Visita a Matelica nell’impianto produttivo della “Antonio Merloni” del Commissario Straordinario Giovanni Legnini, accompagnato dall’assessore regionale Guido Castelli, dal direttore dell’Usr Stefano Babini, dal dirigente Daniela Del Bello e dal sindaco della città Massimo Baldini. Una realtà storica che, dopo il terremoto, ha rischiato di chiudere i battenti a causa dei gravi danni, riportati, in particolare, da uno dei capannoni produttivi.   

La sua ricostruzione rappresenta un’iniezione di fiducia per tutto il cratere, un modello di ripartenza, 17.000 metri quadrati per oltre 200 lavoratori e una “burocrazia” che funziona: è così che un’azienda rinasce e ricostruisce, in quello che è uno dei cantieri più grandi del post sisma.

Tante difficoltà, che oggi sembrano un lontano ricordo grazie a un lavoro sinergico che coinvolge diverse e decisive componenti, tra cui la Regione, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione e l’imprenditore Paolo Sparvoli, che ha rilevato l’azienda nel momento più duro e che ha illustrato i passi avanti fatti verso la piena operatività del sito, dove si produce anche serbatoi gpl e bombole per il gas.

matelica

«Siamo davanti al più grande intervento di ricostruzione su un immobile produttivo enorme, che dà lavoro a più di 200 persone - spiega l’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli -Sappiamo che negli ultimi mesi è stato possibile imprimere un’accelerazione grazie all’Usr, capace di gestire con estrema flessibilità tutte le innumerevoli difficoltà amministrative, che sembravano inizialmente insormontabili. Si tratta dell’ennesima prova di come la ricostruzione sia partita, proprio perché la Regione, di intesa con l’Unità commissariale, ha saputo affrontare la situazione con un nuovo piglio ed una rinnovata interpretazione delle cose, diretta non tanto a garantire adempimenti quanto l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi».

«Data la dimensione e l’importanza della “Merloni” sul territorio, c’è stata sin da subito sinergia tra la parte più burocratica e amministrativa dell’Usr e le necessità della ditta – continua la dirigente Del Bello - Sono stati coniugati tutti gli interventi, dalla delocalizzazione temporanea (con un contributo di circa 1,5 milioni di euro) per consentire di non arrestare la produzione, fino all’intervento di ricostruzione, che peserà circa 22 milioni di euro. Il tutto si è inserito in un contesto di crisi della ditta di appartenenza, risolta maniera positiva tanto da avere evitato il conseguente fallimento proprio grazie alla collaborazione di tutto l’Usr. A tal proposito devo ringraziare la squadra dei collaboratori, che ci ha messo impegno e cuore, insieme alla “Merloni” e ai suoi tecnici che hanno avuto sempre interesse a dare continuità ad un’azienda che porta effetti benefici sul territorio e sulle famiglie che hanno proseguito ogni giorno ad esserci e lavorare: ci hanno creduto e lo abbiamo fatto anche noi».

f.u.

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