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'Essere Etrusco', mostra di Cristiano Tenenti

Mercoledì, 03 Aprile 2013 02:00 | Letto 968 volte   Clicca per ascolare il testo 'Essere Etrusco', mostra di Cristiano Tenenti Dal 6 al 15 aprile in via Risorgimento 123 a Moie la mostra di arte temporanea del moiarolo Cristiano Tenenti. Linaugurazione avverrà alle ore 17.00 di sabato 6 aprile e lapertura proseguirà tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00 “Essere etrusco” è guardare avanti con la memoria rivolta alle proprie origini mediterranee, alle proprie origini latine. Ritrovare lApollo di Veio ed i maestri Comacini, ma anche Giotto, Arnolfo di Cambio, Masaccio, Bay, Boetti, Ceroli e Burri. “Essere Etrusco” è fare archeologia, scavare nella propria memoria storica ritrovando le proprie radice latine, ritrovando parte di quel fare artigiano che lavora con le mani materiali reali, fossili di archeologia industriale. “E un gesto di ottimismo in un periodo buio e triste; offrire unesperienza visiva, unesperienza sensoriale da condividere con tutti, è un mio omaggio alla città ove vivo da più di 15 anni. Un omaggio a chiunque pensi che non si vive solo di beni primari, ma anche di superfluo … indispensabile” conclude lautore.

Dal 6 al 15 aprile in via Risorgimento 123 a Moie la mostra di arte temporanea del moiarolo Cristiano Tenenti. L'inaugurazione avverrà alle ore 17.00 di sabato 6 aprile e l'apertura proseguirà tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00

“Essere etrusco” è guardare avanti con la memoria rivolta alle proprie origini mediterranee, alle proprie origini latine. Ritrovare l'Apollo di Veio ed i maestri Comacini, ma anche Giotto, Arnolfo di Cambio, Masaccio, Bay, Boetti, Ceroli e Burri.

“Essere Etrusco” è fare archeologia, scavare nella propria memoria storica ritrovando le proprie radice latine, ritrovando parte di quel fare artigiano che lavora con le mani materiali reali, fossili di archeologia industriale.

“E' un gesto di ottimismo in un periodo buio e triste; offrire un'esperienza visiva, un'esperienza sensoriale da condividere con tutti, è un mio omaggio alla città ove vivo da più di 15 anni. Un omaggio a chiunque pensi che non si vive solo di beni primari, ma anche di superfluo … indispensabile” conclude l'autore.

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