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“Vietato dire non ce la faccio”. Gli studenti settempedani hanno incontrato la campionessa Nicole Orlando

Lunedì, 05 Febbraio 2018 14:00 | Letto 864 volte   Clicca per ascolare il testo “Vietato dire non ce la faccio”. Gli studenti settempedani hanno incontrato la campionessa Nicole Orlando “Io non sono Down. Io ho la sindrome di Down. Ed è come la felicità, perché io sono sempre strafelice”. Due giornate di incontri per gli studenti dell’itts Divini e dell’Ipsia Pocognoni con la campionessa paralimpica Nicole Orlando. Vincitrice di quattro ori mondiali e un argento, la 25enne è affetta da sindrome di Down ma negli ultimi anni è divenuta una vera e propria star: nel 2015 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha citata nel suo discorso di fine anno, nel 2016 è invitata sul palco di Sanremo e, pochi giorni dopo, viene scelta come concorrente a Ballando con le Stelle, dove è arrivata in finale. Sulla sua storia, è stato pubblicato anche un libro, “Vietato dire non ce la faccio”. La sua forza, la grinta e, perché no, quel cromosoma in più che l’ha resa speciale. L’incontro è stato organizzato da Cristina Marcucci, presidente dell’associazione Help Sos Salute e Famiglia.   “Ho tanta grinta, una grinta che spacca. Infatti puntualizzo che non sono una persona down, sono una persona con la sindrome di down. Down è un cognome, non un aggettivo. Il signor John Langdon Down è colui che ha messo insieme le caratteristiche della sindrome. Lui si chiamava così e questo ha creato a tutti quelli come me un problema in più e la maggior parte delle persone pensa che dobbiamo camminare sempre un passo indietro. Se lui si fosse chiamato Beautiful di cognome, oggi saremmo tutti Beautiful, belli. Avrei preferito che si fosse chiamato Happy, perché mi sento sempre super felice”. Questo è uno stralcio di un capitolo del libro che la racconta, e la stessa Nicole ha parlato ai ragazzi di cosa significhi vivere con la sindrome di Down: “Voglio darvi un consiglio - ha detto - ‘Vietato dire non ce la faccio’ è il mio motto. Dovete imparare tanto, ci vuole tanta volontà, coraggio e determinazione. È importante anche che non vi facciate mancare l’affetto degli amici e della famiglia. E soprattutto, abbiate cura dei vostri nonni. La sindrome di Down - ha aggiunto - è come la felicità, io sono sempre strafelice perché ho un cromosoma in più e quindi una marcia in più. Ho tanta grinta, sono orgogliosa anche di essere italiana e di indossare la divisa. Io amo essere italiana”. g.g.  

Io non sono Down. Io ho la sindrome di Down. Ed è come la felicità, perché io sono sempre strafelice”.

Due giornate di incontri per gli studenti dell’itts Divini e dell’Ipsia Pocognoni con la campionessa paralimpica Nicole Orlando. Vincitrice di quattro ori mondiali e un argento, la 25enne è affetta da sindrome di Down ma negli ultimi anni è divenuta una vera e propria star: nel 2015 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha citata nel suo discorso di fine anno, nel 2016 è invitata sul palco di Sanremo e, pochi giorni dopo, viene scelta come concorrente a Ballando con le Stelle, dove è arrivata in finale. Sulla sua storia, è stato pubblicato anche un libro, “Vietato dire non ce la faccio”.

La sua forza, la grinta e, perché no, quel cromosoma in più che l’ha resa speciale.

L’incontro è stato organizzato da Cristina Marcucci, presidente dell’associazione Help Sos Salute e Famiglia.

 

nicole e marcucci

Ho tanta grinta, una grinta che spacca. Infatti puntualizzo che non sono una persona down, sono una persona con la sindrome di down. Down è un cognome, non un aggettivo. Il signor John Langdon Down è colui che ha messo insieme le caratteristiche della sindrome. Lui si chiamava così e questo ha creato a tutti quelli come me un problema in più e la maggior parte delle persone pensa che dobbiamo camminare sempre un passo indietro. Se lui si fosse chiamato Beautiful di cognome, oggi saremmo tutti Beautiful, belli. Avrei preferito che si fosse chiamato Happy, perché mi sento sempre super felice”. Questo è uno stralcio di un capitolo del libro che la racconta, e la stessa Nicole ha parlato ai ragazzi di cosa significhi vivere con la sindrome di Down: “Voglio darvi un consiglio - ha detto - ‘Vietato dire non ce la faccio’ è il mio motto. Dovete imparare tanto, ci vuole tanta volontà, coraggio e determinazione. È importante anche che non vi facciate mancare l’affetto degli amici e della famiglia. E soprattutto, abbiate cura dei vostri nonni. La sindrome di Down - ha aggiunto - è come la felicità, io sono sempre strafelice perché ho un cromosoma in più e quindi una marcia in più. Ho tanta grinta, sono orgogliosa anche di essere italiana e di indossare la divisa. Io amo essere italiana”.

g.g.

 

studenti incontro nicole

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