Ipotesi accollo messe in sicurezza ai terremotati, ennesimo schiaffo

Lunedì, 08 Giugno 2020 17:53 | Letto 1543 volte   Clicca per ascolare il testo Ipotesi accollo messe in sicurezza ai terremotati, ennesimo schiaffo Ha suscitato sdegno nei cittadini terremotati, la notizia del possibile accollo delle spese di manutenzione delle messe in sicurezza in capoi ai proprietari di immobili danneggiati dal sisma. Una possibilità che ha preso campo nel giro di pochi giorni, in relazione ad uno scambio di missive tra il Capo Dipartimento della Protezione civile regionale David Piccinini e il Capo nazionale di Protezione Civile Angelo Borrelli. Epilogo finale una lettera inviata ai sindaci nella quale viene ventilata questa ipotesi che dunque comporterebbe per i comuni di esigere direttamente dai terremotati e non dalla protezione civile i corrispettivi per le manutenzioni. Sulla quesione si è subito attivato anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, chiedendo di scongiurare una simile eventualità in danno di cittadini, già ampiamente provati. Sembrerebbe  che il clamore e lindignazione prodotta abbia già sortito leffetto di un ripensamento, anche se va detto che si è trattato di una mera indicazione o proposta che, al momento, non ha trovato alcuna concretezza in ordinanze decisorie.Ma tantè che seppure soluzione ipotetica, tra i proprietari di immobili lesionati, in attesa da 4 anni di un minimo segnale di ricostruzione e sicuramente non in condizione di poter pagare anche questi lavori, ha prodotto leffetto di un ulteriore sonoro schiaffone.E il caso di Andrea Pazzaglia, la cui famiglia  è proprietaria di una casa in pieno centro storico a Caldarola  i cui danni riportati dal sisma 2016 sono tali che dovrà essere demolita. Premetto che la casa è di proprietà di mia moglie ma la sento come mia in quanto a livello familiare lho frequentata per circa 50 anni- dice Pazzaglia-. In realtà appena la scossa di fine ottobre, limmobile ha riportato appunto delle lesioni tali da dover  essere abbattuta, tuttavia, per scelte che non sono state nostre, la casa è stata tenuta in piedi, imbrigliata e imbracata con funi dacciaio e vari puntellamenti, tanto da farla rimanere in piedi, anche se andrà demolita comunque. Sono passati 4 anni, si sono avvicendati 3 Commissari- continua Andrea Pazzaglia-; il Comune di Caldarola ha optato per la perimetrazione del centro e dunque, anche quellimmobile vi è ricompreso; avremmo potuto presentare un progetto  ma abbiamo dovuto fermarci per attendere  la conclusione di un iter amministrativo che sappiamo non essere facile. Una serie di vicende ha cristallizzato pertanto tutta la situazione e ora, nel giro di qualche giorno, su segnalazione della Protezione Civile marchigiana a quella nazionale viene fuori questa indicazione che siano i proprietari a dover pagare per il mantenimento delle messe in sicurezza. Che dire? A me sembra veramente che, o non vivo nellItalia che conosco, o questo è davvero un altro mondo. Abbiamo sotto i nostri occhi situazioni come il ponte Morandi che nel giro di due anni, grazie a Dio per quelle popolazioni, ci hanno dimostrato che lItalia è riuscita a riavere unopera funzionale  mentre noi a 4 anni abbiamo ancora in molti casi le macerie ferme, a voler testimoniare lassoluta immobilità del sistema amministrativo. Aggiungasi che per fatti che non sono nostri ci siamo trovati costretti a subire ulteriori rallentamenti accentuati dal Covid-19 e adesso, mi auguro di no, ma quello che è trapelato è una chiamata a metter mano al portafoglio- conclude Pazzaglia-  Francamante non saprei quali altri termini utilizzare per descrivere quello che proviamo in molti, se non che hanno voluto darci un ulteriore schiaffo in aggiunta a quello che abbiamo subito. Oltre il danno anche la beffa. Un paese davvero molto strano il nostro.C.C.
Ha suscitato sdegno nei cittadini terremotati, la notizia del possibile accollo delle spese di manutenzione delle messe in sicurezza in capoi ai proprietari di immobili danneggiati dal sisma. Una possibilità che ha preso campo nel giro di pochi giorni, in relazione ad uno scambio di missive tra il Capo Dipartimento della Protezione civile regionale David Piccinini e il Capo nazionale di Protezione Civile Angelo Borrelli. Epilogo finale una lettera inviata ai sindaci nella quale viene ventilata questa ipotesi che dunque comporterebbe per i comuni di esigere direttamente dai terremotati e non dalla protezione civile i corrispettivi per le manutenzioni. Sulla quesione si è subito attivato anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, chiedendo di scongiurare una simile eventualità in danno di cittadini, già ampiamente provati.
Sembrerebbe  che il clamore e l'indignazione prodotta abbia già sortito l'effetto di un ripensamento, anche se va detto che si è trattato di una mera indicazione o proposta che, al momento, non ha trovato alcuna concretezza in ordinanze decisorie.
Ma tant'è che seppure soluzione ipotetica, tra i proprietari di immobili lesionati, in attesa da 4 anni di un minimo segnale di ricostruzione e sicuramente non in condizione di poter pagare anche questi lavori, ha prodotto l'effetto di un ulteriore sonoro schiaffone.
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E' il caso di Andrea Pazzaglia, la cui famiglia  è proprietaria di una casa in pieno centro storico a Caldarola  i cui danni riportati dal sisma 2016 sono tali che dovrà essere demolita.
"Premetto che la casa è di proprietà di mia moglie ma la sento come mia in quanto a livello familiare l'ho frequentata per circa 50 anni- dice Pazzaglia-. In realtà appena la scossa di fine ottobre, l'immobile ha riportato appunto delle lesioni tali da dover  essere abbattuta, tuttavia, per scelte che non sono state nostre, la casa è stata tenuta in piedi, imbrigliata e imbracata con funi d'acciaio e vari puntellamenti, tanto da farla rimanere in piedi, anche se andrà demolita comunque. Sono passati 4 anni, si sono avvicendati 3 Commissari- continua Andrea Pazzaglia-; il Comune di Caldarola ha optato per la perimetrazione del centro e dunque, anche quell'immobile vi è ricompreso; avremmo potuto presentare un progetto  ma abbiamo dovuto fermarci per attendere  la conclusione di un iter amministrativo che sappiamo non essere facile. Una serie di vicende ha cristallizzato pertanto tutta la situazione e ora, nel giro di qualche giorno, su segnalazione della Protezione Civile marchigiana a quella nazionale viene fuori questa indicazione che siano i proprietari a dover pagare per il mantenimento delle messe in sicurezza. Che dire? A me sembra veramente che, o non vivo nell'Italia che conosco, o questo è davvero un altro mondo. Abbiamo sotto i nostri occhi situazioni come il ponte Morandi che nel giro di due anni, grazie a Dio per quelle popolazioni, ci hanno dimostrato che l'Italia è riuscita a riavere un'opera funzionale  mentre noi a 4 anni abbiamo ancora in molti casi le macerie ferme, a voler testimoniare l'assoluta immobilità del sistema amministrativo. Aggiungasi che per fatti che non sono nostri ci siamo trovati costretti a subire ulteriori rallentamenti accentuati dal Covid-19 e adesso, mi auguro di no, ma quello che è trapelato è una chiamata a metter mano al portafoglio- conclude Pazzaglia-  Francamante non saprei quali altri termini utilizzare per descrivere quello che proviamo in molti, se non che hanno voluto darci un ulteriore 'schiaffo' in aggiunta a quello che abbiamo subito. Oltre il danno anche la beffa. Un paese davvero molto strano il nostro."
C.C.

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