Notizie di politica nelle Marche
Continua incessante il lavoro del commissario alla ricostruzione Legnini che da oltre un anno ha dato una "scossa" decisiva alla ricostruzione e negli ultimi due mesi sono stati approvati i progetti per avviare oltre 1100 nuovi cantieri.
Giovanni Legnini è stato ricevuto dal presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, al quale ha esposto gli ultimi dati incoraggianti sulle attività in corso e i pochi residui problemi da affrontare.
Oltre alla ricostruzione fisica di abitazioni, impianti produttivi ed edifici pubblici, ha sottolineato Legnini, è ora necessario pensare alle misure per favorire la ripresa e lo sviluppo economico di questi territori, dando attuazione al Contratto Istituzionale di Sviluppo e sfruttando le possibilità offerte dal Recovery Plan.

Dopo i buoni risultati ottenuti nel 2020, che ha visto crescere del 62% le domande di contributo per la ricostruzione privata presentate ed accolte dagli Uffici, i primi due mesi dell’anno in corso consolidano e rafforzano la tendenza positiva. Tra gennaio e febbraio, in particolare, sono stati concessi contributi alla riparazione e ricostruzione di 1.135 edifici ed aggregati edilizi, che consento l’apertura immediata di altrettanti cantieri, mentre si è registrata la conclusione di altri 542 interventi con un’ulteriore forte crescita rispetto al 2020. I contributi approvati dagli Uffici Speciali regionali sono stati pari a 350 milioni di euro.

Il Commissario ha sottoposto al Presidente Draghi gli obiettivi per il 2021 ed esposto alcune necessità da risolvere per accompagnare al meglio il processo di ricostruzione che sembra essere ormai definitivamente decollato.
Per quest’anno, ha spiegato, sarà prioritaria la definizione delle undicimila istanze di contributo già presentate, con l’obiettivo di aprire diverse migliaia di nuovi cantieri, insieme all’attuazione del cronoprogramma degli interventi sulle opere pubbliche e l’avvio della ricostruzione nei centri più distrutti, grazie anche ai Programmi Straordinari di Ricostruzione e le Ordinanze speciali per l’attuazione dei poteri in deroga.

M.S.
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A Tolentino si torna a parlare del centro storico e a prendere "posizione" è proprio il Comitato di quartiere Centro Storico che fa sentire la sua voce sull'arredo della città e su presunti "catafalchi" con tanto di spiegazione sull'origine della parola.
Di seguito pubblichiamo integralmente il comunicato che è arrivato in redazione.
 
"Potremmo dare un titolo afferma il presidente Luigino Luconi “lavori di riqualificazione di Via della Pace” un progetto che nelle intenzioni dell’Amministrazione rientra nel “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana del centro storico”.
Potremmo dire, che gli arredi amovibili installati formano una barriera, creando un aspetto come di un lungo lugubre catafalco (vocab.della lingua italiana troviamo scritto;“Catafalco” palco innalzato per gli spettacoli all’aperto” Etimo sec. XV), ma non lo diciamo.
Che si possa definire un arredo urbano che impedisce l’attraversamento libero ma condizionato dei cittadini o dei frequentatori, potremmo dirlo, ma non lo diciamo.
Definirlo un buon intervento di arredo è tesi difficili da sostenere. Un progetto di arredo urbano presupporrebbe la volontà di qualificare lo spazio urbano con elementi di arredo che garantissero le molteplici funzioni del centro storico, per renderlo fruibile a cittadini e turisti.
Questo il nostro pensiero e la nostra opinione.
Fermo restando che condividiamo il tentativo dell’amministrazione di dare decoro urbano alla nostra città, lo abbiamo più volte nel corso degli anni richiesto, siamo perplessi sul materiale scelto per la realizzazione delle strutture, sia nel colore, che per la loro forma estetica e quindi di occupazione spazio area pedonale.
Nel corso degli anni, abbiamo presentato agli amministratori ideee per la predisposizione di “concorsi d’idee”.
Abbiamo suggerito l’organizzazione d’incontri o tavoli di lavoro con studi professionali locali, dando così la possibilità di sentire anche la voce qualificata degli architetti, che hanno un grande bagaglio di esperienza e conoscenza della città.
Abbiamo suggerito il coinvolgimento dei cittadini, al fine di concretizzare la tanto desiderata “cittadinanza attiva” per farci sentire tutti e non solo a parole, parte integrante ed attiva per la nostra città.
Un progetto di arredo urbano non è realizzazione facile come si potrebbe superficialmente pensare, perché l’inserimento di complementi d’arredo nella città, nasce da un processo analitico e progettuale minuzioso.
E’ importante e fondamentale che i progettisti non debbano esimersi dal tenere conto delle esigenze, delle attese e dei gusti estetici, di chi la città la abita, ma è vero anche il contrario, cioè che le realizzazioni di arredo urbano hanno potenzialmente la capacità di plasmare i gusti e le abitudini visive dei fruitori, spingendo il “gusto collettivo” verso nuovi orizzonti.

i progetti devono saper intercettare i bisogni e la sensibilità estetica dei luoghi, che muteranno a seguito degli interventi e pensare non solo la vita immediata ma anche quella futura.
Proposte che potranno cambiare in meglio o in peggio la qualità della vita dei cittadini.

Ritornando all’arredo amovibile di Via della Pace, ci viene spontaneo chiederci come mai l’amministrazione non abbia coinvolto la commissione urbanistica, nell’analisi e programmazione della progettazione di tali arredi e se rispettino le attribuzioni del codice della strada.
Secondo il nostro modestissimo parere potrebbero andare bene in un lungomare, in un parco, ma non in un contesto urbano come la preziosa via pedonale.
E spieghiamo perché.
Parliamo di un intervento che non ha una sua storia e programmazione organica, forse un restyling o forse di completamento?
Abbiamo dei dubbi, anche per l’importo significativo si parla di oltre 36.000 Euro.
Ci chiediamo ora quali siano gli obiettivi di tale intervento, proviamo a scoprirli: ridurre la velocità di percorrenza dei pedoni?
Trasformare l’ambito urbano in un luogo dove avere più modi e possibilità di sostare o viverla?
Creare uno spazio pubblico più decoroso?  Creare un attraversamento con triplice funzione: percorso pedonale ristretto e di accesso ai negozi, dove la superfice è in leggerapendenza; un’area per attraversamento pedonale di dimensione superiore, lato sinistro; elementi di arredo sopraelevati, centralizzati, per completare il servizio delle attività di ristoro.
Ultimo, un Asse attrezzato per ricucire la città storica alla città ad est. Il tratto di strada, di cui stiamo parlando, era stato realizzato per assicurare l’unico sicuro attraversamento pedonale di connessione tra il centro storico e la città ad est, e di conseguenza funzionale alle attività commerciali presenti valorizzandone le potenzialità.
Allora ci chiediamo: Si tratta di un intervento che doveva riqualificare l’asse stradale pedonale, o che squalifica in maniera consistente l’unica strada pedonale più importante della nostra città?
Noi puntiamo il dito contro questa mancanza di attenzione verso l'arredo urbano. Non ci sono parole di fronte a progetti che impegnano risorse importanti e ingiustificate per la realizzazione di opere non necessarie e la mancanza di attenzione per le cose che interessano la quotidianità e la vivibilità del centro e della città”.

M.S









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Da ieri pomeriggio le porte dell'ospedale di Matelica sono di nuovo aperte agli utenti, anche se il sindaco Massimo Baldini ammette che ci vorà del tempo per il ritorno alla normalità: "Non possiamo parlare di normalità - dice - , visto che l'ospedale non può dirsi tornato quello che era, anche se abbiamo visto come la direttrice dell'AV3, Daniela Corsi, abbia provveduto a fare quanto fosse necessario per risolvere l'emergenza. Abbiamo visitato, insieme al vicesindaco, al responsabile del distretto e al dottor Antonini, tutta la struttura e abbiamo parlato con gli operatori, anche loro felici di poter tornare a offrire il servizio alla cittadinanza".

Ora però il sindaco attende che i patti per il futuro del nosocomio vengano rispettati: "Ci sono delle cose che noi ci attendiamo che vengano fatte da parte dell'AV3: la dottoressa Corsi ci ha garantito che saranno effettuati i lavori necessari per sistemare la parte danneggiata dal sisma 2016, in particolare il pronto soccorso, la portineria, il bar, le varie zone di accettazione, visto che è indecoroso avere una struttura ospedaliera in queste condizioni.
Ci sono molte cose da fare e ci aspettiamo che vengano fatte: è giusto che una struttura sanitaria sia veramente tale. Siamo contenti che ci sia una buona attuazione dei percorsi sporco – pulito, che siano stati fatti tamponi a ospiti e operatori delle case di riposo di Pieve Torina e di Castelsantangelo sul Nera: speriamo che tutto vada bene e che a breve si riesca a sistemare le strutture nei rispettivi paesi, in maniera dignitosa e decorosa. Dalla Regione e dalla Giunta ci attendiamo che il problema venga risolto".

In vista della soluzione sul fronte ospedaliero, c'è un altro problema da risolvere ed è quello interno alla maggioranza: dopo la chiusura dell'ospedale, infatti, l'assessore Rosanna Procaccini ha rimesso le sue deleghe, restando in consiglio comunale.
Il primo cittadino resta possibilista sul rientro della sua collega: "Penso che con la dovuta pazienza e volontà da parte di tutti la questione si risolverà. Con i miei collaboratori, a differenza di quanto detto da altri, siamo sempre stati uniti nelle nostre idee e nel nostro programma: insieme li abbiamo costruiti, insieme li porteremo avanti. Noi siamo abituati a parlare poco e a badare al sodo: con tempo e pazienza risolveremo questa situazione".

GS
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Donatella Pazzelli non ricoprirà più il ruolo di segretaria del sindaco di Camerino Sandro Sborgia. Una decisione, quella del primo cittadino camerte, commentata da Gianluca Pasqui, capogruppo in Consiglio Comunale di "Radici al Futuro" e già sindaco della città. 
Nella nota diffusa da Pasqui, che in occasione del suo mandato si era avvalso della collaborazione della dottoressa Pazzelli, si legge: "Apprendo questa mattina, con sincero dispiacere e rammarico, la notizia che per volontà del sindaco di Camerino, la dottoressa Donatella Pazzelli non ricoprirà più il ruolo di segretaria dello stesso primo cittadino. Una decisione decisamente inaspettata, viste le indiscusse capacità professionali che la dottoressa Pazzelli ha costantemente manifestato nel corso dei tanti anni in cui ha ricoperto con competenza e passione la sua missione lavorativa. Prima con il sindaco Fanelli, poi con il sindaco Conti e ancora con il sottoscritto, la dottoressa Pazzelli si è sempre dimostrata estremamente preparata e impeccabile nello svolgimento di un ruolo che le si addice e nel quale è sempre riuscita ad esprimere compiutamente tutte le sue capacità, anche sotto il profilo delle pubbliche relazioni. Avvocato, giornalista, scrittrice per diletto (proprio recentemente è stata pubblicata la sua ultima opera), come sindaco e come amministrazione comunale abbiamo sempre trovato in lei una validissima collaboratrice anche per quanto concerne l’organizzazione delle attività culturali a Camerino, in particolare stagione teatrale e Premio Betti. A nome mio e di tutto il gruppo consiliare Radici al Futuro, faccio alla dottoressa Pazzelli i migliori auguri per il prosieguo della sua attività professionale all'interno dell'ente locale, qualunque essa sarà, perché ha dimostrato capacità professionali e umane non comuni che certamente saranno un prezioso bagaglio che arricchirà la sua prossima avventura". 

l.c.
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"Una scelta necessaria". La direttrice di Area Vasta 3, Daniela Corsi, definisce così la decisione di convertire anche il secondo piano dell'ospedale di Camerino per i pazienti Covid.

"La terza ondata - spiega - si è rivelata peggiore delle precedenti e abbiamo bisogno di maggiori posti letto.
Nonostante il Covid hospital completo, ora abbiamo ampliato anche la medicina d'urgenza di Civitanova con ulteriori posti letto, ma l'ondata non si ferma e abbiamo seguito il programma del piano pandemico che, preciso, è lo stesso della prima ondata.
siamo stati costretti ad attivare il secondo piano della medicina covid di Camerino. Per quanto riguarda il personale - dice - abbiamo dovuto ricavarlo dalla chiusura dell'attività operatoria ordinaria".

Ad avvalorare la tesi della necessità di convertire l'ospedale di Camerino il numero dei pazienti in attesa nei pronti soccorso: "Ieri ci siamo trovati difronte a 30 pazienti al pronto soccorso di Macerata e 26 al pronto soccorso di Civitanova, con pazienti alloggiati all'interno delle ambulanze e non avevamo altra scelta".

La direttrice Corsi chiarisce poi la diversità di utilizzo dell'ultimo modulo non ancora utilizzato al centro di Civitanova e quello invece aperto all'ospedale di Camerino: "Noi abbiamo ancora chiuso il sesto modulo di terapia intensiva del Covid hospita - dice - e ci auguriamo di non doverlo aprire perchè significherebbe avere un maggior numero di pazienti gravi. Il secondo piano di Camerino, invece, è una Medicina Covid cioè per pazienti a bassa e lieve intensità di cura, ma che hanno comunque bisogno di maschere ed ossigeno".

GS
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"Con un messaggio telefonico, l’Assessore alla sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, mi ha comunicato che: “in conseguenza dell’aumento epidemico, i dirigenti Asur hanno deciso di aprire il secondo piano dell’ospedale di Camerino ai pazienti Covid”. Ho, quindi, provveduto a chiamare la direttrice generale dell’Area Vasta 3, la dottoressa Daniela Corsi, la quale mi ha confermato che l’ospedale di Camerino torna a essere interamente dedicato alle sole cure di pazienti Covid".
Così il Sindaco di Camerino Sandro Sborgia nel rivivere la stessa situazione di poco più di anno fa quando nell'arco di poche ore il nosocomio fu convertito in Covid Hospital

"Ancora una volta, con lo stesso senso di responsabilità che ci contraddistinse l’8 marzo dello scorso anno, non possiamo che prendere atto della situazione, sperando di ritornare presto a una situazione di normalità- afferma il sindaco- .Resta, altresì, da comprendere come, durante la prima ondata si siano raggiunti i 169 ricoveri in terapia intensiva (il 31 marzo 2020), gestiti in diverse strutture tra cui Camerino, senza che all'epoca fosse disponibile il Covid Hospital di Civitanova e oggi, invece, con 132 ricoveri in terapia intensiva, non si riescono ad attivare ulteriori posti letto al Covid di Civitanova per mancanza di personale. Camerino, la sua popolazione e quella dell’entroterra è chiamata ancora una volta a fare un sacrificio, mettendosi a disposizione in questo momento drammatico in cui l'unico obiettivo è salvare vite. Speriamo di superare al più presto questi momenti drammatici. Vigileremo affinché una volta terminata l'emergenza, siano ripristinati tutti i servizi e il personale necessario a garantire il pieno funzionamento dell'ospedale camerte, punto di riferimento per l'intera zona montana.

c.c



Un pensiero è rivolto a tutto il personale sanitario e ai familiari cui va il nostro ringraziamento, nonchè ai malati e ai loro familiari che attendono, tra tante preoccupazioni, il ritorno a casa dei propri cari.  

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Al fianco dell'assessore dimissionario, Rosanna Procaccini, anche il vicesindaco di Matelica Denis Cingolani che, attraverso un post su Facebook ha evidenziato la sua posizione in favore dei matelicesi: "Esprimo tutta la mia solidarietà a Rosanna Procaccini - dice ai microfoni di Radio C1...inBlu - che da oltre 30 anni si batte per i diritti e i servizi di questo territorio, in particolar modo per quanto riguarda la materia sanitaria e per l'ospedale di Matelica.
Un ospedale che da tanti anni è stato depredato di tutti i servizi essenziali e lasciato cadere in disgrazia per scelte politiche, a mio avviso, scellerate. Viene lasciato scoperto un territorio di 15mila abitanti. Matelica è uno dei poli industriali più sviluppati dell'Alto Maceratese e chiede a gran voce che vi siano dei servizi essenziali per la sanità. In merito alla vicenda che ci ha colpito la scorsa settimana - aggiunge - vorrei chiarire che noi non facciamo mercimonio politico sulla pelle degli anziani delle case di riposo, anzi noi vogliamo tutelare queste persone affinchè abbiano una collocazione idonea ed adeguata perchè rappresentano un bene di tutta la comunità.
Vanno però tutelati anche gli interessi di Matelica perchè i cittadini ci hanno dato fiducia e noi dobbiamo batterci affinchè venga trovata una soluzione per l'ospedale Mattei.
È necessario un tavolo comune, anche con il territorio, per pensare ad una sanità diffusa e diversa di quella pensata fino ad oggi".

Infine il chiarimento sulla riapertura del nosocomio: "Nessuno ha detto che oggi sia la data di riapertura - precisa - , magari lo fosse. Stiamo attendendo che venga mantenuta una promessa fatta dall'Asur e dalla Regione per l'apertura immediata e la ripresa dei servizi sanitari della nostra struttura".  

GS
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Con apposita ordinanza il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi ha da ieri chiuso  parchi e giardini presenti nel territorio comunale. Come spiega la nota del Comune, il provvedimento è stato preso "a seguito dell’evoluzione dell’epidemia e considerati i nuovi provvedimenti che prorogano lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili, considerato l'evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e l'incremento dei casi sia sul territorio nazionale, sia su quello regionale" con l'obiettivo di "evitare il formarsi di assembramenti di persone e, più in generale, evitare ogni occasione di possibile contagio che non sia riconducibile a esigenze specifiche o ad uno stato di necessità". Il provvedimento è valido, fino a revoca della stessa ordinanza.
Sempre a Tolentino è intanto terminato il secondo screening gratuito Covid 19 effettuato da uno spin off dell'Università di Camerino e che ha interessato gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Don Bosco" di Tolentino ( "Grandi",  "Plesso 815", "Don Bosco") e gli studenti dell'Istituto tecnico economico e coreutico dell'Istituto Superiore "Filelfo". Nella giornata conclusiva  sono stati effettuati meno di 100 tamponi e non è stata riscontrata alcuna positività al Covid. Lo screening gratuito, in modalità driver through, è stato organizzato nell'area appositamente allestita nei pressi della piscina comunale "Caporicci", in zona Sticchi.

c.c.

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Continua a restare alta l'attenzione e la discussione a San Severino Marche sul tema della riqualificazione dei giardini cittadini. Un dibattito che vede ora la presa di posizione anche del Circolo di Fratelli d'Italia.

"Da giorni i giardini comunali "G. Coletti" di San Severino Marche, in particolare il chiosco al suo interno, sono al centro della polemica cittadina - si legge in una nota - Apprendiamo che l'Amministrazione Comunale ha avviato il bando per la riqualificazione della zona, compreso l'allargamento del chiosco, per una spesa complessiva di circa 230.000 euro (Determina 635 del 13/08/2020). Veniamo a conoscenza, inoltre, che il progetto è stato affidato ad un architetto, la cui professionalità non è assolutamente messa in discussione, di fuori città. Pertanto, non trovandoci noi nelle sedi istituzionali, da cittadini settempedani ci rivolgiamo al Sindaco, la cui parola è la "sola a valere", chiedendo quali siano le motivazioni che hanno portato alla scelta di abbattere una struttura funzionante, alla quale basterebbe un adeguamento. Fratelli d'Italia ritiene che una tale cifra di denaro sarebbe potuta confluire in programmi di pubblica utilità, quali il completamento di progetti mai terminati (uno fra gli altri la pista ciclabile del rione San Michele), sistemazione della toponomastica carente e talvolta ingannevole nelle frazioni, che crea problemi logistici anche in situazioni emergenziali, individuare forme di sostegno economico alle attività commerciali locali penalizzate dalla crisi dovuta al Covid-19, realizzazione di impianti necessari alle associazioni locali, con particolare riferimento alla mancanza di luoghi di allenamento per le numerose società sportive.  Il nostro interrogativo verte anche sulla scelta di affidare il progetto, ancora una volta, ad un professionista non settempedano. A San Severino manca personale competente per progettare una riqualificazione pubblica?"

f.u.
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"La posizione assunta per l'ospedale è stato l'ultimo dei fatti che non ho condiviso".
Le dichiarazioni dell'ormai ex assessore Rosanna Procaccini, che ha rassegnato ieri le sue dimissioni, lasciano intendere che quanto ipotizzato dalla minoranza sul "terremoto" in consiglio possa avere un fondo di verità.

"È palese - dice la Procaccini - che questo sia l'ultimo dei fatti che non ho condiviso, certamente ci sono stati altri episodi. La situazione è chiara a tutti: le mie dimissioni non sono state impulsive, ma meditate da tempo per una serie di tematiche, ultima delle quali la chiusura della sede dell'ospedale cittadino. Che questo sia un ospedale di comunità ormai lo abbiamo appurato tutti  -ammette - , ma che per problemi di altra natura, come quelli dei casi di positività nelle case di riposo ospitate nella struttura, si debbano chiudere ai cittadini i servizi essenziali per me è inaccetabile. 
Non  ho nulla contro gli ospiti delle case di riposo - precisa - verso cui sono solidale e ne capisco le difficoltà, ma questo non significa che per tutelare gli altri io ebba continuare a mettere a repentaglio la salute dei cittadini matelicesi e togliere anche quei pochi servizi rimasti all'ospedale. Le soluzioni, se c'è la volontà, si possono trovare. Matelica non può seguitare a dare solo agli altri senza tutelare gli interessi di coloro che ci hanno votato".

E proprio a tutela degli elettori l'ex assessore precisa: "Resterò in consiglio pe rispetto dei cittadini che mi hanno votato, io comprendo che il ruolo di assessore abbia un certo rilievo, ma restare come consigliere significa comunque lottare per poter realizzare quello per cui sono stata eletta. Lo potrò fare anche da semplice consigliere".

GS
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