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Ussita, Bernardini replica a Rossi: "Parole inaccettabili"

Lunedì, 15 Novembre 2021 13:55 | Letto 1600 volte   Clicca per ascolare il testo Ussita, Bernardini replica a Rossi: "Parole inaccettabili" Consiglio comunale dai toni accesi quello di giovedì a Ussita. Sul tavolo dell’assise le petizioni lanciate in estate dai cittadini e sposate dalla minoranza guidata da Guido Rossi. Le raccolte firme, l’una contraria alla realizzazione delle residenze per le maestranze della ricostruzione, l’altra per l’acquisizione da parte del Comune dell’area su cui sono state installate le soluzioni abitative di emergenza, hanno scatenato feroci polemiche. Guido Rossi, capogruppo della minoranza, ha chiesto delucidazioni in merito ai due temi. A rispondere è stata proprio la prima cittadina, Silvia Bernardini: “La discussione in Consiglio – ha spiegato la sindaca – è avvenuta come previsto dallo statuto. Penso però che la rilevanza delle petizioni sia relativa: dobbiamo tenere conto delle firme dei cittadini di Ussita, di coloro che sono effettivamente residenti qui. Le petizioni erano carenti nella loro parte formale ed era difficile appunto risalire a chi le avesse firmate. Aldilà di questa dimensione prettamente formale, le argomentazioni erano importanti e meritavano un approfondimento. Sulle maestranze della ricostruzione – ha commentato Silvia Bernardini –, penso che sia stato davvero fuori luogo instillare nella popolazione l’idea e il timore che questi lavoratori siano un pericolo per la nostra comunità. Sono persone che lavorano a molti chilometri da casa, che stanno facendo dei grandi sacrifici vivendo lontani dalle loro famiglie e che rappresentano una risorsa per questo territorio, visto che stanno fattivamente contribuendo alla sua ricostruzione. Abbiamo pensato, come amministrazione, di creare questo campo per dar loro la possibilità di vivere lontano da casa in maniera dignitosa e comoda. La bontà di questo è testimoniata anche dall’approvazione della Regione e delle sigle sindacali. Sono scandalizzata che questo fatto sia stato strumentalizzato per fini politici. Il progetto di questo campo a breve verrà presentato alla cittadinanza e rivendichiamo che, come maggioranza, le nostre decisioni sono legittime, naturalmente nel rispetto delle normative e del nostro territorio”. La chiusura della prima cittadina è per la seconda petizione, quella legata all’acquisizione al patrimonio comunale delle aree dove sorgono le Soluzioni abitative di emergenza: “La minoranza ci ha chiesto di non acquisire le aree dove sorgono le Sae – ha detto la sindaca Bernardini –. Anche questo è un atto previsto dalla normativa ed è qualcosa che è avvenuto in tutti i Comuni del cratere. Non ci è stata data possibilità di scelta in merito e i primi a recriminare siamo stati proprio noi dell’amministrazione: ci siamo semplicemente adeguati, seppur in disaccordo, a quanto ci veniva chiesto secondo la legge. Per Ussita quelle zone sono uno scempio, non le amiamo: sono servite e servono tutt’ora, ma per il nostro territorio sono una grave ferita”. l.c.
Consiglio comunale dai toni accesi quello di giovedì a Ussita. Sul tavolo dell’assise le petizioni lanciate in estate dai cittadini e sposate dalla minoranza guidata da Guido Rossi. Le raccolte firme, l’una contraria alla realizzazione delle residenze per le maestranze della ricostruzione, l’altra per l’acquisizione da parte del Comune dell’area su cui sono state installate le soluzioni abitative di emergenza, hanno scatenato feroci polemiche. Guido Rossi, capogruppo della minoranza, ha chiesto delucidazioni in merito ai due temi.

A rispondere è stata proprio la prima cittadina, Silvia Bernardini: “La discussione in Consiglio – ha spiegato la sindaca – è avvenuta come previsto dallo statuto. Penso però che la rilevanza delle petizioni sia relativa: dobbiamo tenere conto delle firme dei cittadini di Ussita, di coloro che sono effettivamente residenti qui. Le petizioni erano carenti nella loro parte formale ed era difficile appunto risalire a chi le avesse firmate. Aldilà di questa dimensione prettamente formale, le argomentazioni erano importanti e meritavano un approfondimento. Sulle maestranze della ricostruzione – ha commentato Silvia Bernardini –, penso che sia stato davvero fuori luogo instillare nella popolazione l’idea e il timore che questi lavoratori siano un pericolo per la nostra comunità. Sono persone che lavorano a molti chilometri da casa, che stanno facendo dei grandi sacrifici vivendo lontani dalle loro famiglie e che rappresentano una risorsa per questo territorio, visto che stanno fattivamente contribuendo alla sua ricostruzione. Abbiamo pensato, come amministrazione, di creare questo campo per dar loro la possibilità di vivere lontano da casa in maniera dignitosa e comoda. La bontà di questo è testimoniata anche dall’approvazione della Regione e delle sigle sindacali. Sono scandalizzata che questo fatto sia stato strumentalizzato per fini politici. Il progetto di questo campo a breve verrà presentato alla cittadinanza e rivendichiamo che, come maggioranza, le nostre decisioni sono legittime, naturalmente nel rispetto delle normative e del nostro territorio”.

La chiusura della prima cittadina è per la seconda petizione, quella legata all’acquisizione al patrimonio comunale delle aree dove sorgono le Soluzioni abitative di emergenza: “La minoranza ci ha chiesto di non acquisire le aree dove sorgono le Sae – ha detto la sindaca Bernardini –. Anche questo è un atto previsto dalla normativa ed è qualcosa che è avvenuto in tutti i Comuni del cratere. Non ci è stata data possibilità di scelta in merito e i primi a recriminare siamo stati proprio noi dell’amministrazione: ci siamo semplicemente adeguati, seppur in disaccordo, a quanto ci veniva chiesto secondo la legge. Per Ussita quelle zone sono uno scempio, non le amiamo: sono servite e servono tutt’ora, ma per il nostro territorio sono una grave ferita”.

l.c.

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