Dieci anni di spettacoli, formazione ed eventi. Per stilare un bilancio di quello che la Compagnia teatrale Fabiano Valenti di Treia ha realizzato negli ultimi dieci anni e tracciare la strada per il futuro, sono state presentate questa mattina le iniziative organizzate in occasione di questo importante anniversario.
Quattro giornate, dal 14 al 17 novembre, con spettacoli, convegni, scuola e scrittori.
“Il mio ringraziamento va al Comune che ha creduto in queste celebrazioni - ha esordito Fabio Macedoni - . Non è stato facile e non lo sarà, ma quando si ha l’appoggio di più realtà è tutto più semplice”.
In rappresentanza dell’amministrazione David Buschittari e Luana Moretti, assessore alla Cultura.
“Fabio Macedoni è stato amministratore di questa città - ha detto il vice sindaco facente funzioni David Buschittari di Treia -  legato da una amicizia solida e duratura e non ha mai perso il suo forte attaccamento a Treia e a questa comunità ricca di cultura e tradizioni. Per questo per noi è un onore ospitare le giornate organizzate per questa ricorrenza. La Compagnia ha visto a Treia le sue radici e porta il nome di un personaggio molto legato a questa città. Fabiano Valenti è stato sindaco di Treia e resta ancora oggi nel cuore della sua gente, lasciando il ricordo di un impegno totale e assoluto per la sua comunità. Il mio rammarico è quello di non averlo conosciuto”.
Una energia e un entusiasmo, quelli della Compagnia, che sono diventati una missione, come ha ricordato l’assessore Moretti che ha concluso il suo intervento con l’augurio che queste caratteristiche non vengano mai meno.
“I due eventi dell’anniversario - ha detto - sono il preludio della stagione teatrale di Treia che sta per iniziare”.
Si comincia quindi il 14 novembre, alle 9, al teatro di Treia con gli studenti: “La scuola Leopardi di Macerata - spiega la docente Francesca Pagnanelli - ha accolto questa opportunità che si inserisce nell’approfondimento di alcune materie. Giovedì ci sarà questo incontro con Elena Frontaloni, Fiammetta Cirilli e Rosetta Martellini, eccellenze nello studio di Dolores Prato, molto legata a Treia e al dialetto. Attraverso le parole è possibile rafforzare la democrazia e una delle grandi sfide accolte da noi insegnanti è proprio questa”.

In serata, invece, alle 21.15 si prosegue con Dolores Prato grazie al racconto “Scottaure” portato in scena da Rosetta Martellini, in prima assoluta.
Venerdì 15 novembre, invece, l’appuntamento è nell’aula Multimediale di via Cavour, con un convegno realizzato in collaborazione con Unimc per parlare di dialetti e letteratura dialettale con Agostino Regnicoli che ha presentato l’iniziativa: “Affronteremo questo tema con personaggi noti legati alla lingua ed al dialetto - ha detto - . Io mi sono occupato del dialetto soprattutto dal punto di vista della fonetica e della grafia quindi partecipo con piacere al decennale della compagnia Valenti. Viene chiamata terza missione, infatti, l’attività dell’Università rivolta al territorio ed il dialetto ne è l’espressione”.
La sera, invece, l’appuntamento è di nuovo a teatro alle 21.30 con “Arlecchino si fa in tre”, esempio di un importante lavoro linguistico dove l’italiano e l’inglese si intrecciano di continuo.
Si prosegue sabato mattina quando i riflettori saranno puntati sullo stato del Teatro scolastico in Italia, alle 9, nell’aula Multimediale con “Quo vadis”.
Un tema che sarà affrontato anche da Francesco Facciolli, attore, regista e operatore teatrale che accenderà i riflettori sull’importanza sociale del teatro a scuola, e da Quinto Romagnoli, presidente della Uilt Marche, associazione importante come base per le iniziative del teatro a scuola.
La sera, il teatro ospiterà “La Cenerentola maritata”.

I quattro giorni non potranno che chiudersi con due appuntamenti legato alla compagnia Valenti: alle 10 si parlerà della storia di questa realtà, dell’attività e del futuro, mentre alle 17.15 spazio allo spettacolo “Rengrazienne Ddio” con la regia di Francesco Facciolli, portato in scena proprio dalla Compagnia Fabiano Valenti.
Un grande impegno, dunque, che conferma quanto per la compagnia siano stati dieci anni “Valenti”.

Giulia Sancricca
A tre anni dal sisma che ha colpito il centro Italia, e in particolare le Marche, Fondazione Symbola ha presentato un report sullo stato della ricostruzione, un’analisi critica delle difficoltà e dei ritardi accumulati e le proposte per avviare la rinascita delle comunità e dei territori.
A spiegare quanto emerso dall'elaborazione dei dati ufficiali, le cui fonti sono quelle del sito del commissario e della Regione, è il segretario generale della fondazione, Fabio Renzi ai microfoni di Radio C1: "Su 46mila edifici privati danneggiati nelle Marche - spiega - , con danno lieve e grave, gli edifici con progetto di ripristino presentati sono solo 6000: il 13%.
Mentre gli edifici per cui sono stati autorizzati intervento e finanziamento sono 2800, appena il 6%, e non significa che abbiamo cantieri aperti per questa percentuale. La quota  infatti scende, perchè una volta che è stato autorizzanto l'intervento bisogna attendere la procedura da fare con la banca.
Le pratiche esaminabili dagli uffici incaricati, all'anno, sono 1250, una percentuale del 2.7% annua. I progetti presentati ogni anno sono in media 3500, mentre la media mensile è di circa 300 pratiche.
Significa - aggiunge Renzi - che per la sola presentazione di tutti i progetti ci vorranno 15 anni. Questi dati ci parlano di una prospettiva di ricostruzione di 30 o al massimo 35 anni. Noi finiremmo, andando avanti con questi tempi, nel 2044 o al massimo 2049. Un report complesso - conclude - quello che abbiamo presentato, molto ricco, ma molto chiaro. Abbiamo fatto lo stato dell'arte e una analisi critica su quali sono le storture che hanno portato a questo esito e abbiamo presentato le nostre proposte, grazie alle quali si potrebbe anticipare la fine della ricostruzione fisica  al 2030".

Tra le proposte, un paragone con il ciclismo: "Quando si corrono gare importanti  -dice - gli atleti si trovano sulla linea di partenza e cominciano la corsa. Solo a fine gara vengono fatti i controlli antidoping. Se i controlli venissero fatti all'inizio, ogni gara durerebbe settimane. Dovremmo ragionare così anche con la ricostruzione e i professionisti che se ne occupano: sono esperti che hanno superato un esame di stato per iscriversi ai rispettivi ordini. Facciamoli correre, poi alla fine faremo gli eventuali controlli".

GS

Un pauroso incidente stradale si è verificato nella tarda serata di in contrada San Lorenzo di Treia. Un centauro treiese di 53anni che percorreva la strada che da Treia conduce, appunto, a San Lorenzo per cause in corso di accertamento ha perso il controllo della moto sulla quale viaggiava finendo fuori strada. A dare l'allarme alcuni amici che lo attendevano per cena e che, non vedendolo arrivare, hanno allertato la polizia. Sul posto, oltre agli agenti, anche personale del 118 che ha provveduto al trasporto all'ospedale di Macerata.
Le sue condizioni sono subito apparse molto gravi, infatti l'uomo è deceduto dopo qualche ora, a seguito delle gravi lesioni riportate. Il treiese Ermanno Damiani, aveva già perso i genitori e non era sposato, lascia due fratelli e moltissimi amici. L'uomo era conosciuto da tutti, lavorava in una ditta di Sambucheto, era appassionato di moto e con la sua moto aveva girato gran parte dell'Europa. Purtroppo la curva fatale, a 500 metri dal risorante, dove gli amici lo stavano attendendo, gli è stata fatale.
I funerali si terranno venerdì 9 agosto alle ore 16 presso la struttura del S.S. Crocifisso.

la foto dello schianto:

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Grave incidente stradale verificatosi lungo la provinciale che da Passo di Treia conduce verso Treia. Per cause in corso di accertamento, forse per una mancata precedenza, un'auto, una Fiat Punto, è finita sotto un camion del Consmari adibito al trasporto di rifiuti. Il conducente dell'auto, che viaggiava insieme alla moglie e al figlio di 4 anni, è stato immediatamente soccorso da alcuni automobilisti di passaggio che hanno avvertito i sanitari del 118, giunti sul posto insieme a vigili del fuoco, carabinieri, polizia municipale. Viste le condizioni dell'uomo, che comunque sembra non abbia mai perso conoscenza, i medici hanno anche richiesto l'intervento dell'eliambulanza, atterrata nei pressi del luogo dell'incidente, che ha trasportato il ferito in codice rosso all'ospedale di Torrette, mentre la donna e il bambino sono stati trasferiti presso il nosocomio regionale a bordo dell'ambulanza. Illeso il conducente del mezzo pesante. Stando ad una prima ricostruzione della dinamica del sinistro l'autista della Punto si sarebbe immesso lungo la provinciale con il conducente del mezzo pesante che non è riuscito ad evitare l'impatto.
Gaia Gennaretti 

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Servizio in aggiornamento

I dodici Comuni dell’Unione Montana Potenza Esino Musone in un video dal titolo emblematico: “Un territorio straordinario”. Le immagini, disponibili anche sul canale YouTube all’indirizzo https://youtu.be/3g0kGYc_064, condensano in 13 minuti una serie di fotogrammi di panorami, monumenti e scorci suggestivi da vivere ma anche da promuovere e presentare ai turisti più attenti. 

Le riprese e il montaggio di Christian Bohm, per la regia di Nazareno Balani, mettono in risalto le bellezze di Apiro, Castelraimondo, Cingoli, Fiuminata, Gagliole, Esanatoglia, Matelica, Pioraco, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Sefro e Treia. A firmare la produzione la Atlantide Videoservice.

Il tour virtuale conduce alla scoperta dei borghi storici, della città d’arte ma anche di una serie infinita di bellezze uniche: dal balcone delle Marche di Cingoli al castello di Lanciano, dal maestoso Cassero di Castelraimondo al percorso dei Vurgacci di Pioraco, al museo della carta e della filigrana, dal teatro Feronia di San Severino Marche alla pinacoteca civica “P. Tacchi Venturi”, dal lago di Castreccioni di Cingoli alla Collegiata di Apiro, dalla Rocca di Gagliole al museo di storia naturale, dal teatro Piermarini al museo Mattei di Matelica, dalla chiesa di Santa Maria Assunta a Poggio San Vicino alle cascatelle di Sefro, dalla piazza al museo archeologico di Treia. 
g.g.

 

 

Tentata rapina a Treia alla farmacia Ferranti in Borgo Vittorio Veneto. Nella tarda mattinata un giovane, con il volto coperto da una sciarpa, ha fatto irruzione nel locale puntando un taglierino contro i due farmacisti che erano intenti a servire i clienti intimando di consegnare l’incasso. La farmacista ha iniziato a urlare al collega di scappare e a quel punto l’uomo, forse impaurito per il fatto che era stato dato l’allarme, è fuggito a bordo di un'utilitaria risultata rubata a Tolentino facendo perdere le proprie tracce. Sull’episodio indagano i carabinieri della locale stazione.
g.g.

farmacia treia

Il cavallino usato per tagliare i capelli ai più piccoli è ancora lì nella bottega di via Lanzi, a Treia. In 60 anni di lavoro, Renzo Castellani chissà quanti visi di bambino imbronciati avrà visto diventare sorridenti di fronte a un nuovo taglio. Il barbiere raggiunge oggi l'importante traguardo e lo fa circondato dall’affetto della famiglia e dei clienti che continuano a varcare l’ingresso di uno dei negozi più longevi del Centro storico. Un mestiere che ha iniziato giovanissimo, il 15 febbraio del 1959, a dodici anni, come garzone di Benito Raponi, il quale, successivamente, avrebbe esercitato il suo talento imprenditoriale anche nello sport e nel manifatturiero, fondando con Luciano Sileoni la Sira e la Lube cucine. Rispettoso e attento, il giovane Renzo non perdeva occasione di carpirne i segreti con gli occhi, seguendo le parole premurose del nonno: «Ruba l’arte e mettila da parte, che nella vita non si sa mai». Consiglio seguito alla lettera, tanto che, vent’anni dopo, Castellani decise di mettersi in proprio, insegnando il mestiere ad altri giovani con quella stessa dedizione. Nonostante le crescenti difficoltà burocratiche e qualche normale acciacco, non è difficile incrociarlo mentre si appresta ad aprire il negozio e accogliere il prossimo cliente. In divisa, come si conviene e sempre con lo stesso sorriso, al servizio di un’arte che, tra mille ricordi e vicende cittadine, in sessant’anni di lavoro dalle mani è passata facilmente al cuore.
Gaia Gennaretti 

 

Con la neve che ha imbiancato tutto l’alto maceratese dalla serata di domenica e fino a ieri pomeriggio, con black out, alberi caduti e incidenti, di certo non sono mancate le difficoltà nemmeno per il trasporto pubblico locale su gomma. 

Gli autisti della Contram hanno dovuto fare un super lavoro per garantire le corse e i minori ritardi possibili: “La situazione era critica inizialmente - racconta l’autista Andrea Brandi - ma poi col trascorrere delle ore è andata via via migliorando e tutto sommato siamo riusciti a rientrare nei tempi di percorrenza. Alzataccia per montare le catene ai mezzi ma questo è il nostro lavoro e non possiamo fare finta di nulla quando c’è l’allerta meteo”.

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A delineare la situazione sulle principale arterie e i collegamenti con Camerino, Macerata e San Severino è stato il presidente Contram Stefano Belardinelli: “Nella zona montana la neve ha coperto le strade e certamente la chiusura o la sospensione di alcuni tratti ferroviari ha richiesto il nostro intervento con autobus sostitutivi. Questo ovviamente mette in difficoltà l’utenza che è costretta a cambiare mezzi. A Macerata - aggiunge - al terminal di piazza Pizzarello abbiamo costantemente monitorato lo stato del piazzale. I mezzi sono usciti senza problemi anche dalle maggiori sedi che sono Corridonia, Treia, Fabriano e anche Camerino. Abbiamo garantito le corse per Roma che anno viaggiato regolarmente. Mi ritengo abbastanza soddisfatto - conclude - e ringrazio tutti gli operatori della Contram che hanno dimostrato ancora una volta come l’autobus funzioni in ogni condizione e sia vicino alle esigenze delle persone”.

g.g.

“Dobbiamo far tornare il sorriso all’Italia. Cerchiamo di sfidare paure, solitudini e diseguaglianze. Serve recuperare l’orgoglio di appartenere ad un Paese, un’identità non chiusa”. Con queste parole il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, ha chiuso i lavori del seminario estivo che si è tenuto a Treia ieri e oggi e che è stato preceduto dal Festival della Soft Economy. Fra i big della politica, oggi era atteso anche il presidente della Camera Roberto Fico che però non è stato presente. A portare i saluti, il vicepresidente della Camera di Commercio di Macerata, Francesco Fucili, e il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini. Al dibattito hanno invece preso parte il sociologo Aldo Bonomi, l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli, il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia, la presidente nazionale di Coldiretti Giovani Maria Letizia Gardoni e Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. Le conclusioni a Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. 

Il lavoro di questa settimana è stato volto a illustrare come e quanto un’economia sostenibile, responsabile nei confronti della società, attenta alla qualità e in grado di incrociare saperi tradizionali e tecnologia, sia risultata vincente.

Il miglioramento, tra chi mette in pratica questa logica, è visibile, ma allo stesso tempo c’è il timore che si voglia cavalcare la rabbia e portare avanti, a livello nazionale, una politica di “esclusione”, di chiusura, che di certo secondo i presenti danneggerà l’Italia. 

“Consideriamo tre parole chiave - ha detto Bonomi - che sono comunità, territorio e coesione. Senza quest’ultima, non saremo in grado di affrontare le sfide internazionali. Oggi la politica si adatta al rancore ma serve ricostruire un intelletto collettivo sociale”.

Coldiretti è senz’altro una delle associazioni di categoria più apprezzate a livello locale e nazionale, e a confermarlo la stessa Gardoni che ha raccontato di quanta fiducia abbia acquisito grazie alla capacità di ascolto e all’aver tolto i confini tra imprese agricole e società. Tuttavia, ha detto, “la mia generazione è la prima ad essere più povera rispetto a quella dei propri genitori. Manca mobilità sociale, prospettive e una più equa ridistribuzione della ricchezza. I giovani Coldiretti sono 55mila e stanno dimostrando che un’altra Italia è possibile, con aziende intelligenti e una generazione molto più preparata”.

Impossibile poi non cogliere la critica di Boccia verso alcune politiche del Governo M5S-Lega: “Siamo ad un bivio. Dobbiamo scegliere se trasformare la rabbia in passione o se cavalcarla. La nostra società ideale è aperta e inclusiva ed ha come mission non solo l’attenzione ai giovani e al lavoro, cosa di cui non c’è traccia nel Patto di Governo, ma anche ad esempio alle infrastrutture e all’export, che ci permettono di essere collegati con il mondo”.
Gaia Gennaretti

Appennino Parco d’Europa. Fra le strategie, la green community e niente meno che la proposta di inserire l’Appennino marchigiano fra le riserve di biosfera dell’Unesco. L’acronimo è Mab e secondo Filippo Lenzerini, che ne ha illustrato stamane a Treia le potenzialità, il riconoscimento potrebbe rappresentare la svolta per l’intero territorio. 

L’occasione durante la quale se n’è parlato è il Festival della Soft Economy, la tre giorni che precede il seminario della Fondazione Symbola che porterà a Treia alcuni big della politica fra i quali Antonio Tajani, Paolo Gentiloni e Roberto Fico.

A salire in cattedra, stamane, dopo i saluti di Fabio Renzi, segretario generale della Fondazione, per illustrare strategie e strumenti per conservare, valorizzare e vivere l’Appennino, il sociologo Aldo Bonomi e Filippo Lenzerini. A chiudere gli interventi, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti.

“Il margine deve farsi centro - ha affermato Bonomi - l’epoca storica che viviamo ce lo permette. Abbiamo finanziamenti in abbondanza per la ricostruzione e fini totalmente incerti. Le comunità devono mettere in campo elementi di cura e operosità, i piccoli comuni aprirsi, creare un intelletto collettivo. Se non si capisce questo - ha detto - queste terre rimarranno ai margini. Occorrono smart land, non solo smart cities”.

Gli Appennini e il riconoscimento Mab dell’Unesco sono un argomento trattato da Filippo Lenzerini: il titolo può aiutare il territorio a presentarsi e ad affrontare le sfide della globalizzazione. Già diverse zone appenniniche hanno ottenuto il riconoscimento traendone importanti giovamenti. “Le funzioni di una riserva di biosfera - ha spiegato - nel caso dell’Appennino, potrebbero essere funzionali a coordinare strategie e progetti dei vari territori, valorizzare la progettualità con il brand Unesco, incrementare la visibilità internazionale dei territori, attrarre nuove fonti di finanziamento”. 

A chiudere la prima serie di interventi, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti che ha ammesso come e quanto la politica non sia riuscita a valorizzare le zone montane. Addirittura, ha raccontato, lo stesso Parco dei Monti Sibillini era inizialmente visto come un ostacolo, mentre ora come una risorsa.

“La politica - ha sottolineato - deve riscoprire e valorizzare la montagna e il territorio tout court. Deve ascoltare le comunità, lavorare con loro, mettere in campo azioni attente ai servizi alla persona, al sistema produttivo, alla promozione dell’economia circolare e dell’immenso patrimonio culturale. Spero davvero che gli Appennini marchigiani possano essere riconosciuti dall’Unesco - ha concluso - perché ha tantissime peculiarità e tipicità”.

Poi, nella seconda parte della discussione, tra cui ha preso la parola anche Oliviero Olivieri, presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini che ha raccontato del successo dell’iniziativa Good Morning Sibillini messa in campo nel 2017: “è stata decisiva per aumentare l’attrattività turistica grazie a passeggiate, laboratori e cooking show. Al fianco, Risorgi Marche che ha avuto altrettanto successo.
g.g.

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