L’amministrazione comunale di San Ginesio ha iniziato la distribuzione dei pacchi alimentari. Ieri è stato infatti consegnato ieri il primo da parte del sindaco Giuliano Ciabocco, che in prossimità delle festività natalizie ha deciso di dare un segnale di vicinanza e sostegno a tutta la comunità e alle aziende locali.

Coinvolgendo le attività produttive, che hanno messo a disposizione la merce, per poi procedere all’ assemblaggio dei prodotti, al confezionamento è stato possibile avviare la distribuzione su tutto il territorio comunale.

1300 buste saranno presto consegnate a tutti i nuclei familiari, mentre circa 300 pacchi andranno invece alle famiglie con in casa almeno un ottantenne. In entrambi i casi il recapito avverrà con il messaggio di auguri scritto da Ciabocco.

Le “misure urgenti di solidarietà alimentare” si rivolgono a nuclei familiari inclusivi delle fasce più deboli della società, come gli anziani, i minori, le persone sole, i cittadini che si sono trovati in quarantena e in isolamento fiduciario, diretti ed indiretti, con inevitabili conseguenze psico-socio-economiche sulla situazione familiare, lavorativa e di diritto allo studio.

“Questa emergenza sanitaria – dichiara il Sindaco - ha coinvolto tutti, seppur a differenti livelli, sotto ogni punto di vista, dalla salute fisica fino a quella mentale ed emotiva. Si pensi ad esempio a tutte quelle famiglie con persone anziane, non sempre autosufficienti, e, nei casi peggiori, a coloro che hanno perso i propri cari. L’amministrazione deve far sentire la propria vicinanza verso tutti i cittadini e allo stesso tempo dare supporto anche le attività economiche locali”.

La distribuzione dei pacchi coinvolgerà tutta l’Amministrazione comunale insieme a volontari e Associazioni locali, quali i Carabinieri in Congedo, la Protezione Civile, quella dei paracadutisti, degli alpini e la società sportiva “San Ginesio calcio” che hanno da subito compreso l’importante messaggio di vicinanza di questa iniziativa.

Red.
Il sisma prima e il Covid ora rischiano di essere la causa di nuove forme di povertà: per questo il coordinatore degli Ambiti Sociali Territoriali 16, 17 e 18, Valerio Valeriani, i Presidenti delle Unioni Montane dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, e Potenza Esino Musone, Matteo Cicconi, e l’Arcivescovo Francesco Massara si sono incontrati in mattinata con i rappresentanti delle Caritas territoriali, dando vita a un tavolo che sappia condividere e concordare misure di contrasto a un problema che è già realtà.

I dati del 54° Rapporto annuale del Censis, uniti alle evidenze emerse nei tre Ambiti Sociali, impongono una stretta collaborazione tra istituzioni per garantire interventi che sappiano salvaguardare situazioni di vulnerabilità e che sappiano scongiurare il rischio di esclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione.

I servizi sociali dei tre Ambiti hanno condiviso la metodologia sperimentata nel Tavolo della Povertà e nell’Emporio Solidale come modello di intervento virtuoso di coinvolgimento ed empowerment delle persone e delle famiglie vulnerabili per promuovere la piena condivisione dei progetti di sostegno e inserimento sociale.

Incrociare le informazioni: questo è stato l’imperativo condiviso da tutti i partecipanti all’incontro. Monitorare le condizioni più a rischio e prevenire gli effetti della doppia emergenza sia sul piano economico che sociale. Rafforzare l’offerta di opportunità di reinserimento sociale e lavorativo sia attraverso gli strumenti dei tre Ambiti Sociali sia attraverso quelli forniti dalle Caritas territoriali.

Un appuntamento che potrà diventare una costante occasione di confronto e collaborazione, anche alla luce della progettazione attiva nell’Ufficio Interambito “Europa”, che mira a realizzare una sempre più stretta e proficua collaborazione tra i tre Ambiti Sociali e i soggetti pubblici, privati e del terzo tettore attivi nel territorio.

Red.

Screening di massa nelle Marche, la campagna di controlli a tappeto su tutto il territorio regionale è in partenza: fino al 23 dicembre, con eventuale ripresa dal 27 al 30, si procederà con i tamponi antigenici nei capoluoghi di provincia e nella città di Urbino per poi procedere a cascata verso gli altri comuni con più di ventimila abitanti e in chiusura con i centri più piccoli. L’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, durante la presentazione ha affermato: “Siamo pronti: schieriamo un esercito di infermieri e medici che potranno testare migliaia di cittadini”.

"Operazione Marche Sicure", questo il nome dato alla campagna, è gratuita e su base volontaria per tutti i cittadini maggiori di sei anni. Una macchina per la prevenzione che mobilita più di mille persone tra volontari e personale Asur, che secondo l’assessore sarà in grado di creare un percorso sicuro e rapido per attestare l’eventuale positività di un grande numero di cittadini e che permetterà di controllare il 70% dei marchigiani, capendo come il Coronavirus è distribuito sul territorio e soprattutto responsabilizzando i cittadini: “Siamo ottimisti – ha proseguito Saltamartini –. Abbiamo messo in piedi un’organizzazione complessa che in seguito potrà essere utilizzata anche per la somministrazione dei vaccini. Lo sforzo è stato enorme: circa mille persone in tutte le Marche, tra volontari e personale sanitario. Saremo in grado di somministrare questi test rapidi che garantiscono un’affidabilità superiore al 90 percento”.

L’assessore ha poi spiegato il percorso “fisico” da intraprendere per sottoporsi al test: “I cittadini, una volta sul posto predisposto dalle Aree Vaste, rilasceranno un’autocertificazione e saranno testati da un primo infermiere. Successivamente un secondo, con la supervisione di un medico, processerà i tamponi. L’esito arriva dopo circa un quarto d’ora: se positivo si passerebbe immediatamente al test molecolare”.

Ad Ancona, Macerata e Ascoli Piceno sarà necessaria la prenotazione, a Fermo l’accesso sarà per ordine alfabetico mentre nell’Area vasta 1 per quartieri. Il sito individuato dal ccomune di Macerata è il Centro Fiere di Villa Potenza, aperto con orario continuato dalle 8 alle 20.

Red.

In una nota diffusa dal suo ufficio stampa, il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha preso le distanze da quanto riportato nelle ultime ore dagli organi di informazione a proposito di una sua richiesta di “zona rossa” per il periodo delle festività natalizie. Una riunione della Conferenza Stato Regioni, quella a cui è intervenuto, indetta per parlare di vaccinazioni, ma che in coda ha registrato anche il tema delle eventuali ulteriori restrizioni per evitare assembramenti. Queste riferite però ai contesti privati e non agli esercenti, con Acquaroli preoccupato soltanto della tutela delle attività, che non ritiene responsabili, e dei piccoli centri, penalizzati rispetto alle città.

Si legge: “Apprendo dalla stampa e dai telegiornali che questa mattina avrei chiesto la “zona rossa” per le festività natalizie nella Conferenza Stato Regioni tenuta in modalità web. Mi vedrò costretto a chiedere la registrazione del mio intervento perché, a meno di sdoppiamento della personalità, le mie affermazioni sono state di altro tipo. La premessa doverosa è che la riunione era stata convocata per parlare di vaccini ma in coda è stato inserito il tema delle ulteriori eventuali altre misure da prendere per le festività natalizie, onde evitare un impatto devastante nel mese di gennaio sulle strutture ospedaliere ancora in sofferenza. Per questo ci è stato chiesto il nostro parere”.

Il Presidente ha proseguito: “Il mio intervento, tra gli ultimi di quelli in scaletta, ha evidenziato la disponibilità a discutere di una stretta per evitare assembramenti e ammucchiate soprattutto nelle case private. Ho affermato che se si dovesse ipotizzare una ulteriore chiusura non si può pensare che a pagarla siano ristoranti, bar, esercizi commerciali, piscine e palestre e che a fronte di essa ci sarebbe bisogno di ristori totali e immediati. Ho detto inoltre che non è comunque giusto paragonare i territori periferici, che già hanno pagato con l’isolamento le precedenti restrizioni, alle grande dimensioni. Ho parlato dell’inopportunità di lasciare sole persone anziane in questo periodo. Ho chiesto di dare certezze, seppure in un quadro complicato. Ho parlato di necessità di concertazione e di messaggi univoci. Ieri si diceva di aprire le scuole e oggi si pensa di chiudere tutto. È incomprensibile a me, figuriamoci ai cittadini! Quanto detto non mi sembra la richiesta di una zona rossa ma a qualcuno evidentemente fa comodo così”.

In chiusura la stoccata alla stampa: “Ora mi aspetto che tutti coloro, soprattutto chi opera nel servizio pubblico che, senza interpellarmi, mi hanno attribuito la richiesta della zona rossa, riportino il senso di quanto ho veramente detto in quel contesto. Perché l'informazione, soprattutto quella pubblica pagata con i soldi dei cittadini, non deve mai diventare disinformazione”.

Red.
Screening di massa a Macerata: partite da qualche giorno le operazioni per predisporre il servizio di prevenzione contro il contagio da Coronavirus: il test rapido antigenico è destinato a tutta la popolazione residente su base volontaria. Lo hanno fatto sapere il sindaco Sandro Parcaroli e il consigliere delegato alla sanità Giordano Ripa.

Il sopralluogo nei locali del centro fiere di Villa Potenza ha dato esiti positivi: in mattinata i dirigenti del Comune di Macerata e i rappresentati delegati dell’Asur Marche – Area Vasta 3 si sono incontrati sul posto per pianificare le procedure necessarie. Inoltre, sempre oggi,si è tenuta una video conferenza con il Sindaci dell’Area Vasta 3 alla presenza dell’assessore alla Sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini e della direttrice dell’Asur Marche Nadia Storti per definire le modalità operative per lo screening di massa nei comuni dell’Area Vasta 3.

A livello logistico sembrerebbe che l’area scelta possa prestarsi perfettamente alle esigenze di sicurezza e ad accogliere un ampio numero di persone senza il rischio di assembramenti. A questo proposito proseguono i contatti tra Comune e Asur per avere un numero adeguato di postazioni al fine di testare il maggior numero di persone.

Il periodo in cui ci si potrà sottoporre al test è dal 18 al 23 dicembre con orario continuato dalle ore 8 alle ore 20, festivi e prefestivi inclusi.

Red.
La ricerca di un dialogo che possa dare una soluzione e una risposta alle esigenze dei piccoli comuni dell’area montana in merito agli spostamenti a Natale, Santo Stefano e Capodanno: questo l’appello di Uncem. Ne ha parlato, ai microfoni di Radio C1 inBlu, il consigliere nazionale Alessandro Gentilucci: “In merito alla questione possiamo dire che per le comunità montane gli spostamenti sono fondamentali: credo che quello che vale per le grandi città non possa essere traslato nelle nostre piccole realtà senza le dovute distinzioni. I piccoli comuni sono una peculiarità italiana, che va rispettata e tenuta in debita considerazione. Come Uncem domani avremo un consiglio nazionale. Stiamo facendo grandi pressioni affinchè tutti noi possiamo essere messi nelle stesse condizioni delle realtà più grandi e più importanti”.

Red.
Ufficiale: le Marche tornano zona gialla. Lo ha comunicato poco fa il Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, con un post sul suo profilo Facebook.

Si legge: "Finalmente è arrivata la conferma che tutti aspettavamo: da Domenica torniamo in "zona gialla". Questa notizia ci fa piacere ma non deve essere considerata come una esenzione da ogni responsabilità. Il virus continua a circolare e ogni giorno registriamo un numero di soggetti positivi ancora cospicuo. Se non è necessario, dunque, dobbiamo cercare evitare luoghi di potenziale affollamento, dobbiamo tutti impegnarci al massimo per far sì che la nostra regione resti stabilmente in fascia gialla. Mi raccomando, il colore della nostra regione è nelle vostre mani. Vi prego di aiutarci!"

Il Governatore invita dunque al buonsenso e al rispetto delle regole, visto che come previsto dalla ripartizione in fasce stabilita dal Governo, da domenica sarà nuovamente possibile spostarsi tra comuni e la ristorazione potrà ricominciare a lavorare "in presenza", seppur soltanto fino alle 18.

Resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5.

red.
Al menù di Natale e Capodanno ci ha pensato il Governo con la bozza del Dpcm di Natale approvata la notte scorsa dal Consiglio dei Ministri.
In attesa di sapere se le Marche torneranno ad essere di colore giallo, si discute sulle regole che saranno imposte dal 21 dicembre al 6 gennaio prossimi.
Di seguito la bozza del Dpcm:

Resta il divieto di circolazione dopo le 22 e fino alle 5 del mattino successivo se non per motivi di necessita', lavoro o salute. Il limite varra' anche per Natale, Santo Stefano e a Capodanno. Per questo motivo le messe della vigilia dovranno essere anticipate per permettere ai fedeli di ritornare a casa allo scoccare del coprifuoco.

DIVIETO DI MOBILITA' TRA REGIONI - Dal 21 dicembre non ci si potra' piu' spostare neppure tra regioni gialle. Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza e/o di domicilio, inoltre forse per ricongiungimenti familiari specie nel caso di anziani soli da raggiungere. Restano le eccezioni per motivi di necessita', lavoro o salute. L'ampiezza delle deroghe e' in discussione in queste ore nel governo. Un nodo da sciogliere e' quello delle seconde case, se permettere di andarci o meno.

DIVIETO DI MOBILITA' TRA COMUNI - E' la novita' che potrebbe arrivare tra le restrizioni previste: il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio potrebbe essere proibito spostarsi dal Comune nel quale ci si trova, che sia quello di residenza, domicilio o meno.

QUARANTENA PER CHI TORNA DALL'ESTERO - La misura, che dovrebbe essere valida dal 20 dicembre, e' pensata soprattutto per chi intenda andare a sciare in Svizzera - che ha tenuto le piste aperte - o in Paesi dell'Unione europea, come Slovenia e Austria, con quest'ultimo paese che ha annunciato di aprire le piste solo ai residenti.

RISTORANTI APERTI A PRANZO NEI GIORNI FESTIVITA' - Si potra' pranzare al ristorante il 25 e 26 dicembre, a Capodanno e per l'Epifania. La sera invece resteranno chiusi visto in vigore il coprifuoco.

APERTURA NEGOZI E OUTLET - I negozi dovrebbero restare aperti nei giorni delle festivita' per lo shopping fino alle 21, per permettere di 'spalmare' la clientela lungo un arco di tempo piu' ampio possibile e ridurre il rischio di assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festivita' natalizie.

CHIUSI IMPIANTI SCI MA APERTI HOTEL MONTAGNA - E' uno dei punti fermi a poche ore dalla definizione del DPCM: gli impianti di risalita restano chiusi per il rischio assembramenti. Aperti invece gli alberghi di montagna dove sara' possibile fare il cenone ma in camera.

CROCIERE VIETATE - Fino a qualche giorno fa sembravano una delle poche isole (galleggianti) felici, pur con strettissime misure di sicurezza. Invece il governo ha deciso di proibire i viaggi sugli hotel del mare.

RIDUZIONE DIDATTICA A DISTANZA A DICEMBRE - E' un'ipotesi che avrebbe avanzato il premier Giuseppe Conte per "dare un segnale": Diminuire la percentuale di studenti che fanno lezione a distanza. La scuola nel suo complesso dovrebbe comunque riaprire dopo la Befana. La Ue ha indicato come misura cuscinetto di allungare le vacanze di Natale e dunque posticipare il rientro in aula.

ITALIA A TRE COLORI - Confermato il sistema delle fasce, rossa, arancione e gialla in ordine decrescente di diffusione del contagio e di pressione sul sistema sanitario, con conseguenti misure piu' stringenti. L'obiettivo e' portare entro meta' dicembre tutto il Paese in fascia gialla, la meno rigorosa, ma rafforzata da divieti di mobilita' e altre restrizioni valide per il periodo delle festivita'.

GS
Un eventuale ritorno in zona gialla, sempre più probabile, non salverebbe piscine e palestre, costrette alla chiusura forzata anche nella fascia caratterizzata da restrizioni più blande. Per questo la Regione ha deciso di muoversi stanziando fondi a sostegno degli impianti natatori. Su proposta dell’assessore Giorgia Latini, la Giunta ha integrato i fondi aggiungendo 84mila euro destinati agli impianti con vasche di 25 o più metri.

Incrementiamo gli aiuti – dice l’assessore Latini – grazie alle economie destinate al fondo straordinario per lo sport. Altri fondi saranno ancora destinati e reinvestiti per il tessuto sportivo marchigiano, che al pari di quello economico sta soffrendo molto”.

Giorgia Latini prosegue: “Anche lo sport, come molti altri settori fortemente colpiti dalle restrizioni, si trova a fronteggiare ingenti spese di gestione a fronte di introiti estremamente limitati. Quella delle piscine, in particolare, è una condizione molto onerosa che trova ora un ristoro grazie alle risorse regionali, consentendo ai tanti atleti agonisti e delle associazioni sportive coinvolte di continuare ad allenarsi nella massima sicurezza”.

Red.
Continua il rapporto che lega Caldarola e l’Emilia Romagna sul tema solidarietà: dopo gli aiuti nell’immediato post sisma 2016, ora arrivano aiuti anche per contrastare il Covid.

Mascherine chirurgiche per la cittadinanza e per gli studenti sono state infatti donate da un’azienda emiliana al comune amministrato da Luca Giuseppetti, che ha commentato: “Certo, la pandemia, dopo il sisma ci mette a dura prova, per questo siamo molto felici di questo rapporto di amicizia e solidarietà che ci lega con questa azienda di Campagnola Emilia. Un rapporto che dura dalla fine del 2016, quando già per il sisma eravamo stati aiutati. Ora riceviamo un’altra importante donazione: grazie all’aiuto di questa azienda potremo distribuire le mascherine che ci sono state donate a tutti i nuclei familiari del comune. Sono mascherine realizzate molto bene, oltre che esteticamente apprezzabili. Oltre a questi pacchetti da venti che daremo alle famiglie, ne potremo distribuire altre, di taglia più piccola, per gli studenti delle nostre scuole elementari e medie. Ne siamo felici e soddisfatti”.

Red.

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