«Alla vigilia del nuovo anno scolastico accolgo con soddisfazione l'adozione del decreto con cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha effettuato la ripartizione delle risorse, per la parte riferita all’anno scolastico 2023/2024, delle somme che il Decreto ricostruzione ha stanziato, attraverso l’approvazione di un mio emendamento, per garantire la continuità didattica nelle scuole del cratere 2016 fino all'anno scolastico 2028/29». Lo afferma il commissario Guido Castelli.
La cifra destinata alle 4 regioni del Centro Italia è di circa 3,5 milioni di euro, di cui 2 milioni destinati alle Marche. L’emendamento presentato all’epoca dal commissario Castelli modifica, di fatto, la legge 189 del 2016 finalizzata alla formazione delle classi in deroga fino all’anno scolastico 2028/ 29 così da garantire la continuità didattica: un elemento strategico per la riparazione del cratere.
«La ripartizione odierna – prosegue Castelli - dà attuazione a questa previsione e consente agli Istituti scolastici regionali, che ora possono contare sulle risorse già previste, di formare gli organici scolastici e di garantire le classi secondo quando previsto e predisposto dalla norma. Esprimiamo soddisfazione per questo atto di estrema importanza e ora sarà ora mia cura interagire con gli Uffici Scolastici Regionali affinché avvenga la piena attuazione di quanto previsto».
«Per restituire un futuro di crescita e sviluppo all’Appennino centrale - conclude il Commissario - il contrasto allo spopolamento è decisivo e, in tal senso, fornire servizi come quello scolastico rappresenta un incentivo a restare in territori che dopo decenni di parziale marginalizzazione ora sono tornati al centro dell’agenda del governo».
La cifra destinata alle 4 regioni del Centro Italia è di circa 3,5 milioni di euro, di cui 2 milioni destinati alle Marche. L’emendamento presentato all’epoca dal commissario Castelli modifica, di fatto, la legge 189 del 2016 finalizzata alla formazione delle classi in deroga fino all’anno scolastico 2028/ 29 così da garantire la continuità didattica: un elemento strategico per la riparazione del cratere.
«La ripartizione odierna – prosegue Castelli - dà attuazione a questa previsione e consente agli Istituti scolastici regionali, che ora possono contare sulle risorse già previste, di formare gli organici scolastici e di garantire le classi secondo quando previsto e predisposto dalla norma. Esprimiamo soddisfazione per questo atto di estrema importanza e ora sarà ora mia cura interagire con gli Uffici Scolastici Regionali affinché avvenga la piena attuazione di quanto previsto».
«Per restituire un futuro di crescita e sviluppo all’Appennino centrale - conclude il Commissario - il contrasto allo spopolamento è decisivo e, in tal senso, fornire servizi come quello scolastico rappresenta un incentivo a restare in territori che dopo decenni di parziale marginalizzazione ora sono tornati al centro dell’agenda del governo».
Camerino, arriva l'Ordinanza speciale. Un unico grande cantiere per ricostruire la città ducale
25 Lug 2023
La Cabina di coordinamento sisma, presieduta dal Commissario Guido Castelli, ha raggiunto l’intesa sull’Ordinanza speciale in deroga che regolerà la cantierizzazione del centro storico di Camerino.
L’Ordinanza, molto attesa per sbloccare la ricostruzione di uno dei centri storici più pregiati e danneggiati del cratere sismico, fa riferimento al Piano straordinario di ricostruzione approvato dal Comune e prevede l’istituzione dello specifico Ufficio di coordinamento cantierizzazioni. Quest’ultimo dovrà garantire il rispetto delle tempistiche e il buon avanzamento dei complessi lavori di ricostruzione del centro cittadino che sarà, nei fatti, gestito come un unico grande cantiere.
“Solo attraverso un coordinamento sinergico tra Struttura commissariale, Regione Marche, Ufficio speciale per la ricostruzione e Comune, possiamo dire oggi di avere dato una risposta concreta per superare la fase di stallo nella ricostruzione di Camerino, superando una situazione che ledeva tutta la comunità - dichiara il Commissario Castelli -. Parliamo di una realtà di particolare valenza in virtù, anche ma non solo, della bellezza del suo centro storico e della presenza di una delle più antiche università d'Italia. Questa Ordinanza è un provvedimento innovativo e coraggioso, nato dalla volontà di ascoltare quotidianamente i problemi concreti della ricostruzione che ha visto il Presidente Acquaroli dare un contributo decisivo. Non possiamo più permetterci rallentamenti o incertezze nel restituire vitalità e dignità a uno dei punti di riferimento del nostro Appennino centrale. Camerino è stata concepita come un unico, grande, cantiere perché il suo centro rappresenta un valore che vogliamo far tornare a far pulsare”.
Il quadro dei danni - Camerino ha subito 1,2 miliardi di danni a causa nelle scosse del 26 e 30 ottobre 2016, di cui 896 milioni di euro riferibili alla sola edilizia privata. Relativamente ai lavori necessari da realizzare, Camerino è il secondo comune più danneggiato dell’intero cratere e il primo delle Marche.
L’Ordinanza, molto attesa per sbloccare la ricostruzione di uno dei centri storici più pregiati e danneggiati del cratere sismico, fa riferimento al Piano straordinario di ricostruzione approvato dal Comune e prevede l’istituzione dello specifico Ufficio di coordinamento cantierizzazioni. Quest’ultimo dovrà garantire il rispetto delle tempistiche e il buon avanzamento dei complessi lavori di ricostruzione del centro cittadino che sarà, nei fatti, gestito come un unico grande cantiere.
“Solo attraverso un coordinamento sinergico tra Struttura commissariale, Regione Marche, Ufficio speciale per la ricostruzione e Comune, possiamo dire oggi di avere dato una risposta concreta per superare la fase di stallo nella ricostruzione di Camerino, superando una situazione che ledeva tutta la comunità - dichiara il Commissario Castelli -. Parliamo di una realtà di particolare valenza in virtù, anche ma non solo, della bellezza del suo centro storico e della presenza di una delle più antiche università d'Italia. Questa Ordinanza è un provvedimento innovativo e coraggioso, nato dalla volontà di ascoltare quotidianamente i problemi concreti della ricostruzione che ha visto il Presidente Acquaroli dare un contributo decisivo. Non possiamo più permetterci rallentamenti o incertezze nel restituire vitalità e dignità a uno dei punti di riferimento del nostro Appennino centrale. Camerino è stata concepita come un unico, grande, cantiere perché il suo centro rappresenta un valore che vogliamo far tornare a far pulsare”.
Il quadro dei danni - Camerino ha subito 1,2 miliardi di danni a causa nelle scosse del 26 e 30 ottobre 2016, di cui 896 milioni di euro riferibili alla sola edilizia privata. Relativamente ai lavori necessari da realizzare, Camerino è il secondo comune più danneggiato dell’intero cratere e il primo delle Marche.
Centro storico - La zona rossa del centro storico, prima di alcuni interventi di messa in sicurezza che ne hanno ridotto l’estensione, era la più ampia dell’intero cratere sismico. Si fa riferimento, infatti, a una superficie di oltre 163mila metri quadri, edificata per oltre la metà. Nel centro storico della città ducale ci sono 371 edifici, di cui solo 41 ancora agibili mentre i restanti registrano quasi tutti danni gravi. Relativamente all'edilizia pubblica, sono presenti gli edifici del Comune, della Provincia, dell’Arcidiocesi, dell’Università, mentre la maggior percentuale degli edifici (circa il 62%) sono di privati.
Il problema della viabilità - Il centro storico di Camerino ha un impianto medievale, con due sole possibilità di accesso a mezzi di grandi dimensioni. Le vie sono dunque per lo più strette e vi sono poche aree disponibili per stoccare i materiali dei cantieri. Inoltre, gli edifici, nonostante i gravi danni all’interno, hanno fatto registrare un numero ridotto di crolli e gli interventi di demolizione e ricostruzione vanno quindi impostati tenendo conto dell’ampiezza limitata della viabilità e del progredire, nel tempo, degli altri lavori nei palazzi vicini. Una complessità di cantierizzazione inedita e di difficile soluzione che aveva determinato una situazione di semi-stallo della ricostruzione, fatta eccezione per pochissimi interventi.
Il problema della viabilità - Il centro storico di Camerino ha un impianto medievale, con due sole possibilità di accesso a mezzi di grandi dimensioni. Le vie sono dunque per lo più strette e vi sono poche aree disponibili per stoccare i materiali dei cantieri. Inoltre, gli edifici, nonostante i gravi danni all’interno, hanno fatto registrare un numero ridotto di crolli e gli interventi di demolizione e ricostruzione vanno quindi impostati tenendo conto dell’ampiezza limitata della viabilità e del progredire, nel tempo, degli altri lavori nei palazzi vicini. Una complessità di cantierizzazione inedita e di difficile soluzione che aveva determinato una situazione di semi-stallo della ricostruzione, fatta eccezione per pochissimi interventi.
La soluzione dell’Ordinanza speciale - L'Ordinanza ha definito gli strumenti e l'operatività per l'attuazione del Psr, frutto dell'accurato, meticoloso, lavoro svolto dal Comune, che per la sua definizione si è confrontato anche con i cittadini del centro storico. In particolare, l’Ordinanza indica nel Comune il Coordinatore della ricostruzione del centro storico: sarà quindi l’amministrazione a costituire l’Ufficio di coordinamento cantierizzazioni, composto da personale comunale e da eventuali esperti individuati dalla Struttura Commissariale e dall’USR Marche. Il Comune potrà inoltre esercitare il potere sostitutivo nel caso di inerzia da parte dei privati. In questo modo si eviterà che, all’interno del centro storico, alcuni edifici non vengano ricostruiti.
Nessun ritardo per chi vuole presentare i progetti - Il centro storico sarà gestito come un unico grande cantiere, in modo da installare in modo ragionato i mezzi e le aree di stoccaggio. Questo comporterà la partenza a scaglioni delle varie aree, secondo un cronoprogramma a cura del Comune ma che in ogni caso non impedirà ai proprietari delle case di presentare il proprio progetto di ricostruzione. Il fatto di avere casa in un’area del centro piuttosto che in un’altra non dovrà dunque limitare la redazione e la presentazione dei progetti.
L’Ordinanza per l’Hotel Roma e Vallicelle - La Cabina di coordinamento ha anche assegnato ulteriori 3,8 milioni di euro per due interventi di particolare rilevanza per la comunità. Il primo, nel centro storico, riguarda la demolizione con indagine archeologica Presidenza del Consiglio dei Ministri Il Commissario Straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 dell’Hotel Roma, finalizzata a valutare i successivi piani di ricostruzione alla luce degli esiti degli scavi. L’Ordinanza imposta anche la soluzione per la ricostruzione di Vallicelle, il quartiere più popoloso di Camerino prima del sisma. Fino a oggi non si era potuto procedere con progettazioni e lavori a causa dei problemi dovuti alla presenza dell’elettrodotto Terna. Viene ora invece finanziato l’interramento dell’elettrodotto, il che consentirà a cento famiglie, che al momento vivono nelle Sae o in affitto grazie al Contributo di autonoma sistemazione, di avviare le progettazioni per la ricostruzione. I lavori potranno avvenire nelle more della tempistica necessaria per l’interramento.
Nessun ritardo per chi vuole presentare i progetti - Il centro storico sarà gestito come un unico grande cantiere, in modo da installare in modo ragionato i mezzi e le aree di stoccaggio. Questo comporterà la partenza a scaglioni delle varie aree, secondo un cronoprogramma a cura del Comune ma che in ogni caso non impedirà ai proprietari delle case di presentare il proprio progetto di ricostruzione. Il fatto di avere casa in un’area del centro piuttosto che in un’altra non dovrà dunque limitare la redazione e la presentazione dei progetti.
L’Ordinanza per l’Hotel Roma e Vallicelle - La Cabina di coordinamento ha anche assegnato ulteriori 3,8 milioni di euro per due interventi di particolare rilevanza per la comunità. Il primo, nel centro storico, riguarda la demolizione con indagine archeologica Presidenza del Consiglio dei Ministri Il Commissario Straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 dell’Hotel Roma, finalizzata a valutare i successivi piani di ricostruzione alla luce degli esiti degli scavi. L’Ordinanza imposta anche la soluzione per la ricostruzione di Vallicelle, il quartiere più popoloso di Camerino prima del sisma. Fino a oggi non si era potuto procedere con progettazioni e lavori a causa dei problemi dovuti alla presenza dell’elettrodotto Terna. Viene ora invece finanziato l’interramento dell’elettrodotto, il che consentirà a cento famiglie, che al momento vivono nelle Sae o in affitto grazie al Contributo di autonoma sistemazione, di avviare le progettazioni per la ricostruzione. I lavori potranno avvenire nelle more della tempistica necessaria per l’interramento.
Al via i cantieri di Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, previsti dal Piano nazionale complementare sisma nelle stazioni di Tolentino, Macerata e Fabriano, e subito dopo l’estate si avvierà anche il restyling della stazione di Ascoli Piceno. Interventi del valore complessivo di circa 15 milioni di euro, che si aggiungono a circa 40 mln di investimenti che il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha pianificato nel territorio del cratere marchigiano.
"La mobilità su ferro è parte integrante della strategia che insieme alla Regione Marche e Gruppo FS Italiane abbiamo impostato per il rilancio dei territori del cratere -spiega il Commissario Guido Castelli -. Le aree interne, anche per oggettive difficoltà dovute alla conformazione del territorio, hanno da lungo tempo patito un maggiore isolamento. Per questo l’investimento del Pnc sia per la viabilità su quattro ruote che per la riqualificazione delle stazioni ferroviarie, assume una forte valenza strategica anche nel lungo periodo. Le stazioni saranno sempre più importanti nell’ottica di un trasporto intermodale, che garantisca ai viaggiatori di poter accedere ai nostri territori nel modo più comodo e sostenibile possibile. Iniziamo a porre le basi per un Appennino centrale connesso, sostenibile e sicuro”.
I progetti nel dettaglio - I lavori del Pnc nelle quattro stazioni marchigiane prevedono il miglioramento sismico delle strutture, per garantire un più elevato grado di sicurezza, e la riqualifica dei fabbricati viaggiatori, ottenendo in tutti gli spazi in cui i viaggiatori transitano, una maggiore accessibilità, efficienza e comfort. Durante il processo di restyling, verranno inoltre adottate soluzioni ecosostenibili per ridurre l'impatto ambientale e promuovere la sostenibilità a lungo termine delle infrastrutture ferroviarie. Gli interventi tengono conto anche dell’identità architettonica degli edifici, preservandone e migliorandone l’estetica per valorizzarli nel contesto urbano in cui si collocano.
Il valore dell’investimento PNC: Per la stazione di Ascoli Piceno è previsto un finanziamento pari a circa 5 mln di euro, per la stazione di Fabriano circa 3 mln di euro, per la stazione di Macerata circa 5 mln di euro e per la stazione di Tolentino circa 2 mln di euro, tutti a valere sul Pnc sisma, il Fondo complementare al Pnrr gestito dalla Cabina di coordinamento integrata.
La tempistica dei lavori – L’avvio dei lavori è avvento nel mese di marzo, con successive attività propedeutiche e consegna delle aree fino a luglio. L’avvio delle lavorazioni avverrà in un arco temporale a partire dal mese di luglio 2023 e saranno completati entro la fine del 2025. L’intervento di realizzazione della stazione di Tolentino-Campus, inizialmente previsto nel contesto del Pnc sisma, è stato cofinanziato da Regione Marche e RFI su fondi del contratto di programma.
"La mobilità su ferro è parte integrante della strategia che insieme alla Regione Marche e Gruppo FS Italiane abbiamo impostato per il rilancio dei territori del cratere -spiega il Commissario Guido Castelli -. Le aree interne, anche per oggettive difficoltà dovute alla conformazione del territorio, hanno da lungo tempo patito un maggiore isolamento. Per questo l’investimento del Pnc sia per la viabilità su quattro ruote che per la riqualificazione delle stazioni ferroviarie, assume una forte valenza strategica anche nel lungo periodo. Le stazioni saranno sempre più importanti nell’ottica di un trasporto intermodale, che garantisca ai viaggiatori di poter accedere ai nostri territori nel modo più comodo e sostenibile possibile. Iniziamo a porre le basi per un Appennino centrale connesso, sostenibile e sicuro”.
I progetti nel dettaglio - I lavori del Pnc nelle quattro stazioni marchigiane prevedono il miglioramento sismico delle strutture, per garantire un più elevato grado di sicurezza, e la riqualifica dei fabbricati viaggiatori, ottenendo in tutti gli spazi in cui i viaggiatori transitano, una maggiore accessibilità, efficienza e comfort. Durante il processo di restyling, verranno inoltre adottate soluzioni ecosostenibili per ridurre l'impatto ambientale e promuovere la sostenibilità a lungo termine delle infrastrutture ferroviarie. Gli interventi tengono conto anche dell’identità architettonica degli edifici, preservandone e migliorandone l’estetica per valorizzarli nel contesto urbano in cui si collocano.
Il valore dell’investimento PNC: Per la stazione di Ascoli Piceno è previsto un finanziamento pari a circa 5 mln di euro, per la stazione di Fabriano circa 3 mln di euro, per la stazione di Macerata circa 5 mln di euro e per la stazione di Tolentino circa 2 mln di euro, tutti a valere sul Pnc sisma, il Fondo complementare al Pnrr gestito dalla Cabina di coordinamento integrata.
La tempistica dei lavori – L’avvio dei lavori è avvento nel mese di marzo, con successive attività propedeutiche e consegna delle aree fino a luglio. L’avvio delle lavorazioni avverrà in un arco temporale a partire dal mese di luglio 2023 e saranno completati entro la fine del 2025. L’intervento di realizzazione della stazione di Tolentino-Campus, inizialmente previsto nel contesto del Pnc sisma, è stato cofinanziato da Regione Marche e RFI su fondi del contratto di programma.
Nuove strategie integrate di sviluppo culturale, economico e sociale per la rigenerazione dei centri maggiormente colpiti dal terremoto del 2016. Questo il focus dell’incontro, nella sede del Museo Diocesano MARec, con i sindaci dei Comuni del cratere delle Marche.
A fare il punto, anche sulle attività già in corso, il Commissario Straordinario per la Riparazione e Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli e il Presidente della Fondazione Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo -, Alessandro Giuli. Con loro Mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino, l’Assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi, il Sottosegretario con delega alla ricostruzione Lucia Albano e il Sindaco di San Severino Rosa Piermattei.
Nel corso dell'incontro l'annuncio, dato dallo stesso Commissario Castelli, che il prossimo 24 novembre, alle ore 11, Papa Francesco riceverà tutti i sindaci del cratere in udienza privata in Vaticano.
A fare il punto, anche sulle attività già in corso, il Commissario Straordinario per la Riparazione e Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli e il Presidente della Fondazione Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo -, Alessandro Giuli. Con loro Mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino, l’Assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi, il Sottosegretario con delega alla ricostruzione Lucia Albano e il Sindaco di San Severino Rosa Piermattei.
Nel corso dell'incontro l'annuncio, dato dallo stesso Commissario Castelli, che il prossimo 24 novembre, alle ore 11, Papa Francesco riceverà tutti i sindaci del cratere in udienza privata in Vaticano.
L’obiettivo del Protocollo in essere tra la Struttura Commissariale e la Fondazione MAXXI è supportare i Comuni del cratere per lo sviluppo di progetti di rigenerazione urbana e territoriale legati alle risorse territoriali, al rilancio dell’economia culturale e sociale, con particolare attenzione alla qualità architettonica e urbanistica dei programmi che vengono portati avanti. Tra le finalità dell’accordo anche l’istituzione di un gruppo di lavoro destinato alle strategie di sviluppo economico, culturale e sociale dei borghi e dei propri territori, che lavora al servizio del territorio dalla sottoscrizione del protocollo. A tale scopo presso la Struttura commissariale da un anno il “Gruppo Borghi” è al lavoro per mettere a sistema proprio i legati alla ricostruzione: transizione digitale ed energetica, valorizzazione dei legami umani, esplorando i temi più urgenti del nostro tempo, tra cui il rapporto tra uomo e natura, e le possibili applicazioni nella rigenerazione dei borghi colpiti dal terremoto delle innovazioni dell’arte, dell’architettura, della scienza e dell’intelligenza artificiale.
“È nostro dovere tutelare il patrimonio identitario e la storia dell’Appennino centrale, per il bene delle generazioni presenti e future - ha dichiarato Castelli -, attraverso l'opera sia di ricostruzione materiale sia di ricucitura sociale e culturale dei territori feriti. Oggi siamo al MARec espressione della capacità e della tenacia di un territorio che ha saputo risollevarsi e raccontare sé stesso dimostrando di saper guardare al futuro delle generazioni grazie alla formazione artistica e culturale per il recupero delle opere d’arte. A questo si aggiunge la capacità di programmazione del Piano Nazionale complementare dedicato al centro Italia per lo sviluppo economico e sociale e di rigenerazione urbana. E’ il momento di passare dalla programmazione all’attuazione della Terza Italia, ovvero la nuova valorizzazione delle potenzialità locali dell’Appennino centrale”.
Il Presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli: “E’ particolarmente significativo questo incontro al MARec, il Museo dell’arte recuperata, un progetto prezioso che rende fruibili opere d’arte meravigliose in attesa che tornino nelle chiese per le quali sono state create. Le Marche, del resto, come tutta l’area dell'Appennino centrale, sono ricche di un patrimonio culturale diffuso da recuperare, proteggere, valorizzare. E' importante essere oggi, insieme ai sindaci e al Commissario Castelli, in questo territorio che ha puntato proprio sull’arte, sulla cultura, sulla rigenerazione urbana per rinascere. il MAXXI è onorato di mettere a disposizione le sue esperienze e competenze per contribuire a questa rinascita e a riattivare la vita nei luoghi colpiti dal sisma".
L’Arcivescovo Francesco Massara: “Il programma per un rilancio autentico dell’economia del turismo nei territori del sisma non può non ripartire dalla consapevolezza dell’importanza dei beni culturali ecclesiastici come risorsa fondamentale:il patrimonio culturale ecclesiastico è tra i più considerevoli nella regione, sia in termini di quantità che di qualità. Le scelte strategiche non devono nascere dalle emergenze, ma non c’è dubbio che questa crisi debba, per forza, spingere ancora di più all'aggregazione. Creare sistemi dalle strutture flessibili, non burocratiche, con personale competente e specializzato in modo da passare da un progetto all’altro cogliendo di volta in volta finanziamenti appositi. Perché alla fine salvare questo territorio è possibile solo facendo sinergia tra tutte le istituzioni presenti sullo stesso in modo da creare un circolo virtuoso. Ringrazio il Commissario Castelli che si sta muovendo proprio in questo senso per una ripresa economica,culturale e sociale di tutto il cratere grazie anche a questa nuova collaborazione con il MAXXI”.
“È significativo - commenta l'assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi - che l'incontro di oggi si tenga nella sede del Museo Diocesano MARec, eccellente prodotto di una straordinaria intuizione: l'arte e la bellezza acquisiscono senso se vivono nella comunità. Ringrazio il Commissario Straordinario Guido Castelli, il presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli e Monsignor Massara per questa attenzione al nostro patrimonio. La presenza dei sindaci dell'area del sisma ci aiuta a tenere presente una funzione sociale a cui la cultura adempie per sua natura. La continua opera di costruzione e ricostruzione della nostra identità, che è evidentemente un momento di coesione. Salviamo e tuteliamo i beni materiali perchè ad essi riconosciamo un valore immateriale, un' appartenenza, ciò a cui siamo legati. Un'opera d'arte, un monumento è anche la storia di una serie relazioni, di scambi che poi diventano anche sociali ed economici. A questo nucleo fondamentale si ispirano anche le strategie regionali. Possiamo e dobbiamo ripartire dalla cultura perché è qui ciò che amiamo".
Il Sottosegretario Lucia Albano: “La rigenerazione culturale dei luoghi, con il supporto del MAXXI, è centrale per rendere i borghi centri di sviluppo economico. Restituire i beni alla collettività non significa soltanto permettere alle persone di rientrare nelle proprie abitazioni e riprendere le proprie attività. Questa è la prima, irrinunciabile, necessità. Significa anche restituire alla collettività un territorio migliore, più ricco e attrattivo. Economia e cultura sono strettamente interconnesse: il patrimonio culturale può contribuire significativamente allo sviluppo di un'economia sana e può anche svolgere un ruolo importante nel rilancio socioeconomico, in particolare a seguito di calamità”.
Il Sindaco Rosa Piermattei: “San Severino Marche rientra tra i Comuni maggiormente colpiti dagli eventi sismici del 2016. Tra le realtà del cratere è una di quelle che ha registrato i danni maggiori con oltre 1.200 edifici dichiarati inagibili e, in piena emergenza, con quasi 3mila persone costrette a sfollare. Ad oggi sono stati chiusi quasi 400 cantieri ma occorre ancora fare tanto: serve velocizzare il ritorno alla normalità ma serve, sicuramente, anche guardare oltre perché, se è vero che è necessario ricostruire, è anche vero che risulta di vitale importanza dare una speranza a queste nostre terre per il loro futuro. Progetti come quello che riguarda la Fondazione Maxxi e la Struttura Commissariale vanno proprio in questa direzione perché mirano allo sviluppo, a migliorare i territoriali, a rilanciare la loro economia culturale e sociale. Il cantiere che sta interessando il nostro giardino storico “Giuseppe Coletti” è stato pensato volgendo uno sguardo attento alla dimensione umana della ricostruzione. Quello che si sta recuperando, infatti, è un paradiso nel cuore del nucleo urbano e, al tempo stesso, un posto dell’anima per tanti settempedani che, mi auguro, possano qui ritrovare non solo la loro dimensione ma anche il loro stare insieme e il loro tornare ad essere comunità vera. Anche questo è uno degli scopi della ricostruzione: ridare speranza e riconsegnare ai Comuni colpiti dal terremoto la propria identità”.
“È nostro dovere tutelare il patrimonio identitario e la storia dell’Appennino centrale, per il bene delle generazioni presenti e future - ha dichiarato Castelli -, attraverso l'opera sia di ricostruzione materiale sia di ricucitura sociale e culturale dei territori feriti. Oggi siamo al MARec espressione della capacità e della tenacia di un territorio che ha saputo risollevarsi e raccontare sé stesso dimostrando di saper guardare al futuro delle generazioni grazie alla formazione artistica e culturale per il recupero delle opere d’arte. A questo si aggiunge la capacità di programmazione del Piano Nazionale complementare dedicato al centro Italia per lo sviluppo economico e sociale e di rigenerazione urbana. E’ il momento di passare dalla programmazione all’attuazione della Terza Italia, ovvero la nuova valorizzazione delle potenzialità locali dell’Appennino centrale”.
Il Presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli: “E’ particolarmente significativo questo incontro al MARec, il Museo dell’arte recuperata, un progetto prezioso che rende fruibili opere d’arte meravigliose in attesa che tornino nelle chiese per le quali sono state create. Le Marche, del resto, come tutta l’area dell'Appennino centrale, sono ricche di un patrimonio culturale diffuso da recuperare, proteggere, valorizzare. E' importante essere oggi, insieme ai sindaci e al Commissario Castelli, in questo territorio che ha puntato proprio sull’arte, sulla cultura, sulla rigenerazione urbana per rinascere. il MAXXI è onorato di mettere a disposizione le sue esperienze e competenze per contribuire a questa rinascita e a riattivare la vita nei luoghi colpiti dal sisma".
L’Arcivescovo Francesco Massara: “Il programma per un rilancio autentico dell’economia del turismo nei territori del sisma non può non ripartire dalla consapevolezza dell’importanza dei beni culturali ecclesiastici come risorsa fondamentale:il patrimonio culturale ecclesiastico è tra i più considerevoli nella regione, sia in termini di quantità che di qualità. Le scelte strategiche non devono nascere dalle emergenze, ma non c’è dubbio che questa crisi debba, per forza, spingere ancora di più all'aggregazione. Creare sistemi dalle strutture flessibili, non burocratiche, con personale competente e specializzato in modo da passare da un progetto all’altro cogliendo di volta in volta finanziamenti appositi. Perché alla fine salvare questo territorio è possibile solo facendo sinergia tra tutte le istituzioni presenti sullo stesso in modo da creare un circolo virtuoso. Ringrazio il Commissario Castelli che si sta muovendo proprio in questo senso per una ripresa economica,culturale e sociale di tutto il cratere grazie anche a questa nuova collaborazione con il MAXXI”.

“È significativo - commenta l'assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi - che l'incontro di oggi si tenga nella sede del Museo Diocesano MARec, eccellente prodotto di una straordinaria intuizione: l'arte e la bellezza acquisiscono senso se vivono nella comunità. Ringrazio il Commissario Straordinario Guido Castelli, il presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli e Monsignor Massara per questa attenzione al nostro patrimonio. La presenza dei sindaci dell'area del sisma ci aiuta a tenere presente una funzione sociale a cui la cultura adempie per sua natura. La continua opera di costruzione e ricostruzione della nostra identità, che è evidentemente un momento di coesione. Salviamo e tuteliamo i beni materiali perchè ad essi riconosciamo un valore immateriale, un' appartenenza, ciò a cui siamo legati. Un'opera d'arte, un monumento è anche la storia di una serie relazioni, di scambi che poi diventano anche sociali ed economici. A questo nucleo fondamentale si ispirano anche le strategie regionali. Possiamo e dobbiamo ripartire dalla cultura perché è qui ciò che amiamo".
Il Sottosegretario Lucia Albano: “La rigenerazione culturale dei luoghi, con il supporto del MAXXI, è centrale per rendere i borghi centri di sviluppo economico. Restituire i beni alla collettività non significa soltanto permettere alle persone di rientrare nelle proprie abitazioni e riprendere le proprie attività. Questa è la prima, irrinunciabile, necessità. Significa anche restituire alla collettività un territorio migliore, più ricco e attrattivo. Economia e cultura sono strettamente interconnesse: il patrimonio culturale può contribuire significativamente allo sviluppo di un'economia sana e può anche svolgere un ruolo importante nel rilancio socioeconomico, in particolare a seguito di calamità”.
Il Sindaco Rosa Piermattei: “San Severino Marche rientra tra i Comuni maggiormente colpiti dagli eventi sismici del 2016. Tra le realtà del cratere è una di quelle che ha registrato i danni maggiori con oltre 1.200 edifici dichiarati inagibili e, in piena emergenza, con quasi 3mila persone costrette a sfollare. Ad oggi sono stati chiusi quasi 400 cantieri ma occorre ancora fare tanto: serve velocizzare il ritorno alla normalità ma serve, sicuramente, anche guardare oltre perché, se è vero che è necessario ricostruire, è anche vero che risulta di vitale importanza dare una speranza a queste nostre terre per il loro futuro. Progetti come quello che riguarda la Fondazione Maxxi e la Struttura Commissariale vanno proprio in questa direzione perché mirano allo sviluppo, a migliorare i territoriali, a rilanciare la loro economia culturale e sociale. Il cantiere che sta interessando il nostro giardino storico “Giuseppe Coletti” è stato pensato volgendo uno sguardo attento alla dimensione umana della ricostruzione. Quello che si sta recuperando, infatti, è un paradiso nel cuore del nucleo urbano e, al tempo stesso, un posto dell’anima per tanti settempedani che, mi auguro, possano qui ritrovare non solo la loro dimensione ma anche il loro stare insieme e il loro tornare ad essere comunità vera. Anche questo è uno degli scopi della ricostruzione: ridare speranza e riconsegnare ai Comuni colpiti dal terremoto la propria identità”.
Lo stop al cantiere dell’istituto tecnico “Eustachio Divini” è arrivato anche in consiglio comunale. Le schermaglie dei giorni scorsi tra la minoranza guidata da Tarcisio Antognozzi e la giunta capitanata dal sindaco Rosa Piermattei si è spostata dai giornali all’aula dell’assise cittadina. Era stato proprio Antognozzi, nel pomeriggio di lunedì a sottolineare come alcuni abitanti della zona dell’istituto tecnico avessero notato che il cantiere era in fase di smontaggio. Indiscrezioni in seguito confermate. Il cantiere è in fase di stallo e la Cari costruzioni, la ditta aggiudicataria dell’appalto, ha provveduto alla smobilitazione di alcuni dei mezzi e delle strutture impiegati nei lavori.
Nelle ore successive ha parlato anche il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, che si è confrontato in prima persona con i vertici della ditta edile. Proprio il commissario ha confermato le intenzioni della ditta di non voler abbandonare il cantiere e la necessità di trovare una soluzione finanziaria e burocratica per l’impasse che si è creata. Il cantiere è ormai fermo dallo scorso novembre e questi ultimi avvenimenti hanno spinto anche il consiglio di istituto del “Divini” a intervenire nel dibattito. Parole ma anche fatti, visto che nel tardo pomeriggio di ieri, poco prima della seduta consiliare è apparso uno striscione proprio ad opera del consiglio di istituto. «Non ci fermiamo, ricostruiamo! Il tempo del Divini è adesso» hanno scritto, per poi assistere in presenza alla riunione del consiglio comunale.
È stato il sindaco Piermattei a fare chiarezza sui diversi punti della vicenda, partendo dalle dimissioni nello scorso febbraio dell’ingegner Marco Barcaioni, fino ad allora direttore dei lavori. «Il responsabile dell’area tecnica del comune non è più direttore dei lavori – ha precisato Piermattei –, avendo lasciato l’incarico nello scorso mese di febbraio. Detto questo il commissario Castelli ha fatto sapere di aver incontrato la ditta appaltatrice Cari Costruzioni e di essersi lungamente confrontato con l’azienda, che non ritiene di abbandonare il cantiere. Tuttavia la ditta pretende la puntuale esecuzione di quanto disposto dal collegio tecnico consuntivo. Il commissario mi ha anche riferito di aver tracciato una linea di condotta che potrà consentire la definizione positiva della vicenda, cosicché possano riprendere a pieno ritmo i lavori del cantiere. Ricordo poi, come già riferito in precedenza, che il soggetto attuatore dei lavori dell’istituto non sarà più la struttura commissariale, ma la provincia di Macerata».
l.c.
Nelle ore successive ha parlato anche il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, che si è confrontato in prima persona con i vertici della ditta edile. Proprio il commissario ha confermato le intenzioni della ditta di non voler abbandonare il cantiere e la necessità di trovare una soluzione finanziaria e burocratica per l’impasse che si è creata. Il cantiere è ormai fermo dallo scorso novembre e questi ultimi avvenimenti hanno spinto anche il consiglio di istituto del “Divini” a intervenire nel dibattito. Parole ma anche fatti, visto che nel tardo pomeriggio di ieri, poco prima della seduta consiliare è apparso uno striscione proprio ad opera del consiglio di istituto. «Non ci fermiamo, ricostruiamo! Il tempo del Divini è adesso» hanno scritto, per poi assistere in presenza alla riunione del consiglio comunale.
È stato il sindaco Piermattei a fare chiarezza sui diversi punti della vicenda, partendo dalle dimissioni nello scorso febbraio dell’ingegner Marco Barcaioni, fino ad allora direttore dei lavori. «Il responsabile dell’area tecnica del comune non è più direttore dei lavori – ha precisato Piermattei –, avendo lasciato l’incarico nello scorso mese di febbraio. Detto questo il commissario Castelli ha fatto sapere di aver incontrato la ditta appaltatrice Cari Costruzioni e di essersi lungamente confrontato con l’azienda, che non ritiene di abbandonare il cantiere. Tuttavia la ditta pretende la puntuale esecuzione di quanto disposto dal collegio tecnico consuntivo. Il commissario mi ha anche riferito di aver tracciato una linea di condotta che potrà consentire la definizione positiva della vicenda, cosicché possano riprendere a pieno ritmo i lavori del cantiere. Ricordo poi, come già riferito in precedenza, che il soggetto attuatore dei lavori dell’istituto non sarà più la struttura commissariale, ma la provincia di Macerata».
l.c.
«Un appello accorato» al commissario Castelli e al presidente della provincia Parcaroli, quello del consiglio di istituto dell’Itts “Eustachio Divini” di San Severino Marche. In un comunicato diramato alla stampa, l’organo della scuola ha espresso «preoccupazione, indignazione e rammarico» in merito alla notizia dello stop ai lavori della nuova sede. Continua dunque la discussione intorno allo smobilitazione del cantiere dell’istituto tecnico settempedano. Dopo il botta e risposta tra la giunta Piermattei e la minoranza guidata da Tarcisio Antognozzi, anche il consiglio di istituto ha reso nota la sua posizione a pochi giorni dallo smontaggio del cantiere della maggiore opera della ricostruzione pubblica nel cratere sismico.
I lavori sono fermi dallo scorso novembre e il cantiere è stato smontato a inizio settimana. Al momento non è chiaro quando le opere potranno ripartire. A tal proposito il consiglio di istituto ha sottolineato di non voler «entrare assolutamente nel dibattito politico che si sta sviluppando – dicono –. Siamo comunque costretti a constatare che gli ostacoli alla realizzazione della nuova scuola si stanno dimostrando infiniti. I lavori della nuova sede rischiano addirittura di fermarsi. Questo in un momento in cui le aziende ci chiedono sempre più diplomati-tecnici da assumere e in una fase storica che, con i fondi del Pnrr, ci consente l’acquisto di nuovi strumenti per la didattica e l’avvio di numerosi corsi di aggiornamento per alunni e docenti. L’ultimazione della nuova palestra non risolve il problema di fondo – continuano –, che rimane la realizzazione e la consegna dell’edificio principale. C’è grande delusione, visto che un’ opera dello stato dalla priorità assoluta deve soggiacere a lungaggini amministrative e ad accordi disattesi tra le parti coinvolte. Questo consiglio si è chiesto ripetutamente: “A chi giova se il nuovo ‘Divini’ non vedrà la luce?” Non certo alla cittadinanza settempedana, né agli abitanti dei comuni limitrofi. Testimoni dell’attenzione che il sindaco Piermattei ha rivolto in questi anni alla realizzazione della scuola, rivolgiamo un accorato appello al commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, e al presidente della provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, proprietaria degli istituti superiori. Chiediamo che tutto quanto in loro potere sia fatto per far ripartire i lavori e concludere l’opera, ridando speranza ai giovani del territorio e a tutta la comunità. Se così non fosse – concludono – dovremo assistere all’ennesima sconfitta dello Stato che, pur avendo autorizzato l’opera e concesso il finanziamento, a distanza di ben 7 anni dal sisma non riesce ancora ad aprire una scuola essenziale per lo sviluppo e il rilancio del territorio».
l.c.
I lavori sono fermi dallo scorso novembre e il cantiere è stato smontato a inizio settimana. Al momento non è chiaro quando le opere potranno ripartire. A tal proposito il consiglio di istituto ha sottolineato di non voler «entrare assolutamente nel dibattito politico che si sta sviluppando – dicono –. Siamo comunque costretti a constatare che gli ostacoli alla realizzazione della nuova scuola si stanno dimostrando infiniti. I lavori della nuova sede rischiano addirittura di fermarsi. Questo in un momento in cui le aziende ci chiedono sempre più diplomati-tecnici da assumere e in una fase storica che, con i fondi del Pnrr, ci consente l’acquisto di nuovi strumenti per la didattica e l’avvio di numerosi corsi di aggiornamento per alunni e docenti. L’ultimazione della nuova palestra non risolve il problema di fondo – continuano –, che rimane la realizzazione e la consegna dell’edificio principale. C’è grande delusione, visto che un’ opera dello stato dalla priorità assoluta deve soggiacere a lungaggini amministrative e ad accordi disattesi tra le parti coinvolte. Questo consiglio si è chiesto ripetutamente: “A chi giova se il nuovo ‘Divini’ non vedrà la luce?” Non certo alla cittadinanza settempedana, né agli abitanti dei comuni limitrofi. Testimoni dell’attenzione che il sindaco Piermattei ha rivolto in questi anni alla realizzazione della scuola, rivolgiamo un accorato appello al commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, e al presidente della provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, proprietaria degli istituti superiori. Chiediamo che tutto quanto in loro potere sia fatto per far ripartire i lavori e concludere l’opera, ridando speranza ai giovani del territorio e a tutta la comunità. Se così non fosse – concludono – dovremo assistere all’ennesima sconfitta dello Stato che, pur avendo autorizzato l’opera e concesso il finanziamento, a distanza di ben 7 anni dal sisma non riesce ancora ad aprire una scuola essenziale per lo sviluppo e il rilancio del territorio».
l.c.
Macereto, via ai lavori nel complesso del santuario. Pronto il progetto esecutivo per la chiesa
29 Giu 2023
Mezzi finalmente al lavoro nel complesso del santuario di Macereto. Nei giorni scorsi è stato infatti allestito il cantiere che riguarda i quattro immobili accessori che circondano l'edificio del santuario. Si tratta di un'opera considerevole sotto il profilo economico - quasi sette milioni di euro -, che fa il paio con i lavori che molto presto riguarderanno proprio la chiesa. Il relativo progetto esecutivo sarà infatti consegnato entro le prossime settimane. Passi avanti decisi, insomma, nella ricostruzione di uno dei luoghi simbolo dell'arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche.
Nel dettaglio, il cantiere attualmente operativo è quello che si occuperà del recupero di quattro strutture - tre nel territorio del comune di Visso, uno ad Ussita - gravemente danneggiate dal terremoto del 2016. Si parla di lavori di ristrutturazione e di miglioramento sismico. Questi edifici sorgono intorno al luogo di culto vero e proprio e prima del terremoto di sette anni fa venivano utilizzati a scopo ricreativo, come ad esempio per i campi scuola estivi. La progettazione dei lavori su questi immobili è dello studio Archliving, mentre l'esecuzione è affidata al consorzio di imprese Atlante. Le condizioni del finanziamento impongono la consegna dei lavori prima dei prossimi 24 mesi. Per quello che riguarda invece la chiesa, la progettazione esecutiva dovrebbe essere consegnata nella prima metà di luglio. Da lì in avanti si procederà con l'affidamento dei lavori. Presto prenderà il via anche questo cantiere.
Soddisfatto l’arcivescovo Francesco Massara, che ha parlato di un cantiere «che presto restituirà alla comunità uno dei luoghi simbolo del territorio diocesano – commenta – . Il santuario di Macereto è uno dei tesori dell’entroterra, uno dei posti più belli della nostra regione. Molto presto potremo riavere un bellissimo luogo di preghiera e di incontro per tutti coloro che vivono in quella zona e per i numerossissimi visitatori. Non solo: fra quindici giorni verrà infatti firmato il contratto con l'impresa che si occuperà dei lavori al complesso dell'ex chiesa di Sant' Agostino a Visso. I nostri ringraziamenti vanno al commissario Guido Castelli, per il sostegno che sta mostrando nei confronti del nostro territorio gravemente colpito dal sisma di sette anni fa».
l.c.
In foto il cantiere allestito nei giorni scorsi





Nel dettaglio, il cantiere attualmente operativo è quello che si occuperà del recupero di quattro strutture - tre nel territorio del comune di Visso, uno ad Ussita - gravemente danneggiate dal terremoto del 2016. Si parla di lavori di ristrutturazione e di miglioramento sismico. Questi edifici sorgono intorno al luogo di culto vero e proprio e prima del terremoto di sette anni fa venivano utilizzati a scopo ricreativo, come ad esempio per i campi scuola estivi. La progettazione dei lavori su questi immobili è dello studio Archliving, mentre l'esecuzione è affidata al consorzio di imprese Atlante. Le condizioni del finanziamento impongono la consegna dei lavori prima dei prossimi 24 mesi. Per quello che riguarda invece la chiesa, la progettazione esecutiva dovrebbe essere consegnata nella prima metà di luglio. Da lì in avanti si procederà con l'affidamento dei lavori. Presto prenderà il via anche questo cantiere.
Soddisfatto l’arcivescovo Francesco Massara, che ha parlato di un cantiere «che presto restituirà alla comunità uno dei luoghi simbolo del territorio diocesano – commenta – . Il santuario di Macereto è uno dei tesori dell’entroterra, uno dei posti più belli della nostra regione. Molto presto potremo riavere un bellissimo luogo di preghiera e di incontro per tutti coloro che vivono in quella zona e per i numerossissimi visitatori. Non solo: fra quindici giorni verrà infatti firmato il contratto con l'impresa che si occuperà dei lavori al complesso dell'ex chiesa di Sant' Agostino a Visso. I nostri ringraziamenti vanno al commissario Guido Castelli, per il sostegno che sta mostrando nei confronti del nostro territorio gravemente colpito dal sisma di sette anni fa».
l.c.
In foto il cantiere allestito nei giorni scorsi





E' stato presentato, presso la Biblioteca “Mario Ciocchetti” di Belforte del Chienti, il progetto HUB OBIETTIVO BORGHI, che coinvolge il comune di Belforte del Chienti che, insieme alle municipalità di Caldarola, Serrapetrona, Camporotondo e Cessapalombo, forma il gruppo dei “Cinque Comuni” che occupano la porzione centrale dell'entroterra maceratese: centri che custodiscono veri e propri tesori, che devono essere tutelati e valorizzati.
Il Comune di Belforte del Chienti ha ottenuto un contributo per Accordi e Partenariati speciali pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico” Misura B2.2 del Programma unitario di intervento - Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 del Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per un controvalore pari a 2.823.951 euro. Il progetto prevede una strategia di sviluppo locale finalizzata a qualificare la fruizione del patrimonio paesaggistico attraverso la fotografia e tutte le azioni di promozione culturale e imprenditoriale ad essa connesse.
“La denatalità è uno dei problemi principali del nostro territorio - così Alessio Vita, Sindaco di Belforte del Chienti - Basti pensare che negli ultimi mesi tra i Comuni del territorio non arrivano a trenta i nuovi nati. Ma dobbiamo anche attirare le persone che possono decidere di venire a vivere nei nostri borghi. La scuola di fotografia è solo una parte del progetto, ma uno degli obiettivi è la creazione di nuove aziende creative”:
“Abbiamo sposato subito l'adesione a questo progetto che per quanto riguarda il nostro comune di concretizzerà con la ristrutturazione dell'Auditorium Rita Staffolani con l'intento di realizzare dei contenitori virtuali che permettono al turista di ammirare anche quelle infrastrutture come il Museo della Resistenza e la famiglia Pallotta che a causa del terremoto non possono essere fruibili. Questo permetterà al turisti, ad esempio, di ammirare quadri di inestimabile valore e attualmente custoditi a San Severino”, ha fatto eco Giovanni Ciarlantini, consigliere del Comune di Caldarola.
“Il nostro intento è di recuperare l'ex asilo sia per l'hub creativo e sia per la realizzazione di laboratori per il mondo legato alla fotografia - le dichiarazioni di Massimiliano Micucci, Sindaco di Camporotondo - La fotografia diventa un punto di riferimento anche per conoscere le arti e le tradizioni dei nostri luoghi. Abbiamo sposato sin da subito l'adesione di questo progetto in rete che sottolinea anche l'unione di intenti”. Giuseppina Feliciotti – Sindaco di Cessapalombo ha detto: “Con questo progetto vogliamo supportare la rivitalizzazione dell'importante centro di Monastero.In questa frazione, diventerà un importante punto di osservazione tenendo conto che siamo sopra al Fiastrone. Con questo progetto vogliamo dare nuova linfa ad un centro che soffre particolarmente lo spopolamento”.
“Andremo a recuperare un'ex struttura scolastica attualmente sede delle nostre associazioni del territorio e diventerà il fulcro di nuove attività - l'obiettivo di Silvia Pinzi, Sindaco di Serrapetrona - Questa misura è molto complessa ma è necessaria per rivitalizzare i nostri territori. È complicato mettere a terra i progetti e per questo ci siamo avvalsi di chi lo fa per mestiere e quindi abbiamo individuato in Next Lab una struttura competente quale partner privato. Il nostro progetto deve essere Hub obiettivo Paese perché noi dobbiamo tutelare i nostri paesi. Che cos'è che non ci ha portato via il terremoto? Il nostro patrimonio naturalistico, le nostre tradizioni, la nostra Vernaccia e la Vernaccia Doc e tutti quei fattori che caretterizzano il nostro paese e il nostro territorio e da qui che dobbiamo ripartire per dare una speranza per un futuro migliore”.
Roberto Bedini, di NextLab, ha poi illustrato il progetto. “Siamo partiti da un seme che è il Festival della Fotografia che sta avendo una valenza nazionale - le sue parole - Un elemento caratterizzante è che il patrimonio paesaggistico è cultura. Questo ci ha convinto per creare la narrazione del territorio e la sua riconoscibilità per dare un contributo ai nuovi modelli di turismo. La valorizzazione economica ha anche la finalità di aumentare i livelli occupazionali. Ridisegnare gli obiettivi di competitività del territorio. Un progetto che può diventare un modello di riferimento per l'intera area – cratere. Il nostro obiettivo è di creare qui le competenze. L'hub creativo si concretizzerà grazie ad una società di scopo. Noi siamo partner a sostegno dello sviluppo del territorio”.
In chiusura l'intervento del Senatore Guido Castelli, Commissario per la ricostruzione post sisma.“Il problema demografico è il primo problema per questo territorio, anche se in definitiva si tratta di un problema nazionale. Ci siamo posti tre impegni. Il primo impegno è quello di trattenere, quelli che ci sono e che devono essere stimolati e persuasi che si può vivere bene e lavorare anche nei nostri paesi. La seconda cosa è far ritornare le persone in questi luoghi. Chi ha scelto di lavorare e vivere fuori può essere sollecitato a riprendere la via del ritorno. Il terzo obiettivo è attrarre chiunque può essere attratto. I posti sono meravigliosi che garantiscono un'altissima qualità della vita. Una delle caratteristiche più interessanti del progetto è il coinvolgimento delle risorse private. A questo si deve aggiungere l'obiettivo di far dialogare tra loro i vari progetti che caratterizzano il Next Appennino devono essere anche attraverso il coinvolgimento di tutti i progettisti della B22. Perché il passo in più deve essere la definizione di un progetto strategico per dare un nuovo sviluppo al territorio. Dobbiamo replicare questa bella relazione perché la forza dei centri del cratere deve essere questa. Inoltre, per Next Appennino ho fatto una relazione per il Ministro Fitto per evidenziare la possibilità di far finanziare i progetti entro dicembre 2026 per la rimodulazione dei fondi del Pnrr. Occorre coinvolgere anche tutte le Fondazioni delle Marche che sono impegnate nella definizione dei piani triennali e ho proposto loro di valutare tutti i progetti che sono stati presentati e se possono essere presi come riferimento nella definizione dei loro interventi. Inoltre, per agevolare l'attuazione del progetto avvieremo un importante programma finalizzato a dare un ulteriore supporto gli enti coinvolti e come struttura commissariale costituiremo uno staff di supporto per i comuni”.
Il Comune di Belforte del Chienti ha ottenuto un contributo per Accordi e Partenariati speciali pubblico-privato per la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e pubblico” Misura B2.2 del Programma unitario di intervento - Interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016 del Piano nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per un controvalore pari a 2.823.951 euro. Il progetto prevede una strategia di sviluppo locale finalizzata a qualificare la fruizione del patrimonio paesaggistico attraverso la fotografia e tutte le azioni di promozione culturale e imprenditoriale ad essa connesse.
“La denatalità è uno dei problemi principali del nostro territorio - così Alessio Vita, Sindaco di Belforte del Chienti - Basti pensare che negli ultimi mesi tra i Comuni del territorio non arrivano a trenta i nuovi nati. Ma dobbiamo anche attirare le persone che possono decidere di venire a vivere nei nostri borghi. La scuola di fotografia è solo una parte del progetto, ma uno degli obiettivi è la creazione di nuove aziende creative”:
“Abbiamo sposato subito l'adesione a questo progetto che per quanto riguarda il nostro comune di concretizzerà con la ristrutturazione dell'Auditorium Rita Staffolani con l'intento di realizzare dei contenitori virtuali che permettono al turista di ammirare anche quelle infrastrutture come il Museo della Resistenza e la famiglia Pallotta che a causa del terremoto non possono essere fruibili. Questo permetterà al turisti, ad esempio, di ammirare quadri di inestimabile valore e attualmente custoditi a San Severino”, ha fatto eco Giovanni Ciarlantini, consigliere del Comune di Caldarola.
“Il nostro intento è di recuperare l'ex asilo sia per l'hub creativo e sia per la realizzazione di laboratori per il mondo legato alla fotografia - le dichiarazioni di Massimiliano Micucci, Sindaco di Camporotondo - La fotografia diventa un punto di riferimento anche per conoscere le arti e le tradizioni dei nostri luoghi. Abbiamo sposato sin da subito l'adesione di questo progetto in rete che sottolinea anche l'unione di intenti”. Giuseppina Feliciotti – Sindaco di Cessapalombo ha detto: “Con questo progetto vogliamo supportare la rivitalizzazione dell'importante centro di Monastero.In questa frazione, diventerà un importante punto di osservazione tenendo conto che siamo sopra al Fiastrone. Con questo progetto vogliamo dare nuova linfa ad un centro che soffre particolarmente lo spopolamento”.
“Andremo a recuperare un'ex struttura scolastica attualmente sede delle nostre associazioni del territorio e diventerà il fulcro di nuove attività - l'obiettivo di Silvia Pinzi, Sindaco di Serrapetrona - Questa misura è molto complessa ma è necessaria per rivitalizzare i nostri territori. È complicato mettere a terra i progetti e per questo ci siamo avvalsi di chi lo fa per mestiere e quindi abbiamo individuato in Next Lab una struttura competente quale partner privato. Il nostro progetto deve essere Hub obiettivo Paese perché noi dobbiamo tutelare i nostri paesi. Che cos'è che non ci ha portato via il terremoto? Il nostro patrimonio naturalistico, le nostre tradizioni, la nostra Vernaccia e la Vernaccia Doc e tutti quei fattori che caretterizzano il nostro paese e il nostro territorio e da qui che dobbiamo ripartire per dare una speranza per un futuro migliore”.
Roberto Bedini, di NextLab, ha poi illustrato il progetto. “Siamo partiti da un seme che è il Festival della Fotografia che sta avendo una valenza nazionale - le sue parole - Un elemento caratterizzante è che il patrimonio paesaggistico è cultura. Questo ci ha convinto per creare la narrazione del territorio e la sua riconoscibilità per dare un contributo ai nuovi modelli di turismo. La valorizzazione economica ha anche la finalità di aumentare i livelli occupazionali. Ridisegnare gli obiettivi di competitività del territorio. Un progetto che può diventare un modello di riferimento per l'intera area – cratere. Il nostro obiettivo è di creare qui le competenze. L'hub creativo si concretizzerà grazie ad una società di scopo. Noi siamo partner a sostegno dello sviluppo del territorio”.
In chiusura l'intervento del Senatore Guido Castelli, Commissario per la ricostruzione post sisma.“Il problema demografico è il primo problema per questo territorio, anche se in definitiva si tratta di un problema nazionale. Ci siamo posti tre impegni. Il primo impegno è quello di trattenere, quelli che ci sono e che devono essere stimolati e persuasi che si può vivere bene e lavorare anche nei nostri paesi. La seconda cosa è far ritornare le persone in questi luoghi. Chi ha scelto di lavorare e vivere fuori può essere sollecitato a riprendere la via del ritorno. Il terzo obiettivo è attrarre chiunque può essere attratto. I posti sono meravigliosi che garantiscono un'altissima qualità della vita. Una delle caratteristiche più interessanti del progetto è il coinvolgimento delle risorse private. A questo si deve aggiungere l'obiettivo di far dialogare tra loro i vari progetti che caratterizzano il Next Appennino devono essere anche attraverso il coinvolgimento di tutti i progettisti della B22. Perché il passo in più deve essere la definizione di un progetto strategico per dare un nuovo sviluppo al territorio. Dobbiamo replicare questa bella relazione perché la forza dei centri del cratere deve essere questa. Inoltre, per Next Appennino ho fatto una relazione per il Ministro Fitto per evidenziare la possibilità di far finanziare i progetti entro dicembre 2026 per la rimodulazione dei fondi del Pnrr. Occorre coinvolgere anche tutte le Fondazioni delle Marche che sono impegnate nella definizione dei piani triennali e ho proposto loro di valutare tutti i progetti che sono stati presentati e se possono essere presi come riferimento nella definizione dei loro interventi. Inoltre, per agevolare l'attuazione del progetto avvieremo un importante programma finalizzato a dare un ulteriore supporto gli enti coinvolti e come struttura commissariale costituiremo uno staff di supporto per i comuni”.
"Le montagne magiche", presentato al Salone del Libro il "viaggio" di Ossini dedicato ai Sibillini
19 Mag 2023
Il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli è intervenuto al Salone del Libro di Torino, presso lo stand della Regione Marche, in occasione della presentazione del nuovo libro di Massimiliano Ossini “Le montagne magiche”. Il volume, di cui Castelli ha scritto la prefazione, è dedicato al viaggio che il noto conduttore e scrittore, ascolano di adozione, ha deciso di compiere sui Monti Sibillini dopo il terremoto di quasi sette anni fa: un omaggio alle montagne di “casa”, che diventa anche strumento di divulgazione e promozione.
Il libro rappresenta il punto di sintesi e conclusivo delle attività realizzate attraverso un progetto vincitore del bando “Destination Management Comprensorio dei Sibillini”, incluso nel Piano complementare sisma 2009-2016. Tale progetto, che ha ricevuto un finanziamento di 500 mila euro, ha visto l’adesione di 9 comuni del territorio dei Sibillini, nel cuore del cratere: Montefortino (capofila), Arquata del Tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Montegallo, Montemonaco, Sarnano e Ussita.
Il “Destination Management Comprensorio dei Sibillini” rappresenta uno strumento attuativo per una nuova visione strategica per l’alta montagna del cratere marchigiano. Uno strumento teso a valorizzare, in modo trasversale e al contempo omogeneo, il “brand” dei Monti Sibillini che, anche grazie agli strumenti di analisi e programmazione messi a punto dell’Università Politecnica delle Marche, si ripromette di raggiungere con maggiore efficacia quei “turismi” che prediligono esperienze di viaggio sostenibili, a contatto con la natura e con le comunità locali. Ne “Le montagne magiche” Ossini racconta al lettore di un viaggio che è sia fisico e materiale sia nel mistero e spirituale, restituendo uno sguardo attento ai primi segnali della ricostruzione post sisma e alle premesse per la rinascita sociale ed economica delle comunità che abitano quei territori.
Sullo sfondo, onnipresenti sono i Monti Sibillini: culla della civiltà appenninica, depositari di miti e leggende che hanno attraversato i secoli e che, oggi come nel passato, attraggono tanti visitatori abbagliati dalla loro bellezza e incuriositi dal mistero della Sibilla, delle sue fate e del Lago di Pilato. Una terra profondamente ferita dopo l’agosto del 2016 che conserva con dignità la memoria e che, al contempo, con orgoglio vuole risollevarsi.
Il libro rappresenta il punto di sintesi e conclusivo delle attività realizzate attraverso un progetto vincitore del bando “Destination Management Comprensorio dei Sibillini”, incluso nel Piano complementare sisma 2009-2016. Tale progetto, che ha ricevuto un finanziamento di 500 mila euro, ha visto l’adesione di 9 comuni del territorio dei Sibillini, nel cuore del cratere: Montefortino (capofila), Arquata del Tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Montegallo, Montemonaco, Sarnano e Ussita.
Il “Destination Management Comprensorio dei Sibillini” rappresenta uno strumento attuativo per una nuova visione strategica per l’alta montagna del cratere marchigiano. Uno strumento teso a valorizzare, in modo trasversale e al contempo omogeneo, il “brand” dei Monti Sibillini che, anche grazie agli strumenti di analisi e programmazione messi a punto dell’Università Politecnica delle Marche, si ripromette di raggiungere con maggiore efficacia quei “turismi” che prediligono esperienze di viaggio sostenibili, a contatto con la natura e con le comunità locali. Ne “Le montagne magiche” Ossini racconta al lettore di un viaggio che è sia fisico e materiale sia nel mistero e spirituale, restituendo uno sguardo attento ai primi segnali della ricostruzione post sisma e alle premesse per la rinascita sociale ed economica delle comunità che abitano quei territori.
Sullo sfondo, onnipresenti sono i Monti Sibillini: culla della civiltà appenninica, depositari di miti e leggende che hanno attraversato i secoli e che, oggi come nel passato, attraggono tanti visitatori abbagliati dalla loro bellezza e incuriositi dal mistero della Sibilla, delle sue fate e del Lago di Pilato. Una terra profondamente ferita dopo l’agosto del 2016 che conserva con dignità la memoria e che, al contempo, con orgoglio vuole risollevarsi.
“Il tema della legalità e della sicurezza dei lavoratori nei cantieri sono centrali nel processo di ricostruzione dell’Appennino centrale. E’ su questi temi che mi sono confrontato ieri con i rappresentanti nazionali delle principali organizzazioni sindacali del settore, FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil”. Lo afferma in una nota Guido Castelli, Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione del Sisma 2016.
“Nel corso dell’incontro sono emerse utili proposte di carattere operativo, finalizzate ad articolare a garantire l’omogeneità dei dati e il loro interscambio, premessa indispensabile per garantire un’efficace attività di monitoraggio e controllo sui cantieri operanti nelle aree del sisma. Altro argomento all’ordine del giorno è stata l'attuazione dei protocolli di legalità. Quelle affrontate sono questioni rispetto alle quali intendo incontrare anche i rappresentanti delle imprese edili, al fine di raccogliere tutti i pareri utili nell’ottica della massima condivisione. Il rispetto della legalità e la tutela delle persone sono priorità rispetto alle quale c’è bisogno di un costante aggiornamento e prestata la massima attenzione, mantenendo la guardia alta".
Soddisfazione anche dei segretari nazionali Feneal-Filca-Fillea: Francesco Sannino, Cristina Raghitta, Graziano Gorla in particolare sulla “disponibilità del Commissario Straordinario a rispettare tutti i Protocolli sottoscritti da noi finora per la sicurezza e la qualità del lavoro nei cantieri del sisma.
Dai prossimi incontri inizieremo a delineare il nuovo protocollo per i cantieri pubblici della ricostruzione pesante a partire da trasparenza legalità e sicurezza. Inoltre apprezziamo l'impegno del commissario a risolvere le criticità relative a problematiche legate ai precedenti protocolli come badge di cantiere e settimanale. Il rispetto delle previsioni dei protocolli, emanazioni dell'attività del Tavolo di Missione istituito presso il ministero dell’Interno, è un passaggio fondamentale per garantire qualità e legalità nell'esecuzioni dei lavori. Importante anche - proseguono i sindacati - che il sistema di scambio dei dati tra gli enti bilaterali delle parti sociali edili e le strutture pubbliche sia il più efficace possibile, in un'ottica di trasparenza e garanzia sulla spesa pubblica e sul costruito. Ci auguriamo una prosecuzione dell'interlocuzione al fine di adeguare e migliorare i sistemi messi in campo."
“Nel corso dell’incontro sono emerse utili proposte di carattere operativo, finalizzate ad articolare a garantire l’omogeneità dei dati e il loro interscambio, premessa indispensabile per garantire un’efficace attività di monitoraggio e controllo sui cantieri operanti nelle aree del sisma. Altro argomento all’ordine del giorno è stata l'attuazione dei protocolli di legalità. Quelle affrontate sono questioni rispetto alle quali intendo incontrare anche i rappresentanti delle imprese edili, al fine di raccogliere tutti i pareri utili nell’ottica della massima condivisione. Il rispetto della legalità e la tutela delle persone sono priorità rispetto alle quale c’è bisogno di un costante aggiornamento e prestata la massima attenzione, mantenendo la guardia alta".
Soddisfazione anche dei segretari nazionali Feneal-Filca-Fillea: Francesco Sannino, Cristina Raghitta, Graziano Gorla in particolare sulla “disponibilità del Commissario Straordinario a rispettare tutti i Protocolli sottoscritti da noi finora per la sicurezza e la qualità del lavoro nei cantieri del sisma.
Dai prossimi incontri inizieremo a delineare il nuovo protocollo per i cantieri pubblici della ricostruzione pesante a partire da trasparenza legalità e sicurezza. Inoltre apprezziamo l'impegno del commissario a risolvere le criticità relative a problematiche legate ai precedenti protocolli come badge di cantiere e settimanale. Il rispetto delle previsioni dei protocolli, emanazioni dell'attività del Tavolo di Missione istituito presso il ministero dell’Interno, è un passaggio fondamentale per garantire qualità e legalità nell'esecuzioni dei lavori. Importante anche - proseguono i sindacati - che il sistema di scambio dei dati tra gli enti bilaterali delle parti sociali edili e le strutture pubbliche sia il più efficace possibile, in un'ottica di trasparenza e garanzia sulla spesa pubblica e sul costruito. Ci auguriamo una prosecuzione dell'interlocuzione al fine di adeguare e migliorare i sistemi messi in campo."