Notizie di spettacolo nelle Marche
Tamponi gratuiti in tutte le farmacie per i bambini delle scuole primarie. Si estende così alla fascia di età 6-11 la gratuita che il decreto legge 1/2022 garantiva solo agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

“Avevamo assunto questo impegno e il governo ha eliminato questa lacuna”, il commento dell’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini.

Così nelle Marche quasi 78500 studenti potranno beneficiare del provvedimento.

La procedura è la stessa adottata per gli studenti di scuole medie e superiori: il medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, compila una ricetta dematerializzata di tipo farmaceutico. A seguito di registrazione della ricetta elettronica, rilascia al genitore o invia via mail il promemoria da esibire presso le farmacie convenzionate o le strutture sanitarie aderenti ai Protocolli d’Intesa.
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“Abbiamo chiesto all’Asur di poter continuare a somministrare vaccini nel centro di prossimità anche per la prima settimana di febbraio”.

Questa la richiesta inviata all’azienda sanitaria dal sindaco di Treia Franco Capponi considerato l’alto numero di contagi registrato nel comune.

“Purtroppo il dato, attualmente, è fortemente negativo – precisa il primo cittadino - Sono oltre 427 le persone positive e sono in tutto (compresi i positivi) 482 quelle in quarantena”.

Motivo per il quale il sindaco Capponi chiede la possibilità di tenere aperto il centro vaccinale di prossimità, operativo presso il santuario del SS. Crocifisso, oltre la scadenza originariamente fissata di questo sabato 29 gennaio. Il tutto anche in considerazione dell’entrata in vigore dell’obbligo di vaccinazione per gli ultra cinquantenni.

“È sicuramente uno dei periodi di massima infezione dall'inizio della pandemia. I dati in nostro possesso – aggiunge il sindaco Capponi - sono condizionati dal fatto che il tracciamento, per la carenza di personale nel comparto sanitario, risulta di fatto poco attendibile perchè viene fatto con molti giorni di ritardo.Sono proprio situazioni come queste che mi fanno ribadire l’importanza di avere a disposizione informazioni quotidiane dettagliate. Omicron sta intanto trasformando il volto dell’epidemia: la diffusione di una variante più contagiosa, ma meno aggressiva dal punto di vista clinico, si inizia a notare dall’andamento dei ricoveri in area medica e in terapia intensiva”.
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Vigili del fuoco al lavoro in località Montecapino, nel territorio di Potenza Picena, per domare un incendio scoppiato nello scantinato di un’abitazione.

Lanciato l’allarme sul posto è intervenuta la squadra di Macerata con il supporto di due autobotti, una delle quali proveniente da Civitanova Marche.

I pompieri sono riusciti a spegnere le fiamme, prima che l’incendio si propagasse, e a mettere in sicurezza il locale.

Fortunatamente non si segnalano persone coinvolte nell’incendio.
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«Faremo la nostra parte, perché così è giusto che sia, per quanto riguarda l’emergenza Covid, ma l’ospedale civile Bartolomeo Eustachio continuerà ad assicurare le normali prestazioni nelle sue specialistiche, che sono l’oculistica e l’oncologia, e nei suoi reparti normali, ma sempre di vitale importanza, come la week surgery oltre che nelle altre strutture, come nel  caso del Punto di primo intervento. Il nostro nosocomio, in questa come in altre emergenze ma anche e soprattutto nella quotidianità, continua a dimostrare di avere un ruolo strategico per tutta l’Area Vasta 3 dell’Asur Marche e per l’intera sanità regionale».

Così il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, sull’attivazione di una trentina di posti letto, al terzo piano dove è ospitata ora la lungodegenza, destinati a pazienti a bassa e bassissima intensità di cura da Covid.

«La Regione Marche con cui ci siamo interfacciati diverse volte attraverso l’assessore di competenza Filippo Saltamartini - spiega il primo cittadino settempedano - ha scelto la nostra struttura per dare un supporto fondamentale nella lotta alla pandemia. Una decisione, che è stata presa in via d’urgenza, che non ci sentiamo di contestare o criticare, perché questo non è il momento di polemiche strumentali o di parte, ma che è stata assunta, secondo quanto ci è stato riferito, tenendo conto della normale attività che si svolge quotidianamente in corsia che sarà salvaguardata. In base a queste rassicurazioni - prosegue il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei - coscienziosamente abbiamo deciso di guardare oltre. Ci è stato anche garantito un percorso sporco pulito che eviterà ogni tipo di contatto con gli altri pazienti e ci è stato pure assicurato che si tratterà di un percorso temporaneo finalizzato proprio a dare una risposta all’emergenza in atto che, vista la situazione, dovrebbe durare non più di una trentina di giorni. Ancora una volta – conclude il primo cittadino settempedano – noi la nostra parte la faremo ricordando, come è stato giustamente fatto dalle autorità regionali, che il Bartolomeo Eustachio è uno dei quattro ospedali essenziali dell’Area Vasta dove ricade il nostro territorio».


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Una lettera a firma congiunta è stata inviata al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio, dal presidente della regione Francesco Acquaroli e dall’assessore alla ricostruzione Guido Castelli per rappresentare l’esigenza di mantenere operativi e rafforzare i presidi dei vigili del fuoco nei comuni del cratere.

“Il mantenimento dell’attività di presidio con un’ulteriore dotazione di risorse in alcune aree – evidenzia nella lettera il presidente Acquaroli - risulta ancora fondamentale per sostenere i territori interessati, poiché permette la continuità dell’azione di assistenza e supporto operativo per la popolazione colpita dagli eventi sismici, garantendo la piena operatività dei dispositivi di soccorso provinciale. “

“Una necessità rilevata anche dalle indicazioni ricevute dai Comandi locali. Le richieste – sottolinea Castelli – sono assolutamente accogliibili per poter autorizzare il mantenimento dei dispositivi aggiuntivi per l’anno 2022 con decorrenza dal 1 febbraio, dal momento che lo stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2022 è stato prorogato e assicurando la necessaria copertura finanziaria.”
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Operazione “Ultime volontà” si aggrava la posizione di due legali del Foro di Macerata, indagati per falsificazione di testamento e circonvenzione di incapace, per i quali il Tribunale del Riesame di Ancona ha disposto l’interdizione da tutte le attività inerenti alla professione per la durata di 12 mesi.

La vicenda trae origine dalle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza a seguito della morte, nell’ottobre 2020, di una signora ultranovantenne di Civitanova Marche a seguito della quale all’unico figlio sarebbe spettata l’intera cospicua eredità.

Dalle investigazioni esperite dai finanzieri era emersa, invece, l’esistenza di un testamento apocrifo sulla base del quale la metà del patrimonio sarebbe spettata di diritto all’avvocatessa nonché la circostanza che gli indagati, approfittando della condizione di debolezza dell’unico figlio, in precarie condizioni fisiche e mentali, lo avevano indotto a firmare una procura generale a favore di uno di loro.

Per questo il Giudice per le Indagini Preliminari aveva disposto a carico dei due legali l’interdizione per un anno dalla professione di avvocato in ordine alla cura degli interessi della vittima, oltre al divieto di comunicazione e di avvicinamento all’abitazione e alla persona della vittima da controllare mediante l’applicazione di braccialetti elettronici.

Ora la Sezione Riesame e Appelli del Tribunale di Ancona ha disposto l’aggravamento delle precedenti misure cautelari, ordinando l’interdizione da tutte le attività inerenti alla professione di avvocato per la durata di 12 mesi.

Alla base della decisione vi sono una serie di episodi rilevati dagli inquirenti in ordine ai quali sono stati ritenuti sussistenti gli estremi per la configurazione del reato di circonvenzione di incapace. E’ emerso, infatti, che i due legali, abusando della situazione di “fragilità” della vittima, l’avevano indotta a sottoporsi ad una serie di costose visite specialistiche presso professionisti (anche rinomati) in psichiatria, al fine di ottenere diagnosi di “normalità” mentale e psichica, in modo da indurlo ad agire in giudizio per provocare la revoca dell’amministratore di sostegno, onde poter avere “campo libero” nella gestione del patrimonio della vittima.
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“Oggi più che mai si vorrebbe vedere un'amministrazione forte che mandi avanti i progetti e che dedichi attenzione alle tante questioni che ci riguardano. Oggi più che mai si vorrebbe vedere un’amministrazione comunale che va verso un obiettivo comune: quello di restituire le abitazioni alla città. Credo che il resto siano solo chiacchiere, quindi le lascio agli altri”.
Si esprime in questi termini il sindaco di Camerino Sandro Sborgia dopo le fibrillazioni nella maggioranza che la scorsa estate hanno portato i tre consiglieri Sartori, Fanelli e Pennesi a formare il gruppo “ Per Camerino”. Alla base di questa scissione si era anche ipotizzata all'inizio una motivazione politica che tuttavia nei fatti non è mai stata confernata. 
“Posso solo dire – riferisce Sborgia - che abbiamo preso un impegno con la cittadinanza e l’impegno che abbiamo preso era quello di lavorare tutti per la ricostruzione della città e nella direzione di restituire la città alla cittadinanza.
Con i cittadini avevamo tutti preso un impegno perché si potesse fare in modo di uscire da quello stallo che la vecchia amministrazione aveva creato, di risolvere le tante problematiche rimaste sul tappeto e che non vedevano la luce - commenta il sindaco di Camerino -. Il lavoro che ci aspettava, lo conoscevamo come particolarmente difficile, complesso e delicato, con tutta la mole riferita alla ricostruzione ma anche alle cose ordinarie; abbiamo dovuto affrontare non solo il terremoto ma anche una pandemia mondiale e, l'abbiamo fatto credo anche in maniera egregia e stiamo continuando a farlo al meglio. Quindi- puntualizza Sborgia-. obiettivo del sottoscritto, come della stragrande maggioranza dei consiglieri comunali, è quello di restituire e di cominciare a fare in modo che tutte le attività che sono state messe in campo prendano forma, diventino fatto concreto.
Abbiamo posto le premesse, abbiamo lavorato per questo e oggi cominciamo a vedere i risultati di questo grande lavoro. Il resto delle polemiche interessa poco e penso che queste diatribe non interessino neppure alla cittadinanza. Credo che la comunità camerte, oggi più che mai vorrebbe vedere un'amministrazione forte ed unita, che va verso un obiettivo comune. Dobbiamo dedicare attenzione a tante problematiche, risolvere al meglio tante questioni, quali ad esempio il carcere, la discarica e tante altre. Le chiacchiere,  le lascio agli altri perché il lavoro da fare è tanto. Ben venga chi vuole collaborare; se c’è volontà e serietà di collaborare in maniera concreta, noi siamo aperti e l'ascolto è sempre la prima cosa. Raccogliamo ogni tipo di sollecitazione e suggerimento e, perchè no, anche qualche critica se ce n'è da fare, purchè siano critiche costruttive che abbiano una loro oggettività perché, le polemiche sterili che non portano a nulla, fatte solo per disturbare o mettere in difficoltà, non mi interessano minimamente.
Il mio impegno, e quello di tutti quelli che fanno parte di questa amministrazione, è stato quello di metterci al servizio della collettività, senza altre mire o altre intenzioni. Quello abbiamo fatto, quello continueremo a fare fino a che ce ne sarà data la possibilità. Pertanto, credo che oggi più che mai ci debba essere il senso di responsabilità: andare tutti nella stessa direzione che è il bene della città e che come primo obiettivo deve vedere al centro la ricostruzione, non solo la ricostruzione di edifici ma anche la ricostruzione di una società che per tutti i motivi che sappiamo, oggi purtroppo vive un momento difficile.
Quindi - conclude Sborgia - penso che mai più che adesso ci sia bisogno veramente di grande senso di responsabilità. Noi ce la mettiamo tutta. Andiamo avanti su questo percorso e le chiacchiere le lasciamo a chi non ha nulla da fare”.

C.C.
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Sarnano investe sulla mobilità green. In arrivo per il trasporto pubblico interurbano un nuovo bus ibrido che consentirà di abbassare le emissioni inquinanti e di ridurre i costi per carburante e manutenzione. Un’iniziativa dell’amministrazione comunale che ha utilizzato i contributi messi a disposizione dalla Regione Marche per incentivare la conversione di flotte e parco veicolare della pubblica amministrazione in favore della mobilità sostenibile. Il nuovo autobus andrà a sostituire uno obsoleto del 1996, avente dispositivi antinquinamento euro 1 e ad alto consumo di carburante (2,5 km/L).

«E’ un motivo di grande soddisfazione poter aggiungere al parco degli automezzi comunali un veicolo green - ha dichiarato il sindaco Luca Piergentili - L’Amministrazione comunale ha già iniziato questo percorso attraverso l’istallazione di colonnine di ricarica elettrica; su questa linea si continuerà per rendere il nostro territorio ancora più sostenibile. Un ringraziamento particolare va alla Regione Marche per l’opportunità data attraverso tale importante aiuto economico per l’acquisto – circa 66.000 euro - ed un apprezzamento all’impegno dedicato in tale settore dalla ditta marchigiana che sta predisponendo l’autobus».

Il nuovo bus, con doppia omologazione per 23 o 27 posti seduti, verrà impiegato per il trasporto interurbano a Sarnano e nelle località limitrofe; la consegna è prevista per febbraio 2022
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Quando sente pronunciare il termine Olocausto, le prime parole a cui pensa sono: distruzione totale di milioni di persone. È il messaggio del dottor Giulio Innocenzi, 95 anni, nato a Camerino, residente a Treia da tanti anni, uno dei sopravvissuti ai campi di concentramento tedeschi che ha ripercorso la sua storia con gli studenti dell’istituto comprensivo Paladini di Treia nella “Giornata della Memoria”, affinché resti vivo il ricordo di ciò che è stato. A lui il sindaco di Treia Franco Capponi ha consegnato insieme alla dirigente scolastica Angela Fiorillo una targa conferendogli il riconoscimento di “Testimone della storia”.

Parlare solo di ricordo sembra quasi riduttivo per lui che con grande fervore ed estrema lucidità ha raccontato, a distanza di oltre 70 anni, quanto vissuto nell’anno e mezzo tra il 9 maggio 1944 e il settembre del 1945: “Noi prigionieri eravamo trattati con una mentalità veramente diabolica di cui non ci si può rendere conto”. All’epoca Giulio Innocenzi aveva solo 16 anni e la spensieratezza di un ragazzo che andava a scuola (frequentava il liceo).

“In quei giorni mi trovavo ad Aschio, frazione di Visso, dove mio padre aveva una seconda casa. I nazi-fascisti stavano cercando Pietro Capuzi, capo dei partigiani della zona montana, coetaneo e amico di mio padre. Sicuramente a seguito di una soffiata, i nazisti vennero a casa nostra per catturarlo, e fui fatto prigioniero (Capuzi fu in realtà catturato il giorno stesso a Macerato e fucilato il giorno seguente nella piazza di Visso)” racconta. La mattina del 9 maggio alle 4.30 fu catturato, inizialmente portato in Toscana, a Sesto Fiorentino e poi caricato su un vagone merci che lo avrebbe portato nel nord ovest della Germania. Fu prigioniero nel campo di concentramento di Düsseldorf: “Eravamo adibiti ai lavori forzati - continua Giulio Innocenzi nel suo racconto - In quel campo di concentramento ho assistito a bombardamenti terribili che rasero al suolo l’intera città. Io stesso rimasi sotto le macerie una volta. Non avevamo da mangiare, raramente ci davano qualcosa, eravamo costretti a lavorare anche sotto la neve a meno 26 gradi. Purtroppo, non tutti ce la facevano. Io non so come ce l’ho fatta. Un po’ di fortuna, credo, e un po’ la forte voglia di tornare a casa mia, di rimanere aggrappato alla vita”. Un racconto che ha colpito nel segno i giovani alunni attenti ad ascoltare la preziosa testimonianza. Nel suo gruppo, composto da 60 uomini, solo in pochi tornarono. Giulio Innocenzi fu uno degli ultimi.  Tornò a casa denutrito e malridotto, a seguito anche della frattura di una gamba dopo un bombardamento: pesava solo 34 chili. È riuscito a finire gli studi, laurearsi ed è poi diventato veterinario e dirigente nell’ambito veterinario dell’Asur Area Vasta 3.

“Ciò che vorrei trasmettere ai giovani qui oggi - ha concluso - è l’amore per la libertà e la democrazia. Io che ho vissuto cosa significa esserne privati raccomando proprio questo, insieme al rispetto del prossimo, indipendentemente dalla provenienza e dalle differenze che possono esserci”.
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«L’ospedale Bartolomeo Eustachio non è di San Severino, ma dell’Area Vasta 3».

È racchiusa in questo assunto la scelta di riservare, da oggi, una parte del terzo piano del nosocomio settempedano ai pazienti Covid.

Lo spiega l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, che evidenzia come questa decisione derivi dalla necessità di liberare i posti letto per riprendere le cure delle altre patologie messe in ginocchio dall’emergenza pandemica.

«C’è stato un aumento – dice - , nell’ultima settimana, (anche se ieri è sceso il numero dei pazienti in terapia intensiva) di persone contagiate che richiedono un ricovero a bassa intensità di cura. Abbiamo quindi valutato di utilizzare l’ospedale di base di San Severino che è uno dei quattro al servizio dell’Area Vasta 3. Al terzo piano sono stati predisposti tra i 17 e i 20 posti, con percorsi ovviamente separati: credo sia uno sbocco provvisorio per qualche mese, non di più».

Nello specifico il reparto sarà riservato a pazienti che «hanno una bassa carica virale ma non possono essere mandati a casa, perché anziani o con co-morbidità. Inoltre – aggiunge l’assessore – abbiamo la necessità di liberare i posti per acuti parchè dobbiamo continuare a operare persone con patologie gravi e non possiamo continuare a bloccare la cura degli altri pazienti. L’ospedale non è di San Severino – specifica - ma dell’Area Vasta. Tra l’altro alcuni interventi chirurgici programmati al Bartolomeo Eustachio saranno spostati a Camerino. È un bell’esempio di cooperazione tra territori e servizi sanitari».

L’obiettivo è dunque quello di «liberare gli ospedali per curare le altre esigenze. Il Covid non ha interrotto le altre patologie, noi continuiamo ad avere liste di attesa per cardiopatici, malati oncologici e molti altri. Non possiamo bloccare tutta la sanità come è successo fino ad oggi per la pandemia. Dobbiamo sicuramente uscire da questo meccanismo. Credo che stiamo uscendo dal tunnel e per questo motivo invito chi non si è vaccinato a farlo: il pericolo, a questo punto, è l’emersione di una eventuale nuova variante. Da qui l’esigenza di vaccinare tutti e continuare a utilizzare tutte le precauzioni che conosciamo».

I passi verso il cambiamento sono rappresentanti anche dall’ultima conferenza Stato-Regioni a cui l’assessore ha partecipato ieri. «Tutte le regioni hanno chiesto al Governo di emanare un provvedimento per distinguere la popolazione non più tra positivi e negativi  ma tra sintomatici e asintomatici. Di fatto i positivi che non hanno sintomi ormai sono talmente tanti che è impossibile isolarli e, se avverrà questa distinzione, la situazione si semplificherebbe anche per le scuole. Tra vaccinati e terza dose, nelle Marche c’è una copertura molto ampia della popolazione e attualmente in terapia intensiva ci sono solo non vaccinati e un 30 per cento di persone che sono vaccinate ma che hanno gravissime altre patologie».

GS
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