Sono giorni davvero speciali per Valentina Giacinti e per sua sorella Ida. Da lunedì scorso dopo lunghe attese, sono partiti i lavori della delocalizzazione del bar Sister’S Cofee a Visso, chiuso dopo il sisma.

“Il bar è stata praticamente la prima attività commerciale chiusa con le scosse del 24 agosto.” Dice Valentina. “Ci sono state tante peripezie che hanno interessato la delocalizzazione ma anche tante persone che hanno aiutato le due sorelle concretamente. “Ho trovato il terreno grazie al proprietario di un'altra attività commerciale di Visso che ci ha aiutate.”

Valentina è una giovane mamma. “Sono originaria di una frazione del comune di Pieve Torina, Casavecchia. Ho due figli, Maurizio il più grande di 5 anni e mezzo e Riccardo il piccolo di due anni.” Il 2021 per l’attività è un anno speciale. “Se la situazione ce lo permetterà quest'anno il Sister’s Coffee festeggia 10 anni di attività diciamo di apertura, anche se la metà degli anni siamo stati chiusi. Le esigenze in questo periodo così particolare legato oltre che alla pandemia anche alla ricostruzione sono diverse. L’ attività dovrà necessariamente cambiare. Abbiamo tantissime idee e speriamo di metterle in pratica. Dobbiamo reinventarci un lavoro. E’ una situazione nuova anche per noi perché non ci siamo trovate mai a lavorare durante questa situazione del covid, quindi cercheremo di preparare dei pranzi visto anche le ditte che speriamo presto verranno a ricostruire e poi per la pandemia. L'importante è lavorare.”

Valentina vive in Sae con la sua famiglia. “Dopo le scosse di ottobre 2016 con il bambino di 11 mesi, siamo stati ospitati lungo la costa. Non ho pensato a scegliere per me ma per far stare bene lui. La decisione migliore era trasferirsi al mare dove siamo stati per 7 mesi. Poi appena a mia madre le hanno confermato l'agibilità della casa, ci siamo appoggiati da lei aspettando la consegna della nostra Sae. Poi ci siamo trasferiti.” Valentina appena ha potuto è tornata nelle sue montagne. “Io non riesco a chiamare casa un posto differente da questo per quanti bei posti ci siano, per quanto altre possibilità possano offrirti i paesi più grandi, casa mia è questa. Casa mia sono queste montagne. Non ho neanche mai pensato di andarmene via. Sono nata qui. Chi mi conosce sa quanto amo questi posti.”

Barbara Olmai

Una ricostruzione che procede con passo incerto, troppi ritardi, poca trasparenza e scarso coinvolgimento delle comunità locali. In vista della riapertura delle scuole nelle regioni del Centro Italia colpite dal terremoto, ActionAid ha analizzato lo scenario nei territori del cratere e lancia un appello a governo ed enti locali affinché facciano maggiore chiarezza sulle risorse disponibili e si mettano all’ascolto della cittadinanza.

A oltre un anno dalla prima scossa, molti bambini - degli oltre 30 mila studenti che tra pochi giorni dovranno affrontare il nuovo anno scolastico nei territori del cratere - si apprestano a tornare a scuola in strutture d’emergenza. Nelle ordinanze del Commissario straordinario specifiche sulla ricostruzione, il governo ha previsto 72 scuole di nuova costruzione nelle quattro regioni colpite dalle scosse (Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria), mentre per altre 40 sono in programma interventi per adeguare, completare, migliorare o ampliare le strutture. Dall’analisi della documentazione resa pubblica[1], non è tuttavia possibile capire quando gli studenti potranno tornare in edifici non provvisori. “Ricominciare dalle scuole” è il motto della ricostruzione post terremoto, ma sono ancora troppi i punti poco chiari sulla ricostruzione e sull’agibilità degli edifici scolastici. “Una ricostruzione efficace non può che essere trasparente e partecipata. Ad oggi non sappiamo ancora quante sono le risorse totali messe in campo grazie alle donazioni, ai fondi pubblici e a quelli privati. Per una vera rinascita, non solo materiale, sono indispensabili strumenti di trasparenza informativa e percorsi di partecipazione mirati alla costruzione di spazi di dialogo aperto, inclusivo e informato tra istituzioni e cittadini in merito alla ricostruzione e allo sviluppo del territorio”, dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid Italia.

(Istituto Betti - Scuola provvisoria a Serravalle di Chienti)

Betti provvisoria Serravalle del Chienti


Nel complesso, la gestione della ricostruzione appare piuttosto accentrata: le decisioni sono prese dal Commissario Straordinario e dai governatori delle quattro regioni colpite, in qualità di vice commissari per la ricostruzione, senza un reale coinvolgimento delle comunità locali. Inoltre, non è chiaro perché le risorse della terza campagna di raccolta fondi post sisma - arrivata a quota 3,2 milioni di euro con l’obiettivo specifico di ricostruire le scuole - siano stati destinati anche ad altre opere pubbliche.

A seguito del terremoto ActionAid ha scelto di intervenire nelle scuole perché ritiene che  siano la base per ricostruire le comunità e il tessuto sociale, così profondamente segnati dall’evento sismico. L’organizzazione ha lavorato insieme al Ministero dell’Istruzione (MIUR) per accompagnare studenti e insegnanti nella difficile ripresa dell’anno scolastico. In particolare, ActionAid ha avviato il progetto “METE - Percorso di riscoperta della Memoria e dell’idEntità Territoriale localE” nelle scuole di Camerino, Pieve Torina e Valfornace nelle Marche. ActionAid ha inoltre partecipato al corso  “A scuola di resilienza: apprendere e insegnare dopo una catastrofe”, organizzato dal MIUR con la Direzione scientifica dell’Università dell’Aquila, un percorso formativo rivolto ai docenti per accompagnarli nella difficile ripresa delle lezioni.

(Interni nuova scuola Valfornace)

Paoletti Valfornace

Nelle province di Ascoli Piceno e Macerata, ActionAid opera in tre istituti comprensivi (Pieve Torina, Camerino e Acquasanta Terme) che abbracciano otto località: Pieve Torina, Valfornace, Visso, Muccia, Camerino, Fiastra, Acquasanta Terme e Arquata del Tronto.

Anche nel  cratere aquilano, dove ActionAid è presente dal 2009 ancora sono tante le domande senza risposta. Ad oggi nessun progetto di ricostruzione delle scuole pubbliche è partito e migliaia di ragazzi riprenderanno le lezioni per l’ottavo anno consecutivo in strutture “temporanee”. La struttura che ospita il maggiore liceo della città (oltre 1000 studenti) viene dichiarata inagibile e gli studenti divisi in tre differenti plessi, mentre mancano le verifiche di vulnerabilità in altre strutture di competenza comunale e provinciale.

(Caldarola - scuola secondaria De Magistris)

IC S. De Magistris Caldarola

 

(I lavori di costruzione della nuova scuola a Costa di Sarnano)

Costa di Sarnano

 

"Il nuovo laboratorio. Prove materiali dopo il sisma" è il titolo del seminario che si è svolto lunedì 15 maggio a Camerino in località Torre del Parco, organizzato dall'I.T.G.C. "Antinori", cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Gianluca Pasqui, l'onorevole Irene Manzi, il presidente dell'Ordine degli ingegneri di Macerata Fabio Massimo Eugeni, ildirettore dell'Ufficio speciale per la ricostruzione della regione Marche Cesare Spuri. "Un sogno che si realizza – così il dirigente scolastico dell'Antinori Giancarlo Marcelli – soprattutto vista la grande partecipazione e l'interesse per un tema così importante. Abbiamo avuto una bella risposta da parte della scuola, delle istituzioni, dei tecnici, delle università. La scuola riparte proprio dalla possibilità di saper affrontare questo tema per dare agli operatori del territorio un elemento in più, vale a dire la possibilità di avere certificazioni, fare costruzioni adeguate e, di conseguenza, dare anche ai giovani grandi opportunità. A causa del sisma, infatti, i nostri geometri avranno sicuramente molto da fare. Invito, dunque, i ragazzi a guardare alle tematiche trattate cercando fin da subito di essere preparati e competenti perché tutti chiederanno competenza per far ripartire in modo adeguato le nostre comunità. Ai tecnici – prosegue Marcelli – viene chiesto di fare in fretta, ma per ricostruire bene ci vuole il tempo. E' una considerazione che mi sento di condividere. Questo perché le costruzioni richiedono un tempo adeguato per essere pronte ad un futuro evento sismico che, purtroppo, nelle nostre zone si verifica ciclicamente. Se noi riusciamo a rendere sinergica l'idea di condividere il sisma in un contesto in cui ci sono le garanzie della sicurezza credo che non dovremmo avere più paura di niente perché possiamo vivere bene queste nostre terre e fare in modo che i nostri ragazzi possono rimanerci e vivere serenamente il loro futuro". Un istituto all'avanguardia l'Antinori, che da anni si è caratterizzato per le nuove tecnologie e ora per i nuovi laboratori, inaugurati a Torre del Parco, che presentano materiali innovativi. "E' vero - conclude il preside – Nel nostro istituto ci sono dispositivi altamente innovativi, presenti in pochissimi laboratori privati e soltanto in15 laboratori pubblici a livello nazionale. Ciò significa che fare attività in questo laboratorio vuol dire dare una competenza non marginale. Nel corso del seminario si è parlato di accelerazioni, del modo in cui un sisma interviene sulla stabilità di una struttura edificata. Le nostre macchine consentono proprio questo tipo di verifica. Sapere, quindi, che si è in una costruzione che comunque resiste credo sia un segno fortissimo per l'incolumità e la serenità delle persone".

marcelli

 Di questi strumenti parla anche l'esperto di laboratorio Filippo Del Balzo. "Grazie ai macchinari presenti nel laboratorio dell'Antinori riusciamo anche a fare delle prove in loco – le sue parole – ed in particolare riusciamo ad individuare con attrezzature particolari anche le caratteristiche del cemento armato. Successivamente con una carotatrice si preleva il campione del muro e lo si sottopone alla prova a compressione. Così in sede di progettazione riusciamo ad avere un dato più preciso, bilanciando anche il tipo di intervento da effettuare. Attraverso l'utilizzo di questi strumenti si può senz'altro ricostruire meglio, perchè riusciamo ad avere a disposizione un numero maggiore di dati e attraverso tali informazioni è possibile procedere con una ricostruzione più snella".

Filippo del Balzo e le nuove attrezzature per le analisi delle strutture

"Il fatto che si apra un nuovo laboratorio dotato, tra l'altro, di una strumentazione tecnica qualificata è un segnale importante di ripartenza per questo territorio che ha vissuto periodi non facili – il parere dell'onorevole Irene Manzi – Il lavoro sulle scuole è, infatti, uno dei temi cardine su cui la ricostruzione dei comuni del cratere deve incentrarsi". Dati certi sul futuro sono stati forniti dal direttore dell'Ufficio speciale per la ricostruzione Cesare Spuri. "Errani ha definito le Marche azionista di maggioranza della ricostruzione, affermando anche che si ricostruirà solo su terreni adatti. Gli investimenti saranno ingenti e di conseguenza la ricostruzione non può permettersi incertezze. Inutile negare che le questioni sul tappeto, dalle casette alla presentazione dei progetti passando per le individuazioni delle aree, sono tutti delicati per cui i tempi debbono essere scanditi con estrema attenzione. Abbiamo avuto l'esperienza del 1997 ed oggi, dopo 7 mesi dal sisma, la situazione non sembra diversa da allora, pur tenendo presente la maggiore gravità dell'evento attuale. E' compito della comunità scientifica alzare le soglie di sicurezza e su questo si lavora con grande attenzione.Ora il primo problema è quello di far tornare la gente nei propri luoghi di origine e non lasciare che ci si abitui a stare lontano e l'ufficio della ricostruzione vive e ha fatto propria questa "ossessione positiva". Il consiglio ai sindaci è quello di utilizzare subito tutti gli strumenti che hanno per acquisire personale, per segnalare ogni problema e, una volta passato il momento della lamentela e della critica, cercare di tirar fuori il meglio con quello che si ha". In chiusura di seminario il professor Luca Bisbocci, docente di topografia e costruzioni, ha impegnato i presenti in prove pratiche con gli strumenti presenti nel nuovo laboratorio. "Il laboratorio dell'Antinori – ha affermato – sarà importantissimo per il rilancio del territorio in quanto le prove che vengono fatte sia prima del progetto che in fase di collaudo sono fondamentali per certificare i materiali da costruzione. Con i nostri studenti, poi, abbiamo fatto anche lezioni specifiche in merito alle costruzioni esistenti e ai danni che hanno subito. Molti ragazzi, infatti, sono stati personalmente interessati dal terremoto e abbiamo fatto lezioni specifiche in merito alla valutazione della vulnerabilità e al livello di agibilità degli edifici stessi".

studenti geometri dellantinori

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