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Le fusioni ora "dividono"

Giovedì, 03 Marzo 2016 12:45 | Letto 3064 volte   Clicca per ascolare il testo Le fusioni ora "dividono" Fusioni dei piccoli comuni panacea di tutti i mali? Linterrogativo resta sospeso e continua a dividere favorevoli e contrari, due frange opposte quasi si trattasse di tifoserie calcistiche. Da un lato i sostenitori delle fusioni parlano di maggiori risparmi e servizi più efficenti per la popolazione, dallaltro quanti sono contrari mettono in guardia dai possibili rischi cui si andrebbe incontro in termini di costi e di minori possibilità di controllo. Qualche segnale negativo arriva dal comune di Trecastelli, primo esempio di fusione nelle Marche, dove i consiglieri Nicola Peverelli e Giuseppina Fattori lamentano diverse defezioni alle riunioni di Giunta, massimo organo politico-amministrativo del comune, che denotano scarso interesse per i problemi della comunità e mancanza di rispetto per i cittadini che pagano i tributi locali aspettandosi il meglio da un’amministrazione sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Potrebbe, però, trattarsi di un problema indipendente dalla suddetta fusione, frutto magari di un costume degli amministratori di anteporre la propria attività lavorativa privata allinteresse pubblico, come denunciano i due consiglieri. Entusiasti al progetto, invece, sindaci e amministratori, ultimi in ordine di tempo i consigli comunali di Fiordimonte e Pievebovigliana, che hanno deciso di unire le forze e dare vita ad un nuovo ente. Voci contrarie, tuttavia, arrivano dai rappresentanti delle Unioni Montane, che fanno leva sullassociazionismo dei servizi piuttosto che sulla creazione di nuovi comuni in sostituzione di quelli, sia pure piccoli, esistenti. Non sempre la fusione resiste nel tempo, soprattutto in un paese, come lItalia, storicamente caratterizzato dal campanile. A metà degli anni 90 ci furono tentativi anche nel calcio con la nascita di nuove società frutto dellunione di realtà più piccole, come nel caso dellAzzurra 94 sorta dalla fusione di Castelraimondo, Pioraco, Fiuminata. Fu poco più che una meteora. La nuova società, dopo essere arrivata in Promozione, pochi anni si sciolse come neve al sole e ricomparvero le società originiarie, tuttora protagoniste nei tornei di prima e di seconda categoria. In tutti i casi lultima parola spetta ai cittadini attraverso il referendum che, secondo quanto approvato dal Consiglio Regionale delle Marche, potrà essere indetto qualora ne faccia richiesta il 10% dei cittadini e sarà valido indipendentemente dal raggiungimento del quorum del 50% più 1 dei votanti. Insomma, le opinioni al riguardo sono diverse e spesso contrastanti. Allora bisogna ritornare allinterrogativo iniziale: le fusioni sono davvero la panacea di tutti i mali? Sulla fusione dei comuni si parla diffusamente nel numero 9 del settimanale LAppennino camerte in edicola venerdì 4 marzo e on line dal pomeriggio di giovedì 3 http://www.radioc1inblu.it/appennino-camerte

Fusioni dei piccoli comuni panacea di tutti i mali? L'interrogativo resta sospeso e continua a dividere favorevoli e contrari, due frange opposte quasi si trattasse di tifoserie calcistiche. Da un lato i sostenitori delle fusioni parlano di maggiori risparmi e servizi più efficenti per la popolazione, dall'altro quanti sono contrari mettono in guardia dai possibili rischi cui si andrebbe incontro in termini di costi e di minori possibilità di controllo. Qualche segnale negativo arriva dal comune di Trecastelli, primo esempio di fusione nelle Marche, dove i consiglieri Nicola Peverelli e Giuseppina Fattori lamentano diverse defezioni alle riunioni di Giunta, massimo organo politico-amministrativo del comune, "che denotano scarso interesse per i problemi della comunità e mancanza di rispetto per i cittadini che pagano i tributi locali aspettandosi il meglio da un’amministrazione sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo". Potrebbe, però, trattarsi di un problema indipendente dalla suddetta fusione, frutto magari di un costume degli amministratori di "anteporre la propria attività lavorativa privata all'interesse pubblico", come denunciano i due consiglieri. Entusiasti al progetto, invece, sindaci e amministratori, ultimi in ordine di tempo i consigli comunali di Fiordimonte e Pievebovigliana, che hanno deciso di unire le forze e dare vita ad un nuovo ente. Voci contrarie, tuttavia, arrivano dai rappresentanti delle Unioni Montane, che fanno leva sull'associazionismo dei servizi piuttosto che sulla creazione di nuovi comuni in sostituzione di quelli, sia pure piccoli, esistenti. Non sempre la fusione resiste nel tempo, soprattutto in un paese, come l'Italia, storicamente caratterizzato dal "campanile". A metà degli anni '90 ci furono tentativi anche nel calcio con la nascita di nuove società frutto dell'unione di realtà più piccole, come nel caso dell'Azzurra 94 sorta dalla fusione di Castelraimondo, Pioraco, Fiuminata. Fu poco più che una meteora. La nuova società, dopo essere arrivata in Promozione, pochi anni si sciolse come neve al sole e ricomparvero le società "originiarie", tuttora protagoniste nei tornei di prima e di seconda categoria. In tutti i casi l'ultima parola spetta ai cittadini attraverso il referendum che, secondo quanto approvato dal Consiglio Regionale delle Marche, potrà essere indetto qualora ne faccia richiesta il 10% dei cittadini e sarà valido indipendentemente dal raggiungimento del quorum del 50% più 1 dei votanti. Insomma, le opinioni al riguardo sono diverse e spesso contrastanti. Allora bisogna ritornare all'interrogativo iniziale: le fusioni sono davvero la panacea di tutti i mali?

Sulla fusione dei comuni si parla diffusamente nel numero 9 del settimanale L'Appennino camerte in edicola venerdì 4 marzo e on line dal pomeriggio di giovedì 3 http://www.radioc1inblu.it/appennino-camerte

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