“Nessuna strumentalizzazione politica, ho solo voluto dimostrare che le sue accuse erano infondate”.

Risponde così Michela Antinori, alla replica del suo ex datore di lavoro, nonché sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, condannato a risarcirla dopo che il giudice del lavoro ha ritenuto illegittimo il licenziamento messo in atto a novembre 2018 dal primo cittadino, nei confronti della tolentinate che lavorava come segretaria nell’agenzia di assicurazioni di Pezzanesi.

Il primo cittadino ha infatti ritenuto, come dichiarato ai microfoni di Radio C1..inBlu, che la sentenza fosse stata resa nota volutamente in un momento che potrebbe vederlo impegnato alle prossime elezioni regionali.

La Antinori si è dunque sentita di nuovo chiamata in causa e in una nota vuole chiudere la vicenda chiarendo in questo modo: “Non ho permesso ad alcun partito dell'opposizione di strumentalizzare questa vicenda per campagne elettorali, ma ci tengo solo a far sapere come sono andati veramente i fatti. Quando era lui a voler dire la sua non ha desistito dal rilasciare dichiarazioni in cui mi definiva come unica responsabile degli errori delle polizze assicurative; oggi che la giustizia si è espressa in mio favore dice di non voler portare all’attenzione pubblica le sue questioni personali e la vicenda viene, d’un tratto, definita un attacco politico. Pezzanesi si appella alla giustizia divina - conclude - io ritengo che anch’essa conosca la verità”.

GS
È stato ritenuto illegittimo il licenziamento che il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, aveva applicato nei confronti della sua dipendente Michela Antinori nel 2018.

Una decisione che ora costerà al primo cittadino tolentinate oltre 100mila euro.

La sentenza arriva al termine di quasi due anni di vicende giudiziarie iniziate nel novembre 2018 quando la dipendente, in forza all’ufficio assicurativo del primo cittadino di Tolentino, era rimasta incinta ed “era stata licenziata perché - stando a quanto riferisce il suo legale, Bruno Pettinari - ritenuta responsabile di alcune mancanze nelle polizze assicurative”.

La Antinori si era quindi rivolta al suo avvocato per impugnare il licenziamento: “Eravamo pronti a difenderci - afferma il legale - ma il suo datore di lavoro non si è costituito nella causa. Il giudice del lavoro, a maggio scorso, ha quindi ritenuto che il licenziamento fosse illegittimo e che alla mia assistita dovranno essere corrisposti le retribuzioni e il trattamento di fine rapporto, a cui si aggiunge la somma per l'opzione al reintegro sul posto di lavoro, rifiutata dalla Antinori".

Una sentenza che la dipendente ha voluto rendere nota per rimarcare la sua innocenza all’interno di una vicenda che tanto ha fatto discutere e che l’avrebbe vista ingiustamente coinvolta.

“Non solo sono stata licenziata senza una giusta causa, ma mi era stata attribuita la colpa di errori non riconducibili a me - afferma Michela Antinori - . Nonostante i miei tentativi di risolvere la questione in maniera bonaria, sono stata costretta a difendermi per vie legali dal procedimento disciplinare avviato dal mio datore di lavoro e dalla ingente richiesta di danni che mi era stata fatta. Sono contenta che sia stata fatta giustizia e  che finalmente posso dimostrare di essere estranea a quei fatti, diversamente da quanto venisse detto”.

Giulia Sancricca

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