Notizie di spettacolo nelle Marche
Venerdì, 28 Febbraio 2020 17:17

Muccia, via ai lavori della Pedemontana

Bretella di Muccia, via ai lavori. Inizieranno, infatti, a breve i lavori di costruzione della bretella di collegamento della superstrada 77 Valdichienti con la SP 209. Un'opera, realizzata dalla Quadrilatero s.p.a., fondamentale per tutto il territorio soprattutto dopo il terremoto del 2016 che ha messo in ginocchio l'intera zona.
Attualmente il collegamento della superstrada direzione mare-monti con la Valnerina è assicurato da uno svincolo provvisorio realizzato pochi giorni prima dell’apertura della nuova arteria e soprattutto due mesi prima del sisma.
Ritengo questa un'opera essenziale per l'intera viabilità - le parole del presidente della provincia Antonio Pettinari - Altrettanto necessario è il miglioramento della mobilità di quel comprensorio montano attraverso la realizzazione di un altra bretella di collegamento dello stesso svincolo con la vecchia SS 77 e la SP 256 in vista anche dell’innesto della Pedemontana”.

f.u.
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Il rinvio al prossimo mese di giugno del Salone del Mobile di Milano, misura prudenziale e legittima vista la situazione legata al diffondersi dei contagi da Coronavirus in Lombardia, sta però già causando danni alle aziende del settore, non ultime quelle del territorio marchigiano. Un comparto, quello del mobile, che presenta fatturati importanti e dove già si parla di oltre 120 milioni di perdite. "Un rinvio che sicuramente mette in crisi molte aziende che avevano già preparato quanto necessario per il Salone in termini di impegno, materiali, personale - a parlare è Corrado Ramundo della Lube Store - Sicuramente uno stop inevitabile, vista la situazione, ma indesiderato considerato che molte aziende puntano in maniera particolare su questa fiera di carattere internazionale. Credo - prosegue - che il danno, anche a livello economico, sia stato creato da tutte quelle persone che generano allarmismo e, di conseguenza, paura. Non sarà un caso montato ad arte per disoglierci dai problemi reali?". Di sicuro gli effetti sull'economia, oltre a quelli che già si stanno vedendo, si avranno soprattutto a lungo termine, a meno che non vengano adottati rimedi immediati. E' quanto s iaugura Gianluca Badaloni, agente di commercio nel settore del mobile. "Mi auguro - le sue parole - che tutto possa tornare presto alla normalità, che la gente torni a frequentare anche i negozi perchè abbiamo bisogno di produrre. Una recessione oggi significherebbe danni economici incalcolabili e posti di lavoro a rischio nel settore artigianali con conseguenze negative sulle famiglie. Una ulteriore crisi economica sarebbe deleteria per tutti". 
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Cosa succede negli uffici di Poste italiane? Come ci si prepara ad affrontare i prossimi giorni di maggiore affluenza di persone? Se lo chiedono i dipendenti e i rappresentanti della Cisl Slp Marche in vista del pagamento delle pensioni nel periodo dell'emergenza da Coronavirus.

"Fin dall’inizio ci siamo imposti, con la massima responsabilità, di mantenere la calma per poter affrontare la situazione con tutta la ragionevolezza possibile – dichiara Dario Dominici, Segretario generale della Cisl Slp Marche, il sindacato maggiormente rappresentativo dei lavoratori di Poste Italiane -. Tuttavia, è difficile rimanere silenziosi di fronte alla latitanza della dirigenza di Poste rispetto alle domande dei lavoratori che desiderano essere rassicurati. Finora ci si è limitati a messaggi quotidiani diramati dall’unità di emergenza istituita a livello nazionale volti a ricordare le fondamentali regole di igiene, anche attraverso azioni utili a minimizzare le possibilità di contagio durante il lavoro".

Insieme alle altre organizzazioni di categoria, la Cisl Slp ha chiesto nei giorni scorsi un incontro per sapere se, ad esempio, "saranno fatti inviti alla cittadinanza per evitare affollamenti negli uffici postali nei giorni di pagamento delle pensioni e se sia stata effettuata una ricognizione delle dotazioni di detergenti, salviette asciugamani e gel disinfettanti".
I sindacati avvisano però tramite una nota che "non hanno ancora ricevuto una risposta nel merito, al di là della disponibilità ad una riunione in videoconferenza per il pomeriggio del 2 marzo, cioè dopo la conclusione del primo giorno di pagamento delle pensioni".

Allora i dubbi di chi lavora agli sportelli: "Se non ci sono pericoli, se ci si sta proteggendo da un’influenza, come mai - si domandano - i responsabili rimangono barricati nei palazzi direzionali evitando anche di incontrare i rappresentanti dei lavoratori? - aggiunge Dominici -. Nessuno prende l'iniziativa di verificare che le indicazioni utili ad evitare il contagio siano praticabili all'interno dei posti di lavoro? Ma è davvero così difficile sensibilizzare la clientela ad un accesso regolato agli sportelli in questi giorni, come sta invece avvenendo nella maggior parte dei casi in strutture pubbliche e private?".

GS



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Si sono concluse nei giorni le operazioni per l’elezione dei sindaci che entreranno a far parte dell’ Assemblea del Consorzio di Bonifica delle Marche suddivisa per vari comprensori.

Sei i rappresentanti all'interno dell'assemblea: Giuliano Ciabocco, sindaco di San Ginesio, Stefano Filonzi consigliere di Cingoli, Vincenzo Felicioli, sindaco di Fiuminata, Mario Baroni, sindaco di Muccia, Cristina Gentili, sndaco di Bolognola e Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino.

Il Consorzio di Bonifica delle Marche è un ente pubblico economico istituito dalla Giunta Regionale delle Marche nel dicembre 2013

A partire dal primo gennaio 2014 ha incorporato per fusione i tre Consorzi presenti nel territorio: il Consorzio di Bonifica integrale dei fiumi Foglia, Metauro e Cesano, il Consorzio di Bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera ed il Consorzio di Bonifica di Aso, Tenna e Tronto.

Il territorio regionale è ora suddiviso in sei comprensori che rispondono a caratteristiche comuni a livello idrografico e irriguo.

Il Consorzio di Bonifica delle Marche è impegnato quotidianamente nel promuovere la difesa del suolo e delle zone umide dal dissesto idrogeologico, lo sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, la tutela e la valorizzazione della produzione agricola. Gestisce, poi, l’approvvigionamento e l’uso razionale delle risorse idriche ed è quindi un attore decisivo nella salvaguardia del nostro patrimonio naturale, con funzioni che gli vengono delegate da leggi statali e regionali.

GS
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Dopo il rumore fatto dallo scontro tra Governo e Regione che si è protratto anche ieri, i riflettori tornano ad accendersi sul vero motivo per cui si è dibattuto se l'ordinanza fosse necessaria o superflua: il Coronavirus.
Sembra quasi, infatti, che il braccio di ferro politico abbia sovrastato l'emergenza sanitaria e sia riuscito, almeno nelle Marche, a distogliere l'attenzione sui contagi.
Ecco allora il punto della situazione.
Al primo contagio in provincia di Pesaro-Urbino, reso noto martedì scorso, infatti, secondo la nuova ordinanza regionale mercoledì si sono verificati altri due casi positivi da malattia infettiva COVID-19 sempre nella provincia di Pesaro-Urbino, in attesa di conferma dell’Istituto Superiore di Sanità; ieri si sono verificati ulteriori tre casi positivi nella stessa provincia, anche questi in attesa di conferma.
"Risultano positivi - si legge nell'ordinanza - un totale di sei pazienti di cui solo uno confermato dall'Istituto superiore di sanità e cinque in attesa di conferma. Dei sei positivi, due pazienti risultano ricoverati in Rianimazione".
Passiamo poi ai casi sospetti: "Sono state messe in isolamento domiciliare fiduciario ben 94 persone - si legge nell'ordinanza - di cui 34 sintomatici,così distribuiti: 41 nella provincia di Pesaro-Urbino, 20 nella provincia di Ancona, 17 nella provincia di Macerata, 5 nella provincia di Fermo ed 11 nella provincia di Ascoli Piceno".

GS
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Giovedì, 27 Febbraio 2020 17:35

Il Tar delle Marche boccia Ceriscioli

Il Tar delle Marche annulla l'ordinanza della Regione che disponeva la chiusura delle scuole e la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, ivi comprese quelle sportive. La decisione del giudice amministrativo, motivata dal fatto che al momento dell'ordinanza non erano stati riscontrati casi di positività al virus nelle Marche e che di conseguenza non sussistevano le ragioni per l'emanazione del provvedimento, andrebbe così a ripristinare la situazione di normalità con le scuole che tornerebbero ad essere da subito riaperte così come tutte le altre manifestazioni che avevano subito lo stop. Quarantena finita? Non necessariamente perchè nel frattempo anche nella nostra regione sono stati riscontrati casi di positività al virus e, pertanto, la regione potrebbe anche emanare un secondo provvedimento. L'attesa, dunque, continua.


Di seguito il Decreto emanato dal Tar delle Marche



             REPUBBLICA ITALIANA

Tribunale Amministrativo Regionale per le Marche

(Sezione Prima)


Il Presidente

ha pronunciato il presente

DECRETO

sul ricorso numero di registro generale 118 del 2020, proposto da
Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria presso l’Avvocatura Distrettuale di Ancona in Ancona, piazza Cavour, 29;


contro

Regione Marche, Presidente della Giunta Regionale non costituiti in giudizio;


per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

dell’ordinanza n. 1 del 25 febbraio 2020, recante «misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» con la quale è stata disposto che a partire dalle ore 00.00 di mercoledì 26 febbraio 2020 fino alle ore 24,00 del 4 marzo 2020, sul territorio della Regione Marche è disposta:

a) la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche, di qualsiasi natura;

b) la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche, universitarie (lezioni, esami di profitto e sedute di lauree) e di alta formazione professionale e dei percorsi di istruzione e formazione professionale, salvo le attività formative svolte a distanza e quelle relative alle professioni sanitarie ivi compresi i tirocini;

c) la sospensione di ogni viaggio di istruzione sia sul territorio nazionale sia estero;

d) la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura e delle biblioteche;

e) la sospensione dei concorsi pubblici fatti salvi quelli relativi alle professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.


Visti il ricorso e i relativi allegati;

Vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal ricorrente, ai sensi dell'art. 56 cod. proc. amm.;

Lette le deduzioni difensive informalmente acquisite dalla Regione Marche;

Premesso che la funzione dei provvedimenti cautelari interinali di competenza del Presidente non è quella di anticipare gli effetti della tutela cautelare ordinaria, ma quella di prevenire, «in caso di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla camera di consiglio», il maturarsi di pregiudizi irreversibili a fronte dei quali risulterebbe inutile la concessione di un ordinario provvedimento cautelare collegiale nella camera di consiglio a ciò destinata;

Considerato che il D.L. 23.2.2020 n. 6 - al fine di contrastare la diffusione del coronavirus - prevede, al ricorrere di tassativi presupposti, l’assunzione di misure pesantemente incidenti su diversi diritti e libertà costituzionali;

Rilevato che la ricorrente Presidenza del Consiglio dei Ministri lamenta che la Regione Marche avrebbe emesso l’impugnata ordinanza in assenza del presupposto (individuato dall’art. 1, comma 1, del D.L.n. 6 del 2020) che nella zona risulti “positiva almeno una persona”;

Considerato che la legittimità del provvedimento amministrativo deve essere valutata, in sede giurisdizionale, alla stregua della situazione di fatto e di diritto sussistente al momento della emissione, risultando irrilevanti le sopravvenienze, secondo il principio “tempus regit actum” (cfr. ex multis: Cons. St. Sez. IV, 30.7.2019, n.5395);

Rilevato che dall’ordinanza si rileva che non sussistevano, a quel momento, casi accertati di contagio nelle Marche, evidenziando quale presupposto “la prossimità del territorio marchigiano con la regione Emilia Romagna in cui sono stati rilevati casi confermati di contagio da COVID- 19”;

Considerato che – in questa fase di sommaria delibazione in via d’urgenza – la suddetta doglianza risulta fondata;

Ritenuto che anche l’ulteriore censura svolta dalla ricorrente, con la quale si prospetta che la Regione avrebbe erroneamente indicato, a sostegno del potere di ordinanza, la disposizione di cui all’art. 2 del D.L. n. 6 del 2020 - che prevede la possibilità per le autorità competenti di disporre misure “ulteriori”, al di fuori dei casi di cui all’art. 1 comma 1 (ossia anche in assenza del riscontro di almeno una persona positiva) - pare assistita dal fumus boni iuris, atteso che tali misure non possono essere altrettanto invasive, sia per intensità sia per latitudine, rispetto a quelle giustificate dalla presenza di un focolaio di infezione; in altri termini, la possibilità di adottare misure “ulteriori” va, in via sistematica, riferita ad interventi che comportino un sacrificio minore delle libertà individuali, rispetto a quelli previsti dall’art. 1 del cit. D.L. n. 6;

Ritenuto che sussista altresì il presupposto dell’estrema gravità ed urgenza richiesto dall’art. 56 c.p.a, per concedere la tutela monocratica urgente, considerato che il provvedimento impugnato esaurisce i suoi irreversibili effetti il 4 marzo; fermo restando che, al mutare della situazione di fatto, consegue la possibilità, per il Governo e per la Regione, di emettere i provvedimenti consentiti dal cit. D.L. n. 6 del 2020;

Considerato che l’eventuale differente trattamento riservato dal Governo - in condizioni asseritamente eguali a quelle della Regione Marche - alla Regione Liguria, sul quale si sofferma lo scritto difensivo regionale (senza che tale circostanza risulti però evocata dal provvedimento impugnato) ha valenza politica ma non giuridica e non può comunque ex se giustificare l’esercizio del potere;

Attesa l’urgenza connessa alle situazioni oggetto del provvedimento impugnato, alla rilevanza degli interessi in competizione e considerato che appare possibile una permanenza della situazione di criticità sanitaria anche oltre la data di scadenza dell’ordinanza qui impugnata, si reputa opportuno fissare per la trattazione collegiale - in deroga ai termini di cui all’art. 55 c.p.a. - la camera di consiglio del 4 marzo 2020, avendo acquisito informalmente il consenso al riguardo delle parti;


P.Q.M.

Accoglie l’istanza cautelare e sospende gli effetti del provvedimento impugnato.

Fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 4.3.2020.

Il presente decreto sarà eseguito dall'Amministrazione ed è depositato presso la Segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.

Così deciso in Ancona il giorno 27 febbraio 2020.









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Non hanno mai mostrato sintomi e sono in buone condizioni di salute, ma hanno deciso di rispettare volontariamente la quarantena. E' il caso di una coppia di cinesi, marito e moglie, che vive a Loro Piceno."Non hanno alcun problema di salute, ma ci hanno comunicato questa scelta che, a scopo precauzionale, stanno adottando già dallo scorso 5 febbraio -spiega il sindaco Robertino Paoloni-. Quale massima autorità sanitaria del territorio, il primo cittadino ha ricevuto infatti la segnalazione ed effettuato le opportune verifiche attraverso la polizia municipale.
"Tutto è assolutamente tranquillo- assicura il sindaco-. Tornata al Paese d'origine e fatto rientro in Italia, la coppia ha deciso autonomamente di non uscire dalle mura di casa e seguire il protocollo ministeriale, anche per dare maggiore tranquillità alla cittadinanza. Direi che la loro scelta denota anche uno spiccato senso civico- aggiunge Paoloni-. E' esemplare che, a scopo preventivo, loro stessi  abbiano voluto verificare che non ci fossero problemi; se tutti adottassero questo tipo di precauzioni dettate dal Ministero della salute, credo che le cose andrebbero meglio- conclude il sindaco-. Sono ormai più di 20 giorni che non escono di casa e, in linea con quelle che sono le direttive, avrebbero anche superato i tempi cautelativi, tuttavia stanno proseguendo ulteriormente in questa fase precauzionale, i cui riscontri sono assolutamente rassicuranti".

In base alle disposizioni dell'emergenza Covid-19, i comuni stanno intanto attivando il previsto protocollo sanitario.
A Fiastra, in accordo con il dirigente dell'Istituto Comprensivo Betti Maurizio Cavallaro, ci si sta occupando della disinfestazione delle aule e dei bus scolastici.
" Abbiamo anche richiesto un centinaio di mascherine protettitve per eventuali interventi degli operatori di protezione civile e dipendenti comunali - afferma il sindaco Sauro Scaficchia-. Tutto è sotto controllo e, la stessa popolazione vive abbastanza serenamente anche questo tipo di emergenza".
C.C. 
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Un incontro con il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, organizzato dal Club Ambrosetti e riservato ad un team di imprenditori provenienti da diverse zone d'Italia, quello che si è tenuto nei giorni scorsi per parlare della sfida dell'autonomia differenziata in vista della predisposizione di un disegno di legge su questa importante materia che il Ministro Boccia presenterà a breve. All'incontro ha preso parte, in qualità di membro del consiglio di presidenza dell'Unionturismo, anche Barbara Cacciolari, che ha presentato anche le istanze e le urgenze del territorio maceratese. "Per quanto riguarda la regione Marche - ha dichiarato Barbara Cacciolari - ho evidenziato la necessità e l’urgenza di attivare il prima possibile la macchina della ricostruzione, ad oggi ancora ferma nelle aree interne colpite dal sisma del 2016. Inoltre ho avanzato la richiesta di inserire nel Disegno di Legge la necessità di una particolare attenzione e tutela delle Aree interne e di montagna, patrimonio inestimabile del nostro territorio che conserva i piccoli borghi di storia millenaria, nonche’ prevedere una tutela pertinente alle aree terremotate che hanno bisogno di essere gestite come aree speciali per la ricostruzione immobiliare ed economica".

f.u.
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Giovedì, 27 Febbraio 2020 12:22

Covid-19, l'Unione Monti Azzurri lavora da casa

Smart Warking, ovvero il lavoro agile nella fase emergenziale del Coronavirus. Una misura prevista dalla legge che, unico tra gli enti pubblici della regione Marche, è già stata adottata dall’Unione Montana dei Monti Azzurri. “Ci siamo subito attivati su indicazioni del sindacato – così il presidente Giampiero Feliciotti – dando l’input per accelerare i tempi con le rappresentanze sindacali aziendali e la responsabile degli affari generali interni. Una delibera, quella che abbiamo adottato, che ora verrà presa come esperimento pilota sia dai sindacati che da altri enti”. “Dopo la richiesta da parte della Cisl di adottare tutti gli atti necessari per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, tra cui il progetto sperimentale “smart working” – spiega la dottoressa Taccari – ci siamo attivati per adeguare al nostro ente questo progetto. Un progetto che andava semplificato sia come iter per l’approvazione sia per offrire la possibilità a tutti i nostri dipendenti, anche a quelli a tempo determinato, di poterne usufruire.

Così, grazie anche al Decreto Legge dello scorso 23 febbraio, che contiene misure relative all’emergenza epidemiologica, siamo riusciti a semplificare l’iter procedimentale adottando direttamente l’accordo con il personale interessato con l’approvazione da parte dell’organo politico”. Raggiunto lo scopo della semplificazione, l’Unione Montana è passata subito alla parte operativa, attraverso anche l’intervento della Rsu. “Abbiamo garantito al pubblico, attraverso una turnazione, l’apertura dell’ufficio che gestirà tutte le emergenze – a parlare il rappresentante della Rsu Giordano Saltari – Per il resto ogni dipendente che aderisce all’accordo avrà il proprio pc personale connesso in maniera sicura al computer del proprio ufficio. Così riusciremo a soddisfare l’utenza, a garantire l’assoluta sicurezza ai lavoratori e ad avere anche uno strumento di monitoraggio del lavoro svolto”.

FU
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Potrebbero arrivare buone notizie per i terremotati che, dopo aver perso la propria abitazione avevano spostato il domicilio fuori regione in attesa della ricostruzione.
A loro, infatti, l'ordinanza 614/2019 per il riconoscimento del Cas aveva riservato una doccia fredda: dal momento che avevano cambiato regione non avrebbero avuto più diritto al contributo di autonoma sistemazione.
A lanciare il grido d'allarme, tra gli altri, erano stati Maria Cristina Belmonte e suo marito Antonio Cristiani, rispettivamente 73 e 76 anni, che da Castelsantangelo sul Nera si erano trasferiti nel Lazio, vicino ai figli, ed erano preoccupati per l'applicazione della nuova ordinanza. Come loro tanti altri concittadini.
Ma è notizia di queste ore che "Il capo dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli - spiega in una nota il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Piero Celani - ha comunicato alle Regioni che si sta predisponendo una rettifica all'ordinanza per il riconoscimento del CAS anche a soggetti che abbiano trasferito la propria dimora in un Comune limitrofo ma al di fuori del territorio regionale".
Pronta la soddisfazione del primo cittadino di Castelsantangelo, Mauro Falcucci, da cui è partita la richiesta di modifica: "Noi avevamo già mostrato le nostre perplessità durante le riunioni precedenti alla pubblicazione dell'ordinanza. Dopo che è stata emanata abbiamo contattato Angelo Borrelli della Portezione Civile per dimostrare come fosse paradossale che chi aveva spostato temporaneamente il proprio domicilio oltre i confini regionali, pur mantenendo la residenza nei nostri paesi, non avesse più diritto al CAS.
Dopo aver trattato la questione con la Protezione Civile regionale - ha concluso - è partita la richiesta e apprezziamo che sia stata accolta".

GS



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