«Il taglio delle classi in tutto il territorio provinciale è vergognoso e frutto dell’insensibilità dell’ufficio scolastico regionale guidato da Marco Ugo Filisetti, ma è anche colpa e responsabilità della politica che non ha mai affrontato le criticità dei territori delle aree interne e stabilito delle deroghe per salvaguardare il livello dei servizi in questi territori». Così il sindaco di Treia Franco Capponi, in merito alla soppressione e l’accorpamento delle prime classi del prossimo anno scolastico.

Una problematica che investe anche il plesso scolastico Luigi Sturzo di Chiesanuova, dove stando ai numeri verrebbe soppressa la prima classe con gli alunni costretti ad emigrare nella scuola di Passo di Treia.

Il numero minimo per costituire una classe è, infatti, individuato in 14 iscritti mentre nel caso specifico le iscrizioni arrivano a 12. Pertanto mancherebbero due iscritti per formare la classe.

 «La criticità riguarda la costituzione della prima elementare del plesso nella frazione di Chiesanuova, una mancata attivazione assurda in quanto lo spostamento degli alunni a Passo di Treia, ovvero a oltre 10 chilometri di distanza, a nostro avviso va fuori dai parametri previsti dalla normativa di settore. Per altro, non è attivo il trasporto scolastico in quella tratta, che è servita dall’autobus di linea. Ciò genererà enormi difficoltà non solo al comune, ma anche alle famiglie. Per evitare che ciò accada ci batteremo in ogni modo e denunceremo chiunque stia permettendo che ciò avvenga - prosegue il primo cittadino Capponi – In attesa che si concretizzino le rassicurazioni fornite dal ministro Bianchi all’assessore Latini l’amministrazione darà comunque mandato ai propri legali per confutare la fattibilità di quanto sta accadendo. Anche perché nel plesso in questione, dagli anni successivi al prossimo, torneremo ad avere i numeri per ripristinare le classi prime, quindi creare il “buco” di un anno è davvero inutile e intollerabile».
“La didattica a distanza va garantita, nessun cortocircuito con i sindaci”. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Ugo Filisetti è stato chiaro nel richiamare a scuola insegnanti e personale ATA nei Comuni dove le lezioni erano state sospese, con una ordinanza comunale, per l’aumento dei contagi da Covid19.

Stando ai provvedimenti varati dalle amministrazioni di Mogliano, Petriolo e Tolentino, la scuola sarebbe ripartita in presenza lunedì, senza prevedere le lezioni a distanza per oggi e domani. L’Ufficio scolastico regionale ha, invece, ribadito che la dad vada comunque garantita: non un ritardo nell’inizio delle lezioni, dunque, ma una sostituzione della presenza con le video lezioni che evitino maggiori contagi in classe dopo le feste.

Sin da oggi, quindi, professori e collaboratori scolastici si sono recati in classe anche in questi Comuni, ma con forte disappunto da parte dei sindaci: la comunicazione per l’attivazione della didattica a distanza è arrivata solo nel tardo pomeriggio di ieri, costringendo le amministrazioni e gli istituti a una corsa contro il tempo per garantire le lezioni in modalità smart. Per il direttore dell’USR, Marco Ugo Filisetti, però il cortocircuito non c’è stato: “A mio avviso le amministrazioni hanno sospeso le lezioni, non chiuso le scuole – precisa Filisetti –. Oggi è un normalissimo giorno di lavoro per insegnanti e personale ATA, che dunque si sono recati a scuola per attivare la didattica a distanza e tenere le lezioni come previsto. È nelle facoltà dei sindaci sospendere le lezioni per motivi legati alla pandemia, ma la dad va garantita. Non c’è stato alcun tipo di intoppo, né polemiche. Gli insegnanti sono a scuola per adeguare le modalità didattiche alle ordinanze dei rispettivi sindaci”.

l.c.
“È solo un palliativo”.

Il presidente dell'Unione Montana Marca di Camerino e sindaco di Pieve Torina, seppur riconoscendo l’impegno della Regione e dell’Anci, non ferma la sua battaglia a difesa delle classi del cratere che rischiano di essere soppresse.

“Io ringrazio il presidente dell’Anci, Valeria Mancinelli, e l’assessore regionale Giorgia Latini insieme a Guido Castelli, che si sono adoperati per raggiungere questo risultato. Ma è un risultato che risulta essere un palliativo, in quanto non modifica l’assegnazione delle classi. È solamente un ‘ponte’ che ci troveremo fino a giugno”.

Dati alla mano, il presidente ricorda “la normativa del 2016 che garantiva una opportunità ai cittadini, e quindi agli alunni di questi territori, di avere una scuola degna di questo nome. Il sisma ha azzerato le nostre comunità ed il diritto allo studio è fondamentale. È riconosciuto dalla Carta Costituzionale ed è evidente che noi, da questo punto di vista, chiediamo giustizia. Oltre al fatto che, per quanto riguarda Pieve Torina, nonostante abbia i numeri per avere una classe all’interno dei parametri nazionali, questa norma viene disattesa”.

Gentilucci punta, quindi, il dito contro il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Marco Ugo Filisetti: Per quanto riguarda la scuola – dice il sindaco – lui è lo Stato nel territorio e disattende la legge per vessare in particolar modo i centri più piccoli di una terra già colpita. Questo è inaccettabile”.

Parole che provengono da un sindaco impegnato nella difesa del suo paese e dell’entroterra, tanto che, proprio nel settore scolastico, ha lanciato un incentivo per i nuovi iscritti a Pieve Torina: “Io sono uno dei tanti sindaci che si stanno adoperando per fare di tutto affinchè queste comunità possano riemergere – dice - . Per quanto riguarda Pieve Torina abbiamo creato un incentivo di 300 euro per ogni nuovo iscritto in prima elementare. Rappresenta, dal nostro punto di vista un premio a tutte quelle famiglie che hanno deciso di rimanere qui”.

GS
“Se non dovessero istituire la quarta classe, ci rivolgeremo al Tar Marche”, dichiarano dall'Associazione di volontariato La Scuola Siamo Noi costituita da genitori di studenti frequentanti l'Istituto comprensivo Marco Polo di Fabriano, attiva nel territorio dal 2013 e fautrice di supporto alle attività scolastiche.

Sono 75 le iscrizioni alla Media, ma solo tre classi autorizzate dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regione Marche Marco Ugo Filisetti, nonostante la dirigente scolastica, Aurelia Brita, ne avesse fatto partire la richiesta per 4. “Così facendo avremo 25 alunni suddivisi in tre sezioni, a nostro giudizio delle vere e proprie classi pollaio non tenendo in conto i bisogni di apprendimento degli alunni, le situazioni di disabilità e la peculiare situazione del territorio del Comune di Fabriano. Le tre classi autorizzatenon permetteranno una didattica sicura anche a seguito delle precauzioni Covid-19 che saranno approntate. Non si tiene conto, dei bambini diversamente abili e delle loro esigenze, difficili da seguire in classi così composte e ciò in aperta violazione dell'art. 5 del DPR 81/2009”, visto che sono due i bambini, suddivisi in altrettante classi, che avranno bisogno di un insegnamento di sostegno.

I genitori sono pronti a rivolgersi al Tar Marche. “Ci faremo portavoce, nelle sedi opportune e con i supporti giuridici necessari, affinché tale scelta scellerata venga riconsiderata, avendo allo scopo già incaricato uno studio legale affinché predisponga gli atti necessari per l'impugnazione del provvedimento dell'Ufficio Scolastico Regionale. Verranno esaminate tutte le possibilità legislative possibili. Facciamo appello a tutte le famiglie interessate e a coloro che hanno a cuore l'istituzione scolastica, il nostro territorio così già tanto martoriato e il diritto degli studenti con disabilità di essere prossimi anche con raccolta fondi a supporto spese che l'Associazione dovrà sostenere per il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale i cui termini sono stringenti. Auspichiamo che l'Ufficio Regionale e il Ministero per l'Istruzione sapranno riconsiderare le determinazioni assunte”, concludono.

Anche il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, si è attivato inviando una nota Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Marche Marco Ugo Filisetti. “L’indicazione della possibilità di attivazione di sole 3 prime classi significa dover mettere insieme 30 studenti in due classi oppure rinunciare al tempo pieno mettendo in difficoltà non solo la Dirigente, ma soprattutto le famiglie che hanno optato per una scelta consci degli impegni e delle esigenze dell’organizzazione familiare”. Ben 16 famiglie, infatti, avevano optato per la possibilità del tempo prolungato con fine delle lezioni il venerdì alle 14. Possibilità, ora, a rischio.

“In un momento così delicato ragionare solo sui freddi numeri e tenendo in considerazione solo i costi è assolutamente sbagliato. La Regione deve collaborare con i Dirigenti e i comuni che stanno lavorando con grosse difficoltà per garantire la massima sicurezza nelle scuole in vista della riapertura di settembre. Deve soprattutto comprendere – conclude Santarelli - le esigenze delle famiglie che scelgono il tempo prolungato per necessità”.

GS



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