Notizie di spettacolo nelle Marche
Nel Comune di Bolognola, tra i progetti legati al sisma del 2016 che godono dello stanziamento di fondi, c’è anche la messa in sicurezza della strada che collega Pintura al Fargno.
Al riguardo, doppio 
è il finanziamento per un importo di circa 2 milioni di euro, attraverso il quale si potrà intervenire per la stabilizzazione dei tratti che sono soggetti a pericolo valanghe.
I fondi sono messi a disposizione per una parte dalla struttura commissariale in collaborazione con Anas e per la restante da un bando del Ministero dell’interno per la prevenzione dei dissesti idrogeologici. Le opere di stabilizzazione prevedono l'installazione di reti antivalanghe, bullonature, tiranti e reti paramassi. 
strada fargno con neve

"Un sentiero purtroppo molto pericoloso 
- spiega Cristina Gentili, sindaco di Bolognola-;  taglia un versante  di montagna in maniera notevole e, già a seguito del sisma del 2016 si sono verificati numerosi distacchi di roccia. con un peggioramento della situazione rispetto a tutti gli anni precedenti.
Quindi, dal 2016 in poi, bisogna stare anche molto più attenti anche d'estate dal momento che, da detriti più grandi a più piccoli, si verificano distacchi di roccia. Tutti gli anni quindi c'è necessità di intervenire e - continua  la sindaco-, lo scorso anno è capitato anche che nell'arco di un mese abbiamo dovuto ripulire tutti i giorni per via del materiale detritico che quotidianamente è caduto. Pertanto, quella strada non è pericolosa solo con la neve e a causa delle valanghe che comunque ne vengono giù abbondanti, ma anche in conseguenza dei distacchi di roccia. Ecco perchè, anche d'estate, il sentiero non viene riaperto subito;
 nonostante sia infatti assente neve su strada, permangono forti pericoli che vengono dall'alto. E, oltre che dai cumuli di neve che piombano a valle, sono rappresentati da rocce che a causa del ghiaccio e della neve si sono distaccate e vengono a trovarsi in bilico, costituendo serio pericolo per chi passi lì sotto. Adesso- prosegue Cristina Gentili- grazie ai finanziamenti del sisma, riusciamo a mettere in sicurezza solo una porzione del percorso che è quella dove si verificano i maggiori distacchi di detriti rocciosi. Deve essere chiarissimo che non potrà mai essere comunque raggiunto il rischio zero; parliamo di una parete di montagna di circa 40 metri e la situazione è tale che non sarà mai totalmente in sicurezza anche si dovessero spendere miliardi per stabilizzarla. 
In montagna, il rischio zero non esiste da nessuna parte - sottolinea - non solo in riferimento alla strada del Fargno, ma anche in altre situazioni che potrebbero sembrare più semplici. L'operazione che facciamo è dunque quella di cercare di mettere il versante in sicurezza al meglio, ma deve essere chiaro che le persone dovranno sempre avere la massima cautela e attenzione, la stessa di quando si va al mare,  vicino ai laghi o ai fiumi. Ogni territorio - conclude - ha le sue bellezze  ma anche i suoi problemi che sono sempre da attenzionare.  Dunque, anche in assenza di neve, fondamentale è il rispetto dei divieti e delle ordinanze che, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, non vengono fatte solo perché il sindaco se ne vuole lavare le mani. Non è così; noi il turismo lo vogliamo e non è una ordinanza che mi fa lavare le mani dalle responsabilità e tirar fuori il turismo. Apriremo quella strada, a chi va in bici o a piedi, quando sarà possibile farlo e il rischio potrà essere diminuito, anche se mai azzerato. Diminuendo il rischio ovviamente verrà aperta e poi, cercheremo di fare il massimo possibile per diminuire il pericolo, ma ripeto, non sarà mai a rischio zero”.
c.c.
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Le grandi file agli open day e la presenza di persone che avrebbero voluto anticipare la prenotazione già effettuata potrebbero mettere a rischio la prosecuzione dell’iniziativa. Lo stanno valutando i vertici regionali all’indomani del primo fine settimana dedicato alle seconde dosi e al booster anti-Covid senza prenotazione. Le immagini delle affluenze fuori controllo tra sabato e domenica hanno fatto il giro dei social e inducono alla riflessione il governo regionale. A far discutere sono soprattutto le motivazioni dietro alle enormi code nei punti di inoculazione predisposti dalla Regione e i rischi connessi agli assembramenti che si sono creati.

Secondo l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, non sono state ben comprese le finalità degli open day: “I fine settimana aperti nascono per accelerare la vaccinazione nei punti meno collegati delle Marche, in particolar modo la zona montana – spiega l’assessore –. Sfortunatamente l’obiettivo e soprattutto le categorie di persone a cui sono stati dedicati gli open day non sono stati ben compresi. Abbiamo registrato un fortissimo afflusso di persone, tra cui anche chi aveva a disposizione una prenotazione ma che ha preferito recarsi comunque negli hub. C’è bisogno di maggior senso civico da parte dei cittadini”.

La strada da seguire resta quella delle prenotazioni per seconda dose e booster, con gli open day a fare da supporto soprattutto nelle zone più critiche della regione. Saltamartini prosegue spiegando che le priorità della sanità regionale siano quelle delle “prime dosi per chi è ancora scoperto – precisa –. Chi non ha ricevuto nemmeno una dose è maggiormente esposto ai rischi della malattia e dunque all’ospedalizzazione. Per questo la prenotazione per le prime dosi non è richiesta. Il sistema sanitario non si può permettere una nuova ondata di ricoveri: da due anni le cure per i malati gravi hanno subito netti ritardi a causa della pandemia”.

Per chi deve ricevere seconda dose e booster, invece, la prenotazione “resta fondamentale – sottolinea Saltamartini –. Dobbiamo vaccinare quasi mezzo milione di persone prima della fine di gennaio: il cambio nella durata della copertura da quattro a cinque mesi ha messo sotto pressione le strategie per la campagna vaccinale, per questo è necessario procedere con la prenotazione e garantire ritmi costanti. Diciottomila inoculazioni al giorno, numeri tra i migliori in Italia, ci permettono di farlo e di fornire le seconde dosi e i booster a tutti coloro che hanno la copertura in scadenza. Non è necessario che chi ha prenotato cerchi di anticipare la dose di qualche giorno attraverso gli open day – spiega l’assessore –. In questo modo si creano code inutili, si mette a rischio la propria salute a causa degli assembramenti e soprattutto si priva di una dose chi ne avrebbe bisogno. A questo proposito occorre sottolineare come non siano pochi giorni a fare la differenza: la copertura garantita è stata accorciata da cinque a quattro mesi, ma è ragionevole credere che nell’arco di tempo che va dai quattro ai sei mesi dalla seconda dose la copertura contro i sintomi sia comunque discreta. Per questo occorre capire che l’open day non è alternativo alla prenotazione – conclude Saltamartini –: è dedicato a chi vive in zone svantaggiate e ha difficoltà ad accedere alla vaccinazione con i metodi convenzionali. Se questo non viene recepito, forse è il caso di sospenderli per evitare più rischi di contagio che non benefici per il ritmo della vaccinazione di massa”.

l.c.
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“Rispetto allo scorso anno caratterizzato da forti restrizioni, quella che viviamo è una fase molto diversa dove gli effetti della vaccinazione hanno ridotto sensibilmente i ricoveri nelle aree mediche e nelle terapie intensive, seppure in un contesto ancora fortemente condizionato dall’elevato numero dei contagi. È una fase complicata perché completamente nuova rispetto a quelle che abbiamo affrontato fino a qualche mese fa”. Con queste parole, affidate ad un post sui social, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli fa il punto sulla situazione pandemica in vista della ripartenza delle attività a pieno regime dopo le festività natalizie. Non nasconde il governatore la complessità organizzativa richiesta” partendo dall’impegno per il tracciamento, che diventa molto difficile da sostenere in tempi rapidi con numeri così elevati. Isolare le persone e liberarle alla fine delle quarantene e delle positività è complesso perché in questa fase i numeri sono ovunque elevatissimi. Pensate che oggi abbiamo oltre 1800 positivi, e bisogna contattare ognuno di essi e poi tutti i loro contatti stretti chiedendo loro di isolarsi. È facilmente comprensibile che tutto questo, diventa una mole molto impegnativa. Prioritaria è poi la campagna per la vaccinazione- continua Acquaroli- .Tra prime, seconde e terze dosi stiamo effettuando 18 mila somministrazioni giornaliere, la metà in più rispetto a quanto facevamo nella prima fase. Ma nonostante questo enorme sforzo, il fatto che ci sia stato richiesto di anticipare a quattro mesi i richiami della terza dose, unito alla scadenza del green pass al primo febbraio, ha comportato che la stragrande maggioranza delle persone che avevano la seconda dose effettuata da più di quattro mesi debba oggi essere vaccinata entro questo mese di gennaio. In pochi giorni stiamo riallestendo centri vaccinali che possano essere adeguati allo scenario che ci è stato prospettato e che possano dare più stabilità alla campagna anche in futuro. Sta di fatto che numeri così elevati, in un tempo così ristretto, richiedono pazienza e comprensione da parte di tutti perché sicuramente disagi ce ne sono stati e potrebbero capitare anche in futuro. Come è capitato per il numero verde, a causa del numero elevatissimo di chiamate”.Poi il capitolo scuole con la richiesta di molti sindaci di posticipare la riapertura dello scorso venerdì 7 gennaio e “l’argomento è stato anche oggetto di una discussione in Conferenza delle Regioni, con una richiesta di intervento di posticipo fatta al Governo centrale, perché le normative attuali impediscono espressamente, sia in zona gialla che in zona arancione, di prendere provvedimenti rispetto alla DAD. L’epilogo della vicenda è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Governo centrale ha ritenuto non prorogabile il rientro in classe per tutti e anche le conseguenze, in caso di studenti positivi, dovranno essere gestite da un sistema già fortemente stressato. Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro impegno si esprime in un quadro di carenza atavica di personale sanitario in ogni settore, che è la conseguenza di scelte compiute in altri tempi. È lo stesso personale che si occupa delle vaccinazioni, di tamponi e tracciamento e delle Usca, proveniente dai reparti ordinari e sottratto quindi all'attività distrettuale dei dipartimenti di prevenzioni e alla gestione della rete territoriale e in parte ospedaliera. La classica coperta corta che per coprire una parte ne scopre necessariamente un’altra. È una fase complicata ma molto diversa rispetto allo scorso anno, perché almeno per ora le nostre strutture ospedaliere non sono convertite per la sola pandemia ma riescono, nella stragrande maggioranza, ad occuparsi anche delle altre patologie. E come non ringraziare, a due anni dall’inizio della pandemia, tutti gli operatori sanitari che instancabilmente e anche esausti si fanno carico di tutto questo”. Il presidente della Regione affida la conclusione del post ad “un elemento che va letto positivamente” e che “riguarda l’andamento del contagio nelle Marche. Qualche settimana fa, prima delle Festività natalizie, la nostra regione aveva un tasso settimanale di incidenza di positivi ogni 100 mila abitanti tra i primi in Italia. Oggi abbiamo invece un tasso che ci vede nelle posizioni di coda in questa classifica nazionale. Per questo mi sento di ringraziare i cittadini marchigiani che hanno dimostrato buon senso e maturità, mettendo in campo quella prudenza che se non è riuscita ancora a piegare la curva dei contagi, difficile in questo contesto, ha almeno rallentato in maniera considerevole la sua crescita.
I mesi di gennaio e di febbraio saranno presumibilmente complessi. Noi metteremo in campo tutte le forze, le idee e la maggiore organizzazione possibile, compatibilmente con le risorse disponibili, per essere all’altezza delle aspettative e delle esigenze della nostra comunità”.
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“Anziani in circolo”. È questo il nome del nuovo centro anziani di Castelraimondo inaugurato sabato scorso, in via Bottacchiari, dal sindaco Patrizio Leonelli, dall’assessore ai servizi sociali Ilenia Cittadini, dal consigliere regionale Renzo Marinelli e dall’arcivescovo Francesco Massara. 

“Ci auguriamo che la pandemia finisca presto - commenta il sindaco Leonelli ai microfoni di Radio C1…inBlu - e che la gente possa tornare a frequentare i locali pubblici come una volta, e anche il nostro centro anziani. È l’unico luogo che abbiamo potuto utilizzare perchè gli altri locali sono stati resi inagibili dal sisma. Non erano necessari grandi lavori in questa struttura, perchè era già stata utilizzata come centro di ritrovo delle ‘Castellane’: un gruppo di donne anziane. È stata sistemata l’imbiancatura, sono stati aggiunti i tavoli ed è stato reso fruibile per questo fine. Siamo contenti - confida - perchè faceva parte del nostro programma e, a distanza di tre mesi dall’insediamento, abbiamo aperto questa realtà a cui ci auguriamo di dare presto una sede più ampia”. 

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Il centro “Anziani in circolo” è pensato come luogo auto-organizzato e autogestito perlopiù dagli stessi partecipanti che assumono un ruolo attivo nel creare attività per occupare positivamente il tempo libero. “Questa operazione è stata resa possibile prima di tutto grazie all’arcivescovo Francesco Massara - aggiunge Leonelli - che si è adoperato per l’apertura del centro. Un grazie va anche a tutta l’amministrazione comunale e al consigliere regionale Renzo Marinelli. Un pool di persone che si sono aiutate a vicenda per ottenere questo risultato”.

La Caritas diocesana di Camerino e San Severino Marche, infatti, ha condiviso l’iniziativa e collaborato nell’avviare il luogo per gli anziani.

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“Un momento importante non solo per Castelraimondo - dice l’arcivescovo Massara - ma anche per altri comuni della Diocesi dove abbiamo avviato diversi progetti per sostenere la socialità degli anziani. Questo avviene in un momento in cui la socialità viene meno e rischia di portare anche situazioni di depressione, per cui credo che l’incontro e i laboratori organizzati siano una delle risposte più belle che noi potessimo dare”.

Grazie all’8xmille della Chiesa Cattolica, ed in particolare nell’ambito del progetto "Stare Insieme", verranno realizzati infatti dei corsi di pittura, educazione alimentare, psicomotricità, informatica e laboratori di ceramica.

GS

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Doveva essere il primo giorno di scuola, dopo le vacanze natalizie, segnato dalle assenze per Covid, invece ci ha pensato la neve a concedere 24 ore di tempo in più a studenti, alunni e famiglie che questa mattina erano preoccupati per un ritorno sui banchi nel segno dei contagi in aumento.

Da ieri pomeriggio, infatti, la coltre bianca ha ricoperto l’intera provincia, dalla costa alle zone montane, e molti Comuni hanno deciso di rinviare l’inizio delle lezioni a domani.

Nonostante il maltempo fosse stato annunciato, infatti, nella prima domenica dopo l’epifania non sono mancati i disagi sulle strade.

I vigili del fuoco sono intervenuti dal primo pomeriggio di ieri per le copiose nevicate che hanno investito la regione. Alle 20 di ieri sera erano stati effettuati circa 70 interventi di cui:17 nella provincia di Ancona, 20 in quella di Pesaro, 15 in quella di Macerata e 20 tra le province di Ascoli Piceno e Fermo. Gli interventi sono stati eseguiti in maggior parte per recuperare degli autoveicoli che non riuscivano a partire. La squadra di Cagli in particolare, ha effettuato un intervento per soccorrere una famiglia in un rifugio nel Comune di Piobbico che, a causa dell’intensa nevicata, non riusciva più a far ritorno a casa.

Tra i Comuni della provincia a non optare per la chiusura delle scuole quelli di Macerata e Sarnano, al contrario di chi, invece, ha rilanciato, come il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi che ha deciso non solo di chiudere gli istituti per la neve, ma di sospendere anche le lezioni in presenza fino al 15 gennaio per via del Covid.

Sempre lui, insieme ai colleghi di Mogliano e Petriolo, aveva preso la stessa decisione anche per le lezioni del 7 e 8 gennaio scorsi.

“Dal momento che ieri è stato effettuato lo screening riservato agli studenti, agli insegnanti e al personale scolastico - si legge nella nota del Comune -, da cui sono emersi 56 casi di positività che si aggiungono ai 390 già presenti nel nostro Comune, dopo aver sentito i dirigenti scolastici ho ritenuto necessaria la chiusura di tutte le scuole per il 10 gennaio per neve, e adottare sia la sospensione delle attività didattiche in presenza delle scuole di ogni ordine e grado sia la chiusura degli asili nido, da martedì 11 a sabato 15 gennaio”.

GS
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Dalle 4 di mattina in fila davanti alle terme di Santa Lucia di Tolentino per accaparrarsi una dose di vaccino senza prenotazione. È l’effetto causato dall’open day organizzato nella struttura sanitaria tolentinate dove le dosi che l’Asur aveva assegnato per questa giornata non sono bastate per tutti i presenti ed alcuni sono stati costretti a tornare a casa.

Lo ammette rammaricato anche il presidente dell’Assm Stefano Gobbi, sceso in campo anche lui per inoculare i vaccini.

“Purtroppo abbiamo rimandato a casa diverse persone che si erano accalcate dalle 4 – dice - ma noi avevamo la disponibilità di sole 360 dosi. Chi è arrivato prima ha potuto effettuare il vaccino. Una importante iniziativa resa possibile grazie all’Asur, alla Regione, alla disponibilità delle Terme e al Comune che è sempre vicino a questa struttura. Importante anche l’impegno dei medici di base e degli infermieri che l’Asur ha messo a disposizione.  Tutta questa gente dimostra che dobbiamo andare verso la direzione del vaccino che, a mio avviso, da medico, è l’unico strumento per ridurre il Covid ad una semplice influenza di stagione. Gli hub vaccinali devono essere supportati ulteriormente, noi siamo a disposizione, qualora l’Asur voglia fare altri open day, per poter essere d’aiuto a tutti. Per questa mattina chiediamo scusa a quanti non hanno potuto ricevere il vaccino”.

Intanto Tolentino si prepara anche al rientro a scuola in sicurezza: dopo le lezioni sospese in presenza nei due giorni successi all’epifania, il sindaco Giuseppe Pezzanesi, con un video su Facebook, ha invitato gli studenti, gli insegnanti e il personale scolastico a sottoporsi ai tamponi gratuiti previsti per domani in diverse zone della città. I prenotati sono 1351 su 2700 ma le prenotazioni continuano ad arrivare.

Di seguito luoghi e orari:


Parcheggio Piscina comunale – zona Sticchi.

Dalle ore 9.00 alle ore 10,00 tutti gli studenti dell’Ipsia “Frau” cognomi dalla A alla Z e studenti dell’istituto comprensivo Filelfo cognomi dalla A alla E.

Dalle ore 10.00 alle ore 11.00 studenti del Filelfo cognomi dalla F alla O

Dalle ore 11.00 alle ore 12.00 studenti del Filelfo cognomi dalla P alla Z.

Nuovo magazzino comunale e sede Polizia Locale (ex Isoterm – di fronte ingresso della Poltrona Frau) Via C. Colombo, 26.

Dalle ore 9.00 alle ore 10.00 alunni della scuola primaria dell’istituto Lucatelli.

Dalle ore 10.00 alle ore 11.00 alunni della scuola secondaria dell’istituto Lucatelli.

Dalle ore 11.00 alle ore 12.00 alunni della scuola dell’Infanzia, docenti e personale Ata dell’istituto Lucatelli.

Dalle ore 12.00 alle ore 13.00 alunni della scuola primaria e dell’infanzia dell’istituto Don Bosco.

Dalle ore 13.00 alle ore 14.00 alunni della scuola secondaria, docenti e personale Ata dell’istituto Don Bosco.

Dalle ore 14.00 alle ore 15.00 asili nido.

GS
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Incendio nella notte a Fabriano. Il rogo che per cause in corso d'accertamento si è verificato nella zona industriale della città, ha interessato una ditta di lavorazione di materie plastiche.
Per domare le fiamme, sul posto sono intervenute squadre dei vigili del fuoco e mezzi di supporto da Fabriano, Arcevia, Jesi e personale dalla sede centrale di Ancona, per un totale di 25 unità impegnate. L’intervento è sotto controllo, e attualmente sono in corso le operazioni di completo spegnimento e di messa in sicurezza dell'area. Nessuna persona è rimasta coinvolta.
c.c.
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“Il dottor Filisetti non è nuovo ad imprese negative per mettere in difficoltà i territori del cratere sismico”.

Non usa giri di parole il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il primo ad aver emanato l’ordinanza di chiusura delle scuole fino al 10 gennaio quando gli studenti torneranno tutti in classe, per rispondere a quanto disposto dal direttore dell’ufficio scolastico regionale che ha richiamato a scuola insegnanti e personale Ata negli istituti dove le lezioni erano state sospese per ordinanza del sindaco.


“Un’ordinanza emanata nel pomeriggio di martedì 4 che abbiamo condiviso con i presidi di tutti gli istituti cittadini per la comunicazione all’ufficio scolastico regionale – prosegue il sindaco – Quello che non riesco a comprendere è come mai, nonostante avesse avuto due giorni di tempo, il dottor Filisetti abbia scritto ai presidi, cooptando insegnanti e personale, per l’attivazione della dad soltanto nel tardo pomeriggio del giorno dell’Epifania. Ancora una volta, purtroppo, devo costatare come noi sindaci non riusciamo mai ad avere aperture e piena collaborazione da parte del direttore dell’ufficio scolastico regionale. L’impressione è quella che si cerchi di far pesare il potere fine a se stesso anche contro scelte logiche e di buon senso”.


f.u.
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Primo premio a Lorena Pinciaroli, seconda classificata l'Anffas Macerata, terzo posto per Clara Maccari.
Sono questi i vincitori del concorso fotografico "Festa del torrone di Camerino" la cui premiazione si è tenuta nel giorno dell'Epifania.
La pandemia da Covid-19, ha costretto quest'anno ad annnullare la manifestazione pubblica legata al prodotto dolciario tipico della città ducale. Emozione, condivisione e qualità, sono tra i sentimenti e valori evocati dalle immagini dei rispettivi vincitori della prima edizione del contest fotografico. L'iniziativa che proseguirà anche in futuro, è stata indetta dal Comune di Camerino, dalla Pro Loco  e dal Corso di Scienze Gastronomiche di Unicam, con l'obiettivo di preservare la tradizionale "festa del torrone di Camerino". 
c.c.
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Un passaggio epocale per l'agricoltura delle Marche è sicuramente rappresentato dalla costituzione del “Distretto Unico Biologico Marche”, avvenuta contestualmente alla firma dello statuto lo scorso mese di dicembre. 

Riunisce oltre 2000 aziende agricole bio e tutte le sette associazioni degli agricoltori: Cia, Coldiretti, Copagri, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative e Agci, decisi a fare rete per un obiettivo comune.  “Il nostro obiettivo- ha affermato a margine della firma il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni, assessore con delega all’Agricoltura-  quello di mettere insieme tutti i produttori che fanno biologico nelle Marche in un grande soggetto che possa far parlare della nostra regione, dei suoi prodotti, le sue eccellenze, l’etica, la qualità e la credibilità”.
Con 100 milioni di fatturato e 70 mila ettari di terreno è il Distretto Biologico Unico più grande d'Europa. Una sfida che mira a "far diventare il biologico un’opportunità di comunicazione per la nostra regione. Così facendo - ha aggiunto Carloni- pensiamo che si possa creare il giusto valore aggiunto per i nostri produttori".

Un passo, definito "storico" dallo stesso presidente di Coldiretti Macerata Francesco Fucili : "In un territorio come quello della nostra regione, fatto di vallate e colli, soprattutto di tanta agricoltura di qualità - dichiara Fucili-, si è arrivati a questa tappa fondamentale dopo un lungo percorso, anche difficile e tortuoso. Ma alla fine, l'obiettivo comune era quello di ottenere il più grande Distretto biologico d'Italia e d'Europa per estensione di superficie. La nostra regione - continua Fucili- vanta infatti delle eccellenze agricole, tanti territori gestiti con questo metodo di agricoltura e anche tante aziende agricole agroalimentari che hanno affrontato e stanno puntando sul biologico.  oggi avere un distretto unico ci consente di fare massa critica di promuovere il nostro territorio come un territorio ad alta vocazione agricola e ad alta vocazione ambientale; questo ci dà una leva competitiva in più per fare anche delle politiche di promozione e di marketing territoriale, capaci di dare una mano alla crescita, non solo del settore agricolo, ma appunto di tutto l'agroalimentare e del turismo, facendo leva sulle vocazioni ambientali della nostra regione.
La crescita dell'agricoltura biologica - ricorda il presidente di Coldiretti Macerata - da noi è iniziata da oltre un ventennio; le prime aziende bio delle Marche sono nate alla fine degli anni novanta e, questo la dice lunga su come davvero siamo stati dei pionieri e su come possiamo oggi rilanciare e progettare un nuovo sviluppo del nostro territorio proprio a partire da queste eccellenze, rappresentate dalle produzioni tipiche principalmente dell'entroterra e anche da alcune filiere avicole e zootecniche. Si pensi alla razza bovina marchigiana, ai nostri ovini allevati sugli appennini.
Questo -conclude Fucili-, ci consentirà di portare sulle tavole degli italiani e sulla grande distribuzione, un prodotto sano, di qualità e con una ulteriore valenza in più: quella cioè del rispetto dell'ambiente e del non utilizzo di prodotti chimici per quel che riguarda la coltivazione  e gli allevamenti". 
c.c.

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