Notizie di cronaca nelle Marche
Tre persone sono state identificate dagli agenti del commissariato di Civitanova Marche e dai militari dell’Arma quali responsabili di una violenta lite scoppiata in un bar del centro rivierasco.

Per uno di loro, un uomo residente a San Benedetto del Tronto, è scattato il divieto di accesso e stazionamento nei pressi del locale pubblico per un anno. Per gli altri due è scattata la denuncia per ubriachezza molesta.

A scatenare la rissa il rifiuto del barista di somministrare ulteriormente alcolici a seguito del quale l’uomo aveva reagito con particolare violenza, proseguendo nel suoi comportamento anche all’arrivo dei poliziotti che erano stati aggrediti. Per questo anche la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
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Molto partecipata da tesserati e simpatizzanti, l’assemblea dell’associazione “Ripartiamo” che si è tenuta lo scorso 10 marzo a Camerino. L’incontro è servito a far il punto sul neonato sodalizio che vede oltre sessanta persone coinvolte, interessate a ritrovare insieme una soluzione e una prospettiva vincente per la città.
Costituita nel mese di novembre dello scorso anno, l’associazione ha a cuore il perseguimento del bene e dell’interesse comune, irrinunciabili per nuove prospettive di sviluppo inclusivo. Stimolante e molto produttivo il dibattito scaturito dalla riunione, nel corso della quale in tanti hanno voluto esprimere le proprie idee, compresi i timori legati alla perdurante stasi della ricostruzione privata.
In risalto la considerazione che, nonostante aggregati e consorzi siano stati istituiti già da tempo dall’amministrazione Sborgia, ad oggi il cantiere più grande e attivo è solo quello del Palazzo arcivescovile. Di proprietà ecclesiastica anche il residence “Next generation” (già collegio Bongiovanni) che, da poco inaugurato, è pronto ad accogliere più di cento universitari. Proprio per questo, oltre che per accogliere chiunque salga in centro storico, a detta del sodalizio sarebbe opportuno riportarvi qualche attività commerciale.

«La nostra è un’associazione culturale e come tale sarà veicolo di iniziative di valore, con l’intento di riuscire a dare risposte più concrete alla cittadinanza.– spiega la presidente Caterina Molinaro – . Nella precedente assemblea era stata decisa la formazione di gruppi di lavoro dedicati alle tematiche che a noi stanno più a cuore: ricostruzione, sanità, questioni sociali, ripopolamento, cultura e istruzione.
Nell’accogliere con entusiasmo progetto e visione comune dell’associazione, tanti cittadini di diversa età e professione si sono iscritti e hanno già iniziato a lavorare per produrre a breve dei documenti o delle iniziative che sicuramente coinvolgeranno tutta la città. Purtroppo – continua – le problematiche sono tuttora numerose: abbiamo parlato di sismabonus, di contributo di autonoma sistemazione, di un incarico a Unicam per uno studio sulla ricostruzione economica e sociale dei nostri luoghi. La discussione ha poi toccato lo stato di realizzazione di alcune opere pubbliche in programma, quali la caserma dell’Arma, la collocazione di parte della Valentiniana nella ex collegiata di San Sebastiano a San Domenico, l’interramento dell’elettrodotto di Vallicelle.

Ma i temi più sentiti sono stati quelli della ricostruzione e della rivitalizzazione del centro storico – evidenzia Caterina Molinaro –. La paura del sisma è un nulla, se rapportata a quella della mancata ricostruzione. Da più di un anno è tutto fermo, non si riesce a vedere delineato un progetto concreto. La rassegnazione sta dilagando; ormai, il timore più grande è che predomini la malsana idea che non ci sarà più un centro e una vita sociale. La città ripartirà quando la comunità ritroverà vita in quei vicoletti così pieni di storia e tradizioni.
Tante sono le progettualità che ci siamo prefissi di mettere in campo, proprio con l’obiettivo di riportare in centro la vitalità che manca da troppi anni, incentivare la frequentazione da parte di cittadini, turisti e, soprattutto, bambini e ragazzi. In quelle strade, forse a loro completamente sconosciute, dobbiamo riportare giovani e studenti. Ecco il motivo dell’incarico dato per produrre lavori e iniziative che possano interessare tutta la cittadinanza e invitare le persone a confrontarsi fra di loro».

Nell’esprimere soddisfazione per quanto fatto finora, i componenti dell’associazione si sono augurati che un numero sempre crescente di concittadini decida di avvicinarsi e fornire il proprio contributo.
A conclusione dell’incontro, con l’apprezzamento dei presenti, è stato presentato il logo dell’associazione “Ripartiamo”. Contiene la rappresentazione grafica di una scossa sismica che, senza interruzione, prosegue con il profilo altimetrico dei monti Sibillini, a significare l’apertura dell’associazione verso il territorio.

«La semplicità dell’immagine e la sua schiettezza – conclude la presidente – è lo specchio di chi siamo noi. Vogliamo “ripartire” da quel momento in cui una scossa ha interrotto la quotidianità e cambiato tutto il territorio. Da adesso, vogliamo puntare su questa terra. Dal Monte Vettore e fino al Bove, passando dalla Priora e da Pizzo Berro, abbiamo voluto inserire il profilo dei Monti Sibillini. Un territorio vasto, ricco di storia e tradizioni. Un territorio su cui investire con tutto il nostro impegno e il nostro lavoro».
c.c.


Nella foto il logo dell'associazione 
LOGO RIPARTIAMO 1 1
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Ospiti della casa di riposo “Agnese Mataloni” di Pioraco costretti al trasloco entro le prossime settimane. Questa la notizia che arriva in merito agli anziani della struttura socio-sanitaria oggi delocalizzata all’ospedale di Matelica. La convenzione della cooperativa che si occupa della gestione è in scadenza e i suoi vertici hanno già fatto sapere come questa non sarà rinnovata. Si apre così un vuoto nell’organizzazione, che obbligherà gli anziani a trovare una nuova sistemazione. «La convenzione con la cooperativa AssCoop che si è finora occupata della gestione della residenza per anziani scade il prossimo primo aprile - spiega il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi -. Hanno deciso di non prolungare il contratto. A partire dalle prossime settimane prevediamo dunque un trasloco forzato per le quindici persone oggi residenti in una delle ali dell’ospedale di Matelica, che ospita la struttura per anziani dal 2016».

Il sindaco di Pioraco spiega i prossimi passi da compiere per garantire una continuità di servizio agli anziani. «Per quanto riguarda coloro che sono formalmente ospiti e convenzionati con la nostra casa di riposo - prosegue Cicconi -, questi verranno ospitati dalla casa di riposo di Matelica fino alla ristrutturazione della sede originale a Pioraco. Gli altri saranno costretti a traslocare in altre strutture simili del circondario. Non è una buona notizia, ma al momento non ci sono più le condizioni per continuare ad ospitare gli anziani all’interno dell’ospedale di Matelica, per motivi legati al benessere degli ospiti e, soprattutto, per l’assenza di una gestione nel prossimo futuro. Una volta che la sede di Pioraco sarà stata ristrutturata avvieremo delle nuove procedure per l’affidamento della gestione dei servizi, ma in questo momento siamo ancora alle fasi iniziali dei lavori».

Questo lo scenario in cui la ditta che si occuperà dei lavori ha aperto il cantiere dell'edificio sede della casa di riposo a Pioraco. Nei prossimi giorni sono infatti pronte a partire le opere di ristrutturazione post sismica. In attesa di intervento dall’immediato post terremoto del 2016, questa sarà migliorata dal punto di vista sismico e del risparmio energetico. Inoltre sono previsti lavori di adeguamento alle più recenti normative per le strutture socio-sanitarie. Opere da 2,3 milioni di euro, finanziate grazie ai fondi della ricostruzione, che «diventano più che mai urgenti - sottolinea ancora il sindaco di Pioraco Cicconi -. Siamo finalmente giunti al momento decisivo. I lavori sono pronti a partire. La parte più rilevante è senz’altro quella che riguarda l’adeguamento alle normative socio-sanitarie. Saranno effettuati lavori ai servizi e agli impianti in modo da garantire le giuste condizioni agli ospiti, oltre alla loro comodità e serenità. Parliamo di una struttura fondamentale per il territorio, visto il suo valore sociale e la sua rilevanza economica nella creazione di posti di lavoro nell’entroterra».

l.c.




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Presentata ufficialmente nella sede della regione Marche, alla presenza tra gli altri del sottosegretario al ministero dell'economia Lucia Albano, la 76à edizione dei Campionati nazionali universitari (Cnu) che si svolgeranno a Camerino dal 17 al 25 giugno, con il coinvolgimento di diversi comuni dell'entroterra.

Il Comitato organizzatore è il Centro universitario sportivo di Camerino che vanta una lunga esperienza nell’organizzazione di eventi agonistici sia a livello locale che nazionale e internazionale. Tantissime saranno le discipline sportive interessate, a partire dall’atletica leggera, calcio a 11, judo, karate, lotta, pallacanestro, pallavolo, rugby, scherma, taekwondo, tennis e altre opzionali (beach volley, mountain bike, ciclismo, scacchi, tiro con l’arco, calcio balilla e tiro alla fune). I Cnu 2023 sono stati presentati oggi, ad Ancona, presso la sede della Regione Marche, a Palazzo Li Madou, alla presenza del sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia Lucia Albano.


La manifestazione, secondo il presidente Francesco Acquaroli, “è una vetrina nazionale per Camerino e per la regione Marche che, grazie allo sport, continua a parlare anche di turismo e di promozione del territorio. Un’opportunità di rilancio per il territorio colpito dal sisma, che riaccende la stagione turistica, aiuta la destagionalizzazione e, tramite lo sport, porta tanti giovani a conoscere le Marche. Sarà un’occasione di confronto, sviluppo, soprattutto, di promozione per il nostro territorio”.

Alle delegazioni e agli atleti partecipanti, ha detto il sindaco di Camerino Roberto Lucarelli, “offriremo una città che saprà accogliere le migliaia di persone previste, così come eravamo abituati a fare prima del sisma; una comunità che saprà mostrare il meglio di sé a un palcoscenico nazionale, grazie anche alla Regione che ha voluto fortemente sostenere questa manifestazione: un segnale importante per rilanciare la nostra città che è la più danneggiata dagli eventi sismici”.

I campionati universitari, ha evidenziato il rettore Unicam Claudio Pettinari, “sono l’evento 2023 più importante per le atlete e gli atleti delle università italiane. I nostri impianti sportivi rappresentano una eccellenza nel panorama italiano: nel corso degli anni abbiamo investito molte risorse perché riteniamo che lo sport costituisca un momento fondamentale per la formazione delle nostre studentesse e dei nostri studenti. Potremo ospitare, nei nostri innovativi e funzionali impianti, oltre 3000 atleti, che saranno accolti per tutta la durata dei campionati negli alloggi universitari messi a disposizione dall'Erdis. Potranno così comprendere come sport, scienza e comunità costituiscano un trinomio vincente”.
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La gestione del territorio e la pulizia degli ambienti fluviali torna nelle mani degli agricoltori che potranno raccogliere e utilizzare il legname depositato negli alvei o sulle sponde dei fiumi, la cui presenza è stata spesso responsabile di vere e proprie dighe che hanno impedito alle acque di defluire a valle.

“Una manutenzione del territorio che nel tempo era stata tolta dal quotidiano del mondo agricolo per essere affidata a costosi appalti esterni o, addirittura, abbandonata in ossequio a dannose posizioni ideologiche” commenta Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.

Ed era stata proprio Coldiretti Marche, dopo l’alluvione del 25 settembre, a tornare a battere per avere una legge che ripristinasse la possibilità delle aziende agricole di intervenire in questo senso. Istanza ascolta con l’arrivo del cosiddetto “Decreto Legna” presentato a Roma dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida e dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera, il marchigiano Mirco Carloni.

“La norma – spiega Carloni - permette agli agricoltori di raccogliere il legname depositato naturalmente – in seguito a eventi atmosferici o meteorologici - nell’alveo dei fiumi, dei torrenti, sulle sponde di laghi e fiumi e sulla battigia del mare. Si potrà così prevenire il dissesto idrogeologico nelle aree interne oltre a contenere i consumi energetici grazie alla produzione di energia. Diminuirà, quindi, l’abbattimento di alberi da combustione. È importante semplificare queste procedure. Dietro alle catastrofi naturali non c’è solo il cambiamento climatico, ma anche l’eccessiva burocrazia. Impedire agli agricoltori di raccogliere il legname e di prendersi, quindi, cura del loro territorio, può causare accumuli torrenziali. Noi vogliamo che chi si impegna a mantenere pulito dal legname il fiume almeno non venga multato”. Sono previsti 500mila euro per i progetti che dovranno riguardare, per il momento, le aree colpite da eventi calamitosi e il materiale raccolto sarà destinato alla produzione di energia termica, per la vendita o l’autoconsumo. “Quella degli agricoltori è una storia di persone che producono il cibo ma che gestiscono anche il territorio – conclude la presidente Gardoni – Fa parte della nostra cultura: da sempre il mondo agricolo si è preso cura del territorio e degli ambienti fluviali. Questo decreto segna un ritorno alla normalità e la vittoria del confronto tra la politica e il settore nell’interesse di tutti i cittadini”.
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Sbloccato il piano per la ricostruzione delle 228 scuole che hanno aderito agli accordi quadro del Piano straordinario di ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto del 2016.

 Ne dà notizia  la Struttura commissariale che fa capo al commissario Guido Castell,i al termine della videoconferenza con i 72 soggetti attuatori.

 Gli interventi su edifici soggetti a tutela sono 47, quelli non vincolati sono 181. In totale il valore degli interventi è pari a 899 milioni di euro, di cui 643 milioni per i lavori, così ripartiti a livello regionale: 201 milioni in Abruzzo per 48 scuole; 93 milioni nel Lazio per 31 scuole; 319 milioni nelle Marche per 91 scuole; 284 milioni in Umbria per 58 scuole.
    Imprese e professionisti che avevano risposto alla gara, gestita dalla centrale di committenza Invitalia, per la formazione degli elenchi ora potranno essere reclutati dai soggetti attuatori (Comuni e altri enti proprietari delle scuole) per le diverse fasi della ricostruzione: dalla progettazione al collaudo.

   «Le scuole e il grande servizio che garantiscono per le famiglie e le comunità locali svolgono una funzione fondamentale anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento, che contraddistingue le aree interne e in particolare i territori dell'Appennino centrale", ha detto Castelli. "L'obiettivo di tutti noi è fare presto e bene e questo significa anche assistere al meglio i Comuni e gli enti proprietari delle scuole nel delicato passaggio dai progetti ai cantieri veri e propri - ha aggiunto - Grazie al supporto di Invitalia, anche in fase di attuazione, sarà possibile la migliore e più veloce realizzazione degli interventi».

 Per le scuole si rende possibile ora la partenza delle progettazioni mentre, per quelle che erano già dotate di progetto, potranno partire gli affidamenti dei lavori.
 Gli accordi quadro aggiudicati sono due, su 43 aree territoriali e articolati in 4 sub lotti prestazionali: servizi tecnici, verifica, lavori e collaudo.
Gli operatori economici che hanno partecipato alla gara sono stati 533, per un totale di 165 offerte economiche.
   
Nel corso dell’incontro sono state illustrate le procedure e i prossimi interventi, che consentiranno di passare dagli accordi quadro ai contratti specifici per ciascun edificio scolastico. I soggetti attuatori avranno a disposizione il supporto della Struttura commissariale in tutte le fasi della procedura.




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Ricostruzione e riparazione si saldano, diventando le due direttrici principali di azione per gli interventi nell’area del Cratere del sisma 2016, con l’obiettivo di fare dei territori dell’Appennino centrale colpiti dal terremoto un nuovo modello di sviluppo.

L'avvio di questo nuovo percorso è stato reso possibile dall'approvazione in via definitiva il 7 marzo, da parte della Camera dei deputati, del Decreto ricostruzione. Un provvedimento indispensabile per le zone terremotate, che contiene norme a lungo attese da amministrazioni locali e operatori economici, la cui finalità è stata anche quella di formalizzare la doppia funzione del Commissario: oltre a essere il promotore della ricostruzione fisica, diventa anche il soggetto delegato alla riparazione (intesa come rigenerazione socio-economica) dei territori colpiti dal sisma del 2016.

Nel Decreto ricostruzione sono state varate misure particolarmente importanti, a lungo attese, come quella relativa alla stabilizzazione del personale a tempo determinato impiegato nella ricostruzione e altre azioni, volte alla semplificazione amministrativa. Inoltre, al fine di rafforzare l’aggregazione delle comunità locali, è stata introdotta la norma che deroga stabilmente al numero minimo degli alunni che sono richiesti per la formazione delle classi fino all'anno 2028-2029. Infine, il Decreto è intervenuto su alcuni meccanismi della ricostruzione delle attività economiche, come l’anticipazione dell’IVA per gli immobili destinati alle attività produttive.

"Si parte a spron battuto nell’opera di ricostruzione post sisma 2016 del Centro Italia. Al Commissario Guido Castelli spetterà anche l'opera di risanamento, in termini socioeconomici. Abbiamo concordato che entro un decennio - spiega il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci - possa esaurirsi l'opera di ricostruzione con fondi pubblici, anche perché una attività celere e concreta scongiura il pericolo della sfiducia degli abitanti dei centri colpiti e quindi dello spopolamento e dell'abbandono dei territori. Al tempo stesso stiamo lavorando per predisporre un disegno di legge più articolato sulla ricostruzione post calamità che prevederà, fra le altre cose, un termine ultimo di nove anni per il completamento dei lavori. Non è possibile - conclude il ministro - che in Italia le macerie debbano restare al loro posto anche per cinquant'anni."

Il Commissario Castelli ha sottolineato: “Con il Decreto ricostruzione il Governo, in sinergia con la Struttura commissariale e il Parlamento, è andato a risolvere problemi di cui da tempo i territori colpiti dal sisma del 2016 chiedevano la soluzione. Un provvedimento inequivocabilmente dalla parte dei cittadini colpiti dal terremoto e dell’Appennino centrale. Il doppio ruolo del Commissario, incaricato sia della ricostruzione che della riparazione, è una intuizione del Governo Meloni che ha guidato la stesura degli emendamenti e i vari interventi migliorativi, componendo un provvedimento organico. Il DL è stato un passaggio indispensabile per avviare un sistema di interventi tesi a garantire la ripresa dell’Appennino centrale. Lavorando insieme al ministro Musumeci - ha concluso Castelli - sono certo che riusciremo a realizzare quella fase attuativa della ricostruzione che ci consentirà di passare dalle norme ai cantieri”.

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Sotto effetto di alcool e stupefacenti in sella al suo ciclomotore è finito contro un albero procurandosi gravi ferite. Denunciato dai carabinieri un quarantatreenne di Pioraco.
L'incidente è avvenuto nei giorni scorsi. I carabinieri della stazione di Pioraco, a seguito dei rilievi e degli accertamenti effettuati, hanno denunciato alla procura della repubblica il quarantatreenne del luogo che alla guida del suo ciclomotore nei giorni scorsi, ne ha perso il controllo finendo per impattare contro un albero a bordo strada, distruggendo il mezzo su cui viaggiava e provocandosi ferite tali da richiedere  l’intervento di una eliambulanza.
Le circostanze del sinistro hanno spinto ad ulteriori accertamenti sanitari, al termine dei quali, l'uomo è risultato avere nel sangue un tasso alcolemico pari ad oltre tre volte il massimo consentito. Inoltre, è emerso che il quarantatrenne aveva anche fatto uso dii sostanze stupefacenti.

c.c.
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“Le Terre del Tartufo” al festival Tipicità di Fermo. Alessandro Gentilucci, presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino, ha presentato insieme al sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, un progetto di promozione turistica denominato “La SS77 del gusto” che ha nell’incontro del tartufo e dei prodotti della montagna con le specialità marinare il suo fulcro.

«È un’idea che mette insieme aree interne e costa adriatica, unite dalla SS77, una via di transito che ha un grande valore turistico poiché è la principale strada di comunicazione con l’Umbria” ha sottolineato Gentilucci. «Riuscire a creare un meccanismo virtuoso di scambio tra chi più ha in termini turistici, e chi, come le aree interne, ferite dal sisma, è rimasto indietro su questo fronte, è la scommessa che abbiamo deciso di giocare insieme con Civitanova Marche, affidandoci a dei singolari testimonial del territorio, “Il Doppiatore Marchigiano”, alias Riccardo Lombardelli e Alberto Barabucci. Le Terre del Tartufo sono un’eccellenza delle Marche che merita di essere conosciuta ed esplorata» ha concluso Gentilucci, «una risorsa per tutta la regione poiché propone un territorio ricco di storia, cultura, prodotti tipici, biodiversità… non a caso siamo la porta d’ingresso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini”.
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Poste Italiane conferma il suo impegno verso il territorio e, anche in un’ottica di riqualificazione urbana, ha avviato a Pieve Torina la sostituzione e l’installazione della cassetta smart 2.0.

 Oltre a restituire lo splendore del tipico colore rosso fiammante alle storiche cassette rosse che dal 1961 arredano le nostre città, queste nuove, più piccole, sono dotate di tecnologia IOT e sensori utili per rilevare temperatura, l’umidità, pressione atmosferica, quantità di polveri sottili e del biossido di azoto nell’area interessata. Tutti questi dati saranno regolarmente aggiornati durante la giornata e, inoltre, saranno disponibili anche le medie annuali, mensili e semestrali.  Le cassette smart 2.0 sono anche in grado di inviare informazioni al palmare del portalettere sulla quantità di corrispondenza presente al loro interno. Questo ovviamente riduce l’impatto ambientale e rende più efficiente il lavoro del portalettere, che evita il passaggio se la cassetta è vuota.

 Terminata la fase sperimentale, con oltre 400 cassette smart installate su tutto il territorio italiano, delle quali 300 nei piccoli comuni, adesso si procede all’installazione delle cassette postali 2.0 che saranno circa 650 su tutto il territorio italiano.

 
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