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Covid: Prevenzione dei contagi in mano ai Prefetti

Martedì, 20 Ottobre 2020 11:50 | Letto 921 volte   Clicca per ascolare il testo Covid: Prevenzione dei contagi in mano ai Prefetti Il nuovo DPCM ha suscitato, nei giorni scorsi, grande trambusto tra le amministrazioni locali: stando alle bozze, ai sindaci sembrava essere stata deputata la competenza di inasprire le misure di sicurezza varate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fino ad arrivare a concedere loro la possibilità di prendere provvedimenti che potessero disporre la chiusura di strade e piazze delle città. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) aveva parlato di “scaricabarile” da parte del governo, vista la forte responsabilità che avrebbe gravato sulle spalle degli amministratori, e di un provvedimento che sembrava decentrare eccessivamente la responsabilità del controllo della diffusione del contagio da Coronavirus. Il Viminale ha poi specificato come le decisioni in merito non spettino ai sindaci: l’articolo 1 del DPCM è stato “smussato”, come ha comunicato il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e la palla è stata passata ai prefetti e ai comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ne ha parlato, ai microfoni di Radio C1 inBlu, anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: “In situazioni di potenziale pericolo per la cittadinanza, con assembramenti o episodi che possano favorire la diffusione del contagio, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica avrà la possibilità di inasprire le misure fino ad arrivare alla chiusura di piazze e strade. Sono argomenti che saranno trattati in seno al comitato, che avrà quindi il compito di adeguare le misure alle specifiche situazioni che avvengono in quei momenti e in quei luoghi. È chiaro che per i sindaci sarebbe stata una grande responsabilità, ma non avremmo parlato solo di prendere una decisione grave, ma di avere poi la forza di renderla efficace e di farla rispettare: non è detto che i comuni abbiano a disposizione gli strumenti per farlo. Se non li hanno il provvedimento diventa fine a sé stesso. Il problema sull’osservanza della misura sarà garantito in questo modo non soltanto dalle forze del comune, ma anche da quelle della provincia”. Red.
Il nuovo DPCM ha suscitato, nei giorni scorsi, grande trambusto tra le amministrazioni locali: stando alle bozze, ai sindaci sembrava essere stata deputata la competenza di inasprire le misure di sicurezza varate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, fino ad arrivare a concedere loro la possibilità di prendere provvedimenti che potessero disporre la chiusura di strade e piazze delle città. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) aveva parlato di “scaricabarile” da parte del governo, vista la forte responsabilità che avrebbe gravato sulle spalle degli amministratori, e di un provvedimento che sembrava decentrare eccessivamente la responsabilità del controllo della diffusione del contagio da Coronavirus. Il Viminale ha poi specificato come le decisioni in merito non spettino ai sindaci: l’articolo 1 del DPCM è stato “smussato”, come ha comunicato il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e la palla è stata passata ai prefetti e ai comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Ne ha parlato, ai microfoni di Radio C1 inBlu, anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: “In situazioni di potenziale pericolo per la cittadinanza, con assembramenti o episodi che possano favorire la diffusione del contagio, il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica avrà la possibilità di inasprire le misure fino ad arrivare alla chiusura di piazze e strade. Sono argomenti che saranno trattati in seno al comitato, che avrà quindi il compito di adeguare le misure alle specifiche situazioni che avvengono in quei momenti e in quei luoghi. È chiaro che per i sindaci sarebbe stata una grande responsabilità, ma non avremmo parlato solo di prendere una decisione grave, ma di avere poi la forza di renderla efficace e di farla rispettare: non è detto che i comuni abbiano a disposizione gli strumenti per farlo. Se non li hanno il provvedimento diventa fine a sé stesso. Il problema sull’osservanza della misura sarà garantito in questo modo non soltanto dalle forze del comune, ma anche da quelle della provincia”.

Red.

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