Notizie di politica nelle Marche
Sabato, 03 Agosto 2019 19:00
Ricostruzione." Serve una svolta definitiva". Da Camerino, nuovo allarme degli architetti.
Nuovo allarme sui ritardi, sulle problematiche e le forti criticità che stanno compromettendo le attività di ricostruzione e di messa in sicurezza di edifici e territori. A quasi tre anni dal sisma, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Ordini delle Province di Ancona, Fermo, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia, Terni, Aquila, Teramo, Rieti, hanno scelto Camerino per il lancio di un nuovo monito alla politica e alle istituzioni
“I Presidenti delle Regioni interessate e i politici locali - hanno sottolineato - siano promotori, anche con iniziative radicali, di una significativa svolta nella ricostruzione. Grave la mancanza, ad oggi, di una strategia che, al di là della mera ricostruzione fisica degli edifici, punti innanzitutto alla creazione di un nuovo sistema socio economico, il solo che può costituire il vero motore della ripresa, rappresentare per le popolazioni una alternativa di vita ed attrarre chi non tornerà più se non si creano le condizioni di stimolo a ritornare”.
“Purtroppo la ricostruzione sta diventando il terreno di scontro politico che impedisce una lucida visione a medio e lungo termine, del futuro dei territori del cratere, a livello paesaggistico, economico, sociale, culturale e - non da ultimo - demografico, necessaria per esaltarne le tante peculiarità storiche e ambientali e per impostare, quindi, la confluenza di risorse finanziarie nazionali ed europee attraverso le Regioni. Visione che deve tener conto di come il sisma, in alcuni di questi territori, abbia rappresentato un effetto boomerang - ad esempio rispetto allo spopolamento - generando nuove difficoltà in situazione di già grave crisi”.
Molto difficile per gli architetti, in questa situazione, operare a favore delle comunità, in assenza di confronto e di una efficace interlocuzione istituzionale e di conseguenza, barcamenarsi tra cavilli burocratici e varie Ordinanze.
“Non si conosce ancora - hanno denunciato - quale sia l’iter dell’annunciata istituzione del “Tavolo tecnico Sisma” con la partecipazioni dei rappresentanti degli Ordini e dei Collegi locali e quali siano le sorti dell’ “Osservatorio con i rappresentanti dei Consigli Nazionali”, strumenti questi di fondamentale importanza per fissare regole formali e garantire trasparenza. Questa mancanza di informazioni più volte richieste, svilisce il ruolo fondamentale di interlocutore naturale svolto dai progettisti che, invece, dovrebbero essere attori protagonisti del percorso della ricostruzione”.
A titolo di esempio il Consiglio Nazionale e i nove Ordini del cratere hanno citato anche l’esclusione dei progettisti dalla pur non breve elaborazione dell’Ordinanza “Chiese”, un vero e proprio pasticcio burocratico nel quale l’intervento dei professionisti viene addirittura considerato privato anziché pubblico in funzione dell’importo dei lavori, con procedure del tutto improprie tanto per l’affidamento dell’incarico che dell’appalto, quanto per la definizione della parcella.
E’ poi paradossale ed emblematico - viene nuovamente ribadito - che siano previste agevolazioni per interventi mirati al risparmio energetico, mentre sono esclusi quelli di “miglioramento e adeguamento sismico”: ciò in assoluto contrasto con l’obiettivo di mettere in sicurezza gli edifici e con il principio prioritario di raggiungere una soglia di sicurezza più elevata”.
"Paradossale anche che i professionisti - pur avendolo ripetutamente richiesto - non siano a conoscenza del numero complessivo delle schede AeDES - Agibilità e Danno nell'Emergenza Sismica - né del quadro conoscitivo delle schede Fast, compromettendo così in modo significativo la possibilità di poter disporre di una visione complessiva per accelerare la ricostruzione. Senza contare, poi, che non ha ancora soluzione l’annoso problema delle schede AEDES tutt’ora mancanti in tutte le regioni colpite, col risultato che ad oggi non si ha certezza né della quantità di interventi da effettuare, né della loro qualità. Permane quindi il dubbio se, per negligenza, manchino i dati oppure se non si voglia dare l’esatta dimensione del disastro: e ciò sarebbe gravissimo”.
Rispetto poi ai mancati pagamenti ai progettisti impegnati complessivamente nella ricostruzione viene chiesto "l’immediato sblocco del pagamento dell’acconto del 50% delle prestazioni di progettazione così come previsto dal Decreto “Genova”, visto che il regolamento attuativo previsto entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto a termini di legge, ancora non è stato emanato".
“Si tratta di cifre significative che risolleverebbero nell’immediato, e in parte, la situazione economica dei professionisti, il 97% dei quali proviene proprio dalle aree colpite dal sisma. In caso contrario, il rischio non è solo quello di non trovare più tecnici disposti a lavorare per la ricostruzione, ma di far morire l’economia degli studi professionali e della filiera ad essi collegata che attualmente è l’unica che sta sostenendo con le proprie forze l’avvio della ricostruzione".
“Serve una svolta definitiva - hanno concluso - pena un aumento dei danni per le popolazioni e per i territori, ben superiori a quelli prodotti dal sisma
”.
“I Presidenti delle Regioni interessate e i politici locali - hanno sottolineato - siano promotori, anche con iniziative radicali, di una significativa svolta nella ricostruzione. Grave la mancanza, ad oggi, di una strategia che, al di là della mera ricostruzione fisica degli edifici, punti innanzitutto alla creazione di un nuovo sistema socio economico, il solo che può costituire il vero motore della ripresa, rappresentare per le popolazioni una alternativa di vita ed attrarre chi non tornerà più se non si creano le condizioni di stimolo a ritornare”.
“Purtroppo la ricostruzione sta diventando il terreno di scontro politico che impedisce una lucida visione a medio e lungo termine, del futuro dei territori del cratere, a livello paesaggistico, economico, sociale, culturale e - non da ultimo - demografico, necessaria per esaltarne le tante peculiarità storiche e ambientali e per impostare, quindi, la confluenza di risorse finanziarie nazionali ed europee attraverso le Regioni. Visione che deve tener conto di come il sisma, in alcuni di questi territori, abbia rappresentato un effetto boomerang - ad esempio rispetto allo spopolamento - generando nuove difficoltà in situazione di già grave crisi”.
Molto difficile per gli architetti, in questa situazione, operare a favore delle comunità, in assenza di confronto e di una efficace interlocuzione istituzionale e di conseguenza, barcamenarsi tra cavilli burocratici e varie Ordinanze.
“Non si conosce ancora - hanno denunciato - quale sia l’iter dell’annunciata istituzione del “Tavolo tecnico Sisma” con la partecipazioni dei rappresentanti degli Ordini e dei Collegi locali e quali siano le sorti dell’ “Osservatorio con i rappresentanti dei Consigli Nazionali”, strumenti questi di fondamentale importanza per fissare regole formali e garantire trasparenza. Questa mancanza di informazioni più volte richieste, svilisce il ruolo fondamentale di interlocutore naturale svolto dai progettisti che, invece, dovrebbero essere attori protagonisti del percorso della ricostruzione”.
A titolo di esempio il Consiglio Nazionale e i nove Ordini del cratere hanno citato anche l’esclusione dei progettisti dalla pur non breve elaborazione dell’Ordinanza “Chiese”, un vero e proprio pasticcio burocratico nel quale l’intervento dei professionisti viene addirittura considerato privato anziché pubblico in funzione dell’importo dei lavori, con procedure del tutto improprie tanto per l’affidamento dell’incarico che dell’appalto, quanto per la definizione della parcella.
E’ poi paradossale ed emblematico - viene nuovamente ribadito - che siano previste agevolazioni per interventi mirati al risparmio energetico, mentre sono esclusi quelli di “miglioramento e adeguamento sismico”: ciò in assoluto contrasto con l’obiettivo di mettere in sicurezza gli edifici e con il principio prioritario di raggiungere una soglia di sicurezza più elevata”.
"Paradossale anche che i professionisti - pur avendolo ripetutamente richiesto - non siano a conoscenza del numero complessivo delle schede AeDES - Agibilità e Danno nell'Emergenza Sismica - né del quadro conoscitivo delle schede Fast, compromettendo così in modo significativo la possibilità di poter disporre di una visione complessiva per accelerare la ricostruzione. Senza contare, poi, che non ha ancora soluzione l’annoso problema delle schede AEDES tutt’ora mancanti in tutte le regioni colpite, col risultato che ad oggi non si ha certezza né della quantità di interventi da effettuare, né della loro qualità. Permane quindi il dubbio se, per negligenza, manchino i dati oppure se non si voglia dare l’esatta dimensione del disastro: e ciò sarebbe gravissimo”.
Rispetto poi ai mancati pagamenti ai progettisti impegnati complessivamente nella ricostruzione viene chiesto "l’immediato sblocco del pagamento dell’acconto del 50% delle prestazioni di progettazione così come previsto dal Decreto “Genova”, visto che il regolamento attuativo previsto entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto a termini di legge, ancora non è stato emanato".
“Si tratta di cifre significative che risolleverebbero nell’immediato, e in parte, la situazione economica dei professionisti, il 97% dei quali proviene proprio dalle aree colpite dal sisma. In caso contrario, il rischio non è solo quello di non trovare più tecnici disposti a lavorare per la ricostruzione, ma di far morire l’economia degli studi professionali e della filiera ad essi collegata che attualmente è l’unica che sta sostenendo con le proprie forze l’avvio della ricostruzione".
“Serve una svolta definitiva - hanno concluso - pena un aumento dei danni per le popolazioni e per i territori, ben superiori a quelli prodotti dal sisma
”.
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Sabato, 03 Agosto 2019 18:08
"Pioraco in love". Al via su Instagram #passerelladelbacio #pioraco
Un cartello con obbligo di bacio, in prossimità della passerella di legno sul fiume. E' la singolare e ammiccante proposta che il primo cittadino di Pioraco Matteo Cicconi, ha deciso di lanciare con tanto di concorso hashtag su Instagram. Originale e romantica l’idea denominata "Pioraco in love" che ha portato all’apposizione dell'insegna nei pressi di uno dei punti più panoramici del paese e al contestuale lancio dell’iniziativa; l’invito, anzi il dovere, è a fotografarsi col cartello “kiss me please” e a pubblicare le foto sul proprio account Instagram. Una cena romantica per due persone presso il Bistrot la Fenice di Pioraco, è il premio che toccherà alla centesima foto “al bacio”, scattata con il borgo sullo sfondo.
Entusiasta il sindaco che, nel presentare la finalità promozionale e turistica del contest, ha inteso sottolinearne anche il significato di esaltazione del valore universale dell’amore. La raccomandazione è quella di pubblicare le foto esclusivamente su Instagram, prestando particolare attenzione alla correttezza degli hashtag che obbligatoriamente debbono essere #passerelladelbacio #pioraco. I vincitori verranno comunicati sulla pagina Facebook "pioracoilpaesedellacquaedellac arta".
Semplice ma efficace il messaggio, al punto che, smartphone alla mano, tante romantiche coppie di ogni età, non si sono lasciate sfuggire l'occasione di un'effusione obbligata da immortalare.
C.C.
Entusiasta il sindaco che, nel presentare la finalità promozionale e turistica del contest, ha inteso sottolinearne anche il significato di esaltazione del valore universale dell’amore. La raccomandazione è quella di pubblicare le foto esclusivamente su Instagram, prestando particolare attenzione alla correttezza degli hashtag che obbligatoriamente debbono essere #passerelladelbacio #pioraco. I vincitori verranno comunicati sulla pagina Facebook "pioracoilpaesedellacquaedellac
Semplice ma efficace il messaggio, al punto che, smartphone alla mano, tante romantiche coppie di ogni età, non si sono lasciate sfuggire l'occasione di un'effusione obbligata da immortalare.
C.C.
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Venerdì, 02 Agosto 2019 10:37
Alessandro Gentilucci riconfermato al CAL Marche.
"Far pesare di più il governo locale sulle scelte regionali e nazionali". Questo l’imperativo del presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino Alessandro Gentilucci, rieletto sindaco del comune di Pieve Torina a maggio di quest’anno, è stato riconfermato come membro del Consiglio delle Autonomie Locali della regione Marche in rappresentanza dell’Unione Montana Marca di Camerino di cui è presidente.
“Nello scorso mandato ho fatto parte dell’ufficio di presidenza del CAL in qualità di vicepresidente - ricorda Gentilucci - e ho potuto toccare con mano l’importante funzione che compete a questo consiglio delle autonomie locali nel favorire il raccordo e la consultazione permanente tra regione ed enti locali intervenendo anche nei processi decisionali della stessa regione. Insieme al coordinamento ANCI Marche piccoli comuni, di cui faccio parte, si va quindi a completare un quadro di interazioni tra governo locale e regionale sempre più necessario se si vuol avere voce in capitolo su decisioni che riguardano i nostri territori”.
Nel panorama post sisma far sentire la voce delle piccole realtà amministrative è un imperativo per Gentilucci: “l’impegno che dobbiamo portare avanti come piccoli comuni e come Unione Montana è quello di provare a far pesare di più il governo locale sulle scelte regionali e nazionali, cosa che, per quanto mi riguarda, ho sempre cercato di fare. Ed è con questo identico spirito che mi accingo di nuovo a partecipare al CAL cercando di portare la mia esperienza di sindaco e, in questo specifico caso, di presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino”.
GS
“Nello scorso mandato ho fatto parte dell’ufficio di presidenza del CAL in qualità di vicepresidente - ricorda Gentilucci - e ho potuto toccare con mano l’importante funzione che compete a questo consiglio delle autonomie locali nel favorire il raccordo e la consultazione permanente tra regione ed enti locali intervenendo anche nei processi decisionali della stessa regione. Insieme al coordinamento ANCI Marche piccoli comuni, di cui faccio parte, si va quindi a completare un quadro di interazioni tra governo locale e regionale sempre più necessario se si vuol avere voce in capitolo su decisioni che riguardano i nostri territori”.
Nel panorama post sisma far sentire la voce delle piccole realtà amministrative è un imperativo per Gentilucci: “l’impegno che dobbiamo portare avanti come piccoli comuni e come Unione Montana è quello di provare a far pesare di più il governo locale sulle scelte regionali e nazionali, cosa che, per quanto mi riguarda, ho sempre cercato di fare. Ed è con questo identico spirito che mi accingo di nuovo a partecipare al CAL cercando di portare la mia esperienza di sindaco e, in questo specifico caso, di presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino”.
GS
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Giovedì, 01 Agosto 2019 19:18
Inaugurata la provinciale 96 che collega Pieve Torina con Colfiorito
Riaperta la strada provinciale 96 che collega il centro abitato di Pieve Torina con la frazione di Fiume e conduce a Colfiorito. Cerimonia inaugurale salutata da un brindisi, presenti il Governatore delle Marche Luca Ceriscioli, l'ing. Fulvio Soccodato, responsabile manutenzione straordinaria Anas, il presidente della provincia Antonio Pettinari, il sindaco Alessandro Gentilucci e il parroco don Candido Pelosi.
"Riaprire queste strade è riaprire il cuore a chi abita nel territorio - ha detto Ceriscioli- Un quadro di opere significative che Anas ha portato avanti con grande impegno; va ringraziato in modo particolare l'ing. Soccodato per la qualità e la capacità che ha messo nella progettazione. Una strada che è simbolo dei collegamenti storici, se pensiamo che gli antichi romani passavano per questi percorsi che oggi rappresentano degli itinerari alternativi alla superstrada per chi vuole godere della bellezza del paesaggio e del territorio e, naturalmente, per chi abita nelle frazioni è un collegamento essenziale nella vita quotidiana". Un taglio del nastro simbolico per la riapertura di un'arteria il cui versante totalmente in frana si è riusciti in tempi dignitosi a riportare alla stabilità. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Pieve Torina Gentilucci, grato al presidente della provincia e all'ing, Soccodato: " Sono gesti che fanno bene - ha commentato- ed è importante essere celeri anche nell'opera di ricostruzione, non foss'altro che questa strada collega il nostro paese ed è per le Marche una porta d'accesso all'Umbria".
Un ripristino della viabilità essenziale, per un sistema viario duramente compromesso e in sofferenza a causa del sisma, definito un risultato di grande sinergia dal presidente della provincia Pettinari: " Una strada non dà solo il senso della vivibilità e dell''appartenenza ma dà tante altre possibilità. Senza strade non si va da nessuna parte e per un territorio che ha tanto sofferto ma che ha da offrire tanti motivi di visita, ospitalità, turismo, costituisce senz'altro un'ottima opportunità di rilancio".
C.C.
"Riaprire queste strade è riaprire il cuore a chi abita nel territorio - ha detto Ceriscioli- Un quadro di opere significative che Anas ha portato avanti con grande impegno; va ringraziato in modo particolare l'ing. Soccodato per la qualità e la capacità che ha messo nella progettazione. Una strada che è simbolo dei collegamenti storici, se pensiamo che gli antichi romani passavano per questi percorsi che oggi rappresentano degli itinerari alternativi alla superstrada per chi vuole godere della bellezza del paesaggio e del territorio e, naturalmente, per chi abita nelle frazioni è un collegamento essenziale nella vita quotidiana". Un taglio del nastro simbolico per la riapertura di un'arteria il cui versante totalmente in frana si è riusciti in tempi dignitosi a riportare alla stabilità. Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Pieve Torina Gentilucci, grato al presidente della provincia e all'ing, Soccodato: " Sono gesti che fanno bene - ha commentato- ed è importante essere celeri anche nell'opera di ricostruzione, non foss'altro che questa strada collega il nostro paese ed è per le Marche una porta d'accesso all'Umbria".
Un ripristino della viabilità essenziale, per un sistema viario duramente compromesso e in sofferenza a causa del sisma, definito un risultato di grande sinergia dal presidente della provincia Pettinari: " Una strada non dà solo il senso della vivibilità e dell''appartenenza ma dà tante altre possibilità. Senza strade non si va da nessuna parte e per un territorio che ha tanto sofferto ma che ha da offrire tanti motivi di visita, ospitalità, turismo, costituisce senz'altro un'ottima opportunità di rilancio".
C.C.
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Giovedì, 01 Agosto 2019 12:28
Plastic Free. Le Marche, tra le prime regioni a dare il via alla legge
Approvata all'unanimità in Consiglio regionale la legge sulla riduzione dei rifiuti derivanti dalle plastiche. Diventerà operativa da novembre 2019 e, fino al 31 marzo 2020, ci sarà tempo per consumare le scorte.
“ Penso che sia uno dei passi significativi che in questa legislatura noi abbiamo fatto nella direzione della difesa dell'ambiente – dichiara l’assessore all'ambiente Angelo Sciapichetti- . E’ una legge che recepisce la Direttiva Europea e siamo la prima tra le regioni in Italia a farlo; è stata concertata con tutte le associazioni anche ambientaliste e con un mondo molto vasto e, credo che sia un segnale concreto nella direzione della difesa del nostro ambiente e, soprattutto in un'epoca in cui assistiamo ai cambiamenti climatici che ci impongono una assoluta e diversa politica ambientale.
Io credo che la regione Marche- aggiunge l'assessore - senza tanti strepitii e senza tante enunciazioni di principio, in questi anni abbia fatto passi molto importanti e concreti nei confronti di questo tema; basti pensare alla legge della plastica in mare che abbiamo fatto qualche tempo fa, oppure alla battaglia che abbiamo fatto contro l'inceneritore e gli inceneritori in generale senza dimenticare la legge sulla tariffa puntuale che, in via sperimentale, andremo ad applicare in alcuni comuni della regione a partire dal prossimo anno. Sono tutti i passi concreti che vanno nella direzione giusta: una politica ambientale che guarda meno ai programmi e più alle le cose da fare; questa era una cosa da fare prima del ferragosto lo avevamo detto e credo che sia un bel regalo che noi facciamo ai marchigiani, ma che facciamo soprattutto a noi stessi”.
Elencati nella legge sono i soggetti che non potranno più utilizzare prodotti in materiale plastico monouso, internamente e nell'erogazione dei rispettivi servizi: Regione, Province e Comuni e le società da essi partecipate, le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, istituti e mense scolastiche, chiunque svolga attività economica in area demaniale marittima o organizzi eventi e manifestazioni avvalendosi di patrocinio o contributo regionale. Per essi, sarà vietato utilizzare prodotti, quali piatti, posate, cannucce, contenitori, coperchi, bicchieri e tazze per alimenti e bevande realizzati in plastica. Continuerà ad essere consentito, invece, l'utilizzo di prodotti finalizzati alle attività sanitarie.
C.C.
“ Penso che sia uno dei passi significativi che in questa legislatura noi abbiamo fatto nella direzione della difesa dell'ambiente – dichiara l’assessore all'ambiente Angelo Sciapichetti- . E’ una legge che recepisce la Direttiva Europea e siamo la prima tra le regioni in Italia a farlo; è stata concertata con tutte le associazioni anche ambientaliste e con un mondo molto vasto e, credo che sia un segnale concreto nella direzione della difesa del nostro ambiente e, soprattutto in un'epoca in cui assistiamo ai cambiamenti climatici che ci impongono una assoluta e diversa politica ambientale.
Io credo che la regione Marche- aggiunge l'assessore - senza tanti strepitii e senza tante enunciazioni di principio, in questi anni abbia fatto passi molto importanti e concreti nei confronti di questo tema; basti pensare alla legge della plastica in mare che abbiamo fatto qualche tempo fa, oppure alla battaglia che abbiamo fatto contro l'inceneritore e gli inceneritori in generale senza dimenticare la legge sulla tariffa puntuale che, in via sperimentale, andremo ad applicare in alcuni comuni della regione a partire dal prossimo anno. Sono tutti i passi concreti che vanno nella direzione giusta: una politica ambientale che guarda meno ai programmi e più alle le cose da fare; questa era una cosa da fare prima del ferragosto lo avevamo detto e credo che sia un bel regalo che noi facciamo ai marchigiani, ma che facciamo soprattutto a noi stessi”.
Elencati nella legge sono i soggetti che non potranno più utilizzare prodotti in materiale plastico monouso, internamente e nell'erogazione dei rispettivi servizi: Regione, Province e Comuni e le società da essi partecipate, le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, istituti e mense scolastiche, chiunque svolga attività economica in area demaniale marittima o organizzi eventi e manifestazioni avvalendosi di patrocinio o contributo regionale. Per essi, sarà vietato utilizzare prodotti, quali piatti, posate, cannucce, contenitori, coperchi, bicchieri e tazze per alimenti e bevande realizzati in plastica. Continuerà ad essere consentito, invece, l'utilizzo di prodotti finalizzati alle attività sanitarie.
C.C.
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Giovedì, 01 Agosto 2019 09:57
Matelica, Delpriori contro le scelte della nuova amministrazione
Con l'insediamento delle nuove amministrazioni, dopo le elezioni di maggio scorso, iniziano a scontrarsi maggioranza e minoranza.
Accade anche a Matelica dove il consigliere di minoranza, nonchè ex sindaco, Alessandro Delpriori parla di qualche appunto alla maggioranza e aggiunge la sua contrarietà a due scelte della nuova amministrazione: "Intanto il pressappochismo - dice - : le cartelle non erano pronte, non erano state consegnate tutte le delibere alla conferenza dei capigruppo. E' chiaro che non sanno che pesci prendere, ma sono cose che col tempo si possono migliorare.
Quello che davvero ci preoccupa - aggiunge - sono due decisioni che ci lasciano senza parole: la prima è quella di cambiare finanziamento del palazzo Finaguerra, inizialmente dichiarato di inagibilità di tipo B e oggi, dopo che loro hanno incaricato un tecnico di loro fiducia, hanno deciso che è un palazzo con danni molto gravi e deve essere finanziato con un milione e 400mila euro. Non ci sono né il progetto, né la stima e nemmeno il livello di danno, eppure l'assessore ai lavori pubblici aveva dichiarato più di un mese fa che sarebbe servita quella cifra. Addirittura era stata messa in bilancio con un finanziamento in entrata della Regione senza che nemmeno venisse proposto dalle ordinanze del sisma. Tutto costruito per aumentare la cifra di soldi che il comune dovrebbe prendere e quindi anche i tecnici che ci lavorano.
Il secondo punto - aggiunge - che ci lascia senza parole, è che vengano trasferite le classi della scuola dell’infanzia nell’edificio di via Bellini che ha una vulnerabilità sismica di 0,16, sotto ogni termine di legge. Bisogna pensare ai cittadini - conclude - non solo ai loro tornaconti elettorali".
GS
Accade anche a Matelica dove il consigliere di minoranza, nonchè ex sindaco, Alessandro Delpriori parla di qualche appunto alla maggioranza e aggiunge la sua contrarietà a due scelte della nuova amministrazione: "Intanto il pressappochismo - dice - : le cartelle non erano pronte, non erano state consegnate tutte le delibere alla conferenza dei capigruppo. E' chiaro che non sanno che pesci prendere, ma sono cose che col tempo si possono migliorare.
Quello che davvero ci preoccupa - aggiunge - sono due decisioni che ci lasciano senza parole: la prima è quella di cambiare finanziamento del palazzo Finaguerra, inizialmente dichiarato di inagibilità di tipo B e oggi, dopo che loro hanno incaricato un tecnico di loro fiducia, hanno deciso che è un palazzo con danni molto gravi e deve essere finanziato con un milione e 400mila euro. Non ci sono né il progetto, né la stima e nemmeno il livello di danno, eppure l'assessore ai lavori pubblici aveva dichiarato più di un mese fa che sarebbe servita quella cifra. Addirittura era stata messa in bilancio con un finanziamento in entrata della Regione senza che nemmeno venisse proposto dalle ordinanze del sisma. Tutto costruito per aumentare la cifra di soldi che il comune dovrebbe prendere e quindi anche i tecnici che ci lavorano.
Il secondo punto - aggiunge - che ci lascia senza parole, è che vengano trasferite le classi della scuola dell’infanzia nell’edificio di via Bellini che ha una vulnerabilità sismica di 0,16, sotto ogni termine di legge. Bisogna pensare ai cittadini - conclude - non solo ai loro tornaconti elettorali".
GS
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