Si chiama “L'Incanto degli Appennini” la nuova azienda agricola costituita da Milena Bruni ad Ussita grazie alla sua grande passione per gli animali, specie le capre. Milena non ha trent’anni e ha deciso di restare nel suo paese terremotato. Vive a Sorbo, dove un anno fa ha acquistato una casa con il suo compagno. A Sorbo non c’è nessun atro. “E’ come vivere in totale isolamento. Uno esce e vede solo macerie. Però anche il fatto di avere questo hobby degli animali, di stare sempre con loro, anche adesso col covid, ha aiutato tantissimo, perché anche se non puoi vedere tante altre persone, con loro ci puoi sempre stare”.
Aiutata da sua mamma veterinaria, Milena alleva attualmente una ventina di capre. Vorrebbe realizzare un laboratorio e realizzare anche prodotti cosmetici grazie al latte di capra. Poi l’idea è anche quella di trovare dei terreni per coltivare la Mela Rosa dei Sibillini e produrre marmellate. Insomma tanti sogni in cui Milena crede, spinta anche dal fatto che i turisti, o abitanti di seconde case, vogliono tornare ad Ussita.
Quando chiedo a Milena cosa le manca di più della vita di prima del terremoto mi dice il palazzetto del ghiaccio, perché lì ci passava molto tempo, poi la parte turistica. “I turisti danno sia una grande mano all'economia che alla parte sociale, alcuni sono anche amici. Manca il fatto di non vederli tutta l'estate, parlarci e avere questo rapporto con loro.” Milena ha la concretezza di una ragazza che conosce il valore delle stagioni, il valore del tempo e degli spazi che non vanno sfruttati come a qualcuno piacerebbe ma vissuti nella loro autenticità. “L’importante è che ogni persona abbia la possibilità di realizzare ciò che più desidera e rimanere nel luogo in cui vuole vivere.”
Barbara Olmai
Altri approfondimenti nel prossimo numero del settimanale e nella rubrica radio "Prima le persone" http://www.appenninocamerte.info/podcast/itemlist/category/121-primalepersone
“Stiamo andando avanti anche a tappe abbastanza ravvicinate l’una dall’altra- dichiara l’assessore regionale Angelo Sciapichetti - . Crediamo che questo possa essere infatti uno dei passaggi di fondamentale importanza per rilanciare tutto l’entroterra marchigiano e in particolare quello colpito dal terremoto. Il Ministero dell’Ambiente ha valutato positivamente la nostra idea progettuale che è in via di essere migliorata ma che ha trovato già pieno favore e collaborazione da parte del dicastero che ci ha esortato ad iniziare l’animazione sociale. In vista c’è dunque una serie di incontri - continua Sciapichetti- che faremo nelle scuole, con le categorie sociali, con i comuni con i Parchi e le Unioni Montante, per far comprendere a tutti l’importanza di un riconoscimento, come quello che abbiamo richiesto da parte dell’Unesco. Riuscirci vorrà dire aver messo una pietra fondamentale per la costruzione di un nuovo entroterra maceratese”.
Il Mab (Man and the Biosphere), l'uomo e la biosfera, è un programma avviato dall'Unesco a partire dal 1971 allo scopo di promuovere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela e la valorizzazione della biodiversità presente e le buone pratiche di sviluppo sostenibile. In Italia ci sono 19 delle 701 Riserve di Biosfera attualmente ricomprese nella rete mondiale istituita con il programma.
Creare opportunità di rilancio mediante un’integrazione tra tutela delle risorse naturali e sviluppo socioeconomico del territorio, a vantaggio delle popolazioni locali e in ottemperanza ai principi di sostenibilità e salvaguardia della biodiversità, è l’obiettivo della strategia che nella sua progettualità definitiva, a settembre 2020 verrà presentata a Parigi per la valutazione finale.
“ Per capire della portata di questo riconoscimento- conclude l’assessore regionale- basta guardare alle aree già riconosciute Mab Unesco . Senza alcun vincolo, si apre una serie di grandi opportunità che possono portare a delineare un’immagine molto diversa che valorizzi le aree interne a livello internazionale nei settori del turismo, dell’economia, delle eccellenze enogastronomiche”.
cc
Una grande opportunità per compiere un salto in avanti. E' questo il pensiero del consigliere regionale Daniele Salvi in merito alla strategia da adottare nel post terremoto.
“Indubbiamente mi rendo perfettamente conto che siamo in un momento difficile per parlare di geometrie istituzionali – il pensiero di Salvi – Fusioni, unioni di comuni, accorpamenti sono materia non dell’immediato, tuttavia il terremoto sta producendo due effetti. Il primo quello di aver determinato fra gli amministratori un maggior spirito di squadra, testimoniato da molti segnali. Il secondo la consapevolezza che non si possono affrontare calamità come quella che stiamo vivendo con poche forze a disposizione. Quindi l’unione di tutte le forze costituisce un lavoro che in prospettiva dovrà essere concreto. Dobbiamo assumerlo come un impegno che ora è sedimentato nei nostri cuori, ma che deve divenire un progetto strutturato”.
Mesi difficili per progettare il futuro. Quali le basi di partenza?
“Sicurezza, lavoro e comunità – continua il consigliere regionale Salvi – Sono le tre parole intorno alle quali vogliamo costruire nuovi sentieri di sviluppo per l’Appennino e lo stiamo facendo come consiglio regionale insieme alle quattro università marchigiane, Camerino, Macerata, Ancona, Urbino. E’ stato indubbiamente un segnale importante il fatto che sul tema si uniscano atenei talvolta così differenziati nel modo di essere ed agire che, invece, hanno trovato un comune sentire con anche l’affiancamento di chi ha già vissuto un simile dramma, come le università di Modena e Reggio Emilia che ci supporteranno nel declinare un progetto da loro già sperimentato sulla base delle peculiarità del cratere dell’Appennino marchigiano. Sarà questo l’impegno dei prossimi mesi con un robusto gruppo di ricercatori e giovani laureati che si impegneranno a battere il territorio per individuare nuove direttrici di sviluppo che puntino sugli elementi sopra menzionati: sicurezza, lavoro, ricostruzione delle comunità”.
Lei ha anche affermato: “I soldi ci sono, dobbiamo spenderli bene!”.
“E’ l’obiettivo della sana amministrazione. Le risorse ci sono, nonostante l’iniziale scetticismo, insieme ad un forte impegno del governo centrale che dobbiamo tenere vivo. I soldi vanno spesi bene e da questo punto di vista il controllo civico, la partecipazione dei cittadini, le segnalazioni, l’attivismo dei tanti comitati presenti, la cittadinanza attiva devono aiutare le istituzioni preposte a impiegare in maniera oculata le risorse disponibili”.