5 maggio, consentirà di ospitare fino a 14 persone in mini bungalow. È previsto un modulo bagni per diversificare l'accoglienza e dare la possibilità agli escursionisti di pernottare in tenda. Inoltre, è in essere, col Comune di Montegallo, un accordo per la gestione congiunta dell'area plein air.

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Il secondo sito, collaudato il 19 maggio, è quello di Colle Le Cese, nel Comune di Arquata del Tronto. Il complesso ricettivo è stato installato in prossimità del vecchio rifugio inagibile, su proprietà del Parco, e consentirà di ospitare in mini bungalow fino a 14 persone. A breve partirà una manifestazione di interesse per individuare operatori economici interessati alla gestione. Infine, stanno per iniziare i lavori di urbanizzazione per il ripristino dell'ultimo complesso ricettivo previsto dal progetto, quello di Cupi di Visso, che ospiterà fino a 16 persone e che avrà la specificità di essere un RESP – H, ossia una struttura fruibile dalle persone diversamente abili e che prevede l’adozione di accorgimenti tali da consentire agli ospiti con disabilità di godere appieno degli spazi esterni.


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Un paio di giorni fa è stato lanciato Smartymenu, uno spazio web dedicato, una sorta di sito internet, che consente ai ristoratori ma anche ai baristi e agli albergatori e a tutti coloro che hanno un menù da presentare alla propria clientela, di caricare lì il proprio menù in versione digitale e di avere un servizio personalizzato. Un modo innovativo, funzionale e pure economico nonché rispettoso dell’ambiente, per adeguarsi alle norme anticontagio.

A svilupparlo, un gruppo di ragazzi dell’agenzia di comunicazione TBI Marketing dai 29 ai 36 anni residenti in provincia e non solo, fra i quali due ragazze originarie dell’entroterra maceratese: Rachele Cespi di Tolentino (ideatrice del logo e della grafica) e Silvia Fratini, di San Severino ma residente a Civitanova. Gli altri sono Emanuele Loiacono (che insieme a Fratini è l’ideatore del progetto) e Flavio Marra (sviluppatore).
“Durante i giorni di isolamento - racconta Loiacono - abbiamo avuto anche noi più tempo libero e con gli altri, avendo molti clienti nel settore della ristorazione e non solo, abbiamo pensato a questo servizio dedicato per gestire il post-Covid, quindi la riapertura dei locali mettendo a disposizione dei clienti i menù digitali. In questo modo non c’è un passaggio di mano in mano dei menù e il personale non è obbligato a igienizzarli ogni volta che qualcuno li tocca come imporrebbe la normativa”.

L’uso del sistema è molto semplice: basta inquadrare il QR Code che il cameriere fornisce ai clienti o la connessione ad un link e il cliente può avere il menù completo che il ristorante può personalizzare come vuole, con la descrizione dei piatti, abbinamenti consigliati, foto delle pietanze, con l’inserimento degli allergeni o altre informazioni in merito a prodotti biologici, vegani e così via. 

“A pochi giorni dal lancio abbiamo avuto un bel riscontro - spiega - e stiamo cercando di diffonderlo rapidamente sia fra i nostri clienti sia fra persone che ci stanno contattando”.
Il team ha lavorato ovviamente da remoto e in smart working come imponevano le norme anticontagio ma questo non ha creato particolari disagi ai quattro giovani che erano già abituati a lavorare in questa modalità: “Lo facevamo anche prima della quarantena quindi non abbiamo avuto problemi o rallentamenti. Siamo abituati a farlo anche perché la maggior parte di noi vive nelle Marche ma c’è anche chi lavora dalla Puglia o da Milano”.
Per realizzare questo servizio, il gruppo ha cercato di capire quali potessero essere le necessità anche memori delle esigenze dei clienti già acquisiti del mondo del food: “Da qui siamo partiti, immaginandoci anche gli utenti dei ristoranti che non sono tutti giovani e che non hanno praticità con strumenti digitali. Quindi abbiamo cercato di renderla semplice. Per il futuro - aggiunge - stiamo lavorando per fare in modo che gli utenti possano acquistare e quindi fare asporto o spesa (per negozi alimentari) senza creare un sito di e-commerce da zero”. Questa modalità di presentare il menù è peraltro rispettosa non solo delle norme igieniche ma anche del rispetto dell’ambiente ed è anche economica visto che evita di utilizzare menù usa e getta, o prodotti di sanificazione che rappresentano in ogni caso dei costi.
“La nostra proposta ha dei costi molto bassi perché si parte da un costo di 94 euro per sei mesi, fino a 124 annuali e poi abbiamo il piano personalizzato se il cliente ha delle necessità particolari”.

Gaia Gennaretti

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