Rifiuti, i sindaci dicono no al piano Oikos

Mercoledì, 10 Gennaio 2018 10:01 | Letto 798 volte   Clicca per ascolare il testo Rifiuti, i sindaci dicono no al piano Oikos Che bruciare Css fosse conveniente per gli impianti che ne hanno la possibilità, e per chi lo produce, è un dato di fatto. Ma che addirittura giovasse all’ambiente ha davvero dell’incredibile. E questo è quanto è emerso dalla relazione di Fausto Brevi rappresentante di Oikos Progetti (una società che si occupa di progetti ambientali), nel corso dell’illustrazione del piano d’ambito per la gestione dei rifiuti nella sede della provincia di Macerata. Il Css è il combustibile che viene ricavato dalla lavorazione dei rifiuti indifferenziati, e può essere “valorizzato energeticamente”, cioè trasformato in energia, bruciandolo come combustibile in impianti quali cementifici o altre strutture industriali che possiedono forni. Ai sindaci della provincia, o loro rappresentanti, è stato presentato un documento che ha già messo in allarme non solo gli attivisti del Movimento 5 Stelle, ma anche il Comitato Salva Salute di Castelraimondo. La relazione è iniziata con una disamina dei punti di forza del sistema di gestione rifiuti in provincia, descritto come perfettamente autonomo. Come già noto, la provincia è un esempio di virtuosità per quanto riguarda la raccolta differenziata, che supera il 74%. Per questo “andrà rafforzato l’impegno verso la prevenzione dei rifiuti, proseguendo nel percorso già avviato. Sarà inoltre posta la massima attenzione ad orientare il sistema organizzativo dei servizi verso il riconoscimento dell’impegno degli utenti” con tariffe su misura. Ma dato che si può sempre migliorare, il dottor Brevi ha illustrato anche diversi scenari: “L’opzione Css/Materia prevede che al Cosmari venga ripristinato l’impianto andato distrutto dopo l’incendio con l’adeguamento per la produzione di Css, da smaltire poi in impianti già esistenti che oggi usano combustibili tradizionali (cementifici o altro)”. Che il Cosmari non tornerà a bruciare Css, è stato più volte ripetuto ed è un concetto assodato. Ma riappare a questo punto lo spettro del cementificio di Castelraimondo. Anche perché, ha spiegato poi Brevi, non ci sono tante possibilità secondo lo studio Oikos: “O si opta per l’opzione ‘zero’, vale a dire lasciare la situazione com’è allo stato attuale, senza raggiungere obiettivi ancora più virtuosi, o produrre Css da vendere ad impianti che lo valorizzerebbero energeticamente. L’alternativa è adeguarsi al decreto Salva Italia, realizzando un inceneritore da 130mila tonnellate”. Dopo la presentazione di Brevi, la parola è stata lasciata ai sindaci o loro rappresentanti ed è stato a questo punto che Franco Frapiccini di Recanati e Fausto Moccechini vicesindaco di Montelupone hanno chiesto che vengano valutate ulteriori possibilità e tecnologie meno impattanti per l’ambiente: “Conosco la tecnologia Flameless - ha precisato Moccechini - che consiste nell’ossidazione in pressione, senza camini, ed è adatta per rifiuti di qualsiasi tipo. Ne risulterebbero ceneri vetrificate, completamente inerti e a impatto zero per l’ambiente”. È per rispondere a queste osservazioni che Brevi ha precisato che “valorizzare energicamente il Css non è impattante per l’ambiente, anzi. Il Combustibile Solido Secondario è un’alternativa ai combustibili tradizioni”. Assolutamente contrari anche il sindaco di Belforte Roberto Paoloni e l’assessore al Bilancio di San Severino Tarcisio Antognozzi. “Quello che Oikos ci ha presentato - ha esordito Paoloni - cozza un po’ con quanto l’assemblea dei sindaci decise nel 2013. I rifiuti usati come combustibile sono una questione che abbiamo superato nel 2013. Allora non ero sindaco ma condivisi la scelta fatta, il nostro territorio - ha sottolineato - ha fatto una scelta ben precisa e non ha alcun senso tornarci sopra chiamando le cose con un falso nome. Ci sono altri scenari che possiamo percorrere perchè non sempre le scelte che il governo fa sono giuste per il territorio. È una questione di coerenza con le scelte compiute”. Sì al biogas, dice Paoloni, e sì alla riduzione dei rifiuti ma la sopravvivenza della discarica di Cingoli per due ulteriori anni non giustifica l’incenerimento: “guardiamo avanti - è tornato a dire - piuttosto concentriamoci sulla tariffazione puntuale. I cittadini che non fanno la differenziata devono pagare di più e chiedo anche l’immediato stanziamento di fondi per la demolizione del camino del Cosmari”. Un applauso del pubblico presente ha chiuso l’intervento di Paoloni dopo il quale ha preso la parola il sindaco di Treia Franco Capponi: “Io non credo alle favole, il rifiuto zero non esiste. Il modello migliore è quello in cui il cittadino realizza una differenziazione virtuosa. Per questo punterei sulla tariffazione puntuale. Per quanto riguarda laspetto strategico - ha aggiunto - dobbiamo perseguire lobiettivo di essere un punto di riferimento per il centro-sud della regione. Macerata deve essere capofila per il trattamento del verde e dellumido tramite il biometano, e dellindifferenziato con la produzione di Css. Al nord Europa cercano materiali di questo tipo. Dico sì alla messa a punto del sistema Css qualora trovassimo un mercato sicuro. Siamo virtuosi - ha concluso - ma non lo trasformiamo in tornaconto”. Non per forza quello che è legale deve essere giusto, e non è detto che ciò che conviene sia giusto. A dirlo è stato Tarcisio Antognozzi di San Severino: “La continua ricerca di eccellenza ci ha permesso di raggiungere ottimi risultati. Dopo la presentazione trasparente di Oikos è il momento che ciascuno di noi dica da che parte vuol stare. Bisogna studiare anche altri scenari perché il Css fa male a noi - ha detto - fa male se lo portiamo altrove in Italia, e fa male anche se lo esportiamo all’estero. Abbiamo la capacità culturale per trovare altre soluzioni perché il Css lo abbiamo abbandonato nel 2013”.     g.g.

Che bruciare Css fosse conveniente per gli impianti che ne hanno la possibilità, e per chi lo produce, è un dato di fatto. Ma che addirittura giovasse all’ambiente ha davvero dell’incredibile. E questo è quanto è emerso dalla relazione di Fausto Brevi rappresentante di Oikos Progetti (una società che si occupa di progetti ambientali), nel corso dell’illustrazione del piano d’ambito per la gestione dei rifiuti nella sede della provincia di Macerata.

Il Css è il combustibile che viene ricavato dalla lavorazione dei rifiuti indifferenziati, e può essere “valorizzato energeticamente”, cioè trasformato in energia, bruciandolo come combustibile in impianti quali cementifici o altre strutture industriali che possiedono forni.

Ai sindaci della provincia, o loro rappresentanti, è stato presentato un documento che ha già messo in allarme non solo gli attivisti del Movimento 5 Stelle, ma anche il Comitato Salva Salute di Castelraimondo.

La relazione è iniziata con una disamina dei punti di forza del sistema di gestione rifiuti in provincia, descritto come perfettamente autonomo. Come già noto, la provincia è un esempio di virtuosità per quanto riguarda la raccolta differenziata, che supera il 74%. Per questo “andrà rafforzato l’impegno verso la prevenzione dei rifiuti, proseguendo nel percorso già avviato. Sarà inoltre posta la massima attenzione ad orientare il sistema organizzativo dei servizi verso il riconoscimento dell’impegno degli utenti” con tariffe su misura. Ma dato che si può sempre migliorare, il dottor Brevi ha illustrato anche diversi scenari: “L’opzione Css/Materia prevede che al Cosmari venga ripristinato l’impianto andato distrutto dopo l’incendio con l’adeguamento per la produzione di Css, da smaltire poi in impianti già esistenti che oggi usano combustibili tradizionali (cementifici o altro)”. Che il Cosmari non tornerà a bruciare Css, è stato più volte ripetuto ed è un concetto assodato. Ma riappare a questo punto lo spettro del cementificio di Castelraimondo.

Anche perché, ha spiegato poi Brevi, non ci sono tante possibilità secondo lo studio Oikos: “O si opta per l’opzione ‘zero’, vale a dire lasciare la situazione com’è allo stato attuale, senza raggiungere obiettivi ancora più virtuosi, o produrre Css da vendere ad impianti che lo valorizzerebbero energeticamente. L’alternativa è adeguarsi al decreto Salva Italia, realizzando un inceneritore da 130mila tonnellate”. Dopo la presentazione di Brevi, la parola è stata lasciata ai sindaci o loro rappresentanti ed è stato a questo punto che Franco Frapiccini di Recanati e Fausto Moccechini vicesindaco di Montelupone hanno chiesto che vengano valutate ulteriori possibilità e tecnologie meno impattanti per l’ambiente: “Conosco la tecnologia Flameless - ha precisato Moccechini - che consiste nell’ossidazione in pressione, senza camini, ed è adatta per rifiuti di qualsiasi tipo. Ne risulterebbero ceneri vetrificate, completamente inerti e a impatto zero per l’ambiente”.

È per rispondere a queste osservazioni che Brevi ha precisato che “valorizzare energicamente il Css non è impattante per l’ambiente, anzi. Il Combustibile Solido Secondario è un’alternativa ai combustibili tradizioni”.

Assolutamente contrari anche il sindaco di Belforte Roberto Paoloni e l’assessore al Bilancio di San Severino Tarcisio Antognozzi.

Quello che Oikos ci ha presentato - ha esordito Paoloni - cozza un po’ con quanto l’assemblea dei sindaci decise nel 2013. I rifiuti usati come combustibile sono una questione che abbiamo superato nel 2013. Allora non ero sindaco ma condivisi la scelta fatta, il nostro territorio - ha sottolineato - ha fatto una scelta ben precisa e non ha alcun senso tornarci sopra chiamando le cose con un falso nome. Ci sono altri scenari che possiamo percorrere perchè non sempre le scelte che il governo fa sono giuste per il territorio. È una questione di coerenza con le scelte compiute”.

Sì al biogas, dice Paoloni, e sì alla riduzione dei rifiuti ma la sopravvivenza della discarica di Cingoli per due ulteriori anni non giustifica l’incenerimento: “guardiamo avanti - è tornato a dire - piuttosto concentriamoci sulla tariffazione puntuale. I cittadini che non fanno la differenziata devono pagare di più e chiedo anche l’immediato stanziamento di fondi per la demolizione del camino del Cosmari”.

Un applauso del pubblico presente ha chiuso l’intervento di Paoloni dopo il quale ha preso la parola il sindaco di Treia Franco Capponi: “Io non credo alle favole, il rifiuto zero non esiste. Il modello migliore è quello in cui il cittadino realizza una differenziazione virtuosa. Per questo punterei sulla tariffazione puntuale. Per quanto riguarda l'aspetto strategico - ha aggiunto - dobbiamo perseguire l'obiettivo di essere un punto di riferimento per il centro-sud della regione. Macerata deve essere capofila per il trattamento del verde e dell'umido tramite il biometano, e dell'indifferenziato con la produzione di Css. Al nord Europa cercano materiali di questo tipo. Dico sì alla messa a punto del sistema Css qualora trovassimo un mercato sicuro. Siamo virtuosi - ha concluso - ma non lo trasformiamo in tornaconto”.

Non per forza quello che è legale deve essere giusto, e non è detto che ciò che conviene sia giusto. A dirlo è stato Tarcisio Antognozzi di San Severino: “La continua ricerca di eccellenza ci ha permesso di raggiungere ottimi risultati. Dopo la presentazione trasparente di Oikos è il momento che ciascuno di noi dica da che parte vuol stare. Bisogna studiare anche altri scenari perché il Css fa male a noi - ha detto - fa male se lo portiamo altrove in Italia, e fa male anche se lo esportiamo all’estero. Abbiamo la capacità culturale per trovare altre soluzioni perché il Css lo abbiamo abbandonato nel 2013”.  

 

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