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Camerino, due Vescovi per la festa di san Venanzio

Mercoledì, 18 Maggio 2016 15:59 | Letto 4928 volte   Clicca per ascolare il testo Camerino, due Vescovi per la festa di san Venanzio Con la cerimonia dellofferta dei ceri e laccensione del falò propiziatorio sono iniziate ufficialmente, nella serata di martedì 17, le celebrazioni in onore di san Venanzio martire, patrono della città, che culmineranno domenica 22 con il corteo storico, la Corsa alla Spada e lassegnazione del Palio. Momento centrale, mercoledì 18, giorno della festa liturgica del santo, la messa pontificale nella basilica dedicata a san Venanzio con una presenza di eccezione, quella del vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, che, insieme allarcivescovo di Camerino-San Severino Marche Francesco Giovanni Brugnaro, si è concesso una “pausa” nei lavori della Conferenza Episcopale Italiana, riunita a Roma, per presiedere la celebrazione nella città che lo ha visto crescere come uomo e come sacerdote. Mons. Napolioni, emozionato? Sì, ma unemozione serena e piena di gioia perché i simboli della vita ecclesiale camerte li porto dentro mescolati con tante esperienze. Mi accorgo sempre di più di essere figlio di una storia che, però, mi ha reso libero. Quindi riesco anche a governare questa emozione guardando un pochino più lontano, come spesso ho suggerito anche ai camerinesi. Dico spesso che cè differenza tra il camerinese che non è uscito mai dalle mura cittadine e quello che magari ha assaporato un po anche il resto dItalia e del mondo. Fa bene, allora, apprezzare le proprie radici quando ci si è accorti che possono portare frutto anche al di là degli schemi a cui siamo stati abituati. Parole forti, le sue, quelle pronunciate durante lomelia... Sono partito, come sempre, dalla Parola di Dio. Un giovane martire, Venanzio, che viene ucciso in odio alla fede non da stranieri, ma dai suoi stessi concittadini che non avevano capito la novità cristiana. Oggi non usiamo le pietre, ma potremmo usare unimmagine falsa di Dio. Il papa stesso ha richiamato questa immagine nellAmoris Laetizia. Se usiamo la legge, la verità, lideologia come una pietra per ferire gli altri non è Vangelo. Stiamo, quindi, in guardia per vivere il Vangelo per quello che davvero è. Un messaggio rivolto ai fedeli, ma anche ai sacerdoti? Innanzitutto un messaggio rivolto a me stesso, perché dobbiamo stare tutti in guardia. Ho anche detto che, riguardo allincontro dei vescovi italiani a Roma, i giornali hanno dato risalto a una sorta di ennesima critica del Papa ai vescovi e ai preti. Il Santo Padre, invece, ha tratteggiato con estrema abilità e concretezza la figura di prete di cui da sempre abbiamo bisogno e alla quale tutti dobbiamo tornare. Così come la figura di cristiano perché a volte non so se sia più clericale a il prete o certi laici. La presenza a Camerino del vescovo Antonio è stata fortemente voluta dallarcivescovo Francesco Giovanni, per il quale è stata una festa particolare. “Mi è sembrato giusto permettergli di poter celebrare la festa del Santo Patrono visto che non aveva avuto ancora loccasione di poter celebrare per questa nostra comunità in maniera così solenne – le parole dellarcivescovo - Loccasione più bella era appunto la coincidenza con la festa patronale”. Una settimana importante per i vescovi italiani riuniti a Roma nellassemblea generale della CEI. “Un messaggio forte quello rivolto da papa Francesco – continua mons. Brugnaro - perché ci mette nella condizione, come sacerdoti e come vescovi, di servire la comunità e soprattutto di rievangelizzare. Il papa ci ha rimandato alla Evangeli Gaudium, chiedendoci di avere familiarità con lesortazione apostolica. Questo riguarda tutti, come ha detto mons. Antonio nella sua omelia richiamando alla fede, alle difficoltà di comunicazione, di comunione, al bisogno di carità e di convivenza fraterna che cè non solo fra i laici, ma soprattutto fra il clero”.    

Con la cerimonia dell'offerta dei ceri e l'accensione del falò propiziatorio sono iniziate ufficialmente, nella serata di martedì 17, le celebrazioni in onore di san Venanzio martire, patrono della città, che culmineranno domenica 22 con il corteo storico, la Corsa alla Spada e l'assegnazione del Palio. Momento centrale, mercoledì 18, giorno della festa liturgica del santo, la messa pontificale nella basilica dedicata a san Venanzio con una presenza di eccezione, quella del vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, che, insieme all'arcivescovo di Camerino-San Severino Marche Francesco Giovanni Brugnaro, si è concesso una “pausa” nei lavori della Conferenza Episcopale Italiana, riunita a Roma, per presiedere la celebrazione nella città che lo ha visto crescere come uomo e come sacerdote.

abbraccio

Mons. Napolioni, emozionato?

Sì, ma un'emozione serena e piena di gioia perché i simboli della vita ecclesiale camerte li porto dentro mescolati con tante esperienze. Mi accorgo sempre di più di essere figlio di una storia che, però, mi ha reso libero. Quindi riesco anche a governare questa emozione guardando un pochino più lontano, come spesso ho suggerito anche ai camerinesi. Dico spesso che c'è differenza tra il camerinese che non è uscito mai dalle mura cittadine e quello che magari ha assaporato un po' anche il resto d'Italia e del mondo. Fa bene, allora, apprezzare le proprie radici quando ci si è accorti che possono portare frutto anche al di là degli schemi a cui siamo stati abituati.

Parole forti, le sue, quelle pronunciate durante l'omelia...

Sono partito, come sempre, dalla Parola di Dio. Un giovane martire, Venanzio, che viene ucciso in odio alla fede non da stranieri, ma dai suoi stessi concittadini che non avevano capito la novità cristiana. Oggi non usiamo le pietre, ma potremmo usare un'immagine falsa di Dio. Il papa stesso ha richiamato questa immagine nell'Amoris Laetizia. Se usiamo la legge, la verità, l'ideologia come una pietra per ferire gli altri non è Vangelo. Stiamo, quindi, in guardia per vivere il Vangelo per quello che davvero è.

Un messaggio rivolto ai fedeli, ma anche ai sacerdoti?

Innanzitutto un messaggio rivolto a me stesso, perché dobbiamo stare tutti in guardia. Ho anche detto che, riguardo all'incontro dei vescovi italiani a Roma, i giornali hanno dato risalto a una sorta di ennesima critica del Papa ai vescovi e ai preti. Il Santo Padre, invece, ha tratteggiato con estrema abilità e concretezza la figura di prete di cui da sempre abbiamo bisogno e alla quale tutti dobbiamo tornare. Così come la figura di cristiano perché a volte non so se sia più clericale a il prete o certi laici.

vescovi

La presenza a Camerino del vescovo Antonio è stata fortemente voluta dall'arcivescovo Francesco Giovanni, per il quale è stata una festa particolare. “Mi è sembrato giusto permettergli di poter celebrare la festa del Santo Patrono visto che non aveva avuto ancora l'occasione di poter celebrare per questa nostra comunità in maniera così solenne – le parole dell'arcivescovo - L'occasione più bella era appunto la coincidenza con la festa patronale”. Una settimana importante per i vescovi italiani riuniti a Roma nell'assemblea generale della CEI. “Un messaggio forte quello rivolto da papa Francesco – continua mons. Brugnaro - perché ci mette nella condizione, come sacerdoti e come vescovi, di servire la comunità e soprattutto di rievangelizzare. Il papa ci ha rimandato alla Evangeli Gaudium, chiedendoci di avere familiarità con l'esortazione apostolica. Questo riguarda tutti, come ha detto mons. Antonio nella sua omelia richiamando alla fede, alle difficoltà di comunicazione, di comunione, al bisogno di carità e di convivenza fraterna che c'è non solo fra i laici, ma soprattutto fra il clero”.

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