"Ricostruire è ritornare" . Il punto della situazione a due anni dal sisma del 24 agosto

Sabato, 25 Agosto 2018 04:59 | Letto 1792 volte   Clicca per ascolare il testo "Ricostruire è ritornare" . Il punto della situazione a due anni dal sisma del 24 agosto Ricostruire è ritornare, il titolo del forum tenutosi allEremo del beato Rizzerio di Muccia, a due anni dall’inizio degli eventi sismici che hanno sconvolto l’Italia centrale, lasciando i segni della più grande devastazione soprattutto nella regione Marche. 93 mila le scosse da quel 24 agosto 2016, in un territorio determinato a reagire, nonostante il passo lento della ricostruzione. Il punto della situazione al centro del convegno che ha riunito parlamentari ed amministratori provenienti da più comuni e province. Presenti, l’arcivescovo Brugnaro il sen. Pazzaglini, l’on. Patassini, relatore di maggioranza del decreto legge ‘sisma’,  le on. Rachele Silvestri e Patrizia Terzoni, l’assessore regionale Sciapichetti, il direttore dell’Ufficio per la Ricostruzione Marche, Spuri, l’amministratore unico di ‘Quadrilatero’, Perosino, la consigliera del ministro Bonisoli, Daniela Tisi, , il prorettore di Unicam, Spaterna e la docente di Unimc in Economia della Ricostruzione, Eleonora Cutrini il capogruppo in Regione di M5S Maggi e la consigliera Romina Pergolesi. In evidenza nell’intervento dell’arcivescovo Brugnaro una ricostruzione che ha bisogno del rispetto del tempo, del recupero di simboli di ispirazione sia religiosa che materiale, dell’aiuto a tornare a casa, un cosmo che ruota attorno a scuola, lavoro, ritrovi di comunità. “Mettere critica nei difetti e sceverare ciò che si è fatto o che si poteva fare, non è sbagliato Sin dall’inizio dissi al commissario Errani che questo non era il terremoto dell’Emilia. Il compito di usare la critica deve essere carico di speranza perché la speranza ha bisogno di dire che all’errore c’è sempre la possibilità di trovare una soluzione migliorativa. E’ cosi che si dà credito alla speranza; sul piano della speranza si incontrano tutti e quando impari che non c’è una via di uscita, conviene usare la fantasia e supporre che le cose possano cambiare. Utilizzare dunque un atteggiamento che permetta di essere dogmatici, perchè il dogmatismo politico e amministrativo procura danni”. Ragionare insieme e cercare di risolvere questioni ancora aperte nello spirito della condivisione e non della divergenza, è quanto ha auspicato l’assessore Sciapichetti: “ Alle 3.37 della scorsa notte- ha detto- eravamo a Pescara del Tronto nel luogo dove quella notte del 24 agosto giacevano i corpi delle vittime del sisma. Questa è la più grande catastrofe che si sia mai ricordata e di fronte a un evento epocale come questo, ognuno deve fare uno sforzo, lasciando da parte le logiche politiche. Ci vuole onestà intellettuale, trovare il modo di correggere gli errori. Ma occorrono un lavoro fatto insieme, confronto e riflessione, ascolto dei territori e dei sindaci che sono i protagonisti”. Secondo l’assessore alcune questioni avrebbero potuto essere affrontate in modo diverso e l’augurio è che il parlamento intervenga con correttivi. Tra le cose che i passati governi non sono riusciti a capire, ha indicato il passaggio dei piccoli abusi edilizi che rappresentano ostacolo per l’80 % della ricostruzione dei comuni. Positiva invece la rimozione delle macerie pubbliche che ha raggiunto il recupero di 500 mila tonnellate, mentre per la raccolta di quelle private, la normativa è da semplificare. Della mancanza di normativa efficiente ed efficace per emergenza e ricostruzione e di linee guida adeguate, ha parlato il senatore Pazzaglini, evidenziando che l’esistenza di criteri da adottare permette di evitare scelte arbitrarie e sperequative. “ Imparando dagli errori fatti, si possono creare delle soluzioni diverse che aiuterebbero chi dovesse trovarsi in futuro nella stessa situazione. Invito tutti non tanto ad uno spirito critico, ma a fare un piccolo mea culpa e un passo indietro. E’ quando ci sono le condizioni di pace che occorre pensare alla guerra”. “Dire che il governo si è dimenticato del terremoto è una falsità - ha dichiarato l’on. Ptassini- Dal suo insediamento infatti ,la prima uscita del presidente Conte è stata nei luoghi del terremoto e la prima legge è stato il decreto sisma di conversione, al quale oggi dovremmo non tanto aggiungere, ma semplificare. La questione delle difformità urbanistiche deve invece superare delle divergenze politiche e ci sono diversità tra regione e regione, ma le Marche sono una regione corretta”. Sul cratere che andrebbe diviso per fasce, con un trattamento diverso per i comuni più colpiti, ha richiamato attenzione l’on. Rachele Silvestri evidenziando che di 45 comuni dell’intero cratere colpito in provincia di Macerata, i ricavi del commercio sono calati del 12% ; a questo dato drammatico si sommano la chiusura di 500 imprese con la perdita di 1500 posti di lavoro e lo spopolamento devastante dei territori. “ Per riportare gente serve lavoro e occorre usufruire dei benefici del terremoto per permettere agli imprenditori una sicurezza nell’investire per garantire occupazione”. Dal canto suo la consigliera del Ministro dei beni culturali Tisi ha posto l’accento sulla proposta che è priorità del ministero, di attivazione di procedure e protocolli specifici per la salvaguardia dei beni culturali in caso di emergenza, nell’ottica della prevenzione e individuazione di depositi attrezzati. “Da tecnico- ha detto Perosino- dico che non è normale stare ancora qui a dire cosa si deve fare; il costruire è un progetto e, in un Paese altamente sismico, dovremmo ritrovarci preparati, invece, stiamo ancora a discutere su come dobbiamo affrontare emergenze. Siamo ancora fragili perché non siamo stati in grado di fare procedure certe e sicure . La priorità è la vita delle persone e lavorando insieme occorre fare dei piani che rispondano alle necessità e alle necessità singole. La Quadrilatero ad esempio non è stata una strada qualsiasi; attraversare gli Appennini non è stato facile ma in questa zona sismica la strada porta dei benefici anche di tipo sociale che evita spopolamento. Cosa importante per il futuro è partire dall’ascolto, perché le strade non si fanno senza aver prima ascoltato le comunità dei territori che si attraversano e, senza valutare la stessa utilità assoluta dell’opera. Occorre smetterla di fare opere inutili. Basta con le opere incompiute che sono lì a testimoniare l’incapacità di gestire ”.“ Il governo dia solo i finanziamenti e il parlamento dia competenze a Regione e comuni, altrimenti non si va da nessuna parte- è intervenuto l’ex sindaco di Serravalle Ronchetti, sollecitando Spuri riguardo alle risorse disponibili per la ricostruzione. “ Nessun problema di risorse – ha detto il direttore dell’Ufficio Ricostruzione- tuttavia , per le opere pubbliche, pur esistendo i fondi, i comuni non riescono a farle partire; solo cento le progettazioni in corso con soli trenta responsabili di procedimento nominati. Il sistema denota delle sofferenze nel complesso a tutti i livelli. Può avere delle semplificazioni ma occorre accettare qualche compromesso. Per la ricostruzione privata all’U.R. sono arrivate 3500 pratiche , autorizzate ne sono 1050, un altro 50 % è fermo nei comuni e per la vastità della devastazione necessiterebbero più professionisti e imprese . Ci vuole più fiducia e meno sospetto, altrimenti - ha continuato Spuri- si perde la volontà di stare sul pezzo tutti i giorni . 200 decreti al mese sono 2400 decreti all’anno e per fare 10 mila cantieri ci vogliono più di 10 anni. Se ognuno di noi vede il suo segmento e non è conciliabile alla fine con la vita delle persone , il risultato dell’equazione è perfetta, ma il paziente intanto è morto”. Altri interventi della serata quelli dell’on. Terzoni, della consigliera regionale Pergolesi, dell’assessore folignate Gubbini, del prorettore Spaterna e della docente Cutrini, seguiti da Maggi e dai sindaci Baroni e Piermattei.

"Ricostruire è ritornare", il titolo del forum tenutosi all'Eremo del beato Rizzerio di Muccia, a due anni dall’inizio degli eventi sismici che hanno sconvolto l’Italia centrale, lasciando i segni della più grande devastazione soprattutto nella regione Marche. 93 mila le scosse da quel 24 agosto 2016, in un territorio determinato a reagire, nonostante il passo lento della ricostruzione. Il punto della situazione al centro del convegno che ha riunito parlamentari ed amministratori provenienti da più comuni e province. Presenti, l’arcivescovo Brugnaro il sen. Pazzaglini, l’on. Patassini, relatore di maggioranza del decreto legge ‘sisma’,  le on. Rachele Silvestri e Patrizia Terzoni, l’assessore regionale Sciapichetti, il direttore dell’Ufficio per la Ricostruzione Marche, Spuri, l’amministratore unico di ‘Quadrilatero’, Perosino, la consigliera del ministro Bonisoli, Daniela Tisi, , il prorettore di Unicam, Spaterna e la docente di Unimc in Economia della Ricostruzione, Eleonora Cutrini il capogruppo in Regione di M5S Maggi e la consigliera Romina Pergolesi.

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In evidenza nell’intervento dell’arcivescovo Brugnaro una ricostruzione che ha bisogno del rispetto del tempo, del recupero di simboli di ispirazione sia religiosa che materiale, dell’aiuto a tornare a casa, un cosmo che ruota attorno a scuola, lavoro, ritrovi di comunità. “Mettere critica nei difetti e sceverare ciò che si è fatto o che si poteva fare, non è sbagliato Sin dall’inizio dissi al commissario Errani che questo non era il terremoto dell’Emilia. Il compito di usare la critica deve essere carico di speranza perché la speranza ha bisogno di dire che all’errore c’è sempre la possibilità di trovare una soluzione migliorativa. E’ cosi che si dà credito alla speranza; sul piano della speranza si incontrano tutti e quando impari che non c’è una via di uscita, conviene usare la fantasia e supporre che le cose possano cambiare. Utilizzare dunque un atteggiamento che permetta di essere dogmatici, perchè il dogmatismo politico e amministrativo procura danni”. Ragionare insieme e cercare di risolvere questioni ancora aperte nello spirito della condivisione e non della divergenza, è quanto ha auspicato l’assessore Sciapichetti: “ Alle 3.37 della scorsa notte- ha detto- eravamo a Pescara del Tronto nel luogo dove quella notte del 24 agosto giacevano i corpi delle vittime del sisma. Questa è la più grande catastrofe che si sia mai ricordata e di fronte a un evento epocale come questo, ognuno deve fare uno sforzo, lasciando da parte le logiche politiche. Ci vuole onestà intellettuale, trovare il modo di correggere gli errori. Ma occorrono un lavoro fatto insieme, confronto e riflessione, ascolto dei territori e dei sindaci che sono i protagonisti”. Secondo l’assessore alcune questioni avrebbero potuto essere affrontate in modo diverso e l’augurio è che il parlamento intervenga con correttivi. Tra le cose che i passati governi non sono riusciti a capire, ha indicato il passaggio dei piccoli abusi edilizi che rappresentano ostacolo per l’80 % della ricostruzione dei comuni. Positiva invece la rimozione delle macerie pubbliche che ha raggiunto il recupero di 500 mila tonnellate, mentre per la raccolta di quelle private, la normativa è da semplificare.

Della mancanza di normativa efficiente ed efficace per emergenza e ricostruzione e di linee guida adeguate, ha parlato il senatore Pazzaglini, evidenziando che l’esistenza di criteri da adottare permette di evitare scelte arbitrarie e sperequative. “ Imparando dagli errori fatti, si possono creare delle soluzioni diverse che aiuterebbero chi dovesse trovarsi in futuro nella stessa situazione. Invito tutti non tanto ad uno spirito critico, ma a fare un piccolo mea culpa e un passo indietro. E’ quando ci sono le condizioni di pace che occorre pensare alla guerra”. “Dire che il governo si è dimenticato del terremoto è una falsità - ha dichiarato l’on. Ptassini- Dal suo insediamento infatti ,la prima uscita del presidente Conte è stata nei luoghi del terremoto e la prima legge è stato il decreto sisma di conversione, al quale oggi dovremmo non tanto aggiungere, ma semplificare. La questione delle difformità urbanistiche deve invece superare delle divergenze politiche e ci sono diversità tra regione e regione, ma le Marche sono una regione corretta”. Sul cratere che andrebbe diviso per fasce, con un trattamento diverso per i comuni più colpiti, ha richiamato attenzione l’on. Rachele Silvestri evidenziando che di 45 comuni dell’intero cratere colpito in provincia di Macerata, i ricavi del commercio sono calati del 12% ; a questo dato drammatico si sommano la chiusura di 500 imprese con la perdita di 1500 posti di lavoro e lo spopolamento devastante dei territori. “ Per riportare gente serve lavoro e occorre usufruire dei benefici del terremoto per permettere agli imprenditori una sicurezza nell’investire per garantire occupazione”. Dal canto suo la consigliera del Ministro dei beni culturali Tisi ha posto l’accento sulla proposta che è priorità del ministero, di attivazione di procedure e protocolli specifici per la salvaguardia dei beni culturali in caso di emergenza, nell’ottica della prevenzione e individuazione di depositi attrezzati.

“Da tecnico- ha detto Perosino- dico che non è normale stare ancora qui a dire cosa si deve fare; il costruire è un progetto e, in un Paese altamente sismico, dovremmo ritrovarci preparati, invece, stiamo ancora a discutere su come dobbiamo affrontare emergenze. Siamo ancora fragili perché non siamo stati in grado di fare procedure certe e sicure . La priorità è la vita delle persone e lavorando insieme occorre fare dei piani che rispondano alle necessità e alle necessità singole. La Quadrilatero ad esempio non è stata una strada qualsiasi; attraversare gli Appennini non è stato facile ma in questa zona sismica la strada porta dei benefici anche di tipo sociale che evita spopolamento. Cosa importante per il futuro è partire dall’ascolto, perché le strade non si fanno senza aver prima ascoltato le comunità dei territori che si attraversano e, senza valutare la stessa utilità assoluta dell’opera. Occorre smetterla di fare opere inutili. Basta con le opere incompiute che sono lì a testimoniare l’incapacità di gestire ”.“ Il governo dia solo i finanziamenti e il parlamento dia competenze a Regione e comuni, altrimenti non si va da nessuna parte- è intervenuto l’ex sindaco di Serravalle Ronchetti, sollecitando Spuri riguardo alle risorse disponibili per la ricostruzione. “ Nessun problema di risorse – ha detto il direttore dell’Ufficio Ricostruzione- tuttavia , per le opere pubbliche, pur esistendo i fondi, i comuni non riescono a farle partire; solo cento le progettazioni in corso con soli trenta responsabili di procedimento nominati. Il sistema denota delle sofferenze nel complesso a tutti i livelli. Può avere delle semplificazioni ma occorre accettare qualche compromesso. Per la ricostruzione privata all’U.R. sono arrivate 3500 pratiche , autorizzate ne sono 1050, un altro 50 % è fermo nei comuni e per la vastità della devastazione necessiterebbero più professionisti e imprese . Ci vuole più fiducia e meno sospetto, altrimenti - ha continuato Spuri- si perde la volontà di stare sul pezzo tutti i giorni . 200 decreti al mese sono 2400 decreti all’anno e per fare 10 mila cantieri ci vogliono più di 10 anni. Se ognuno di noi vede il suo segmento e non è conciliabile alla fine con la vita delle persone , il risultato dell’equazione è perfetta, ma il paziente intanto è morto”. Altri interventi della serata quelli dell’on. Terzoni, della consigliera regionale Pergolesi, dell’assessore folignate Gubbini, del prorettore Spaterna e della docente Cutrini, seguiti da Maggi e dai sindaci Baroni e Piermattei.

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