A 4 anni dal sisma che colpi il centro Italia nella notte del 24 agosto 2016, l’associazioneOperazione Ricominciamo” torna nei luoghi più colpiti delle Marche per suggellare un’amicizia nata proprio in quei tragici momenti.
Una serata per ricominciare” è il titolo dell’appuntamento che, a partire dalle ore 18.00, domenica 23 agosto avrà per palcoscenico la piazza di Visso. Dal dramma disastroso di quei giorni, i componenti dell’associazione del nord Italia hanno dato vita ad uno straordinario ponte di solidarietà che mai si è fermato e vuole continuare a testimoniare la sua profonda vicinanza alle popolazioni ferite dal sisma. Un messaggio di speranza quello che, tra letture teatrali, canzoni, racconti e stornelli, prenderà vita dal cuore di Visso in una serata che potrà essere ascoltata in diretta radiofonica sulle frequenze di RadioC1inBlu, in diretta facebook sulla pagina dedicata “Operazione Ricominciamo” e in diretta streaming all’indirizzo www.radioc1inblu.it.
E’ il presidente dell’associazione lodigiana Moro Vanes, a tracciare il percorso dei 4 anni di amicizia e legame profondo, stretto con le popolazioni dell’entroterra montano: “La stessa associazione “Operazione Ricominciamo” è nata proprio in quei giorni difficili in cui abbiamo cominciato a portare degli aiuti mirati nelle zone colpite dal terremoto- racconta-;  da lì sono partiti anche i primissimi contatti locali che ci hanno aiutato a sapere a chi e dove, convogliare i nostri aiuti. E’ così che abbiamo cominciato a conoscere le persone del posto che ci hanno indirizzato a loro volta verso le famiglie e le persone che avevano bisogno supportando l'azione in campo della  Protezione Civile e di tutta la rete degli aiuti nazionali; in un viaggio abbiamo ad esempio portato circa 250 stufette a famiglie di Ussita, Visso e dell’altro versante che vivevano in camper. Ricordo che casa per casa e roulotte per roulotte, abbiamo portato quel che serviva, ma la nostra presenza è andata ben oltre la prima fase di emergenza muovendosi fino ad oggi”.

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Associazione Ricominciamo e volontari locali Virgilio Accetta, Vanes Moro, Vincenzo Sambuco, Ramona Moro e Andrea Vaghi

Un bel rapporto di amicizia, Moro Vanes e tutta l’associazione da lui presieduta, lo hanno stretto anche con Vincenzo Sambuco di Camporotondo di Fiastrone che, conosciuto inizialmente nei panni di referente della Protezione Civile, è in breve diventato il primo indispensabile contatto locale. 
"Vincenzo è davvero un infaticabile collaboratore; ci ha aiutato tanto anche nell’organizzazione della serata-evento di domenica prossima. Insieme siamo riusciti a dare vita anche ad una serie di mercatini solidali nella nostre zone tra Lodi e Milano, mettendo in piedi una seconda fase solidale, una rete di Commercio di prodotti locali che ci ha consentito di aiutare nella ripresa economica tante piccole imprese dell'entroterra montano".
Nell'addentrarsi nello spirito della serata-evento di Visso, Moro Vanes confessa che venendo spesso nelle nostre zone, non si può fare altro che rendersi conto che da 4 anni ben poco è cambiato. Non se ne parla più sui media e questo fa sì che la maggioranza degli italiani pensi che ormai i problemi siano risolti  “invece- sottolinea- le difficoltà della popolazione di fatto in molti casi sono identiche a quelle di 4 anni fa; proprio l’amicizia che nel frattempo si è creata, è il motore che ci spinge ogni tanto a saltare in macchina e venire giù anche solo quasi per il piacere di incontrare queste comunità così come accade che molti nostri amici vengano su a Milano. Nato in momenti difficili, questo legame è cresciuto e diventato sempre più solido. E’ lo spirito con il quale saremo qui a Visso domenica 23 agosto in una serata basata sulla musica e sull'arte. Oltre che esprimere vicinanza, vogliamo ricordare quella che è stata una tragedia per tutto il popolo italiano. Lo faremo attraverso la musica e l’arte, con l’intento di dare un po’ di speranza e uno slancio alla ripartenza di questi territori. Il nostro gruppo si chiama infatti “Operazione Ricominciamo e “Una serata per ricominciare” è il nome dell’evento la cui ambizione è quella di riaccendere i riflettori su una zona che è ancora in difficoltà e dare voce alla speranza di un ritorno alla normalità e di una veloce ripartenza. Impegnati a Visso sul palco, saranno artisti di primo livello; causa covid la piazza sarà purtroppo limitata a soli 50 posti che abbiamo già assegnato con inviti speciali agli amici della zona alle persone in qualche modo strettamente legate a quanto avvenuto 4 anni fa. Abbiamo voluto così omaggiarle, permettendo loro di assistere direttamente alla serata”. Del significato forte di un appuntamento in programma già per l'anno passato anche se in forma diversa, parla lo stesso Vincenzo Sambuco, coordinatore del gruppo di Protezione Civile di Camporotondo. "Siamo davvero felici di essere riusciti a organizzare questa serata di musica e letture; due ore che testimonieranno l'essere vicini alle persone che ancora non hanno una casa, sensibilizzando l'opinione pubblica affinchè qualcosa finalmente si smuova -  conclude-. Il nostro grazie va a questa associazione che ci ha fatto sempre sentire la sua presenza. E' nata una bella amicizia, uno scambio reciproco tra diverse realtà che ci auguriamo si rafforzi sempre più".
c.c.
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Incidente mortale nella zona di Villa Mattei, una località di Montecassiano. In un violento frontale fra una Fiat Seicento e una Fiat Panda ha perso la vita un anziano di 85 anni che viaggiava verso Macerata. Alla guida dell’altra auto c’era una 25enne che è stata soccorsa dal 118 e trasportata in eliambulanza a Torrette, in codice rosso. La polizia stradale si è occupata dei rilievi del caso. Per consentire le operazioni delle forze dell’ordine, dei soccorsi e per il ripristino della strada è intervenuto anche il personale dell’Anas.
g.g.

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Maggio è il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna e alla preghiera del rosario. Un mese che l'emergenza Covid 19 ha reso ancora più particolare. Così dalla comunità di Sarnano e dal parroco don Marcello Squarcia è nata l'idea del rosario itinerante, un appuntamento settimanale inaugurato dalla recita del rosario nel meraviglioso sfondo delle pendici dei Sibillini.
"Un'idea innovativa - così don Marcello - perchè non vogliamo perdere le nostre radici non solo umane, storiche e culturali, ma anche religiose.

Così preghiamo il rosario in una forma breve, soltanto meditando due misteri, ma itinerante. Come prima tappa abbiamo scelto i Sibillini, i nostri monti: monte Ragnolo, i Piani di Montioli, Pizzo Meta fino ad aprire la visuale sul Monte Vettore. Preghiamo camminando in mezzo alla natura che in questo mese vede esplodere la primavera. La preghiera in questo ambiente, in questa libertà, in questa altezza ci avvicina maggiormente a Dio".
La preghiera del rosario itinerante potrà essere seguita ogni giovedì alle ore 22:00 sulle frequenze di RadioC1...inBlu.

f.u.



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Continuiamo a ripercorrere alcune tappe del programma “Ricostruire la Speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”.
A Pieve Torina la famiglia Lucarini è un po’ un’istituzione. Vive nella frazione di Pie’ Casavecchia. Prima del terremoto abitava nella parte alta. Le loro case insieme a poche altre dell’agglomerato, sono ancora lì a Casavecchia Alta, tra le macerie. Alloggiano dal luglio del 2017 nei Mapre, Moduli Abitativi prefabbricati Rurali di Emergenza, dopo essere stati per quasi 10 mesi tra camper e roulotte. Nei Mapre, uno per famiglia, sono in 12 tra mariti e figli. In quel posto dove prima c’era solo erba, hanno fatto una comunità. “Oggi non si vede un futuro” mi dice Cristina, la figlia più grande impegnata in azienda, mentre Milena e Nicoletta gestiscono i punti vendita. Con tanti sacrifici sono già alla terza generazione di allevatori e agricoltori ma per il futuro non sanno come potrà proseguire la realtà aziendale. Il problema più grande infatti è l’incertezza. “Bisogna resistere, questi posti sono la nostra vita. Facendo questa attività proteggiamo questi luoghi. Non possiamo andarcene, significherebbe annullare tutto”. 

A Caldarola le Canonichesse Regolari Lateranensi
, vivono in una struttura monastica di emergenza. Le loro SAE sono unite da un corridoio. Sono monache di clausura, dedite alla vita meditativa e alla preghiera.  Sono in 11, arrivano dalle Filippine. Suor Maria Paola è l’unica italiana presente e la più avanti con l‘età. Sono molto accoglienti e il loro sorriso è dolce e contagioso. Le incontro tutte insieme nella cappellina che funge da parlatorio. “Tutta la nostra vita è scandita dalla preghiera. Preghiamo sempre. Ognuna ha il suo ufficio e ci si aiuta reciprocamente” dice la badessa Suor Maria Teresa. Fanno una vita dove tutto è in comune e dove anche “l’ufficio dell’orto” è una preghiera. Ad aprile 2018 sono entrate nelle SAE. Stanno bene nelle casette, gli spazi sono molto più ristretti rispetto al grande monastero fatto edificare agli inizi del XVI secolo dal cardinale Evangelista Pallotta. Anche le spese sono molto più contenute e più alla loro portata. Vivono di offerte e quando chiedi cosa gradiscono non lo dicono, accettano tutto “Con cuore lieto”. 


Le Monache nella stanza adibita anche allaccoglienza

Pietro Scipioni lo incontro a Pievebovigliana, comune di Valfornace, nella nuova zona commerciale, dove sono stati delocalizzati negozi e servizi e dove ci sono diverse strutture sportive, realizzate anche grazie a delle donazioni. Pietro mi illustra la situazione che si è creata in paese dopo il sisma con lo spopolamento e le difficoltà economiche che sono una costante in questi territori di montagna. Quello di cui si rammarica è che il terremoto si è portato via tanti anziani, loro sono stati i più colpiti dai cambiamenti causati dal post sisma e non hanno retto. Lo raggiungo nel suo villaggio Sae dove vive insieme alla moglie, due figli e una sorella con disabilità. “Abbiamo sentito molto la mancanza della casa, forse è per questo che stiamo tutti più dentro”. Gli abitanti delle Sae non escono se non per necessità. “Mancano le chiacchierate al bar, un bicchiere di birra con gli amici. Quello che era prima Pievebovigliana i nostri ragazzi rischiano di dimenticarselo per i tempi lunghi che ci saranno per la ricostruzione”, dice Pietro con lucidità ma con la speranza che ciò non avvenga.

Pietro Scipioni

Valeria Lucernoni vive con il compagno e il cane in una Sae a Castelsantangelo sul Nera. Non ha mai avuto paura del terremoto, sono state più forti in lei la rabbia e disperazione nel vedere tanta parte della vita svanita sotto le macerie, insieme ai ricordi. “Il lavoro è stato una salvezza” mi dice con l’orgoglio di dipendente SVILA, l’azienda che produce pizze surgelate a Visso che anche nelle fasi più critiche non si è mai fermata, se non per un breve periodo per sistemare i danni delle scosse, riparati con fondi aziendali. Secondo Valeria, paesi che hanno centri storici come Castello o Visso, non potranno essere ricostruiti come erano. Pensa ad una ricostruzione delocalizzata fuori dal paese, come si vive ora, delocalizzati nei villaggi Sae. Le chiedo come sta vivendo questo periodo con la preoccupazione del contagio da coronavirus e mi risponde che il virus preoccupa peggio del terremoto. Prima dei saluti le chiedo cosa le piace tanto di questo posto “La mia vita è come vorrei che fosse. Io adoro stare qui, sono felice.”

Valeria Lucernoni


Queste puntate del programma sono state registrate prima del DPCM sul coronavirus. Ora i nostri amici continuiamo a sentirli e ad ascoltarli al telefono, cercando di offrire quel minimo di vicinanza che si può in questi tempi di segregazione.

Barbara Olmai


La puntata sarà trasmessa sulle frequenze di Radio C1 e in diretta streaming sul sito www.appenninocamerte.info mercoledì alle ore 10:10 e in replica alle ore 22:10. L'articolo sarà approfondito sul settimanale l'Appennino Camerte, in uscita giovedì in edicola e nelle case degli abbonati.

LINK allo STREAMING: http://play5.newradio.it/player/index/1005

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Sarà don Domenico Romano, assistente dei giovani di Azione Cattolica, a presiedere questa domenica 29 marzo, quinta di Quaresima, la messa di comunità celebrata alle ore 10.30 nella basilica di San Venanzio a Camerino e trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio C1 inblu, in streaming e sulla pagina facebook de L'Appennino camerte. Si rinnova anche questa domenica l'appuntamento dal cuore della diocesi di Camerino - San Severino Marche con la preghiera domenicale comune che ormai da diverse settimane unisce tanti fedeli della diocesi e non solo. Un momento importante nella vita di fede e di comunità sulla scia dello storico momento che i fedeli hanno vissuto dalle loro case dello straordinario momento di preghiera presieduto da papa Francesco nella deserta e silenziosa piazza San Pietro, cuore della cristianità.
f.u.

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frequenze
L’emergenza procurata dal diffondersi del Sars-CoV-2, non ci deve far dimenticare la situazione che interessa circa 30 mila marchigiani, che si trovano a vivere in altro luogo rispetto alla loro casa. Sono i terremotati della nostra regione. Molti di loro sono in quarantena nelle Sae, le soluzioni abitative di emergenza) in 40, 60 o 80 metri di spazio, in base ai componenti del nucleo familiare.
Altri, agricoltori e allevatori, sono nei Mapre, moduli abitativi prefabbricati rurali di emergenza, in pratica una specie di container abitabili ma con diversi problemi come l’umidità e gli spazi ancora più ridotti rispetto ad ogni unità residente nelle Sae. Il compito dell’informazione, soprattutto quella locale, è continuare a interessarsi di questa situazione a oltre tre anni e mezzo dal sisma, in diversi modi.
Nel progetto “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, stiamo raccontando alcune storie di questi nostri cittadini, andandoli a trovare nelle loro nuove case. Impossibilitata ad uscire e a realizzare le interviste all’interno delle Sae, ripercorro con voi la prima parte di questo coinvolgente viaggio iniziato a Visso, in casa di Elio Aureli e di sua moglie Rita.

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Elio ha trasferito l’amore per il suo paese, in condivisione social. Le foto scattate in tanti anni, le scansiona, le modifica per poi postarle nella sua pagina facebook: “Tutti quei minuti che sono davanti al computer, io sto a Visso”. Elio, 80 anni da compiere i primi di aprile, non ha perso il suo spirito creativo che emerge ogni giorno, grazie a delle originali creazioni realizzate con materiali di recupero, che servono per rendere più confortevole e funzionale la casetta, perché mi dice che è lei che si deve uniformare alle esigenze di chi ci vive. La sua grande passione per gli animali condivisa con sua moglie, lo porta ad essere sempre impegnato.  Oltre ad avere in casa ben 4 mici e un cane, ogni mattina ha mantenuto vivo il ricordo di fare ciò che faceva prima del terremoto: sfamare i gatti randagi del borgo. E allora parte in bici o in auto con l’inseparabile cagnolina Cindy, per fare il giro di Visso in cerca dei felini a cui regalare, con la scusa del cibo, anche tante tenerezze. 

Roberta Blanchi

Da Visso mi sono spostata a Fiastra dove ho incontrato la giovane mamma Roberta Blanchi, che ha deciso di trasferirsi qui nel 2014. Lavora con suo marito in un container nella gestione del “Bar Fiastra”. Nata a Macerata, Roberta ha scelto di trasferirsi in montagna perché “Qui ho tutto quello che mi serve per vivere” mi dice nella sua Sae, mentre tiene in braccio la piccola Anita, fiastrana doc da pochi mesi. Roberta si augura che in questo tempo di crescita Anita possa vedere intorno a lei una Fiastra in rinascita, la dinamicità di gente che aggiusta e ricostruisce e non le finestre chiuse e le luci spente. Si augura che sua figlia possa avere un’infanzia felice a Fiastra, come lo è stata la sua che conserva nei ricordi, gli stessi che l’hanno spinta a tornare per amore di quel paese. 

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Mirko Carota lo incontro nella sua SAE ad Ussita, dove vive con la moglie Violetta, tre figlie e un cane. Lavora fuori, a valle. Dopo mesi trascorsi in un camping sulla costa, dove sono stati trasferiti i terremotati della montagna, dopo le forti scosse dell’ottobre 2016, sapeva che il ritorno in paese non sarebbe stato facile e che i problemi non sarebbero finiti una volta entrati nelle case provvisorie. Così è stato. Non è tanto aspettare la ricostruzione della casa, quanto tutto quello che c’è intorno, o meglio che non c’è. Ad Ussita manca il lavoro, soprattutto legato al turismo, mancano i servizi e Mirko e sua moglie si interrogano se restare, mentre le figlie crescono ed hanno bisogno di quelle cose naturali per degli adolescenti. Nonostante tutto si sono dati del tempo per sperare e ci vogliono credere che le cose cambieranno, che le cose si aggiusteranno.
Se tutto andrà come da programma, tra circa un anno Alessandro Loreti, sua moglie e i due figli, torneranno nella loro nuova casa ristrutturata. Alessandro vive e lavora a Muccia, nel laboratorio di pasta fresca a conduzione familiare. Dopo il terremoto ha riconvertito la sua attività, mettendo in atto quei cambiamenti necessari alla sussistenza. Da artigiano si augura che le scelte intraprese e da prendere per queste zone, possano consentire la vita futura di tante piccole realtà. La mancanza dei turisti e l’economia generata grazie al loro apporto, si fa sentire, come anche quella vicinanza non scontata per queste terre, a cui sono molto legati. Alessandro ama il suo paese. Quando ne è stato lontano, ha scelto di trasferirsi lì vicino a Colfiorito, le città non fanno per lui. Resterà a Muccia, dove vuole continuare a far crescere i suoi figli.

Barbara Olmai

La puntata andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10:10 e alle ore 22:10 sulle frequenze di Radio C1...inBlu e un approfondimento nel settimanale l'Appennino Camerte.

*La rubrica è possibile grazie al contributo di Structura Housing, appartamenti  nuovi in Classe A, a Porto San Giorgio a 200 metri dal mare. Info 0734.674638

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“Non auguro a nessuno di vivere un anno e mezzo in albergo come è capitato a noi”. Tra i ricordi di Pietro Scipioni è ancora forte quello dei tempi appena trascorsi. Pietro oggi vive in una Sae a Pievebovigliana, comune di Valfornace, nato dopo la fusione con Fiordimonte. La sua casa la condivide con la moglie, due figli e una sorella disabile. E’ un commerciante, vende abbigliamento a Muccia in un locale in cui, dopo il terremoto, ha spostato la sua attività lavorativa. A Muccia c’è più movimento, più passaggio di auto, anche se le realtà economiche ubicate in queste zone hanno tanti problemi con cui confrontarsi ogni giorno. Mancano i residenti, i proprietari delle seconde case, mancano anche i turisti. Per Pietro si sarebbero dovute realizzare alcune Sae anche per i possessori di seconde case che avrebbero fatto circolare un po’ di economia, una scelta sicuramente complicata ma per lui opportuna. Tra le mancanze che avverte di più c’è quella di poter tornare a frequentare la piazza.

I luoghi di ritrovo ora sono spostati fuori dal cuore del paese e purtroppo distanti dai villaggi dove sono state costruite le soluzioni abitative di emergenza. Alcune stanno creando più di qualche problema a causa dei pavimenti da sostituire per le infiltrazioni d’acqua. In questo periodo diversi residenti di Pievebovigliana stanno uscendo dalle loro casette per consentire al consorzio che le ha realizzate, di sistemare il pavimento. Ennesimo trasloco per chi ne ha già fatti tanti ed ennesimo disagio soprattutto per gli anziani che popolano queste zone di montagna. Camminiamo tra i tre villaggi costruiti e collegati tra loro da una buona viabilità pedonale. Un ponte ti congiunge con le altre strutture residenziali.

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Da lì la vista è davvero bella: la chiesa di Santa Maria Assunta, anche se inagibile, campeggia nel cuore del centro storico, dove da qualche mese è stata tolta la zona rossa. Ora si può passeggiare tra quelle viuzze del centro del paese, un posto suggestivo ma vuoto. Pietro mi racconta con entusiasmo che tra poco in centro aprirà una nuova attività ristorativa, un bel segno di speranza per i residenti. Ci si deve arrangiare in questo periodo pieno di emergenze. Il terremoto e la lunga gestione post sisma non bastavano. Ora la popolazione della montagna si deve confrontare con una nuova paura che accomuna tutta l’Italia e il mondo intero, come il coronavirus. La scelta di utilizzare l’ospedale di Camerino per accogliere i malati da covid-19 della provincia di Macerata, non è andata giù a tanti cittadini che oltre a sentirsi abbandonati dalle istituzioni, ora si sentono sfruttati e privati delle poche eccellenze che hanno. Con la mancanza di certezze questa popolazione si è abituata a vivere, quasi non si chiedono più quando potranno rientrare nelle loro case, aspettano, aspettano che qualcosa succeda. La preoccupazione è anche quella che i ragazzi non avranno lo stesso attaccamento di chi lì ci è nato e cresciuto e che quindi sarà portato ad andare altrove per vivere il proprio futuro. Anche questi sono i pensieri dei residenti a cui non può bastare amare il proprio paese.

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Servono risposte, occorrono servizi. Alcune attività si sono organizzate per portare la spesa a casa di chi ha difficoltà a spostarsi. I negozi infatti sono abbastanza distanti dai villaggi delle casette dove più di una purtroppo è vuota, alcuni anziani non ce l’hanno fatta a resistere a tutti questi grandi cambiamenti. Pietro è molto dispiaciuto della perdita degli anziani ma continua a darsi da fare come cittadino, impegnato anche nel mondo dell’associazionismo. Si va avanti con la speranza che le cose migliorino. Bisogna crederci.

Barbara Olmai


L’intervista a Pietro Scipioni, andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10,10 e alle ore 22,10 e in replica domenica alle 9:10 e lunedì alle 21:00, sulle frequenze di Radio C1 in Blu. 

Per la rubrica radiofonica si ringrazia:  
- Structura Housing appartamenti nuovi, in classe A a Porto San Giorgio 
Coldiretti Macerata e campagnamica stanno con i contadini: @campagnamica e #mangiaitaliano!  
LINK AI SITI: www.appartamentiportosangiorgio.net www.macerata.coldiretti.it

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Dopo che il sisma, da diverso tempo, e l'emergenza sanitaria, negli ultimi giorni, costringono le comunità a disgregarsi ancora di più, la radio costruisce i legami.
Noi che ci occupiamo dell'informazione e che ci impegnamo nel fornire ai nostri lettori e ascoltatori il giusto peso delle notizie, ci sentiamo in dovere, oggi più di sempre, di ascoltare le vostre opinioni. Le opinioni di chi si sente ancora parte di una realtà che sembra dimenticata e, per questo motivo, spesso rinuncia a dire la sua.
È da questo assunto che nasce "Parla con noi" una serata in diretta radiofonica condotta da Giulia Sancricca, Mario Staffolani e Barbara Olmai che, venerdì 13 marzo, dalle ore 21.00, attendono le vostre telefonate per discutere dei temi che vorrete approfondire.
Per intervenire alla diretta radiofonica potete chiamare al numero 0737/633180 o inviare un sms o whatsapp al numero 335/5367709 e sarete richiamati.

GS
Attaccarsi alla speranza quando intorno a te vedi comunque tante cose che non vanno, è necessario per darsi la spinta che ogni giorno occorre per lavorare e andare avanti. Nella frazione di Pie’ Casavecchia a Pieve Torina, incontro una parte della numerosa famiglia Lucarini. Da anni mandano avanti un’azienda biologica. La loro vita personale e lavorativa è stata stravolta dal terremoto e dalle lungaggini vissute per la non ricostruzione. Ogni piccolo disagio viene amplificato dall’incertezza della ripresa che non c’è. Dentro al Mapre, Modulo Abitativo Prefabbricato Rurale di Emergenza, Augusto Lucarini, il padre di Cristina, la prima delle tre sorelle allevatrici e produttrici agricole, riguardo la situazione mi dice: “La sostanza pure ci vuole, se al Governo non vanno d'accordo tra di loro, che pesci ci vuoi pigliare!”. La gente che vive in montagna è abituata a dire senza mezzi termini ciò che pensa quando gli va di parlare. I Lucarini sono in tutto 12, una tribù che vive in 4 Mapre. Fanno parte di quel gruppo di allevatori e agricoltori, circa 700 nel centro Italia terremotato, a cui sono stati assegnati questi container per trascorrere il tempo che rimane prima di vedere di nuovo in piedi la loro casa.
Agricoltori e allevatori hanno avuto queste soluzioni abitative per primi rispetto ad altri cittadini, perché impossibilitati a lasciare animali e terre. I Lucarini ci vivono dal mese di luglio del 2017 ma le cose che non vanno all’interno sono parecchie, in primis l’umidità, oltre agli spazi che sono più piccoli rispetto a quelli concessi per unità abitativa a chi risiede nelle Sae. La signora Maria, la mamma delle 3 allevatrici, mi fa notare che mentre a chi sta nelle Sae hanno dato oltre l’arredamento anche stoviglie e lenzuola, a chi vive nei Mapre no. Difficile spiegare questa disparità di trattamento che si fa fatica a credere. Certo è che Maria le coperte e il cambio di stagione li tiene nel Van, un trasporto cavalli divenuto armadio provvisorio. Neanche con le pratiche della ricostruzione sono fortunati. Secondo una delle ultime ordinanze, le priorità per le pratiche della ricostruzione sono proprio per gli allevatori ma loro si trovano in un aggregato, con le case vicine ad altri cittadini, quindi è tutto più complicato. Tra le tante difficoltà, la certezza di una famiglia unita che si ritrova ogni giorno per mangiare insieme quella resta. Cristina vuole ancora credere nello Stato, nonostante davanti ai suoi occhi e a quelli dei figli ci sono i segni dei crolli della loro casa, nonostante la strada di accesso sia ancora ingombrata dalle macerie, nonostante sia passato tanto tempo ed è come se non fosse successo niente. Vuole ancora crederci, per la sua famiglia, per quei componenti giovani e per i più anziani, per sé stessa, per quelli come loro abituati a ben governare animali e terre e non vuole rassegnarsi ad un sistema che non fa altrettanto.

Barbara Olmai

L’intervista alla famiglia Lucarini, andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10,10 e alle ore 22,10 sulle frequenze di Radio C1 in Blu.

Per la rubrica radiofonica si ringrazia: SABE pavimenti in legno-scale. Tolentino e prossimamente Civitanova Marche. 
www.sabesnc.it

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Tutto pronto per l'edizione 2019 di "Belforte in passerella", uno degli eventi più attesi dell'estate belfortese, in programma per venerdì 19 luglio alle 21.30 in piazza Umberto I. L'evento, che Radio C1 seguirà in diretta Facebook e radio, vedrà, come ogni anno, in passerella tanti giovani, modelli per una sera, indossare i capi dei diversi negozi scelti per l'occasione. Dal casual, ai costumi, agli accessori, per arrivare al gran finale con gli abiti da sposa e da cerimonia.

Una manifestazione che ècresciuta nel tempo grazie alla tenacia delle organizzatrici Catia Cappellacci e Simonetta Carfagna.
Non solo moda: la serata saràuna vetrina anche per i talenti del territorio: in passerella con esibizioni di ballo e canto, lassociazione culturale AltraScena.


Importante per la manifestazione anche il panorama sportivo della zona. Questanno a sfilare saranno anche i rappresentanti della squadra femminile e di quella maschile dellAdus Caldarola Volley, entrambe campionesse provinciali della passata stagione.

Un evento sostenuto anche dal Comune di Belforte del Chienti e dalla Pro Belforte, insieme ad altre realtàcommerciali del territorio e che questanno vedràanche un momento di sensibilizzazione contro labbandono degli animali.

pupe

In passerella, presenteranno le loro novità, Bulli e Pupe Tolentino, Joy di MegaDue, Moscati Abbigliamento, Arte & Co, Cartoleria Mafalda, Centro ottico Ercoli, Delsa e Agrizoo.

Il make up saràaffidato al Centro estetico Gocce di Rugiada, mentre le acconciature alle parrucchierie La tua Immagine e Idea Due Hair-Styling. I fiori sono de La Rosa Antica.
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