Viabilità e rilancio delle imprese del territorio. Sono questi i temi cardine del programma di mandato del nuovo presidente della Provincia di Macerata, Sandro Parcaroli. Da sindaco sogna una Macerata come “Atene delle Marche”, da presidente della Provincia, invece, un forte rilancio economico del territorio. Questo con le importanti partite della viabilità e della ricostruzione post sisma, in un’ottica di collaborazione a 360 gradi.

Aveva detto di voler diventare il sindaco della provincia e c’è riuscito Sandro Parcaroli che, dopo la sua elezione commenta: “Credo fermamente nel potere del dialogo, le porte saranno sempre aperte a Calamita (Mariano, candidato sconfitto per il centrosinistra, ndr). Non solo, tutti i 55 sindaci della provincia dovranno essere uniti per portare avanti progetti di ampie vedute, intercettando quanti più fondi possibili dall’Europa. Il nostro territorio è bellissimo e merita un’amministrazione che sappia portarlo tra i primi in Italia. Calamita è una brava persona – Parcaroli torna sul rivale –, lo conosco da molto. Sicuramente avremo dei contrasti, ma insieme potremo fare molto. Lo stesso vale per Ricotta (Narciso, già candidato sindaco per il Pd a Macerata e ora consigliere provinciale, ndr), ma le discussioni dovranno essere costruttive e non ideologiche”.

La chiusura di Parcaroli è per il passaggio di consegne e per il testimone raccolto dalle mani di Antonio Pettinari, le cui competenze “non dovranno essere sprecate – conclude il neoeletto presidente –: Pettinari è una persona di grande esperienza che potrà continuare a dare molto al territorio. I suoi consigli, seppur dall’esterno, potranno essere molto utili a questa amministrazione provinciale”.

l.c.
Prorogare il credito di imposta per le imprese del cratere sismico 2016. È per avanzare questa richiesta che il presidente di CNA Macerata, Giorgio Ligliani, ha inviato una lettere al Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. La proroga è una misura necessaria secondo CNA, e desta perplessità il fatto che il credito di imposta sia stato prorogato per altre aree del paese come il Mezzogiorno e le Zone Economiche Speciali.

Sembra che i nostri problemi siano stati risolti – ha affermato Ligliani – ma non è così. Le risorse per questa proroga ci sono: questa agevolazione non può essere smantellata dopo nemmeno un paio d’anni. Se non è stata usata appieno è solo perché, soprattutto nel 2020 e in piena pandemia, ancora non c’erano le condizioni minime di ripartenza. Ora, invece, è il momento giusto: la situazione è cambiata rispetto all’anno scorso e ci sarebbe un grande interesse attorno a questo strumento”.

La lettera, che Ligliani ha inviato personalmente al Ministro e alla segreteria del MISE, prosegue: “È inutile nascondere che la situazione della nostra area interna è in un momento cruciale e l’agevolazione ‘Credito di imposta’ sbloccherebbe gli investimenti delle imprese in macchinari, impianti e attrezzature”.

Il Presidente territoriale di CNA fa quindi appello al Ministro Giorgetti e auspica l’accoglimento della richiesta in tempi brevi: “La questione deve essere inserita organicamente in un testo di legge – ha concluso Ligliani – come il Decreto Sostegni o Mille proroghe, perché come emendamento è stato finora sempre stralciato”.

l.c.
La scadenza delle moratorie bancarie per le imprese, prevista per il prossimo 30 giugno, preoccupa le aziende e le associazioni di categoria. L’appello alle istituzioni per una nuova proroga, dopo quella già avvenuta a ottobre, arriva da Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo e dalle parole del Presidente Renzo Leonori, che ha parlato dell’inadeguatezza del Decreto Sostegni nella gestione delle sfide del Sistema Italia. Per questo motivo Confartigianato si muove per chiedere alle istituzioni una garanzia di liquidità: “Il sostegno alle imprese si deve tradurre in una collaborazione fattiva tra istituti di credito e cittadini - afferma Leonori -. È inoltre necessario che le banche accordino nuove moratorie senza l’obbligo di classificazione del debitore in forborne o, addirittura, in default”.

La moratoria sui mutui era stata tra i primi provvedimenti adottati per fronteggiare i danni economici scaturiti derivanti dalla pandemia: “È il momento di intervenire ancora in questa direzione - prosegue ancora Leonori -, posticipando nuovamente la scadenza. Le imprese non sono pronte a sobbarcarsi un ulteriore fardello, c’è il pericolo di amplificare la moria già annunciata. Fine giugno è alle porte, e non c’è stato quel così rapido effetto di mitigazione sulla crisi che speravamo. I sentori di ritardi sono stati confermati dal Dl Sostegni che si dimostrato inadeguato ad affrontare le imminenti sfide del Sistema Italia. L’ultima proroga alle moratorie dei prestiti è stato un valido strumento di respiro, e ha aiutato le micro e piccole imprese a resistere in questo anno di grossi sacrifici. Ma è evidente come la pandemia continui a premere sull’economia, frenando la ripresa di moltissime attività. È sotto gli occhi di chiunque. Per questo bisogna intervenire subito sui prestiti, prorogando quanto prima le nuove scadenze. Si agisca rapidamente. Ad ottobre scorso si vociferava della possibilità dell’ulteriore estensione, che è arrivata solo all’ultimo minuto. Le imprese devono invece lavorare con serenità - conclude Leonori -: come possono scorgere un futuro se sono costrette sempre a guardarsi le spalle?”

l.c.
“Le persone sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori. Bisogna riaprire: anche se qualcuno morirà, pazienza”.

Queste le parole che Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, ha pronunciato nel corso del Forum Made for Italy, dedicato alla moda. Parole che hanno scatenato la reazione stizzita di molti, in particolare delle associazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che in una nota hanno severamente condannato il presidente: “Sono parole inammissibili quelle espresse da Domenico Guzzini, durante l'evento in streaming – si legge nel comunicato firmato da Taddei, Gravina e Broglia – inaccettabili da chiunque ma se dette dal presidente di Confindustria di Macerata, assumono un aspetto ancor più terrificante perché pronunciate in un contesto pubblico e alla presenza del Presidente della Regione, Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata. La naturalezza con cui ha proferito questa mostruosità fa nascere il sospetto che questo pensiero sia, in certi ambienti, comune e condiviso e sveli la vera natura delle logiche che muovono certa imprenditoria”.

I sindacati parlano di “mancanza di umanità e di rispetto” per le vittime del Coronavirus, concludendo “La tutela della salute e della sicurezza è l'esigenza primaria sia per lavoratori che per cittadini, garantirne la massima attuazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, dovrebbe essere una priorità per tutti”.

Guzzini nella mattinata di oggi si è scusato per quanto affermato, sostenendo come il suo pensiero sia distante dalle parole pronunciate ieri: “Sinceramente chiedo scusa a tutti ed in particolare alle famiglie toccate dal dramma del COVID, per la frase che ho pronunciato ieri nel corso del Forum Made For Italy. Ho sbagliato nei contenuti e nei modi. Parlavo della vita aziendale e delle prospettive del lavoro e invece, preso dalla discussione ho fatto un’affermazione sbagliata, che non raffigura il mio pensiero né tanto meno quello dell’Associazione che rappresento. Sono molto addolorato per la dichiarazione che, quando ho riascoltato ho realizzato quanto fosse grave e distante da ciò che penso. Cioè che il bene più importante della vita di ognuno di noi siano la salute e la famiglia.”
Commercio online a Tolentino. L’amministrazione ha varato una nuova sezione del sito ViviTolentino, dedicata all’e-commerce. Una vera e propria vetrina virtuale, all’interno della quale i commercianti potranno far conoscere a un pubblico più vasto la loro offerta. Cataloghi virtuali, promozioni, offerte, in modo da poter sostenere i commercianti, vessati dalle restrizioni.

L’amministrazione si fa carico, inoltre, dei costi del progetto nel primo anno, rendendolo dunque gratuito. La vicesindaca Silvia Luconi ha spiegato l’idea: ”Il progetto era nato lo scorso anno, ma le esigenze erano diverse. Ora lo scenario, complice e causa primaria il Coronavirus, impone soluzioni e strategie alternative. Molti sindaci invitano a comprare prodotti locali, noi ci siamo mossi per far sì che effettivamente questo avvenga. Il sito è ora attivo,e a breve, quando l’app sarà ultimata, sarà possibile acquistare dai negozi della nostra cittadina esattamente come ora lo facciamo su Amazon. È un grande passo avanti”.

Silvia Luconi prosegue: “Grazie al lavoro avviato in tempi non sospetti da Fabio Carucci, dalla BBC e dalla Pro Loco, ora siamo riusciti a essere velocissimi nella realizzazione del sito. È molto positivo che questo progetto abbia saputo unire gli intenti di tutto il Consiglio Comunale. Le iscrizioni sono iniziate ieri e da oggi parte la campagna pubblicitaria. Ci teniamo a sottolineare la gratuità dell’iscrizione: visto che il calendario natalizio difficilmente saprà essere redditizio per i commercianti come negli anni passati, questo è un modo per sostenere le nostre imprese, un modo diverso di riallocare le spese che avevamo in programma, sperando che possa essere di aiuto. È un progetto per tutto il commercio tolentinate, non soltanto per gli esercenti del centro”.

La vicesindaca conclude: “Abbiamo deciso di chiamare la campagna ‘Un milione per Tolentino’: basterà che ogni singolo abitante faccia un piccolo acquisto tramite il sito e in pochissimo tempo raggiungeremmo un volume di affari di un milione di euro. A volte basta poco per far funzionare un’idea”.

Red.
Il comune di Camerino si impegna nel sostegno a famiglie e imprese: un programma di aiuti a chi soffre a causa del Coronavirus. In che modo? Ne hanno discusso proprio l’amministrazione camerte e le associazioni di categoria in un confronto per definire le linee di intervento.

Ne ha parlato, ai microfoni di Radio C1 inBlu, l’assessora alle attività produttive di Camerino, Lucia Jajani: “Le associazioni di categoria conoscono a menadito le problematiche che riguardano famiglie e imprese, ecco perché abbiamo ritenuto opportuno questo confronto, per destinare nel miglior modo possibile i fondi stanziati nel nostro bilancio. È fondamentale non sovrapporre i nostri aiuti a quelli statali, in modo da coprire più fasce possibili di popolazione. Un confronto proficuo, in cui abbiamo capito come essere in grado, con i nostri aiuti, di dare un valore aggiunto. Un’idea che metteremo in campo e che non è un ‘doppione’ rispetto agli aiuti previsti dallo Stato, è quella di dare sostegno a quelle attività che hanno dovuto affrontare una chiusura a causa del Covid, ma in maniera diretta, avendo titolari o dipendenti contagiati. Questa situazione non prevede ristori statali. Per quello che riguarda le famiglie, è partita la Colletta Alimentare: in questo campo avremo un occhio di riguardo per le famiglie monoreddito, in difficoltà magari per chiusure imposte dalla pandemia”.

red.
Un assestamento di bilancio in Regione da oltre 10 milioni di euro per intervenire a favore delle attività colpite dal lockdown: è questo il provvedimento approvato dalla giunta regionale e ora in corso di illustrazione in Commissione Bilancio.

L’assessore al bilancio Guido Castelli ha commentato: “Interventi puntuali per le attività economiche che hanno subito danni a causa del lockdown. Pur in un contesto di limitati margini di manovra, determinato dal fatto che nell’ultima parte dell’anno le risorse risultano in gran parte già utilizzate, la nuova Giunta regionale ha comunque voluto dare un forte segnale di contrasto all’emergenza Covid, rastrellando le risorse di bilancio del 2020 per destinarle a famiglie, imprese e fasce deboli”.

“Viviamo un periodo drammatico per l’economia - continua Castelli - ed è compito anche delle istituzioni, in questo momento, sostenere e preservare il tessuto economico produttivo con incentivi e contributi che forniscano la liquidità necessaria alla sopravvivenza delle attività. Sono giustissimi i ristori, ma sono altrettanto convinto, che le bombole di ossigeno per rianimare l’economia e sostenere la ripresa siano gli investimenti”. 

Nel dettaglio l’assestamento, rimodulando le spese, di fatto stanzia fondi aggiuntivi per:

8,5 milioni di euro nel 2020 per contributi pluriennali a favore degli enti locali per la realizzazione di investimenti;

6,3 milioni di euro nel 2020 per contributi a favore delle piccole e micro imprese danneggiate dall’emergenza Covid che si aggiungono ai 700 mila euro che saranno destinati alla medesima finalità con delibera;

1,2 milioni di euro nel 2020 e 2021 per incentivi agli investimenti delle imprese nelle aree di crisi;

2 milioni di euro nel 2020 per trasferimenti alle aziende di trasporto finalizzati al ristoro degli abbonamenti scolastici non goduti a causa dell’emergenza Covid;

500 mila euro nel 2021 e 2022 per la riduzione del rischio idraulico del Fiume Misa;

900 mila euro nel 2020 per contribuiti per la gestione delle aree protette;

150 mila euro nel 2020 per manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade;

2,497 milioni di euro nel 2020 per rimborso ad Asur per il contributo di solidarietà a supporto delle cure oncologiche;

140 mila euro nel 2020 per fondo di solidarietà per le spese di residenzialità di utenti incapienti;

500 mila euro nel 2020, 2021 e 2022 per contributi ai Comuni per progetti di supporto all’accoglienza turistica;

100 mila euro nel 2020 per la promozione e valorizzazione dei prodotti agricoli

Red.

Il capogruppo del Partito Democratico all’Assemblea regionale Maurizio Mangialardi ha lanciato l’allarme in Regione sull’emergenza Coronavirus. Mangialardi ha chiesto un pronto intervento alla nuova amministrazione, un provvedimento regionale che possa integrare gli aiuti a imprese, famiglie e amministrazioni locali predisposti dal governo. Questo per scongiurare il rischio, tangibile, che la crisi sanitaria diventi crisi economica prima e sociale poi.

In una nota, diffusa proprio dall’ex sindaco di Senigallia, si legge: “Le nuove disposizioni varate dal governo nell’ultimo Dpcm, pur indispensabili a fermare la crescita esponenziale della curva dei contagi da Covid-19, rischiano di aggravare la crisi di tante attività economiche, già provate dagli effetti della prima ondata pandemica di primavera. Si tratta di una situazione molto grave, che peraltro si riflette anche in tanti Comuni, chiamati a gestire l’applicazione delle nuove norme e a garantire aiuti alle fasce più deboli della popolazione, nonostante le precarie condizioni in cui versano i bilanci. Il cosiddetto decreto Ristori varato dal governo, che prevede lo stanziamento di 5 miliardi di euro a fondo perduto per aiutare le imprese messe in difficoltà dagli obblighi di legge contenuti nel suddetto Dpcm, può rappresentare una prima parziale risposta, a patto che giungano quanto prima ai diretti interessati, evitando inutili e funeste lungaggini burocratiche. 

“È tuttavia evidente – prosegue Mangialardi – che tale criticità chiama in causa anche l’impegno della Regione. Per questo, sulla scia di quanto già realizzato dalla precedente Amministrazione regionale, chiediamo che il nuovo esecutivo provveda al più presto all’approvazione di analoghe misure straordinarie e urgenti, stanziando finanziamenti volti a integrare i provvedimenti economici presi dal governo. Crediamo che in questo momento così complicato per la nostra regione, sia doveroso da parte di tutti, maggioranza e opposizione, accantonare le divergenze e cooperare per far sì che la crisi sanitaria non evolva in crisi economica e sociale”.

Red.
"Non una lista di codici Ateco, ma l'elenco di chi deve vivere e chi morire".
E' duro il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, come tutti i colleghi delle altre regioni d'Italia, sulla chiusura imposta fino al prossimo 3 maggio.
“Ci saremo aspettati una riapertura graduale delle nostre aziende - dice - , e per questo abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma evidentemente chi ci governa non ha capito un concetto essenziale: l’azienda è ad oggi il luogo più sicuro dove stare. In questi giorni ho avuto modo di parlare con decine di colleghi imprenditori in tutta la regione e vi posso assicurare che tutti noi abbiamo messo in atto dei protocolli rigidissimi: utilizzo di dispositivi di protezioni individuali, distanziamento, turni di lavoro, ingressi alternati, sanificazione. Se queste misure garantiscono il contenimento del contagio nelle aziende che hanno un codice Ateco che rientra nella lista delle attività che possono continuare, qualcuno ci deve spiegare perché per le altre aziende questo non debba essere sufficiente! Questa non è una lista di codici Ateco: è una Schindler’s list, che decreta chi deve vivere e chi morire.
Il rischio di contrarre il virus è molto più basso nelle aziende che in tanti altri luoghi".

Una visione in controtendenza con quanto invece temono i lavoratori che, sebbene da un lato siano preoccupati per il futuro delle aziende dove lavorano, dall'altro hanno paura di portare il contagio dalle loro famiglie. Un timore che si era fatto grande quando le aziende non erano ancora state chiuse da Conte.

"Se continuiamo così - prosegue Schiavoni - tutte le misure messe in atto, a partire dai 400 miliardi in prestito che secondo loro dovrebbero risolvere tutti i nostri problemi, non serviranno assolutamente a nulla: le aziende chiuderanno o nella migliore delle ipotesi perderanno enormi quote di mercato e posti di lavoro a favore dei concorrenti esteri che hanno Governi più lungimiranti, che non hanno fermato il motore produttivo come sta succedendo nel nostro Paese. Ci sono settori, come quello della Moda, legato alla stagionalità dei prodotti, che perderanno un anno di lavoro: tutto il Made in Italy che si afferma di voler tutelare subirà un contaccolpo durissimo.
Se fermiamo le aziende - conclude - fermiamo il Paese". 

GS
Non è una situazione particolarmente negativa ma nemmeno del tutto rosea quella di Tolentino. Qualcuno, come Umberto Pietroni di Confindustria Macerata, l’ha definita un’isola felice mentre secondo qualcun altro, come Marco Isabettini ritiene che per Tolentino l’area di crisi complessa Fermo e Macerata possa essere un’opportunità.

Di impresa e lavoro si è parlato ieri sera a Tolentino, a Palazzo San Gallo, in uno degli incontri organizzati da Tolentino Popolare. Folta la partecipazione e interessanti gli spunti di riflessione emersi, dai dati alle idee che potrebbero aiutare la città ad una crescita. 

“Ci tenevamo molto ad avere una fotografia della situazione - commenta Alessandro Massi - e abbiamo capito che è un po’ stagnante. È innegabile che il lavoro è il futuro di questo territorio e se c’è lavoro, investimenti di imprese, ci sarà anche sviluppo. Sono emersi dati positivi, come la ripresa della pelletteria, della domanda di lavoro, ma al tempo stesso ci sono stati dei campanelli di allarme. C’è stato l’appello alla formazione, a investire nella scuola perché da qui a breve ci sarà tanta domanda di lavoro che rimarrà inevasa dal momento che mancheranno le figure professionali”.

La serata è servita per prendere coscienza su ciò che va migliorato. Si è parlato di rete di imprese, giacché il concetto di “piccolo è bello” non sta più portando crescita a chi è rimasto legato a quel modello. “La politica deve essere motore di aggregazione, dare risposte e essere uno spazio di condivisione per quelle imprese che da sole non riescono ad accedere ai fondi, ad esempio. Da qui insomma si può partire per un nuovo modello di sviluppo economico”. L’attività di Tolentino Popolare, dopo il primo incontro sulla cultura con Vittorio Sgarbi e l’onorevole Andrea Cangini e dopo la serata di ieri, non si ferma. A breve, col nuovo anno, si parlerà di giornalismo, fake news, odio, e probabilmente sarà affrontato anche il tema del giornalismo di inchiesta: “Stiamo contattando vari personaggi e ci sono anche altre tematiche da affrontare come quello del commercio. A Tolentino - conclude Massi - purtroppo ci sono difficoltà di negozianti. Da qui al 31 dicembre chiuderanno ben quattro attività nel centro storico. E in ultimo il grande tema della scuola, non solo come strutture ma come concetto di istruzione”.




(Approfondimento sul prossimo numero de L’Appennino Camerte)




Gaia Gennaretti


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