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Fanelli, Pennesi e Sartori rispondono alle dichiarazioni di Sborgia

Mercoledì, 02 Febbraio 2022 17:41 | Letto 1841 volte   Clicca per ascolare il testo Fanelli, Pennesi e Sartori rispondono alle dichiarazioni di Sborgia Un lungo comunicato, con la cronistoria degli avvenimenti palesi e “nascosti”, per chiarire le ragioni della scelta di rassegnare le dimissioni dal consiglio comunale, aprendo di conseguenza la strada all’arrivo del Commissario Prefettizio e al ritorno alle urne. Questa la risposta di Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi alle dichiarazioni rilasciate poche ore fa dall’ex sindaco di Camerino Sandro Sborgia.Di seguito il comunicato integrale: In questi giorni sono state riportate molte notizie sulla motivazione che ha portato alla sfiducia dellex Sindaco, ma non quelle reali. Le scelte portate avanti incondizionatamente e senza possibilità di confronto alcuno, non condivise nel merito ci hanno fatto riflettere e preoccupare da più di un anno. Di questo ne era a conoscenza anche lex Sindaco al quale da tempo avevamo rappresentato la nostra contrarietà alle modalità per niente democratiche con cui venivano portate avanti le decisioni, soprattutto perché eravamo fortemente convinti che alcune di queste fossero sbagliate e dannose per la città. La più grave riguarda il progetto di ricostruzione. Come ci eravamo impegnati nel nostro programma elettorale, appena insediati tramite Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici (il quale si è assunto l’enorme responsabilità dopo la rinuncia di altri due Consiglieri a cui i cittadini avevano dato uguale fiducia), iniziarono una serie di colloqui con diversi progettisti ed esperti urbanisti che concordavano sulla necessità di avere un piano di recupero della città e un dettagliato piano di cantierizzazione. Vi fu così la proposta di individuare allo scopo un pool di esperti come era stato fatto nel 97. La proposta dell’Assessore Fanelli fu subito bocciata in favore della regola del “chi primo arriva, parte con i lavori”. Non c’è stato ascolto neanche dopo aver suggerito di coinvolgere i progettisti privati sin da subito in questa partita. All’assessore ai lavori pubblici, visti i consigli non richiesti, il Sindaco comunicò formalmente (quindi per iscritto) che non aveva voce in capitolo per tutto ciò che riguardava la ricostruzione pubblica e privata. La grave lacuna della mancata redazione del piano di recupero poteva essere colmata con il PSR, senonché anche in questo caso, non si è voluto ricorrere a professionisti esperti in cantieristica, pertanto il PSR, seppure abbia portato a dei finanziamenti, non ha colmato il vuoto nella programmazione ed organizzazione degli interventi di ricostruzione. Ciò non ha aiutato i progettisti che non hanno potuto procedere in modo ordinato alla predisposizione dei progetti: aprire cantieri in modo casuale in centro storico ed innescare una ricostruzione “non ordinata” rischia di causare ritardi clamorosi come accaduto in altri casi, oltre a problematiche nelle forniture. Accanto a ciò si sono aggiunti altri fondamentali aspetti di tipo strategico gestiti senza mai condividere scelte e metodo, che hanno contribuito a isolare e danneggiare la Città. Lex Sindaco non ha mai saputo portare avanti rapporti proficui e funzionali con le Istituzioni, fondamentale quando si amministra, e soprattutto con gli organi elettivi regionali: non è un caso se Camerino è stato tra i pochissimi Comuni del cratere sismico a non ricevere le adeguate e sostanziose risorse economiche dei fondi del PNRR, per i progetti che spettano ai Comuni. Così come per la guerra portata avanti dentro lUnione Montana della Marca di Camerino senza strategia che, come finale, ha visto il Comune di Camerino isolato in consiglio: abbiamo sempre sostenuto che prima di cominciare le battaglie politiche, anche le più giuste, bisogna fare attente valutazioni altrimenti si rischia solo di far danno alla comunità. Non siamo mai stati ascoltati. Molte volte abbiamo pregato il Sindaco di fare attenzione perché quando parla, lo fa a nome della Città e bisogna mettere da parte i sentimenti personali, perché gli attriti spesso hanno come risultato solo quello di rovinare i rapporti istituzionali. Per gli incontri importanti la linea politica e amministrativa da tenere non è mai stata condivisa, discussa o decisa all’interno del gruppo di maggioranza, anzi, noi non eravamo nemmeno messi al corrente dei vari incontri istituzionali. L’attività dell’assessore ai lavori pubblici è stata ben presto limitata alla gestione della manutenzione stradale, verde pubblico e poco più, ma i soldi messi in cascina grazie alla partecipazione a tanti bandi, non hanno mai avuto la giusta priorità, venendocosì meno all’impegno che ci eravamo presi nel programma, di prestare particolare attenzione alle frazioni. Il volersi imporre spesso con autoritarismo, soprattutto all’interno degli uffici ha generato molte tensioni ed in alcuni casi un pessimo ambiente lavorativo, tanto che qualcuno stava pensando di andare a lavorare altrove. Perdite di professionisti seri e preparati in questo momento non ce lo possiamo permettere perché inciderebbero profondamente sulle tempistiche di ricostruzione. Pari difficoltà a lavorare hanno incontrato l’assessore alla cultura ed al turismo Giovanna Sartori, ed il consigliere alle politiche giovanili Riccardo Pennesi, nonostante il grande impegno ed entusiasmo profusi, sempre nel bene della collettività, perseguendo il solo interesse della Città di Camerino. Infatti, insieme, nonostante il difficile periodo del post-sisma e nonostante la pandemia, sono riusciti a creare un appassionato gruppo di lavoro, con il quale, insieme agli uffici, ai dipendenti comunali e alla Proloco, vero braccio armato, fatto di collaboratori serissimi e instancabili, a cui va il nostro profondo ringraziamento, hanno realizzato tantissimi progetti, uno su tutti la prima mostra d’arte pittorica e scultorea del cratere sismico “Camerino fuori le mura” che ha contato più di 5.000 visitatori. Nonostante il serio e quotidiano lavoro Sindaco e Vice Sindaco hanno sempre cercato di osteggiarci o frenarci, senza alcuna valida ragione amministrativa o politica, tacciandoci di essere troppo esposti mediaticamente e di perseguire non meglio precisati interessi personali. Quanto al commissariamento (che comunque non è il finale che auspicavamo) è stato fatto del terrorismo gratuito facendo leva sulle fragilità di una cittadinanza già provata. Un Commissario nominato in attesa delle elezioni non ferma niente. Gli uffici hanno lavoro da portare avanti in autonomia per anni e il commissario con la sua firma sostituisce Sindaco, Giunta e Consiglio. Così come andranno avanti le pratiche della ricostruzione che sono istruite dagli uffici. Mancherà l’indirizzo politico, ma finora non c’è stato perché l’ex Sindaco agiva in quasi completa autonomia, con il supporto di qualche “esterno” che operava dietro le quinte. Noi abbiamo provato inutilmente per mesi a convincere a cambiare metodo di lavoro a farci partecipi delle decisioni, abbiamo tentato in tutti i modi, in ultimo anche creando un gruppo consiliare a parte, facendo capire al Sindaco che alla fine la politica è fatta anche di numeri e che non si può non tenerne conto andando avanti senza ascoltare nessuno, ma di contro abbiamo subìto un’ulteriore chiusura. Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina da assessori e consiglieri e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma il bene della collettività non si persegue di certo in questo modo. In Consiglio comunale non abbiamo fatto mai mancare il nostro voto. A differenza di quanto leggiamo, il Sindaco era perfettamente a conoscenza di tutto al punto da aver cercato perfino contatti con i consiglieri di Radici al futuro. Con tanta sofferenza, ma con altrettanto senso di responsabilità, consapevoli che andando avanti in questo modo avremmo solo arrecato danno alla Città, abbiamo deciso che lasciare la parola ai cittadini tra qualche mese fosse la cosa migliore. Il dispiacere e la delusione sono stati immensi, avendo contribuito in modo importante ed in prima linea alla formazione del comitato elettorale con un lavoro lungo mesi. Siamo convinti che la continuità non si possa garantire ad ogni costo e anche l’ex Sindaco dovrebbe prendersi delle responsabilità: era stato chiamato a guidare la squadra con equilibrio e saggezza e non lo ha fatto. Troppo facile scaricare la colpa additando tre persone, come se fossero matte, che non hanno a cuore la città dove sono nate e cresciute, dove stanno lavorando e crescendo i propri figli.
Un lungo comunicato, con la cronistoria degli avvenimenti palesi e “nascosti”, per chiarire le ragioni della scelta di rassegnare le dimissioni dal consiglio comunale, aprendo di conseguenza la strada all’arrivo del Commissario Prefettizio e al ritorno alle urne. Questa la risposta di Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi alle dichiarazioni rilasciate poche ore fa dall’ex sindaco di Camerino Sandro Sborgia.

Di seguito il comunicato integrale:


In questi giorni sono state riportate molte notizie sulla motivazione che ha portato alla sfiducia dell'ex Sindaco, ma non quelle reali.

Le scelte portate avanti incondizionatamente e senza possibilità di confronto alcuno, non condivise nel merito ci hanno fatto riflettere e preoccupare da più di un anno.

Di questo ne era a conoscenza anche l'ex Sindaco al quale da tempo avevamo rappresentato la nostra contrarietà alle modalità per niente democratiche con cui venivano portate avanti le decisioni, soprattutto perché eravamo fortemente convinti che alcune di queste fossero sbagliate e dannose per la città. La più grave riguarda il progetto di ricostruzione.

Come ci eravamo impegnati nel nostro programma elettorale, appena insediati tramite Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici (il quale si è assunto l’enorme responsabilità dopo la rinuncia di altri due Consiglieri a cui i cittadini avevano dato uguale fiducia), iniziarono una serie di colloqui con diversi progettisti ed esperti urbanisti che concordavano sulla necessità di avere un piano di recupero della città e un dettagliato piano di cantierizzazione. Vi fu così la proposta di individuare allo scopo un pool di esperti come era stato fatto nel 97.

La proposta dell’Assessore Fanelli fu subito bocciata in favore della regola del “chi primo arriva, parte con i lavori”. Non c’è stato ascolto neanche dopo aver suggerito di coinvolgere i progettisti privati sin da subito in questa partita. All’assessore ai lavori pubblici, visti i consigli non richiesti, il Sindaco comunicò formalmente (quindi per iscritto) che non aveva voce in capitolo per tutto ciò che riguardava la ricostruzione pubblica e privata.

La grave lacuna della mancata redazione del piano di recupero poteva essere colmata con il PSR, senonché anche in questo caso, non si è voluto ricorrere a professionisti esperti in cantieristica, pertanto il PSR, seppure abbia portato a dei finanziamenti, non ha colmato il vuoto nella programmazione ed organizzazione degli interventi di ricostruzione.

Ciò non ha aiutato i progettisti che non hanno potuto procedere in modo ordinato alla predisposizione dei progetti: aprire cantieri in modo casuale in centro storico ed innescare una ricostruzione “non ordinata” rischia di causare ritardi clamorosi come accaduto in altri casi, oltre a problematiche nelle forniture.

Accanto a ciò si sono aggiunti altri fondamentali aspetti di tipo strategico gestiti senza mai condividere scelte e metodo, che hanno contribuito a isolare e danneggiare la Città. L'ex Sindaco non ha mai saputo portare avanti rapporti proficui e funzionali con le Istituzioni, fondamentale quando si amministra, e soprattutto con gli organi elettivi regionali: non è un caso se Camerino è stato tra i pochissimi Comuni del cratere sismico a non ricevere le adeguate e sostanziose risorse economiche dei fondi del PNRR, per i progetti che spettano ai Comuni.

Così come per la guerra portata avanti dentro l'Unione Montana della Marca di Camerino senza strategia che, come finale, ha visto il Comune di Camerino isolato in consiglio: abbiamo sempre sostenuto che prima di cominciare le battaglie politiche, anche le più giuste, bisogna fare attente valutazioni altrimenti si rischia solo di far danno alla comunità.

Non siamo mai stati ascoltati. Molte volte abbiamo pregato il Sindaco di fare attenzione perché quando parla, lo fa a nome della Città e bisogna mettere da parte i sentimenti personali, perché gli attriti spesso hanno come risultato solo quello di rovinare i rapporti istituzionali. Per gli incontri importanti la linea politica e amministrativa da tenere non è mai stata condivisa, discussa o decisa all’interno del gruppo di maggioranza, anzi, noi non eravamo nemmeno messi al corrente dei vari incontri istituzionali.

L’attività dell’assessore ai lavori pubblici è stata ben presto limitata alla gestione della manutenzione stradale, verde pubblico e poco più, ma i soldi messi in cascina grazie alla partecipazione a tanti bandi, non hanno mai avuto la giusta priorità, venendocosì meno all’impegno che ci eravamo presi nel programma, di prestare particolare attenzione alle frazioni.

Il volersi imporre spesso con autoritarismo, soprattutto all’interno degli uffici ha generato molte tensioni ed in alcuni casi un pessimo ambiente lavorativo, tanto che qualcuno stava pensando di andare a lavorare altrove. Perdite di professionisti seri e preparati in questo momento non ce lo possiamo permettere perché inciderebbero profondamente sulle tempistiche di ricostruzione.

Pari difficoltà a lavorare hanno incontrato l’assessore alla cultura ed al turismo Giovanna Sartori, ed il consigliere alle politiche giovanili Riccardo Pennesi, nonostante il grande impegno ed entusiasmo profusi, sempre nel bene della collettività, perseguendo il solo interesse della Città di Camerino.

Infatti, insieme, nonostante il difficile periodo del post-sisma e nonostante la pandemia, sono riusciti a creare un appassionato gruppo di lavoro, con il quale, insieme agli uffici, ai dipendenti comunali e alla Proloco, vero braccio armato, fatto di collaboratori serissimi e instancabili, a cui va il nostro profondo ringraziamento, hanno realizzato tantissimi progetti, uno su tutti la prima mostra d’arte pittorica e scultorea del cratere sismico “Camerino fuori le mura” che ha contato più di 5.000 visitatori. Nonostante il serio e quotidiano lavoro Sindaco e Vice Sindaco hanno sempre cercato di osteggiarci o frenarci, senza alcuna valida ragione amministrativa o politica, tacciandoci di essere troppo esposti mediaticamente e di perseguire non meglio precisati interessi personali.

Quanto al commissariamento (che comunque non è il finale che auspicavamo) è stato fatto del terrorismo gratuito facendo leva sulle fragilità di una cittadinanza già provata. Un Commissario nominato in attesa delle elezioni non ferma niente. Gli uffici hanno lavoro da portare avanti in autonomia per anni e il commissario con la sua firma sostituisce Sindaco, Giunta e Consiglio.

Così come andranno avanti le pratiche della ricostruzione che sono istruite dagli uffici.

Mancherà l’indirizzo politico, ma finora non c’è stato perché l’ex Sindaco agiva in quasi completa autonomia, con il supporto di qualche “esterno” che operava dietro le quinte.

Noi abbiamo provato inutilmente per mesi a convincere a cambiare metodo di lavoro a farci partecipi delle decisioni, abbiamo tentato in tutti i modi, in ultimo anche creando un gruppo consiliare a parte, facendo capire al Sindaco che alla fine la politica è fatta anche di numeri e che non si può non tenerne conto andando avanti senza ascoltare nessuno, ma di contro abbiamo subìto un’ulteriore chiusura.

Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina da assessori e consiglieri e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma il bene della collettività non si persegue di certo in questo modo.

In Consiglio comunale non abbiamo fatto mai mancare il nostro voto.

A differenza di quanto leggiamo, il Sindaco era perfettamente a conoscenza di tutto al punto da aver cercato perfino contatti con i consiglieri di Radici al futuro.

Con tanta sofferenza, ma con altrettanto senso di responsabilità, consapevoli che andando avanti in questo modo avremmo solo arrecato danno alla Città, abbiamo deciso che lasciare la parola ai cittadini tra qualche mese fosse la cosa migliore.

Il dispiacere e la delusione sono stati immensi, avendo contribuito in modo importante ed in prima linea alla formazione del comitato elettorale con un lavoro lungo mesi. Siamo convinti che la continuità non si possa garantire ad ogni costo e anche l’ex Sindaco dovrebbe prendersi delle responsabilità: era stato chiamato a guidare la squadra con equilibrio e saggezza e non lo ha fatto. Troppo facile scaricare la colpa additando tre persone, come se fossero matte, che non hanno a cuore la città dove sono nate e cresciute, dove stanno lavorando e crescendo i propri figli.

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