Notizie di politica nelle Marche

“Avremmo dovuto avere il teatro entro il 9 dicembre 2014”.

Interviene così il gruppo pentastellato tolentinate sulla riapertura del teatro Vaccaj di Tolentino.

I 5 stelle, in una nota che vi proponiamo di seguito, dicono la loro sui tempi di riapertura del teatro di Tolentin.

“A dicembre 2012 a seguito di una gara pubblica viene stipulato il contratto di appalto per la ricostruzione, e vince su 39 ditte partecipanti la Crucianelli Restedil in forza dell'offerta di completare i lavori in 48 mesi, non oltre il 09/12/2014.

Ricordiamo infatti che nei parametri di bando, il tempo di esecuzione dei lavori era valutato ben 10 punti, quindi chi si dichiarava in grado di essere più celere dei concorrenti era lautamente premiato.

48 mesi, lo ricordiamo, e avremmo dovuto avere il teatro non oltre il 09/12/2014.
Cosa accade allora perché invece scorrano lenti oltre 10 anni? - si chiedono i grillini - . 
Accade che vengano concessi circa 1166 giorni di proroghe. A differenza delle sospensioni, quelle che avvengono per cause di forza maggiore, come il terremoto o dei ritrovamenti archeologici e che di conseguenza non hanno responsabili diretti, le proroghe sono un'altra cosa.

La proroga sostanzialmente consente alla ditta di impiegare più tempo di quanto previsto, senza che vengano applicate le penali come da contratto, per ragioni dovute a ritardi o inadempienze della ditta stessa, o della macchina comunale.
Nessuna concreta necessità documentata, solamente una situazione più comoda per tutti.
Come mai nessuna penale viene applicata su 1166 giorni?
Cioè 3 anni di proroghe.
Seppur nella piena discrezionalità politica di questa amministrazione, ci piacerebbe sapere invece perché, per lavori cimiteriali, le penali sono state applicate.

Ricordiamo alla cittadinanza che circa il 90% del tempo occorso è ricaduto sotto le amministrazioni Pezzanesi, che si dichiara ad ogni consiglio comunale “uomo del fare” e sicuramente misura il tempo in danaro. Peccato che in questo caso tre anni di proroghe non abbiano rimpinguato le casse comunali, ma si sa : “governare è far credere” come ben sa anche il nostro di Principe”.

Giulia Sancricca

 

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Mancano ormai pochissimi giorni alla scadenza del mandato dell’attuale Commissario per la Ricostruzione Paola De Micheli. La data è quella dell’11 settembre, ma il nome del prossimo incaricato dal Governo, non è stato ancora ufficializzato, né è dato sapere se l’incarico attuale verrà prorogato di 45 giorni, per avere un lasso di tempo a disposizione e trovare un sostituto.

Sul nome del nuovo commissario, non vi sarebbe ancora l’accordo fra M5s e Lega; ognuno ha un candidato da proporre ( papabili potrebbero essere l’on Coltorti e il sen. Pazzaglini), ma parrebbe che il Presidente del Consiglio sia orientato diversamente, magari prediligendo la figura di un tecnico. Intanto, ad un anno dal sisma che ha colpito l’isola, il premier Giuseppe Conte si è recato ad Ischia annunciando un decreto ad Hoc e un decreto per tutte le emergenze del Paese che provvederà a portare personalmente in Consiglio dei Ministri la prossima settimana. Quanto alla scelta del nuovo Commissario per la Ricostruzione, si vocifera dell’ipotesi che possa ricadere anche su un alto funzionario dello Stato, così come è del resto avvenuto per la nomina a Commissario per la ricostruzione di Ischia, del Consigliere di Stato ed ex prefetto Schilardi. Si viaggia ancora pertanto sul terreno delle ipotesi e dell’incertezza, su chi ricoprirà l’incarico di figura di riferimento diretto con il presidente Consiglio.

 

Intanto, "a tre mesi dall'insediamento del governo, all'approssimarsi della scadenza del mandato del commissario straordinario Paola De Micheli e avuto notizia che il governo si appresta a licenziare un provvedimento normativo sul sisma", i presidenti delle Regioni Marche , Lazio , Umbria  e il presidente vicario della Regione Abruzzo hanno chiesto un incontro urgente al premier Conte

 L'incontro - si legge nella lettera - dovrà servire a "illustrare compiutamente tutto ciò che finora è stato fatto e le questioni che sono ancora da affrontare, offrendoLe la nostra più leale collaborazione istituzionale allo scopo di continuare a concorrere alla costruzione delle migliori soluzioni ai problemi dei cittadini e dei territori che ci onoriamo di rappresentare".

Ceriscioli, Zingaretti, Marini e Lolli ricordano nella missiva che è da poco trasorso il secondo anniversario del terremoto del Centro Italia.

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“A questo punto non ci sono più dubbi: l’attuale Governo in carica, vuole riaccendere un inceneritore nelle Marche”. Così l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. “L’impugnazione della nostra legge non era dovuta, come già precisato anche da qualche insigne costituzionalista di parte governativa, per cui – prosegue Sciapichetti- si tratta di una mera scelta politica del Governo giallo-verde. Mi chiedo dove siano finite le tante promesse di tono ambientalista fatte dai grillini in campagna elettorale. Come ci eravamo opposti al decreto mille proroghe del precedente Governo di centro sinistra, ci opporremo in tutti i modi anche alla presa di posizione del Governo giallo verde che continua ad offendere l’intelligenza dei marchigiani. Noi giudichiamo, come ci hanno chiesto, sui fatti e i fatti, parlano chiaro”.

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“Impugnare una legge non è mai un obbligo ma sempre e solo una scelta”. Queste le parole del consigliere regionale Sandro Bisonni dopo che il Ministero dell’Ambiente ha deciso di impugnare, lunedì, la legge regionale promossa da Bisonni stesso e approvata all’unanimità, che vieta qualsiasi forma di incenerimento dei rifiuti nelle Marche. Bisonni ha scritto una lettera aperta al Ministro Costa ricordando anche recenti dichiarazioni che secondo lui sarebbero palesemente a favore dell’incenerimento.

“Il governo - ribadisce ancora una volta il consigliere - può promuovere la questione della legittimità costituzionale quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione. È confermato da casi specifici e dal parere dei costituzionalisti di riferimento del M5S, che impugnare una legge regionale non è mai un obbligo ma sempre e solo una scelta. Ora è quindi lecito chiedersi il perché di questa scelta”.

Bisonni nella sua lettera riporta anche il passaggio di un discorso del Ministro Costa tenuto a luglio in commissione ambiente al Senato: "Tale strategia - diceva - è rivolta a ridurre la dipendenza dalla logica delle discariche, in primo luogo attraverso la prevenzione, il riutilizzo, il riciclaggio, ed il recupero di materia, ed in secondo luogo anche attraverso il recupero energetico…”. 

Recupero energetico, appunto, cioè incenerimento di rifiuti. Secondo Bisonni questa sarebbe la prova che tale pratica rientrerebbe fra le strategie che Costa ritiene percorribili.

“Nella sua ultima dichiarazione - torna a ricordare Bisonni - Lei afferma che è suo impegno <<modificare l'art. 35 dello Sblocca Italia, quell'articolo che vede che l'incenerimento dei rifiuti può avvenire facendo viaggiare i rifiuti su tutto il paese nazionale, non va bene così, ecco, va modificato in questo senso>>. Con questa dichiarazione - sottolinea - palesemente Lei non dichiara di voler vietare la combustione dei rifiuti, come fa la nostra legge regionale, ma solo vietare il trasporto e il trasferimento dei rifiuti da una parte all'altra dell’Italia”.

Da questa combinazione di dichiarazioni, Bisonni deduce che Costa non sarebbe contrario affatto all’incenerimento dei rifiuti ma solo allo spostamento di essi.

“Scegliere di impugnare la legge perché va contro lo Sblocca Italia che, per altro, è oggetto della corte di giustizia europea per effetto di un ricorso al Tar del Lazio vinto da alcune associazioni ambientaliste, dimostra la sconcertante contraddizione politica di Lega e M5S - conclude - che a parole hanno sempre criticato e detto di voler abrogare l'art. 35 dello Sblocca Italia e nei fatti si ritrovano ad impugnare una legge regionale che va contro di esso”.
Gaia Gennaretti 

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Impugnata dal Consiglio dei Ministri la legge regionale delle Marche sull’incenerimento dei rifiuti. Presieduto per l'occasione dal vice premier Matteo Salvini (assenti il premier Giuseppe Conte e l'altro vice Luigi Di Maio) nel Consiglio dei Ministri è dunque passata l’impugnativa proposta dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, della legge n. 22 approvata all'unanimità lo scorso giugno dal Consiglio regionale delle Marche, recante «Modifica alla legge regionale 12 ottobre 2009, n. 24 Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati».
Nove le leggi regionali e delle Province Autonome che, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, sono state esaminate nella seduta. Tra queste, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare appunto la legge regionale n. 22 in quanto alcune norme eccedono dalle competenze regionali e si pongono in contrasto con la competenza esclusiva statale in materia ambientale, sancita dalla Costituzione.( art. 117 secondo comma lettera s) cui fa capo la disciplina dei rifiuti che, come da  giurisprudenza costituzionale, riserva allo Stato il potere di fissare uniformi livelli di tutela sull’intero territorio nazionale. “ I contenuti di merito della norma regionale- ha detto Costa- ci convincono come vicenda di merito, ma la competenza in materia è nazionale e, come Ministro della Repubblica, non posso non impugnarla. Proprio perché la competenza è statale e noi non siamo contrari alla ratio della legge- ha continuato il Ministro dell’Ambiente- ho dato disposizione agli uffici legislativi affinché sia modificato l’art. 35 dello Sblocca Italia, contro cui tanti cittadini e comitati si sono sempre battuti. Ciò per riaffermare il principio di prossimità nella gestione dei rifiuti , invogliando e indicando sulla differenziata e sul riciclo.  Talvolta la differenziata non corrisponde infatti ad un alto valore di riciclo dei rifiuti ma a noi interessa proprio l’economia circolare. Ecco quindi che lo spunto di una norma regionale, si trasforma invece in qualcosa che assume una valenza nazionale di grande rilievo”. Riguardo ai tempi di modifica dello Sblocca Italia , il Ministro Costa ha riferito che il percorso inizia adesso  e, trattandosi di norme, la modifica dovrà “andare in Parlamento  con il soggetto che la propone- ha concluso- che potrei essere io o il Parlamento stesso”

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L’asilo nido a Lucia Romaldi, la piazza del nuovo centro commerciale a Dario Conti. Sono le proposte della giunta comunale di Camerino che, con una delibera in via di pubblicazione, ha reso noto di aver avviato le procedure di legge per intitolare i due luoghi cittadini ai compianti Lucia Romaldi e Dario Conti.
Una decisione che arriva dopo il parere preventivo favorevole della Prefettura e quello della Commissione Toponomastica cittadina, che si è espressa favorevolmente per l’intitolazione a Lucia Romaldi e sfavorevolmente per l’intitolazione all’ex sindaco Conti (tra le motivazioni il fatto che non sono ancora trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa). Considerato, tuttavia, che il parere della commissione non è da ritenersi vincolante, la giunta ha deciso di procede all’avvio di tutte le procedure di legge .
Lucia Romaldi, lo ricordiamo, è deceduta il 26 febbraio del 2010, dopo una vita spesa tra i bambini e nell’associazionismo cittadino. Per questo, la scelta è ricaduta sull’Asilo Nido di Via Battista Varano. Una donna, si legge nella delibera, che “si dedicò alla prima infanzia nella sua veste di maestra e che ha fatto dei valori di solidarietà, dell’aiuto al prossimo e al più debole il baluardo della propria esistenza, che ha ricoperto per molti anni il ruolo di Presidente del Comitato di Gestione del Nido che le si vuole dedicare generando, con le sue brillanti intuizioni, il prezioso servizio per la città, facendolo divenire esempio di innovativo metodo di insegnamento”. Motivazioni queste, con cui la giunta ha richiesto le autorizzazioni previste dalla legge alla Prefettura di Macerata che ha già espresso un parere preventivo favorevole.

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Per quanto riguarda l’ex sindaco Dario Conti, invece, il luogo individuato dall’amministrazione comunale è quello della piazza del nuovo centro commerciale in via di realizzazione. Un luogo che, come noto, costituirà, di fatto, anche il nuovo punto di aggregazione cittadina visto che il centro storico è dichiarato zona rossa sin dai giorni immediatamente successivi al sisma. E che, se vi saranno le dovute realizzazioni, porterà quindi il nome del compianto ex sindaco di Camerino. “Uomo delle istituzioni – come si legge nella delibera - che ha sempre combattuto per la città di Camerino ed il territorio montano, strenuo difensore della popolazione locale, uomo e sindaco battagliero, tenace protagonista della storia politica provinciale”.

nuova piazza

                                             FOTO SOPRA: LA NUOVA PIAZZA IN VIA DI REALIZZAZIONE


“Abbiamo bisogno – ha affermato il sindaco Gianluca Pasqui – di aggrapparci al ricordo, anche ancora fresco, di quelle persone che hanno lottato per Camerino, che l’hanno resa all’avanguardia o che ne hanno promosso il territorio e il suo sviluppo. Per questo dopo il Belvedere Maria Grazia Capulli,anch’essa deceduta meno di dieci anni fa, abbiamo pensato ai nomi di Lucia Romaldi e Dario Conti”.

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