«A pochi giorni da un nuovo anniversario del sisma il lavoro di Anci Marche a fianco dei comuni e dei sindaci del cratere continua perché c’è ancora tanto da fare».

A dirlo è Paolo Calcinaro, presidente di Anci Marche che rimarca la centralità dei sindaci nel percorso di ricostruzione in corso e il ruolo dell’associazione dei Comuni di coordinamento rispetto alle molte questioni che afferiscono ai più alti livelli istituzionali, dal Governo al Parlamento alla struttura Commissariale.

“Il percorso della ricostruzione è avviato e potrà accelerare anche grazie all’impegno del cmmissario Castelli che si è adoperato per concretizzare alcuni primi passaggi di sburocratizzazione e che, da ex sindaco, conosce bene le problematiche dei colleghi – insiste Calcinaro. “Il lavoro è quotidiano – insiste - e i sindaci hanno non solo la responsabilità istituzionale che deriva dall’incarico ricevuto ma sentono fortissima quella morale di dover dare risposte alle istanze dei propri cittadini”.

Secondo il Presidente di Anci Marche va posta la massima attenzione anche alla ricostruzione pubblica, non solo quella privata, per creare le condizioni per non perdere il senso di comunità che caratterizza storicamente i borghi lesionati.

“Dalle vie di accesso alle scuole e conseguentemente al mantenimento e all’implementazione dei servizi – ricorda – c’è la massima attenzione sia di Anci Marche che del coordinamento interregionale di cui siamo parte, che riguarda il nuovo Codice degli appalti la cui semplificazione consentirà di attuare più celermente i molti progetti ancora sulla carta”.
«Poco rappresentativa del territorio colpito dal sisma». È stata definita così la nomina di Franco Capponi a rappresentante dei sindaci marchigiani nella cabina di coordinamento della ricostruzione. Lo hanno sottolineato il presidente della provincia di Macerata, Sandro Parcaroli, il presidente dell’Unione montana Marca di Camerino, Alessandro Gentilucci, e il consigliere provinciale con delega al sisma, Vincenzo Felicioli. Unanime la loro posizione, spalleggiata da altri 28 dei sindaci del cratere. Accordo anche sul nome alternativo che propongono: quello del primo cittadino di Arquata del Tronto, Michele Franchi. Oggi la richiesta formale di un tavolo per trovare un accordo che soddisfi tutti. Un appello finito sulla scrivania della presidente dell’Anci Marche, Valeria Mancinelli, del presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e dell’assessore alla ricostruzione, Guido Castelli.

Ma non è una bocciatura a Capponi. «Le qualità e le competenze del sindaco di Treia sono assolutamente fuori discussione – precisano Parcaroli, Gentilucci e Felicioli –. Tuttavia Treia è un comune geograficamente marginale nel cratere e non ha subito danni consistenti come molti altri centri. La nostra posizione in questo senso è ferma. La scelta dell’Anci dovrebbe necessariamente ricadere su Arquata del Tronto: è il comune che ha pagato il prezzo più caro in termini di danni e di vite umane dell’intera regione. Le ragioni della presidente Mancinelli sono nella rotazione della nomina. Il ruolo che ricopre le dà facoltà di nominare il rappresentante, ma crediamo che un organo collegiale portavoce di tutti i comuni della regione dovrebbe quantomeno prestare ascolto alle istanze dei sindaci».

A porre l’accento su questo punto è Alessandro Gentilucci. Il sindaco di Pieve Torina sottolinea l’importanza di portare i processi di decisionalità politica quanto più vicino possibile ai cittadini. Per questo è fondamentale che «il nostro rappresentante sia un sindaco perfettamente inserito nelle dinamiche quotidiane che il sisma ha portato con sé – spiega –. Questo è possibile solo se il rappresentante del cratere è qualcuno di vicino a queste realtà, che le vive in prima persona».

«Come sindaco chiedo che l’Anci sia capace di rappresentare me e i miei concittadini – sottolinea Felicioli –. Non stiamo parlando di colore politico, ma di capacità di rappresentare i problemi del cratere. L’Anci è un sindacato di comuni, se non è in grado di rappresentarli nei momenti drammatici valuteremo di uscire dall’associazione. Su 44 sindaci del cratere, la firma è arrivata da 28 di loro: è evidente che questa scelta “imposta dall’alto” non sia soddisfacente. Chiediamo di essere ascoltati, all’Anci così come alla Regione».

l.c.
Non sarà Michele Franchi, sindaco di Arquata del Tronto, a rappresentare i Comuni marchigiani del cratere sismico nella cabina di coordinamento per la ricostruzione. Nella giornata di ieri, Anci Marche ha fatto sapere che il ruolo verrà temporaneamente ricoperto da Valeria Mancinelli – già nell’organo come coordinatrice delle quattro Anci terremotate – in attesa della nomina definitiva di un rappresentante dei sindaci marchigiani. Una decisione che fa discutere, dopo che oltre 60 primi cittadini del cratere hanno proposto il nome di Franchi come portavoce. Proprio il sindaco di Arquata del Tronto ha quindi scritto alle istituzioni e al Commissario Giovanni Legnini per sollecitare una nomina definitiva e per chiedere chiarimenti sui motivi di una scelta, che “disattende la volontà della stragrande maggioranza dei sindaci del cratere marchigiano – evidenzia il primo cittadino di Arquata –. Nonostante io nutra grande fiducia nei confronti di Mancinelli e di Curti (ex sindaco di Force, ndr), credo che sarebbe stato opportuno scegliere la strada della continuità: negli ultimi anni questo ruolo è stato ricoperto da Aleandro Petrucci, che ho affiancato come vicesindaco e in seguito come facente funzioni. Arquata è il Comune più colpito nelle Marche e sarebbe stato giusto riconoscerci questo status. Non si tratta di mettersi in luce – precisa Franchi – ma di dare seguito al lavoro iniziato cinque anni fa e di avere un rappresentante che sappia quali sono le vere criticità della ricostruzione”.

Franchi chiude con la stoccata alla presidente di Anci Marche e con la richiesta, urgente, di avere quanto prima un rappresentante: “Penso che sia inopportuno fare politica anche sul terremoto. Evidentemente da Anci Marche vorrebbero un rappresentante diverso da quello indicato da quasi tutti i sindaci del cratere. Le Marche sono l’unica regione a non aver ancora nominato un rappresentante – chiude Franchi – e questa polemica non è sorta in Abruzzo, Lazio e Umbria, dove i rappresentanti sono stati confermati. Ci auguriamo che a stretto giro di boa accada lo stesso per le Marche”.

l.c.
Inaugurata questa mattina a Camerino nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in via Le Mosse la mostra “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma” a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017, che si sono impegnati in un importante lavoro di recupero delle opere d’arte danneggiate; con il contributo della Regione Marche.
Nel complesso di tutta l'operazione, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, sono state individuate per il recupero e il restauro un nucleo di opere marchigiane di proprietà di 17 differenti Enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. 
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In esposizione sono 20 opere provenienti da tutte le Marche: da Arquata del Tronto a Fiordimonte, da Ascoli Piceno a Mogliano, i cui restauri sono stati importanti anche per approfondimenti di tipo scientifico. Di grande rilevanza storico-artistica, le sculture e i dipinti di autori di indubbia fama che nelle Marche sono nati o che vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a modificare la geografia della Storia dell’Arte. Gli interventi di restauro sono stati tutti eseguiti da tecnici  marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza che, con innovative analisi diagnostiche hanno valutato lo stato di conservazione di ciascuna opera. Interventi che hanno consentito non solo di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di effettuare nuove attribuzioni e acquisire nuove conoscenze relative alla tecnica pittorica ed ai materiali usati dagli artisti, accrescendo le conoscenze che si avevano su questo patrimonio e aprendo la strada a nuovi studi.

“Si tratta di un viaggio nella religiosità marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico, ma mi preme sottolineare come la volontà di questa mostra sia ancora più profonda: rendere fruibili in maniera permanente le opere restaurate - spiega Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche e curatore dell’esposizione. Con questa esposizione, quarta tappa di “Rinascimento marchigiano” che abbiamo fortemente voluto noi della Sovrintendenza, riconsegniamo le opere restaurate, a distanza di cinque anni dal sisma ai Comuni e agli enti ecclesiastici, ridando loro la collocazione originaria per quanto possibile”.
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A portare colore nella splendida giornata di sole sono stati i bambini dell’Istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino i quali, dopo il taglio del nastro, hanno vestito i panni delle “guide” illustrando e raccontando un’opera ciascuno. Un gesto simbolico pensato proprio per dare il giusto spazio a coloro che, dal sisma alla pandemia, negli anni hanno dovuto affrontare tante difficoltà.
 “L’arte è ancora protagonista nella nostra città perché, come abbiamo sempre sostenuto, accanto alla ricostruzione fisica va incentivata quella sociale e, indubbiamente, proposte culturali di questo tipo sono un incentivo a vivere i nostri territori e a visitarli – ha detto il sindaco Sandro Sborgia – Ringrazio la Sovrintendenza, l’Anci, la Regione e tutti coloro che vi hanno lavorato. Mi piace che siano proprio i bambini a illustrare le opere che sono esposte perché sono il futuro e sono i primi a dover raccontare e conoscere i tesori che tutti custodiamo e amiamo”.

Al taglio del nastro con il sindaco Sandro Sborgia, sono intervenuti il parroco Don Marco Gentilucci, il curatore Pierluigi Moriconi, l'assessore alla cultura Giovanna Sartori, la consigliera regionale Anna Menghi, la rappresentante della direzione generale del Ministero della Cultura (MIC) Paola Camera,  il segretario generale di Anci Marche Marcello Bedeschi,il rettore di UnicamClaudio Pettinari. Tra i presenti all' intera cerimonia,  la deputata 5 Stelle on. Mirella Emiliozzie i consiglieri regionali della Lega Marche Renzo MarinelliTullio Patassini.

L'esposizione resterà aperta fino al 9 gennaio 2022, dal venerdì alla domenica e festivi dalle 10 alle 13; dalle 15 alle 18.

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"La proroga del 110 per cento è una priorità. Lo è in generale, ma per le aree colpite dal sisma è una priorità assoluta". Lo ha detto il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini intervenuto questa mattina a Camerino al convegno nazionale "Il sisma  2016 del Centro Italia, cinque anni dopo", organizzato dalle Anci regionali di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria in collaborazione con l'Anci nazionale.
"Pochi mesi fa siamo riusciti a mettere a regime il 110 per cento con la Ricostruzione,- ha affermato Legnini- adesso l'idea che questo strumento venga meno in pochi altri mesi, non è sostenibile. Quindi occorre rifinanziare il 110 per cento, prorogarne la durata e fare in modo che per le ricostruzioni del Centro Italia e degli altri centri colpiti dal sisma, il periodo di bonus 110 per cento si superiore a quello degli altri territori. È questa infatti l'occasione per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio. Nel mentre noi ricostruiamo dobbiamo fare prevenzione; dobbiamo far sì che gli edifici che stiamo ricostruendo siano più sicuri e più sostenibili. Questo deve essere il nostro obiettivo e quello strumento formidabile del 110 per cento aiuta a fare questo".
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Occasione di confronto tra gli attori istituzionali e i soggetti del territorio sulla ripresa e la ripartenza dei Comuni colpiti dal sisma, l'incontro ha riunito in sala tanti sindaci, alcuni dei quali hanno portato la loro testimonianza diretta, tracciando delle loro esperienze dall'emergenza alla prima ricostruzione e soffermandosi sulle criticità nuove che richiedono soluzione. Tra questi i primi cittadini di Norcia Nicola Alemanno, di Amatrice Giorgio Cortellesi, di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi e di Colledara Manuele Tiberi.

Nel fare un quadro dei dati in evidenza a 5 anni di distanza, il Commissario Legnini ha poi rilevato che "con le risorse stanziate che ci sono, sulla ricostruzione privata possiamo andare avanti fino alla prossima primavera dopodichè occorrerà il rifinanziamento della ricostruzione privata. Avanzamenti importanti riguardano anche la ricostruzione pubblica, anche se non con la stessa velocità di quella privata. 
Le prenotazioni di contributo che hanno avuto un successo notevole e i cui termini sono stati riaperti fino al 15 dicembre - ha spiegato -  ci dicono infatti  che per ricostruire il patrimonio edilizio abitativo privato del Centro Italia nelle 4 Regioni occorrono circa 20 miliardi di euro. Come noto le risorse stanziate sono di 6 miliardi per cui occorre il rifinanziamento della ricostruzione privata. Lo stato generale della ricostruzione, i cui dati verranno aggiornati nel corso della prossima ricorrenza del 30 ottobre, si registra una fortissima crescita nel primo semestre, una minore crescita in questo trimestre e si comincia ad avvertire il problema della saturazione del mercato edilizio, della scarsità di manodopera e dei materiali e tutto questo, costituisce oggi la diìfficoltà  principale della ricostruzione. Una questione che dunque richiede in via generale che la ricostruzione sia affidabile e attrattiva dal punto di vista della continuità e della capacità di sviluppo. Ripeto oggi, quanto già dissi lo scorso 24 agosto alle imprese e ai progettisti: fidatevi di questo processo della ricostruzione, cerchiamo e cercate di darvi continuità perchè è un processo che adesso si è avviato e non possiamo arrestarlo". I lavori sono stati introdotti dalla presidente di Anci Marche e sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, sottolineando che  il ruolo dei Comuni e dell'Anci è stato finora fondamentale e continuerà ad esserlo con l'obiettivo di ottimizzare le ingenti risorse economiche destinate alla ricostruzione. "Ricostruzione che, rispetto agli anni passati  oggi registra un dato di novità - ha dichiarato-. Gli ultimi 18 mesi ci dimostrano infatti che la ricostruzione è partita in modo robusto con cantieri aperti, con contributi erogati e con lavori iniziati. Ora questa ripartenza deve essere consolidata - ha aggiunto -. Prima infatti si sono messe a posto le norme e le procedure pper la ricostruzione, e, qui c'è stato un lavoro davvero grandioso fatto dal Commissario Legnini e dalla struttura commissariale  al quale va tutto il nostro ringraziamento e apprezzamento. Ora le risorse ci sono, le norme e le procedure nel loro insieme sono state adeguate. Adesso il problema è che c'è un eccesso di risorse sul campo e si fa fatica a trovare progettisti e imprese per mandare avanti i lavori. Dunque è chiaro che qualche ulteriore provvedimento dovrà essere preso per evitare l'effetto congestione".
Legate a dinamiche di mercato, le maggiori criticità dell'ultimo periodo, evidenziata dallo stesso Commissario Legnini: "Il problema che abbiamo di fronte è che, con il 110 per cento e  con la scarsità dei materiali, si rischia un rallentamento e questo non ce lo possiamo permettere".
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L'incontro ha rappresentato l'occasione per fare un punto con i sindaci e per il Capo Dipartimento per la protezione Civile Fabrizio Curcio anche un bilancio sulla prima parte della gestione emergenziale "per capire le cose che sono andate bene e quello che possiamo fare meglio sotto il profilo della prevenzione - ha detto-; poi c'è tutto il tema della ricostruzione: le attività che sta facendo il Commissario e quello che è stato definito, secondo me in maniera importante, come il cambio di passo della ricostruzione in una omogeneizzazione delle norme e delle procedure che tengono finalmente conto delle necessità di semplificare ma anche della diversità del territorio. Questo terremoto infatti e, soprattutto nelle Marche, ha investito delle realtà locali molto diverse tra di loro, qundi la necessità di trovare risposte alleesigenze diverse del territorio".     

L'importanza della filiera istituzionale per la ripresa dei territori è stata approfondita nella prima sessione dell'evento,  mettendo a confronto le esperienze e i contrìibuti dei presidenti e rappresentanti delle 4 regioni e i rispettivi vertici Anci. 
"La ricostruzione è una forza della filiera istituzionale - ha commentato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli - ma la sfida è anche saper affrontare le questioni e le problematiche che sono ancora irrisolte. Si tratta di questioni che attengono a punti nevralgici come il superbonus 110 % e la proroga per l'area del cratere sismico, così come la gestione delle macerie e il caro prezzi delle materie prime. Questioni e problematiche che rendono dunque la ricostruzione poco praticabile nella realtà. Dopo un primo impulso dato con l'ordinanza 100 e con tutte le altre i che hanno contribuito  a dare un riassetto burocratico -ha sottolineato Acquaroli-  oggi c'è da dare un'ultima spinta per portare la ricostruzione materiale nel cratere, così da essere da traino e da speranza anche per i tantissimi che ancora non si sono adoperati per fare domanda per la ricostruzione e attivare le procedure necessarie".
Toccante il video reportage realizzato dall'Anci, raccogliendo voci e testimonianze dirette sulle realtà locali delle 4 regioni colpite dal sisma. Un esempio d'amore e d'attaccamento straordinario al territorio la testimonianza portata in sala da Federico Maccari dirigente dell'impresa Entroterra Spa - La Pasta di Camerino
Durante l'evento l'associazione dei Comuni  Anci ha presentato le proprie richieste al Governo: creare subito un tavolo di lavoro congiunto tra Anci, la struttura commissariale ed il Dipartimento 'Casa Italia' presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per individuare infrastrutture strategiche e investimenti necessari per le aree del sisma 2016, e sfruttare al meglio tutte le risorse legate al Pnrr.
Prorogare, almeno fino al 31 dicembre 2024, la durata dello stato di emergenza e della gestione commissariale, così da consentire la programmazione dei complessi, e ancora numerosi interventi da realizzare sui territori.
All'Esecutivo, Anci chiede l'impegno per dare continuità alla ricostruzione pubblica e privata nei Comuni colpiti dal sisma 2016


Le dichiarazioni di Augusto Curti, delegato per il sisma di ANCI Marche, non sono andate giù nemmeno al sindaco di Sarnano, Luca Piergentili e ai suoi colleghi di Montefortino e Ascoli Piceno.

“Ha voluto riferire ai sindaci del cratere – scrive Piergentili - posizioni che rappresentano alcune opinioni  all’interno del comitato sisma ANCI che non sono state né condivise, né tantomeno concordate con i primi cittadini interessati, andando a contestare i criteri di assegnazione dei fondi del CIS che, al contrario, sono stati sempre chiaramente esplicitati sia da parte della Regione Marche che dal Ministro, nei tre incontri istituzionali organizzati a Fermo e ad Ascoli Piceno”.

Dichiarazioni che non erano piaciute nemmeno al sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco.

Al centro del dibattito il progetto “Schema integrato per lo sviluppo dell’entroterra” presentato per il C.I.S. Contratto Istituzionale di Sviluppo, che vede la partecipazione dei comuni di Sarnano come ente capofila, Montefortino ed Ascoli Piceno, insieme ad un soggetto privato impegnati in un grande intervento di rilancio delle nostre montagne.

“Un progetto importante – commenta Piergentili ai microfoni di Radio C1…inBlu - perché riguarda soprattutto il potenziamento della fascia montana dell’entroterra fino alle gole di Montefortino, per poi arrivare ad Ascoli. Siamo felici della considerazione che ci è stata data e checi consentirà di sviluppare, in tempi brevi, il turismo sia estivo che invernale della nostra stazione in quota”.

La scheda, secondo quanto si legge in una nota del Comune - originariamente prevedeva una richiesta di 101.597.230 euro e ora ha ottenuto un finanziamento per un primo stralcio di 29.488.000 in cui è prevista “la riqualificazione e l’ampliamento dei sistemi annessi agli impianti di risalita per l’attività invernale ed estiva con l sviluppo dell’offerta ricettiva, digitalizzazione, riqualificazione di rifugi e casali con la valorizzazione della Gola dell’Infernaccio e servizi innovativi del museo diffuso culturale”.

Caratteristica di questo progetto nell’ambito dell’intera procedura C.I.S. è il partenariato pubblico-privato che porterà un imprenditore ad investire ulteriori 7.000.000 di euro garantendo anche la gestione e la manutenzione delle opere che si andranno a realizzare.

“Ci sono delle opere – spiega il sindaco - che sono quasi immediatamente realizzabili, come la pista in neveplast che il Comune sta cercando di portare avanti da qualche anno. Ma in generale i tempi sono abbastanza ristretti, perché il progetto richiede la fine delle lavorazioni entro il 2025”.

La collaborazione conferma poi il valore della rete tra Comuni: “Nella nostra zona è fondamentale – ammette Piergentili - soprattutto tra i comuni che possono garantire uno standard turistico elevato. In questo modo si possono creare posti letto e servizi che oggi, purtroppo, mancano nei nostri territori per fare una accoglienza adeguata”.

Ed è per la grande soddisfazione che i sindaci hanno per questo progetto che, in merito alle dichiarazioni di Curti, hanno voluto ribadire “che i Comuni aderenti al progetto di cui Sarnano è capofila non possono assolutamente condividere tali affermazioni.

Oltretutto va precisato che i progetti già presentati e ritenuti idonei troveranno possibilità di finanziamento nelle azioni che già oggi sono all’attenzione della cabina di regia del sisma 2016 e vedranno la loro applicazione in tempi molto ristretti”.


Per il prossimo anno scolastico, più di 30 classi ubicate nelle scuole del cratere della Regione Marche risultano soppresse. Questa la grave problematica che costituisce l’oggetto della lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi firmata dalla Presidente dell’Anci Marche Valeria Mancinelli.

«Nel momento in cui finalmente la ricostruzione ha preso concreto avvio, grazie alle recenti norme acceleratorie e di semplificazione emanate dallo Stato e dal Commissario straordinario con le ultime Ordinanze – scrive la Presidente di Anci Marche - assistiamo all’esito paradossale per cui le famiglie giovani, con figli in età scolare, costrette dal terremoto a trasferirsi temporaneamente in altro comune, possono finalmente tornare nella casa di residenza ricostruita ma, essendo state soppresse le classi, i bambini non vengono accolti dalla scuola del loro comune, anch’essa riparata o ricostruita o comunque mantenuta, ma dirottati in altra sede».

Quella che sembrava una eventualità è diventata invece un grave problema che riguarda gli 83 comuni inclusi nell’area del cratere colpiti dal sisma del 2016.

«In molti comuni stiamo assistendo alla soppressione di classi già attivate, nonostante la chiara deroga nel rapporto alunni classe stabilita all’art. 18 bis del DL n. 189/2016» – insiste a nome dei Sindaci che hanno sollevato la questione ponendola all’attenzione della Commissione Sisma di Anci Marche coordinata dalla stessa Mancinelli. La deroga si estende a più anni scolastici perché l’allontanamento temporaneo dalle proprie case, in attesa della ricostruzione, prevedeva ragionevolmente tempi non brevissimi. «Nel momento in cui la tendenza si sta finalmente invertendo e i rientri diventeranno sempre più numerosi nei prossimi anni, - ha scritto ancora al Ministro Bianchi - è di vitale importanza continuare a mantenere il numero delle classi già attivate negli anni precedenti in deroga ai limiti di legge.

Diversamente, oltre al danno sociale, ne deriverebbe un grave danno economico dovuto allo spopolamento dei borghi e dei comuni montani in cui lo Stato ha investito e sta investendo risorse ingentissime per la ricostruzione, che non è solo quella fisica degli edifici distrutti, ma anche del tessuto economico e sociale delle aree colpite.

La pandemia covid-19 ha messo in luce come proprio queste realtà locali possono diventare un’alternativa al modello di sviluppo sin qui prevalente offrendo la possibilità di uno stile di vita attrattivo per le nuove generazioni e alternativo alle grandi concentrazioni urbane. «Per tutto quanto sopra esposto – conclude la Presidente di Anci Marche e nella lettera al Ministro Bianchi, indirizzata per conoscenza anche al Presidente della Giunta Regionale Francesco Acquaroli, all’Assessore Guido Castelli e ai capigruppo in Consiglio Regionale auspicando la necessaria condivisione per giungere alla risoluzione del problema - si chiede un Suo autorevole intervento, con la massima urgenza, affinché sia rispettata da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale la deroga in questione e, anzi, eventualmente rafforzata ed estesa per scongiurare le gravi conseguenze descritte».
La struttura commissariale per la ricostruzione post sisma ha organizzato con Anci Marche un seminario di approfondimento con gli uffici tecnici dei comuni del cratere della regione.  “Grazie al lavoro congiunto – ha detto il Commissario Straordinario alla riocostruzione Giovanni  Legnini – abbiamo inaugurato una stagione di semplificazioni normative che, per quanto concerne la ricostruzione privata, ora deve procedere con la redazione di un Testo Unico che renda la realizzazione dei lavori facilmente gestibile per i tecnici e per i cittadini attraverso procedure chiare, semplici e celeri”. All’incontro ha partecipato anche Guido Castelli, Assessore Regionale alla Ricostruzione, che ha rimarcato l’importanza dell’implementazione del personale per procedere alla ricostruzione pubblica. Da Anci Marche è arrivato l’appello a ritenere "la partita della ricostruzione una opportunità e una responsabilità che deve passare attraverso la fiducia verso i professionisti esterni che lavoreranno a stretto contatto con gli uffici tecnici dei comuni ma attraverso anche la consapevolezza che il successo della ricostruzione passerà soprattutto dalla capacità di tutti, Comuni in primis, di continuare a fare la propria parte"- ha detto Augusto Curti, membro della Cabina di Coordinamento Sisma per le Marche.

La Presidente Mancinelli ha più volte ricordato che "il riordino e il completamento del quadro normativo insieme alle risorse finanziarie a disposizione mettono in condizione di far procedere speditamente la ricostruzione e che ogni altro eventuale intoppo sarebbe da addebitarsi all’incapacità di taluno e non ai dubbi interpretativi o agli appesantimenti burocratici tante volte invocati ma in questo caso ormai risolti".

L’incontro è proseguito con il confronto tra gli stessi delegati dei Comuni con i referenti tecnici della struttura commissariale.

Con un post su Facebook, nello stesso modo in cui aveva annunciato di essere risultato posivito al Covid, il Commissario straordinario alla Ricostruzione Giovanni Legnini ha fatto sapere di essere guarito.
"Oggi - ha scritto - è arrivata una bella notizia: sono negativo, il virus è andato via. Il mio pensiero va alle 635mila persone positive in tutto il Paese, soprattutto ai tanti che soffrono.
Il lavoro della struttura commissariale non si è mai interrotto - tranquillizza - , in virtù dell’impegno di ciascuno dei suoi componenti che voglio ringraziare. Da oggi potremo portarlo avanti con maggiore consapevolezza anche dei rischi che dobbiamo affrontare e delle cautele da adottare. E’ il momento dell’unità del nostro Paese, soprattutto di chi ha incarichi pubblici ed ha il dovere di trasmettere fiducia ma anche responsabilità".
Il Commissario, già questa mattina, ha in programma una videoconferenza con Anci Marche e nei giorni scorsi aveva annunciato il suo impegno per chiarire la questione delle bollette da pagare sulle case inagibili. Tema che aveva infuocato il dibattito tra i terremotati e tra gli amministratori locali.

GS
Anci, Regione e Comuni della costa a confronto sulla riapertura di parchi e aree verdi, i cimiteri e le spiagge.

Un dibattito da cui è scaturita la decisione di riaprire il 4 maggio: "Pur ribadendo che la pandemia non è vinta e che restare a casa resta per i tutti i cittadini la scelta auspicabile – ha detto Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche – si apre la possibilità di fruire di alcuni spazi pubblici come emerso dall’orientamento unanime e dalla grande condivisione espressa nel corso del confronto.  
Partendo dalle linee guida su cui ci siamo trovati d’accordo – ha aggiunto – poi ogni sindaco indicherà i dettagli della fruizione ai propri cittadini tenendo conto delle specifiche esigenze e della effettiva capacità di far rispettare le regole".
Una riapertura che richiede comunque "forte senso di responsabilità dei cittadini dei comuni marchigiani - ha concluso - ricordando che il controllo demandato agli organi di vigilanza sarà rigoroso così da evitare un nuovo aumento dei contagi che porterebbe a nuove chiusure".

GS
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