Sono passati tre decenni dalla storica visita di San Giovanni Paolo II alle fabbriche di Fabriano e Matelica. “Si resta sgomenti nel riscontrare la drammatica lungimiranza della sua profetica analisi sociale ed economica: “V’è un obbligo morale di provvedere ad una sana politica di investimenti nella qualità dei prodotti e nel rinnovamento tecnologico, ma v’è anche un concomitante obbligo morale di rispetto…”, disse Karol Wojtyla. Rispetto per chi e per cosa? Innanzitutto per la dignità dei lavoratori e per la tutela dell’ambiente. Poi rispetto per il contenuto etico dell’occupazione che non può mai essere sostituito dai pur necessari sussidi temporanei o interventi di sostegno che rischiano di risolversi in un boomerang per la dignità della persona. “Chi è disoccupato o sottoccupato, finisce ai margini della società, diventa vittima dell’esclusione sociale. Il lavoro è portare il pane a casa con dignità”, ha ribadito Papa Francesco, incontrando le maestranze dell’acciaierie in crisi”. Con queste parole il vescovo della diocesi di Fabriano-Matelica, nonché Arcivescovo della diocesi Camerino-San Severino, mons. Francesco Massara, chiede maggiori attenzioni per tutte le crisi industriali che da anni sono, purtroppo, il pane quotidiano del comprensorio fabrianese e non solo. Ultima in ordine di tempo, l’apertura della procedura di mobilità per 583 lavoratori alla Indelfab, ex JP Industries.

Secondo Massara, “la necessità non è solo quella di approntare “una tantum” misure emergenziali, bensì prioritariamente quella di intervenire strutturalmente per mettere fine alla tragica insicurezza che mina alle basi la convivenza civile e la progettualità familiare. Non fatico a mettermi nei panni di un operaio che dopo decenni di competente e responsabile impegno lavorativo trova chiusi i cancelli della sua azienda. Frustrazione, senso di impotenza e alienazione albergano nell’animo di chi vede minacciato il suo status e la propria vocazione lavorativa. Evangelicamente a repentaglio non è solo il corpo ma anche lo spirito. Non manca solo il pane ma anche la consapevolezza di una presenza nel mondo”.

Il contenuto valoriale dell’occupazione “attiene direttamente a quella dignità umana che la dottrina sociale mette a fondamento della vita comunitaria. Gesù impara nella bottega del falegname San Giuseppe la sacralità del lavoro. Nel vostro pastore troverete sempre un compagno di strada e la mia porta è sempre spalancata. Il vostro dolore è il mio dolore e, come sono impegnato a fare per altre emergenze sociali, sono pronto ad essere portatore a qualunque livello di legittime e sacrosante richieste di dialogo”.

L’accorato appello a tutte le istituzioni e a ciascuna responsabilità pubblica e privata “è quello di non abbandonare in una logorante incertezza le tante famiglie che aspettano una sistemazione definitiva ai loro problemi. Ogni concreta mediazione, utile a sbloccare lo stallo, deve essere tentata. Sono vicino ai lavoratori della JP e sollecito paternamente e con fervida partecipazione chiunque abbia titolo ad esercitare una responsabilità a dare una risposta stabile ai lavoratori che da anni sopportano una condizione di precarietà e impossibilità a progettare il futuro. Fabriano si rialza se i suoi figli tornano ad esercitare l’operosa identità che ha scritto gloriose pagine di storia”.

Il Pastore della chiesa fabrianese assicura vicinanza e impegno. “Nessuna strada che sarà possibile intraprendere, mi resterà estranea. Non si pensi di confinare nel silenzio l’insopportabile ingiustizia del povero. San Vincenzo de Paoli ci insegna che la giustizia è la prima forma di carità e il Servo di Dio don Oreste Benzi ripeteva sempre: “Non si dia per carità ciò che spetta per giustizia”.

m.s.
“Abbiamo due ordini di problemi che questo pomeriggio metteremo sul tavolo della discussione con le Istituzioni: evitare i licenziamenti e prolungare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dopo il 6 settembre, quando scadrà la cassa integrazione Covid”. Questi gli argomenti toccati durante l’assemblea dei lavoratori Indelfab di Fabriano (ex JP Industries), che si è svolta questa mattina fuori dalla sala mensa del sito produttivo di Santa Maria alla presenza di circa 150 lavoratori. Presenti i sindacati di categoria Isabella Gentilucci per la Uilm, Gianpiero Santoni per la Fim e Pierpaolo Pullini per la Fiom.

“Siamo di fronte a una situazione gravissima in termini occupazionali e non solo. L’azienda ci ha comunicato che non sussistono più le condizioni per andare avanti e per questo ha deciso di aprire la procedura di mobilità per l’intera forza lavoro: 583 lavoratori fra Marche e Umbria. Ci avevano promesso un nuovo piano concordatario da presentare in Tribunale, ma abbiamo forti dubbi che lo faranno in questa fase. Ci hanno detto, telefonicamente, che ci stanno ragionando. La situazione diventa grave anche alla luce del 6 settembre quando scade la cassa integrazione Covid. Essendo azienda in liquidazione, anche la cassa straordinaria autorizzata in precedenza, non ci spetta. Un problema da affrontare in tempi brevi. Combatteremo fino alla fine per entrambe le problematiche”, ha ribadito Santoni.

Il rischio, ipotesi più negativa, è che il 7 settembre si proceda a tutti i licenziamenti senza il rispetto delle procedure dei 120 giorni. “Noi chiederemo impegni per il dopo 6 settembre. Trovare soluzioni per reindustrializzare il territorio, Marche e Umbria non si possono permettere di perdere altri posti di lavoro e altre realtà industriali. E dobbiamo risolvere queste problematiche in fretta, la convocazione entro metà settembre al Mise, è tardi”, ha evidenziato la Gentilucci.

Pullini: “Giovanni Porcarelli ha sempre avuto pretese impossibili come quando pretendeva che Invitalia comprasse il capannone di Gaifana in Umbria. Assurdo. Anche il Governo è latitante, come tutte le Istituzioni. Le Istituzioni come replicano a questa arroganza di Porcarelli? È importante che il dramma di voi lavoratori sia percepito”, ha concluso Pullini, invitando i lavoratori ad effettuare un presidio questo pomeriggio alle 15:30 davanti all’ingresso dell’Oratorio della Carità, dove dalle 16 saranno presenti i Sindaci di Fabriano Gabriele Santarelli, i colleghi di Nocera Umbra Giovanni Bontempi e Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, l’assessore della Regione Marche Loretta Bravi, l’assessore della Regione Umbria Michele Fioroni, e il Sottosegretario al Mise Alessia Morani, per un primo confronto istituzionale con i sindacati.


ms

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