Notizie di politica nelle Marche
A sostegno dei lavoratori assunti per fare fronte all'emergenza sisma che oggi, a causa di una normativa confusa, si ritrovano a dover fare i conti con l'incertezza su quello che sarà il loro futuro, è stata presentata una mozione in consiglio regionale dai consiglieri Gianluca Pasqui (primo firmatario), Dino Latini, Jessica Marcozzi e Giacomo Rossi.
La problematica riguarda i lavoratori che a seguito del terremoto del 2016 vennero assunti dopo una serie di concorsi a tempo determinato per integrare il personale tecnico e amministrativo allo scopo di avere un concreto aiuto nello svolgimento delle complesse procedure della ricostruzione post sisma. Si tratta di contratti rinnovati di volta in volta con la proroga dello “stato d’emergenza” e, ad oggi, gran parte del personale impiegato da oltre 36 mesi ha maturato i requisiti per la stabilizzazione.
I Comuni possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni,  tutto il personale che avesse già maturato o che avrebbe maturato i 36 mesi di servizio al 31 dicembre 2021.
Molto del personale assunto, però, si trova a vivere una situazione di incertezza in merito al proprio futuro lavorativo, in quanto diversi Comuni interessati sono di dimensioni molto piccole e non sono in grado di  modificare il rispettivo piano triennale dei fabbisogni di personale non avendo  le risorse finanziarie sufficienti, in quanto la durata dei contributi aggiuntivi è certa fino al 2023.
Per non disperdere le professionalità formate e garantire certezze ai lavoratori interessati, i consiglieri regionali Gianluca Pasqui (primo firmatario), Dino Latini, Jessica Marcozzi e Giacomo Rossi hanno, quindi, presentato una mozione per impegnare il Presidente e la Giunta regionale delle Marche innanzitutto ad adottare tutte le iniziative di impulso e di indirizzo nei confronti del Governo centrale e del Commissario per la ricostruzione  per la risoluzione delle problematiche che impediscono agli enti locali del cratere sismico di avviare e/o completare le procedure di stabilizzazione del personale  a tempo determinato assunto per la ricostruzione post-sisma ed eliminare le incertezze e la precarietà lavorativa di tanti giovani e famiglie marchigiane.
Nella mozione si invita anche a procedere ad una proiezione del turn-over fisiologico presso tutti gli enti locali delle Marche in modo da poter valutare la necessità di personale volto a coprire i posti vacanti nei prossimi 10 anni e a creare una graduatoria da dove gli enti locali marchigiani possano attingere una volta superata l'emergenza sismica.
c.c.


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È davvero ancora troppo presto? Il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, lo ha ribadito più volte, con forza. Prematuro – secondo lei – parlare della tornata elettorale autunnale. Lo era a giugno, quando tagliò il nastro dell’aula magna dell’Itis, lo è stato anche un paio di settimane fa, quando le questioni di ordinaria amministrazione, di nuovo la ricostruzione su tutte, erano ancora il principale pensiero nella mente della prima cittadina settempedana.

In realtà, però, qualcosa sembrerebbe stia accadendo. Sottotraccia, certo, ma stanno prendendo forma le prime avvisaglie di uno stravolgimento che in pochi avrebbero immaginato. E se fosse Zura Puntaroni il nuovo nome al fianco della Piermattei? Potrebbe essere una suggestione, certo. Ma non pochi protagonisti della scena politica a San Severino, mentre erano e sono impegnati nelle loro manovre di avvicinamento alle urne, hanno indicato l’ex consigliere regionale – grande sconfitto delle ultime elezioni – come nome da tenere d’occhio e come “scheggia impazzita” – parola dell’ex sindaco Cesare Martini – per la campagna elettorale in corso.

Sempre stando alle indiscrezioni, anche per il centrodestra, ancora a caccia di una quadra, Zura Puntaroni potrebbe essere un volto forte da spendere. Questo, visti la sua esperienza e il credito di cui godrebbe in seno al Governo regionale, con cui condividerebbe l’appartenza di partito. Di certo, qualora dovesse farsi questo matrimonio – politico, s’intenda – con l’attuale sindaco Piermattei, le carte si mischierebbero nuovamente. Restano da comprendere le intenzioni dello stesso Zura che, al momento, sembrano essere insondabili.

l.c.
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Una delibera di Giunta dello scorso 8 maggio e la pubblicazione degli atti relativi ad un piano di recupero proposto da un privato cittadino, che in passato è stato un esponente politico di spicco, ha provocato la reazione del Movimento 5 Stelle settempedano alla vigilia dell’ultimo consiglio comunale dell’amministrazione Piermattei.

Il piano di recupero prevede la ricostruzione, con diversa sagoma ed area di sedime, di un edificio privato danneggiato dal sisma del 2016, situato in zona agricola di interesse archeologico nei pressi della Pieve, lungo la strada Septempedana – precisa il capogruppo dei pentastellati Moreno Bompadre - Una zona notoriamente ricca di reperti archeologici e manufatti, fra l’altro ottimamente conservati, tanto che la competente Soprintendenza ha trasmesso ben due corpose note con numerosissime prescrizioni ed accorgimenti finalizzati alla salvaguardia e tutela dei rinvenimenti, da porre in essere sia durante che al termine degli interventi edilizi. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio di tre piani, di cui uno interrato, e la variazione di destinazione da residenziale a commerciale, nonché un lieve incremento volumetrico della parte fuori terra, facendo ricorso alle deroghe previste dal Piano Casa Regionale). Insomma – continua il consigliere di minoranza - un nuovo centro commerciale a cui l’Amministrazione Comunale ha dato il proprio parere favorevole nonostante si tratti di un intervento di trasformazione del territorio che interessa un’area nevralgica della Città, prossima alla sp 361, all’unico ospedale di rilevanza territoriale presente in val Potenza e ad una delle maggiori zone archeologiche regionali, per la quale sin dagli anni ’90 si resta in attesa del decollo dell’auspicato Parco Archeologico”.

Da qui la presentazione da parte del gruppo consiliare di un’interrogazione che, però, è stata respinta adducendo come motivazione il ritardo di 24 ore nella presentazione.

“Una decisione a nostro avviso discutibile, trattandosi di uno degli ultimi consigli comunali di questa amministrazione e visto che in precedenti analoghi casi alcune interrogazioni giunte in ritardo erano state accettate, non fosse altro per il dovere di trasparenza verso la cittadinanza fare un ulteriore strappo alla regola non sarebbe stata una cattiva idea – sottolinea il capogruppo - Il comportamento tenuto in questa occasione lascia pensare a un discutibile favoritismo verso un noto personaggio politico locale vista anche l'imminente scadenza elettorale Altrimenti perché mai il Comune dovrebbe permettere ad un cittadino di appropriarsi del suolo pubblico? Per di più dove dovrebbe passare una pista ciclabile e dove (secondo il progetto ormai approvato) inizierà il percorso dell'intervalliva San Severino -Tolentino? Quali altri sono gli interessi che permettono ad un privato di appropriarsi di un'area pubblica a scopo di lucro visto che, come detto, dovrebbe sorgervi un centro commerciale? Cosa tornerà indietro alla città?”.
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“La Fabbrica punterà a una sanità rinnovata, capace di ristrutturare i vecchi servizi persi e di portarne di nuovi. Per questo stiamo pensando a una nuova casa di riposo”. Sono parole di Francesco Borioni, capogruppo in consiglio comunale di Centrosinistra per San Severino e ora co-fondatore, insieme a Mauro Bompadre, della nuova coalizione progressista “Fabbricasanseverino”.

Il primo punto “ufficiale” del neonato sodalizio di centrosinistra sembra essere proprio quello della sanità. Già da tempo la discussione sui servizi sanitari locali e capillari sul territorio ha animato la discussione politica a San Severino. Ora un nuovo tassello, un rilancio da parte di Borioni, che spiega: “La sanità sta cambiando, così dovrà cambiare anche la politica che la riguarda. Il nostro ospedale è un punto di riferimento per l’alta valle del Potenza e per l’entroterra in generale. Le nuove sfide che il settore sanitario ci impone, quella pandemica e quella legata all’aumentare del numero degli anziani, devono attivare ulteriori riflessioni in seno alle amministrazioni. Cinque anni fa puntai sulle scuole – spiega Borioni – , ora credo sia il momento di focalizzarsi su questo: non solo il punto nascite, che tutti vogliono sia riportato a San Severino, ma anche una nuova casa di riposo. Accessibile, rinnovata, degna. Questi servizi sono fondamentali, non soltanto nella loro essenza, ma anche nella loro collocazione strategica. La nuova casa di riposo che vorremmo è una struttura adeguata a rispondere alle esigenze dei nostri cittadini anziani – conclude Borioni – , capace di accoglierli bene, con puntualità. Dovrà essere ben strutturata e ben collegata con infrastrutture altrettanto adeguate: un’idea potrebbe essere quella di realizzarla nelle vicinanze del nostro ospedale. Ne faremo un punto del nostro programma”.

l.c.
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Giornata importante, quella di ieri, per le scuole a Treia. Il Consiglio comunale ha approvato definitivamente il programma di recupero del patrimonio scolastico treiese che tanto aveva fatto discutere, prima in campagna elettorale e, successivamente, nel primo biennio dall’insediamento dell’amministrazione Capponi. L’iter burocratico per la realizzazione passa ora in mano al Commissario straordinario Legnini.

Come da programma di mandato, l’amministrazione ha optato per la delocalizzazione e per la costruzione di poli nelle frazioni per quanto concerne scuola dell’infanzia e primaria e per un polo unico, a Treia capoluogo, per le secondarie di primo grado. Il passo avanti deciso, impresso dalla decisione dell’assise treiese, è quello sulle procedure da seguire per le fasi di progettazione e di realizzazione. Se, fino a oggi, la questione era affidata alla giurisprudenza ordinaria, con la delibera di ieri la responsabilità passa nelle mani del Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini: sarà il funzionario del Governo, tramite specifiche ordinanze speciali, a gestire l’iter.

“Un passo avanti importantissimo – fa sapere l’amministrazione comunale – che, oltre a snellire drasticamente i tempi burocratici, legittima anche le scelte fatte da questa giunta sotto il profilo del diritto dopo le molte polemiche sorte negli ultimi tempi. È realistico credere che queste ordinanze possano essere firmate a stretto giro di boa, nei primi giorni di agosto”.

Astensione da parte della minoranza, da sempre avversa alla soluzione scelta dalla giunta Capponi e più orientata al polo unico comunale: durante la votazione i consiglieri Vittorio Sampaolo – capogruppo dell’opposizione – e Gianluca Gagliardini sono usciti dall'aula. Assente Andrea Mozzoni. La consigliera Edi Castellani ha preferito, invece, astenersi.

l.c.
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"Una inopportuna fuga in avanti che stupisce e non poco". Giudica così Angelo Sciapichetti, ex assessore regionale ed esponente del Partito democratico, il sostegno espresso dal gruppo regionale dem in merito alla raccolta di firme, promossa dall'Associazione "Luca Coscioni", per un referendum che introduca nella legislazione italiana il diritto a decidere sul fine vita.

"Su un tema tanto delicato come l'eutanasia occorre rispetto e attenzione per la sensibilità di tutti - si esprime così in una nota Sciapichetti - Sarebbe opportuno conoscere dove, come e quando è stata discussa nel Partito democratico una scelta di questo genere che tratta un tema tanto importante che non può essere deciso con un si o di un no attraverso un referendum in quanto gli argomenti in questione sono tanto complessi e delicati che chiamano in causa le convinzioni di ognuno, interrogano le sensibilità e le coscienze di molti all'interno di una complessiva riflessione sul fine vita. Personalmente esprimo la mia piu' netta contrarietà ad ogni ipotesi che possa introdurre nella legislazione italiana l'eutanasia ed esprimo un forte dubbio sul fatto che spetti in via prioritaria al legislatore (o al giudice o allo scienziato) intervenire in una sfera che appartiene a mio parere, alla dimensione intima e delicata della vita delle persone; è giusto che ciascuno, davanti alla propria coscienza, accompagnato dalla competenza del proprio medico e auspicabilmente dagli affetti famigliari, e perché no, dalla propria fede (per chi ne ha il dono), affronti vicende drammatiche e dolorose che devono essere tenute lontane da ogni clamore pubblico e da ogni strumentalizzazione ideologica".

L'ex assessore auspica, quindi, che su temi delicati come l'eutanasia il Partito democratico lasci a ciascuno piena libertà di decidere secondo coscienza.

"Non spetta e me e non voglio criticare chi a titolo personale vuole partecipare alla raccolta delle firme sul referendum promosso dall'Associazione Coscioni, l'importante è chiarire che si tratta di scelte individuali che non coinvolgono minimamente il partito ne a livello locale ne a livello nazionale- conclude - Se proprio la politica deve cimentarsi sui temi del fine vita (non sull'eutanasia) come auspicava tempo fa l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riprenda il dibattito sulle politiche a sostegno delle famiglie per le gravi forme di non autosufficenza o sul testamento biologico ma senza sfociare mai in provvedimenti più o meno velate che contemplino l' eutanasia. Nella passata,legislatura ad esempio fu fatta una buona legge sulle cure palliative che oggi offre risorse strordinarie di umanità e di competenza per il contrasto al dolore. Dobbiamo dire No all'accanimento teraputico ma con altrettanta forza dobbiamo dire no anche a una cultura che cerca di rimuovere il male e la malattia".
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Le necessità del volontariato settempedano insieme alle proposte per il futuro.
È la sintesi di ciò che è emerso dall’incontro che Fabbricasanseverino, gruppo nato dall’iniziativa di Francesco Borioni e Mauro Bompadre, ha organizzato lo scorso 20 luglio con i protagonisti del mondo della solidarietà, del volontariato e della sanità locale.

“Un incontro importante e necessario – lo hanno definito i due rappresentanti politici in una nota - per delineare le necessità della nostra comunità riguardo questo importante ambito”.
E in vista delle prossime elezioni amministrative, in una estate che si preannuncia calda dal punto di vista politico, e all’insegna di programmi presentati ‘sotto l’ombrellone’, Fabbricasanseverino coglie l’occasione per condannare ciò che a San Severino, secondo quanto emerso dall’incontro, non funziona.

“È emerso – scrivono - il bisogno di alcune importanti realtà locali (operanti nella tutela dei diritti del malato e degli invalidi ad esempio) di una più concreta presenza dell'amministrazione a supporto delle iniziative e una maggiore considerazione della peculiarità dell'azione svolta, anche in relazione alle sedi assegnate, dove, in alcuni casi, le barriere architettoniche costituiscono un problema rilevante.

Situazione confermata anche da chi è sempre in prima linea – prosegue la nota - come la Croce Rossa: la delocalizzazione di alcuni importanti servizi, come ad esempio le visite per l'invalidità, o in questi giorni la chiusura del centro vaccinale, comporta uno stato di necessità della comunità che necessariamente grava ed è assorbito in larga parte da questi enti, che dovrebbero fungere da supporto, non da risorsa essenziale”. 

Fabbricasanseverino ritiene poi necessario aggiustare il tiro anche sotto il profilo dell'integrazione: “pur essendo, la nostra, una città accogliente e tollerante – scrivono - , è grave l'assenza di una politica concreta e fattiva, volta a stabilire una relazione non tanto di coesistenza quanto di convivenza e scambio reciproco tra la comunità locale e quella straniera. L'amministrazione dovrebbe spendersi in maniera più decisa in attività di intercultura e interrelazione fra queste realtà, proponendo anche momenti di formazione e di orientamento rivolti alle famiglie con il fine di favorire coesione e partecipazione attiva di tutti i cittadini”.

Da quello che, secondo il gruppo, rappresenta “un progressivo impoverimento dei servizi sociali e di assistenza” nasce l’esigenza di “stabilire con una amministrazione fattivamente inclusiva rapporti chiari, formalizzati ad esempio attraverso convenzioni e protocolli per i servizi sociali, con adeguata suddivisione dei compiti e ottimizzazione delle risorse”. 

È per questo motivo che hanno proposto di istituite una figura di riferimento che possa coordinare, indirizzare, porre a sistema le varie realtà.

“In questa direzione – annuncia Fabbricasanseverino - si sono già mosse alcune associazioni che hanno stilato un protocollo indicando delle linee guida e l'idea di sanità che possa essere utile al territorio in base alle esigenze manifestate e lo hanno sottoposto all'Asur e all'amministrazione su lungodegenza, punto nascite, pronto soccorso e la week surgery mai attivata”.

Proprio sulla sanità, il gruppo progressista sottolinea “l’evidente cambiamento del modello sanitario che va verso una specializzazione sempre più avanzata appannaggio di centri più grandi e strutturati a livello regionale. C'è quindi di contro la necessità di riconvertire i centri periferici in base alle effettive esigenze: riabilitazione, ausili, assistenza anziani, diagnostica.

La Regione sta procedendo alla modifica del piano sanitario della precedente legislatura ed è quindi il momento di far valere le proprie richieste e le esigenze del territorio.

Camerino, Matelica e soprattutto San Severino, con la sua struttura strategica per efficienza e posizione, dovrebbero agire insieme, di comune accordo, cogliendo le opportunità dei nuovi fondi europei destinati alla sanità, potenziando e assegnando una missione specifica alle varie strutture”. 

Sono questi, dunque, i risultati ottenuti a seguito di uno degli incontri che Fabbricasanseverino sta portando avanti in vista del prossimo appuntamento alle urne: i primi due incontri del gruppo avevano interessato prima le società e le associazioni sportive settempedane e poi le associazioni e gli operatori culturali.

GS

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“La salute dei nostri ragazzi è la priorità e un impegno costante per l’amministrazione regionale e non è uno slogan, ma un concreto intervento che diventerà strutturale in tutte le azioni che la Regione metterà in campo a tutela della salute psicofisica dei giovani, di coloro che saranno la nuova classe dirigente del Paese”. E’ quanto ha ribadito l’assessore alle Infrastrutture e all’Edilizia Scolastica Francesco Baldelli nel corso del seminario “Benessere e sicurezza in aula grazie alla ventilazione meccanica controllata”.

“Con grande lungimiranza – ha detto Baldelli – la Giunta Acquaroli ha investito importanti risorse, prima regione in Italia, nell’installazione degli impianti di ventilazione meccanica controllata nelle aule. Ai 2 milioni stanziati lo scorso febbraio abbiamo aggiunto 4 milioni di euro la settimana appena trascorsa, per un finanziamento complessivo ad oggi di ben 6 milioni di euro, destinati a 87 Comuni e alle Province, accogliendo quasi la metà delle richieste di contributo pervenuteci, per 170 scuole, 1.500 aule e circa 24mila studenti”.

Il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha confermato la volontà della giunta di continuare ad investire sulla ventilazione meccanica controllata e sulla sanificazione anche in altri ambiti oltre a quello scolastico: “Crediamo moltissimo a questo tipo di intervento, che è stata un’azione condivisa da tutta la squadra di governo, perché abbiamo il dovere di rendere sicure le scuole, crediamo nella capacità dei Comuni di mettere in atto queste soluzioni che la Regione ha messo a disposizione con tempestività. Con questo tipo di azioni potremo riuscire a dare risposte concrete alla comunità, evitare la didattica a distanza che ha prodotto forse più danni che benefici e riusciremo forse a non inseguire il virus del Covid, ma a precederlo, garantendo nel contempo la formazione dei ragazzi in maniera continuativa“.

“E’ una battaglia che ho condotto appena insediata come assessore all’Istruzione - così l'assessore all'istruzione Giorgia Latini -  perché da subito la priorità è stata la sicurezza degli alunni nelle aule, chiedendo fondi per la ventilazione e la sanificazione delle aule. Per fortuna queste due misure sono state immediatamente accolte da tutta la giunta regionale e attuate. Interventi strutturali che assicurano un rientro in sicurezza per migliaia di studenti. E poi la misura finanziata con i fondi FSE (tre milioni) destinati all’acquisto di sanificatori da parte degli istituti scolastici. Insomma le Marche hanno saputo realizzare un piano strutturale sulla sicurezza in classe e sono molto contenta di aver concretizzato questa iniziativa. La DAD non può essere sostitutiva della frequenza scolastica in presenza e lo abbiamo visto con gli ultimi test Invalsi“.

“Quando lanciammo questa iniziativa – ha concluso l’assessore Baldelli - qualcuno, con un po’ di ironia, disse che non saremmo riusciti a concretizzarla. Invece, in pochi mesi, abbiamo stanziato le risorse, fatto il bando di gara, stilato la graduatoria delle domande pervenute e consegnato gli anticipi ai beneficiari. E soprattutto abbiamo fatto da apripista per i provvedimenti che lo stesso Governo Draghi ha introdotto per affrontare in maniera strutturale la questione della sicurezza e della qualità degli ambienti scolastici”.
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“La responsabilità di un trattamento sanitario, in materia di vaccinazioni, è prerogativa del Parlamento. Le direttive devono arrivare dall’Istituto Superiore della Sanità. Troppa poca chiarezza sugli obblighi. La profilassi ne risente”. Sono parole dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, che preferisce non sbilanciarsi in materia di obbligatorietà della vaccinazione: “La questione è giuridica e soprattutto molto delicata. Non sta alla Regione pronunciarsi, ma di certo vorremmo maggiore chiarezza in merito e maggiori certezze dalla scienza”.

Intanto l’estensione del Green Pass agli ambiti del lavoro e dell’accesso ai luoghi a rischi assembramento è, in queste ore, al vaglio del Governo. In giornata è prevista una cabina di regia con i rappresentanti della maggioranza. Le indiscrezioni parlano di una forte spinta da parte del Ministero della Sanità e dello stesso Presidente del Consiglio, Mario Draghi in favore di un Green Pass più “forte”. Acceso il dibattito con le forze di maggioranza che frenano sull’irrigidimento della certificazione verde. Sul tavolo anche la questione legata alla revisione dei parametri per la definizione delle zone “a colori”.

In questo quadro, ieri è stato giorno di confronto tra le Regioni. Il summit, guidato dal Governatore friulano Fedriga con i vari assessorati alla Sanità, ha portato a indirizzi per certi versi allineati a quelli del Governo in materia di revisione dei parametri. Si discute, tuttavia, sulle percentuali. “Troppo basse quelle pensate da Roma – ha detto Saltamartini – . Una soglia del 5% per le terapie intensive Covid nelle Marche rappresenterebbe uno spazio di manovra pressoché nullo per i nostri ospedali: dei nostri 230 posti, occuparne 13 con pazienti affetti da Coronavirus significherebbe finire in zona gialla. Un’altra variabile che abbiamo chiesto di considerare è quella della popolazione effettiva: in questo momento abbiamo molti turisti. I residenti non rappresentano una base credibile su cui fondare le percentuali. Queste discussioni saranno al vaglio della conferenza Stato-Regioni, insieme a quella della percentuale di vaccinati: più immunizzati abbiamo, meno probabilità di avere posti occupati avremo. Anche questo va considerato. Tratteremo sulle percentuali, non sui criteri. Noi partiamo dal 20% di posti in terapia intensiva occupati e dal 30% di posti letto ‘ordinari’, il Governo offre rispettivamente il 5% e il 10%”.

Saltamartini ha quindi proseguito parlando del Green Pass: “Non è stato chiesto parere alle Regioni, tuttavia la stragrande maggioranza dei Governatori ha espresso un sostanziale assenso alle idee del Governo centrale”.

In chiusura, la posizione dell’assessore sui casi di sanitari contagiati negli ospedali di Camerino e Civitanova, oltre all’aumento dei casi nel Maceratese registrato nell’ultima giornata: “I contagi rappresentano l’onda lunga delle ‘Notti Magiche’ e dei festeggiamenti. Sulla questione dei sanitari contagiati e non vaccinati torna ancora d’attualità la questione giuridica – spiega Saltamartini – : dire che alcune fasce di popolazione sono obbligate alla vaccinazione significa, implicitamente, dire che la popolazione stessa lo è. Prima che professionisti questi soggetti sono cittadini. La linea deve arrivare dall’alto, non dalla Regione. Queste persone siano comunque consapevoli delle conseguenze penali in caso di contagio di pazienti da loro assistiti”.

Lorenzo Cervigni


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Matteo Salvini torna nelle Marche. Il leader della Lega, venerdì 23 luglio, sarà a Macerata dove insieme al sindaco Sandro Parcaroli assisterà alla prima dell’edizione numero cento della stagione lirica dello Sferisterio, dove andrà in scena L’Aida.

Prima dello spettacolo Salvini sarà in Piazza della Libertà per raccogliere personalmente le firme sul Referendum Giustizia.

L’amministrazione Parcaroli conferma il binomio Lega-buona politicadichiarano il commissario della Lega Marche Riccardo Augusto Marchetti e i consiglieri regionali del maceratese Renzo Marinelli ed Anna Menghi in questi mesi Macerata sta progressivamente rinascendo grazie a interventi attesi da anni. La presenza di Matteo Salvini sottolinea come la città rappresenti, anche in tema di legge e cultura, un modello virtuoso dove la qualità dei progetti e della loro gestione fanno la differenza. Basta pensare che la raccolta firme con ospite il nostro segretario federale si svolgerà proprio nella città dove lo studio della giurisprudenza ha mosso i primi passi nel 1290 e il cui simbolo, lo Sferisterio, è un‘icona dell’Italia nel mondo”.

f.u.

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