Notizie di politica nelle Marche
Grido di allarme per i cittadini terremotati “costretti” a vivere nelle Sae: “mancano i fondi per la manutenzione”.

Una segnalazione sulla quale, però, interviene l’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli. “Molto presto arriveranno fondi per 2 milioni e 300 mila euro, destinati nel prossimo biennio proprio ai lavori di manutenzione delle strutture temporanee - dichiara Castelli dopo le garanzie ricevute dal Dipartimento nazionale di Protezione civile - La Regione Marche, infatti, come parte dell’accordo con l’ERAP Marche, conoscendo la situazione segnalata dalla stessa ERAP il 10 novembre, si è mossa per tempo e già alla fine di novembre ( il 29), evidenziando le necessità e i fabbisogni, ha inoltrato una formale richiesta di risorse al Dipartimento della Protezione Civile. Ben venga quindi la costante attenzione da parte delle “antenne sul territorio” – ha concluso Castelli - e di chi vive sulla propria pelle le situazioni di disagio perché le segnalazioni di problemi  sono sempre uno stimolo per la pubblica amministrazione a migliorare, ma possiamo dire che stavolta la burocrazia è stata più veloce delle denunce di carenze.
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Con i congressi direttivi di questo inizio di dicembre abbiamo aperto la nuova era della Lega Marche”.

Queste le dichiarazioni del commissario regionale Riccardo Augusto Marchetti, che ha voluto congratularsi con i nuovi segretari di Matelica, Luciano Milanese, Falconara Marittima, Paolo Lustica, Recanati, Benito Mariani, Montegranaro, Massimiliano Menghini, Filottrano, Luca Natalucci, Montalto Marche, Daniel Matricardi.

Del consiglio direttivo della sezione di Matelica fanno parte, oltre al neo segretario Milanese, anche Mauro Canil, Gabriele Calisti, Monia Serpicelli e Marco Papilli.

I congressi appena conclusi non sono il punto di arrivo, ma l’inizio di una nuova era che ci vedrà ancora più protagonisti del presente e del futuro di questa terra - conclude Marchetti - Entro la primavera 2022 cercheremo di portare a termine tutti i congressi delle sezioni comunali delle Marche. Stiamo lavorando per costruire una squadra sempre più compatta e concreta, che sappia essere determinante in ogni contesto”.


f.u.
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Un protocollo d’intesa finalizzato a far nascere una cabina di regia interistituzionale a cui affidare la programmazione e la progettazione integrata delle politiche e delle iniziative di sviluppo, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
Ad essere coinvolti sono i Comuni di Apiro, Castelraimondo, Cingoli, Esanatoglia, Fiuminata, Matelica, Gagliole, Pioraco, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Sefro, Treia, dell’Unione Montana Potenza Esino Musone.

Già sottoscritto dalla Giunta comunitaria, l’accordo passerà ora all’attenzione dei sindaci del territorio dopo un incontro di presentazione, che ha coinvolto gli amministratori locali, avvenuta nei giorni scorsi al teatro Italia di San Severino Marche alla presenza del direttore della Cna provinciale, Massimiliano Moriconi, e del presidente della Consulta Unicam, Andrea Spaterna.

“L'obiettivo principale - spiega Matteo Cicconi, presidente dell’ente comunitario - è quello di realizzare un migliore e più sinergico coordinamento delle azioni attualmente svolte dai singoli enti in riferimento alla gestione delle attività di programmazione e progettazione finanziata, attraverso la messa in campo di forme di raccordo snelle e funzionali che non sostituiscano gli uffici già esistenti all'interno delle singole istituzioni, ma fungano da punto di congiunzione e di snodo per una progettualità europea, nazionale e regionale comune e per la realizzazione di azioni unitarie. Fine ultimo è quello di sviluppare e coordinare le diverse progettualità locali sulla base di una strategia unitaria, che consenta di valorizzare una visione sistemica di territorio e rafforzare le opportunità di finanziamento attivabili”.

All’idea del protocollo, valutata molto positivamente dai sindaci Rosa Piermattei, Massimo Baldini, Franco Capponi, Sandro Botticelli e Pietro Tapanelli, presenti al summit di questi giorni insieme ad altri pubblici amministratori, hanno lavorato più figure. "Gli ambiti principali nei quali si intendono intraprendere azioni comuni - si legge in una nota dell'ente - afferiscono allo sviluppo imprenditoriale, innovazione e competitività dei sistemi produttivi locali, all’attrattività territoriale, cultura e turismo, alla transizione ecologica, tutela e valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali, alla rigenerazione urbana e riqualificazione di beni pubblici inutilizzati al welfare, inclusione sociale e servizi di prossimità e alle infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile.
All’Unione Montana Potenza Esino Musone è stato riconosciuto il ruolo di coordinatore ma chiunque potrà contribuire all’intesa che risulta aperta anche ad altri enti e, soprattutto, pronta a recepire nuovi contenuti".

GS


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Civico 22.  In una parola lo stampo civico, senza segni di partito, e il futuro rappresentato dalle elezioni amministrative del 2022. Questi i motivi del nome del neonato movimento a Tolentino coordinato da Paolo Dignani e Massimo D'Este.
Un nome, quest'ultimo, che non è nuovo sulle colonne dell'Appennino Camerte dove, già diversi mesi fa, era stato associato ad uno dei possibili tolentinati impegnati in vista del prossimo appuntamento alle urne.
Oggi, a confermare che quell'ipotesi non è stata poi così azzardata, è una nota dello stesso movimento.
"Una nuova realtà politica - scrivono - che si candida ad essere una proposta alternativa in vista delle elezioni amministrative del 2022.

Civico 22 è un coordinamento nato come risposta alla necessità di riportare in primo piano a Tolentino, valori universali che sappiano unire e generare coesione e collaborazione. Lo spirito che anima questa nuova realtà è quello di dare vita ad una proposta inclusiva, aperta, trasparente e partecipata, capace di riavvicinare alla 'cosa pubblica' anche coloro i quali, soprattutto tra i più giovani, hanno ormai perso interesse nel futuro della città e nella partecipazione alla vita politica locale.

L’obiettivo è chiaro ed ambizioso: creare una visione condivisa della Tolentino del futuro.

Civico 22 - scrivono - si fonda sui principi di equità sociale, di tutela dei diritti individuali e collettivi, di solidarietà e sussidiarietà, di integrazione sociale e culturale della comunità, di sicurezza e benessere dei cittadini e di tutela dell’ambiente che ciascuno di noi abita. Un altro modello di città e di comunità, insomma, che sia prospera, sostenibile e che non lasci indietro nessuno dei suoi cittadini.

Nello spirito di inclusione che lo anima, questo coordinamento accoglie individualità diverse tra loro, portatrici di competenze e sensibilità diverse, ma tutte accomunate dalla volontà di ridestare il senso di appartenenza ad un'unica comunità, non solo attraverso una partecipazione allargata ma anche e soprattutto, con il doveroso coinvolgimento diretto degli organi istituzionali e del consiglio comunale, attori principali della democrazia cittadina.

Un progetto, dunque, che sappia coinvolgere donne e uomini lontani dalle vecchie logiche partitiche e personalistiche, che siano capaci di lavorare ad un'utopia realizzabile”, quella di dare nuova linfa vitale allo straordinario patrimonio economico-produttivo, culturale ed artistico di Tolentino".

Sono poi gli stessi Paolo Dignani e Massimo D'Este a presentarlo. “I nostri principali strumenti di azione saranno confronto, ascolto, dialogo, condivisione, coinvolgimento, partecipazione. Il nostro obiettivo non è quello di una generica chiamata a raccolta di forze politiche che si pongono come alternative all'attuale amministrazione ed alla maggioranza che la sostiene, al contrario, vogliamo lavorare per generare un'aggregazione che non sia la mera sommatoria di simboli e liste, ma sintesi trasparente e partecipata di idee, intenti, obiettivi, una compagine pragmatica ed immune ad ogni oltranzismo ideologico”.

(L'argomento sarà approfondito nel prossimo numero del settimanale L'Appennino Camerte con una intervista a Massimo D'Este)

GS
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“E' un vero peccato che i problemi della sanità vengano sollevati soprattutto in campagna elettorale utilizzandoli per fini di strumentalizzazione politica”. Così in una nota congiunta i coordinatori di Fratelli d’Italia, Gianni Barboni, Lega, Giovanni Gabrielli, Forza Italia, Henry Orici, e Udc, Ilenia Sabbatini, intervengono sulla questione relativa alla Guardia medica di Tolentino.

“La continuità assistenziale nel territorio è messa in crisi in tutta Italia dalla mancanza di medici – prosegue la nota dei 4 coordinatori - Ciò è dovuto al fatto che per far fronte alla carenza di medici a livello nazionale sono state ampliate le borse di studio per le specializzazioni. Molti giovani laureati in medicina, anche operanti nel nostro territorio, hanno quindi scelto di cogliere questa opportunità. Nell’immediato però il servizio di continuità assistenziale, storicamente scelto dai giovani medici come palestra in attesa di entrare nelle scuole di specialità o di assumere l’incarico di medico di medicina generale, si è trovato sguarnito”.

Un problema, dunque, che ha cause remote e che non riguarda solo la città di Tolentino. Da qui l’invito a non strumentalizzare la questione per fini politico-elettorali.

“Apprezziamo la sensibilità delle associazioni che hanno diramato nei giorni scorsi un comunicato in cui, però, la vicenda della Guardia medica risulta marginale rispetto a un vero e proprio attacco politico all'amministrazione comunale. Appare, infatti, difficile comprendere come la richiesta del "minimo sindacale" della Guardia medica passi attraverso affermazioni come "Tolentino tagliato fuori dalla ricostruzione sismica" o "il centro storico diventato un deserto grazie solo a promesse finora non mantenute" o la costruzione del campus scolastico. Cerchiamo di essere seri. Le battaglie per i cittadini vanno combattute unitariamente, senza distinzioni e senza colore politico. Specialmente quelle sulla salute. A noi il "minimo sindacale" non basta. Noi puntiamo a far tornare a Tolentino una sanità di qualità, a fare del nuovo ospedale un vero punto di riferimento dell'entroterra, a garantire che in esso possano essere attivate eccellenze sanitarie”.

Infine, un appello ai medici di base che operano a Tolentino viene lanciato dai coordinatori dei 4 partiti “affinchè mettano a disposizione le loro professionalità come misura straordinaria per garantire il servizio sull'intero territorio. Si tratterebbe di dare la disponibilità per meno di una notte ogni due settimane, regolarmente retribuita, e consentire così di mantenere il servizio in attesa di una soluzione definitiva al problema. I nostri sanitari hanno già dimostrato un grande altruismo e l'amore verso i loro pazienti nella fase più difficile dell'emergenza Covid. Ma non c'è soltanto il Covid da fronteggiare. Ecco perchè chiediamo loro un ulteriore sforzo nel mettersi a disposizione della comunità in un momento particolarmente delicato in cui c'è estremamente bisogno del loro aiuto”.
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Una lettera era stata inviata da Itidealia, associazione politico-culturale aperta al confronto con gli enti locali, lo scorso 9 novembre agli amministratori dei comuni dell’ex Zona Territoriale 10 Asur Marche con la richiesta di inserire all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile una mozione sulla situazione riguardante il reparto di cardiologia dell’ospedale di Camerino.

La richiesta è stata accolta dai comuni di Camerino, Gagliole, Esanatoglia, che hanno già discusso e approvato le mozioni relative al presidio ospedaliero camerte, e Valfornace, dove la discussione della mozione nell’assise municipale è prevista nei prossimi giorni.

Per questo l’associazione Itidealia intende ringraziare in una nota il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, il consigliere di minoranza Gianluca Pasqui, il primo cittadino di Gagliole Sandro Botticelli, quello di Esanatoglia Luigi Nazzareno Bartocci insieme al consigliere di opposizione Cesare Procaccini e tutti i consiglieri dei suddetti comuni per aver accolto l’istanza, auspicando che anche tutti gli altri comuni, interessati dalla richiesta, giungano ad una risoluzione favorevole, a testimonianza di una unità di intenti che vada oltre le ragioni di campanile e di interesse politico di parte, dimostrando la compattezza istituzionale di cui un intero territorio ha assoluto bisogno.  
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A Belforte del Chienti si discute sulla casa di riposo. Nei giorni scorsi la minoranza targata “Belforte Insieme” ha accusato l’amministrazione guidata da Alessio Vita di “scarsa lungimiranza” e di “aver perso un’opportunità per la comunità, che necessita di una RSA”. Il dibattito si è acceso intorno alla cessione all’asta dello stabile che ospitava la discoteca “Il Pipistrello”. Il locale se lo è aggiudicato un privato per poco meno di 60 mila euro, “una cifra irrisoria” secondo la minoranza, che ha chiesto chiarimenti all'amministrazione.

A replicare è stato proprio il primo cittadino Alessio Vita, che ha spiegato come lo stabile ceduto all’asta fosse “danneggiato dal sisma, e non è detto sarebbe stato possibile accedere ai finanziamenti per la ricostruzione – dice il sindaco –. Al netto della vicenda che riguarda l’ex discoteca ‘Il Pipistrello’ stiamo comunque lavorando per realizzare una casa di riposo: non crediamo che un’amministrazione possa avere difficoltà nel trovare un nuovo sito dove costruire una RSA. L’immobile di cui parla la minoranza era all’asta da diversi anni: gli ex amministratori avrebbero potuto approfittarne, qualora fosse stato nel loro interesse. Non lo hanno mai fatto”.

La chiusura è per le prospettive di vedere una nuova casa di riposo a Belforte: “L’opera richiede una procedura lunga e complessa, che non dipende solo dall’amministrazione comunale – conclude il sindaco Vita –. Ovviamente abbiamo contatti con la Regione, è un iter che è stato avviato e che stiamo portando avanti. Non è facile fare previsioni, ma resta una nostra priorità”.

l.c.
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“Le buone intenzioni e i proclami di principio crollano di fronte alle lobbies degli interessi economici. La regione predica bene, ma razzola male”.

Non usa mezzi termini il consigliere del Partito democratico Romano Carancini nel criticare la scelta del governo regionale che ha rinviato la legge contro la ludopatia, rinviando di fatto la norma che fisserebbe una specie di distanziometro per impedire che le slot machine siano situate nelle vicinanze di luoghi sensibili come scuole e bancomat.

“Purtroppo la politica perde credibilità quando tiene comportamenti come quelli assunti dal governo regionale – incalza Carancini – Contestualizzando nel 2017 viene promulgata dalla regione marche una legge di indirizzo che sostanzialmente regola la possibilità di individuare i luoghi dove posizionare le slot machine, stabilendo un termine di 4 anni per permettere ai gestori di adeguarsi alla normativa. Questo termine è scaduto e la regione piuttosto che andare avanti su quel percorso decide di prorogare ancora. Al contrario la nostra posizione è quella di combattere per tutelare la salute mentale di coloro che sono schiavi della ludopatia attraverso ogni strumento possibile. Purtroppo molti esponenti politici del governo regionale lanciano proclami, ma le loro buone intenzioni cedono alla lobby dell’interesse. Questo è un modo sbagliato di interpretare la politica”.

f.u.
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