Notizie di spettacolo nelle Marche
Ricottine in regalo da “Il Pastorello di Cupi” consegnate dalla Croce Rossa. E’ accaduto a Visso. Una sorpresa per le 228 famiglie che vivono nelle Sae e per tutti gli abitanti del borgo che si sono visti recapitare alla porta di casa un dono inviato dalla locale azienda agricola di Arcangelo Ciammaruchi.

Un gesto dettato dal cuore per testimoniare vicinanza in una situazione di emergenza che ha bloccato e stravolto tutto. Una vita tra i pascoli quella della famiglia Ciammaruchi che nel piccolo borgo di Cupi all’interno del Parco Nazionale dei Sibillini, segue un allevamento di oltre 1000 capi di ovini; non da molto erano riusciti a riaprire un nuovo laboratorio artigianale dopo che il precedente era stato distrutto dalle scosse.
“Il terremoto ci ha fermati – racconta la signora Sandra, mamma del titolare -Poi ringraziando il Signore siamo riusciti a riaprire un altro caseificio e dopo un anno e mezzo siamo ripartiti con l’attività. In questo momento purtroppo la produzione che facciamo non riusciamo più a venderla perché noi lavoravamo molto con ristoranti agriturismi, pasticcerie che sono stati costretti a chiudere e non lavorano più. A causa di questo maledetto virus, sono 15 giorni che non consegniamo e, siamo rimasti con tanta produzione e tanta ricotta. Fino ad un certo punto, l'abbiamo salata poi mio figlio Arcangelo mi ha detto “mamma anziché buttare il siero doniamo alle persone il prodotto’ e dunque abbiamo preso questa decisione”.
Sandra Ciammaruchi
E’ così che, contattato il sindaco di Visso Gianluigi Spiganti Maurizi per poter trovare la modalità migliore di consegna delle ricottine senza infrangere le regole anti-coronavirus, il primo cittadino ha consigliato all’azienda di accordarsi con il locale Comitato di Croce Rossa che ha provveduto ad incanalare nella maniera giusta questo desiderio. Sorpresa e commozione per il piccolo regalo che, proprio grazie agli operatori di Croce Rossa, tante famiglie hanno ricevuto in casa. In un momento così delicato e difficile, è stato come ricevere una carezza, un segno di grande affetto. Sindaco e amministrazione comunale si sono complimentati con la famiglia Ciammaruchi che adesso è decisa a proseguire recapitando ricottine in altri paesi.

“ Per noi è un piacere- aggiunge Sandra- Sono piccoli gesti ma fatti con il cuore. Noi stessi siamo stati raggiunti dalla solidarietà di tutta Italia quando siamo rimasti senza attività e adesso sentiamo il dovere di condividere a nostra volta vicinanza e solidarietà. Prima il momento difficile era per alcuni, adesso la difficoltà coinvolge il mondo intero. E’ un piccolo dono che dopo Visso faremo anche agli abitanti di Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Pievebovigliana e magari anche in altri paesi".
C.C.

***approfondimento della notizia nel prossimo numero di Appennino Camerte 

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I trasporti non si fermano, lo ha deciso anche il decreto Covid-19, e Contram s.p.a ha predisposto diversi sistemi di distanziamento per indicare ai passeggeri come rispettare la normativa che impone la distanza minima di un metro, viaggiando in sicurezza. 
In questi giorni di incertezze, dovute alle restrizioni causate dalla diffusione del virus, a cui si è aggiunta un’ondata di maltempo e neve, gli autobus hanno comunque viaggiato. "Nonostante i doverosi e ingenti tagli alle linee di trasporto pubblico apportati a seguito delle indicazioni della Regione Marche - si legge in una nota dell'azienda - , rimangono comunque in piedi i servizi minimi".

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Intanto, Contram Mobilità, che riunisce tutti i servizi di trasporto su gomma del Maceratese, si impegna nel servizio da e per gli ospedale Non Covid.
"Nelle zone dove non è possibile raggiungere i presidi ospedalieri Non Covid - scrivono - è stato attivato un servizio di trasporto a chiamata per il periodo dell'emergenza. Un servizio attivo dalle 7.30 alle 20; salita e discesa saranno effettuale su una fermata dell'autobus e il punto di partenza e di ritorno non devono comunque essere collegate da servizi di linea attivi. È possibile prenotare il servizio al numero 800037737 dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì".
Un servizio che risponde, quindi, alla necessità di raggiungere un ospedale che non è stato riservato ai pazienti contagiati, evitando la difficoltà degli spostamenti dal momento che molti ospedali della zona sono diventati Covid Hospital.

GS 
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Sono la fascia più debole. Lo erano quasi quattro anni fa, dopo il sisma. Hanno continuato ad esserlo fino ad oggi in attesa di riavere la loro casa. E lo sono oggi, ma non solo perchè più attaccabili dal virus, ma per la solitudine in cui sono ripiombati. 
Sono gli anziani ed è per questo che l'impegno della maceratese Manuela Berardinelli, da sempre in prima linea per le persone più fragili ed per i malati di demenza, si è subito attivata con l'associazione Alzheimer Uniti Italia che presiede e con l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer.
"Il momento è difficile e complesso per tutti - spiega - in maniera particolare per loro a cui è più complicato spiegare che devono restare a casa e gestire una quotidianità che si svolge diversamente dal solito.
Il pensiero agli anziani che vivono nella solitudine delle loro case o nelle case di riposo oggi diventa davvero forte. Abbiamo una preoccupazione a livello morale, sia personale che associativa, che ci spinge a poter fare qualcosa per dare risposte ad una categoria più debole, non solo di salute ma anche in termini psicologici".
Diverse le azioni messe in campo per essere vicini, seppur virtualmente, a queste persone ed alle loro famiglie: "In collaborazione con l'Associazione italiana di Psicogeriatria e l'Associazione Argilla, abbiamo attivato un numero di telefono che risponde tutti i giorni dalle 15 alle 19, compresa la domenica. Una linea telefonica che si propone di dare vicinanza, ma anche risposte concrete a domande che vengono poste. Il numero è 3515834933". 
Soluzioni che arrivano anche dalla tecnologia: "Sia a livello nazionale che locale - prosegue - , ogni giorno, sulla nostra pagina Facebook, ma anche nelle chat dei familiari degli anziani, inviamo dei video fatti da persone competenti che, in maniera molto semplice, cercano di dare una organizzazione alla quotidianità. Un modo anche per avitare di cadere nella noia, anticamera diretta alla depressione". 
L'impegno dell'associaizone non si ferma qui, ma guarda a fare di più anche nei prossimi giorni: "Stiamo pensando di organizzare un momento di socialità virutale - aggiunge Manuela Berardinelli - . Chiamiamolo "Caffè Alzheimer" o in qualsiasi altro modo. Daremo un link e, tramite delle piattaforme, ci incontreremo per vivere una socialità a distanza. Stiamo poi provando ad organizzare una serie di almeno tre o quattro videoconferenze di approfondimento con un esperto che possa dare una formazione in un momento di grande difficoltà". 
Oltre alla linea telefonica attivata in campo nazionale, l'Afam mette a disposizione un'altra linea locale, sempre attiva: 3779841431.
"Rispondiamo non solo per dare indicazioni - conclude - , ma anche semplicemente per parlare ed avere un effetto consolatorio".

Giulia Sancricca
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La preoccupazione dei terremotati di veder fermare una ricostruzione che già stentava a ripartire potrebbe farsi sempre più concreta. L'ultimo decreto per il contenimento del Covid 19, infatti, avrebbe portato anche alla sospensione di tutti i cantieri, pubblici e privati, della ricostruzione post sisma 2016.
Una direttiva che potrebbe però essere modificata dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, al lavoro per arrivare ad un'intesa i tal senso.
Per andare incontro alle imprese che sospendono i cantieri della ricostruzione, il Commissario sta anche valutando un sistema per pagare i lavori fatti, a prescindere dallo stato di avanzamento.
Oggi, infatti, si paga al 20%, 40%, 70% e 100% del lavoro. L'idea, stando alle prime indiscrezioni, è quella di pagare quello che si è fatto finora, a prescindere dalle quote, per dare liquidità alle imprese e consentire di pagare dipendenti e fornitori. 

GS
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Mercoledì, 25 Marzo 2020 18:21

Coronavirus: come cambia la Settimana Santa

La pandemia da Coronavirus che stiamo vivendo modifica anche il modo di vivere e celebrare la Settimana Santa ormai imminente. Con proprio Decreto, infatti, il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina per i Sacramenti, ha dato indicazione ai vescovi e ai sacerdoti su come celebrare i riti della Pasqua. Ovunque le celebrazioni avverranno senza la presenza dei fedeli, che ove possibile potranno unirsi in preghiera attraverso i mezzi di comunicazione, nei casi di trasmissioni in diretta, o con la preghiera personale all’interno delle proprie case. Previsto anche lo spostamento a una data diversa, secondo quanto indicato dalle Conferenza Episcopali, della Messa Crismale. Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.

f.u.

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L’Asur ha confermato quanto accaduto al Bartolomeo Eustachio dove due pazienti provenienti dal reparto Medicina di Civitanova sono arrivati già infetti dal Covid19. Hanno contagiato un altro paziente ricoverato nella stessa camera e altri 6 tra cui un operatore socio sanitario. Pare però, stando sempre all’Asur, che per fortuna non vi siano altre persone positive. A riferire quanto afferma l’azienda sanitaria regionale è stato il sindaco, Rosa Piermattei: “Al momento non ci sono casi di Covid-19 tra i ricoverati - si legge nella nota arrivata al primo cittadino -. A tale evento hanno fatto seguito le misure di verifica e contenimento. Sono stati effettuati tamponi sia ai pazienti che al personale e si è proceduto al trasferimento nella struttura dedicata ai pazienti positivi. La diffusione del virus Covid-19 determina anche il presentarsi di casi imprevedibili in ragione della possibilità di contagio da parte di soggetti asintomatici o in fase pre sintomatica”. La risposta del direttore dell’Asur Marche ha riguardato, infine, anche la sanificazione ambientale: “La sanificazione si basa sugli ordinari protocolli adottati in ambito ospedaliero. Ad ogni buon fine tutto il reparto e gli ascensori utilizzati dai pazienti sono stati sanificati. Il personale sanitario, sulla base delle indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nonché dal Gores, viene dotato di dispositivi di protezione individuale correlati al rischio biologico”.

g.g.
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"Connettere è una questione di cuore". Vicini a chi soffre per un'emergenza senza precedenti. Così la Med Store, azienda di Sandro e Stefano Parcaroli, punto di riferimento per il centro Italia in qualità di Apple Premium Reseller, ha donato alcuni iPad ai poli ospedalieri dell'Area Vasta 3 (Macerata, Camerino e Civitanova Marche), grazie al coordinamento con il responsabile dell'Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, e altri dispositivi all'ospedale di Pesaro, ad oggi epicentro di una lotta senza sosta contro il Coronavirus. Tablet già pronti all'uso, grazie alla gestione centralizzata a distanza, che consente di mantenere la funzionalità del dispositivo in qualsiasi momento ed un supporto tecnico da remoto da parte dello staff Med Store.
"Una scelta fortemente voluta da parte dell'azienda - sottolinea Stefano Parcaroli - Stiamo vivendo un'emergenza senza precedenti e tutti quanti ci sentiamo coinvolti, non solo nell'osservanza di quelle che sono le restrizioni e le direttive emanate dal governo centrale, ma anche come cittadini che possono contribuire in ogni modo possibile per supportare le difficoltà di chi in questo momento sta lottando in corsia per salvare le vite e di chi lotta contro questo terribile virus.

Abbiamo voluto donare diversi iPad agli ospedali della nostra provincia, come pure all'ospedale di Pesaro - prosegue Stefano Parcaroli - Un supporto che consentirà a medici ed infermieri di mettere in contatto i ricoverati con le loro famiglie, spesso purtroppo per l'ultima volta. Tutta l'azienda Med Store è vicina a chi sta vivendo questo difficile momento, nella speranza che si possa uscire presto da questo incubo".

f.u.
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Mentre Sefro si adegua per garantire lo smart working dei dipendenti comunali, il primo cittadino, Pietro Tapanelli, si lascia ad alcune riflessioni su come fin ora è stata gestita l’emergenza pandemia: "Ovvio che gestire una pandemia non è cosa semplice - afferma - ma occorre il coraggio di dare lo scettro del comando ad una struttura unica. Non necessariamente una persona sola, ma una singola unità operativa. La dichiarazione dello stato di emergenza va in quella direzione, ma poi, lo abbiamo visto, si sono susseguiti una serie di provvedimenti legislativi convulsi e poco chiari, con sovrapposizioni continue tra Stato e Regioni. Basti pensare al modulo per gli spostamenti – puntualizza – che, pur traducendosi in una banale autocertificazione, è stato rettificato quattro volte. Non va bene, perché oltre ad alimentare la confusione, si rischia di creare un alibi normativo a chi poi si adopera per fare il furbetto. A Sefro, per fortuna, i cittadini sono molto collaborativi e i controlli dei Carabinieri sono sempre molto puntuali”.

Intanto il sindaco ha firmato un’ordinanza per lo smart working dei dipendenti comunali, individuando i servizi essenziali e razionalizzando, ulteriormente, con contatti telefonici e telematici i servizi comunali.

“Insieme al geometra comunale Alessandro Poduti, abbiamo attrezzato le postazioni per il lavoro a distanza, mentre gli operai stanno sfruttando le ferie pregresse per evitare al massimo la presenza in sede dei dipendenti comunali”. In tutto ciò, anche la neve che però non mette in difficoltà il Comune, già da tempo pronto con il piano neve e mezzi pronti ad intervenire.

L’amministrazione comunque, continua a lavorare benché a distanza, “ci sentiamo quotidianamente con tutti - dice Tapanelli - e soprattutto con il vicesindaco Rodolfo Rossi ché, in caso di necessità, deve essere pronto a subentrare ma sia con l’assessore Stefania Penna che con gli altri consiglieri facciamo un briefing quotidiano via WhatsApp”.

g.g.
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“Senza la Marina Militare non saremmo stati in grado di affrontare e risolvere la grave condizione che si è venuta a creare all'interno della Casa di riposo di Cingoli. Ora ho chiesto alla Protezione Civile nazionale un altro medico militare per garantire il cambio dei turni e anche questa richiesta è stata soddisfatta”. Dopo giorni di difficoltà, il sindaco Michele Vittori, di Cingoli, può iniziare a respirare. Sì, perché il focolaio di Coronavirus che si è creato all’interno della casa di riposo ha tenuto la comunità e non solo col fiato sospeso. Il timore era che i contagi si propagassero anche all’esterno della struttura con conseguenze catastrofiche. Tra l’altro la città ha pianto anche la scomparsa di uno dei medici di medicina generale, il dottor Foltrani, proprio a causa della malattia e quindi il sindaco si è trovato costretto a chiedere l’intervento dei medici militari. Questi ultimi, in totale due, sono stati inviati dalla Marina Militare. A dare man forte al dottor Ippoliti anche due infermieri. “Abbiamo anche chiesto un altro medico militare alla Protezione Civile - fa sapere Vittori - per garantire il cambio dei turni di servizio al primo Ufficiale medico arrivato nella scorsa settimana e al medico di medicina generale dottor. Ippoliti. E la notizia positiva è che anche questa richiesta è stata soddisfatta. In questo modo la Casa di riposo di Cingoli che si è trasformata in una vera e propria corsia di un Ospedale per acuti da Covid-19 potrà godere dell'assistenza di 2 ufficiali medici con 4 infermieri che si aggiungono a 1 medico di famiglia e a 1 altra infermiera della ditta appaltatrice del servizio”. Ma c’è un ‘però’. Mancano ancora dispositivi di protezione individuale, un problema comune a molte strutture: “Siamo ancora alla disperata ricerca di materiale per la protezione (mascherine, camici, calzari e altro) in quanto né l'Asur né la Protezione civile sono stati in grado di fornirlo. Fino ad oggi siamo stati in grado di provvedere da soli - aggiunge - ma siamo agli sgoccioli delle dotazioni recuperate da donazioni private, e quindi chiediamo al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Protezione civile nazionale e Regionale e al Presidente della regione, Luca Ceriscioli di volerceli inviare al più presto”. Vittori ringrazia dal profondo del cuore la Marina Militare che ha permesso ai propri ufficiali di intervenire, elogiando il forte senso di responsabilità e di difesa della Nazione: “I nostri militari che tanto lustro forniscono all'Italia nelle missioni di Pace e nella NATO, anche in questo caso, hanno dimostrato un attaccamento alla difesa dei valori della Patria non comuni perché con i nostri ospiti, tutti infettati dal Corona virus, il rischio di contrarre la malattia è piuttosto incombente. Non solo per questo - ha concluso - sento forte il dovere di ringraziare il capitano di vascello Nesca, medico capo del Comando della Marina Militare di Ancona, per i consigli e la preziosa vicinanza che ha dimostrato a tutta la nostra comunità”.

g.g.
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Cinquanta dispositivi di protezione individuale, sono stati donati al Comune di Ripe San Ginesio dall'azienda di pelletteria “Corona Rita”. Il titolare Ivan Scagnetti ha provveduto a consegnarli alla polizia municipale del paese. Le mascherine sono realizzate in Tnt idrorepellente e lavabile.
“ Un bel gesto –commenta il sindaco Paolo Teodori – e lo è soprattutto in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo. Ivan è un giovane sensibile; solo pochi giorni fa mi aveva parlato di questo progetto che aveva in mente di riconvertire totalmente la produzione dell’azienda, per la realizzazione dei dispositivi di protezione. Era molto entusiasta di partire ed è venuto a chiedermi qualche consiglio- spiega il sindaco-. Ha quindi deciso di donare la sua primissima produzione al comune e che destineremo ai volontari di Protezione civile , alla polizia locale e alla stazione dei Carabinieri di Loro Piceno. Un gesto- conclude Teodori che abbiamo apprezzato moltissimo, considerata l’utilità di questi strumenti in un momento in cui è quasi impossibile reperirli altrimenti. Un atto di generosità che si rivela di grosso aiuto per tutta la comunità”.
C.C.
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