Le specificità economiche dell’area appenninica all’apogeo del suo sviluppo, nel periodo in cui poteva far leva su un’economia fiorente basata su manifatture di eccellenza proiettate verso i grandi mercati italiani ed europei, in evidenza nel volume Un modello di sviluppo plurisecolare: economia integrata e vocazione manifatturiera nell’Appennino centrale. Tra memoria storica e prospettive future”. A cura di Emanuela Di Stefano e Tiziana Croce, la pubblicazione edita dal Consiglio regionale delle Marche, per la collana Quaderni del Consiglio, n. 302, verrà presentata venerdì 21 febbraio alle ore 10 nella sala conferenze della Scuola di Giurisprudenza del Campus di Unicam. A d illustrarne il contenuto saranno  Neil Anthony Harris, professore di Archivistica dell’Università di Udine, e Silvano Bertini, Dirigente del Servizio Attività produttive, Lavoro e Istruzione della Regione Marche. 
All'incontro che vedrà la presenza di numerosi autori e collaboratori, porteranno il loro saluto 
 il rettore prof. Claudio Pettinari, il sindaco di Camerino Sandro Sborgia, il capo gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale Daniele Salvi e il Direttore della Scuola di Giurisprudenza prof. Rocco Favale.
Il volume offre l’immagine di un’area appenninica dinamica e aperta alle innovazioni tecnologiche e agli scambi culturali, superando definitivamente lo stereotipo dell’arretratezza e dell’immobilismo: una realtà storica che offre interessanti suggestioni e indicazioni per un nuovo, auspicabile sviluppo dell’Appennino, nel quale l’investimento nella manifattura culturale e sostenibile, può rafforzare un tessuto produttivo innovativo e accompagnare un processo di ricostruzione che tenga conto dell’identità più profonda del territorio e delle istanze di amministratori e imprenditori. Ai partecipanti sarà consegnata copia del libro.
C.C.

A Camerino continuano gli appuntamenti “Di giovedì”, organizzati a cadenza mensile dalla Sezione di Archivio di Stato per favorire la conoscenza dei suoi tesori documentari. "Per una nuova storia del territorio: le preziose fonti dell’Archivio di Stato di Camerino” è il titolo dell’incontro previsto giovedì 21 febbraio alle ore 16.00. Introdotto da Daniela Casadidio, l’appuntamento vedrà come relatrice la prof.ssa Emanuela Di Stefano che focalizzerà l’attenzione sui documenti-chiave che hanno aperto squarci di luce sulla straordinaria vitalità della città e del territorio lungo il secondo millennio, tanto da  porre Camerino in stretta relazione con i maggiori centri dell’economia e della cultura italiana ed europea.

" Da parte mia - spiega Emanuela Di Stefano- ci sarà un approccio di carattere storico archivistico. Le fonti dell’Archivio di stato di Camerino, quantunque numerosissime e lo dimostra  il suo patrimonio notarile che con circa diecimila tra bastardelli e volumi conservati è il più ricco delle Marche, sebbene un po'carenti con riguardo ai secoli più remoti, riescono comunque a rappresentare una storia quasi millenaria. Il secondo millennio è tutto rappresentato nei suoi snodi con riguardo sia alla storia della Camerino politica, economica culturale e sociale nonché demografica, sia alla storia del vasto e antico comune territoriale circostante che faceva capo a Camerino che si è fermato nel corso del '200, fino ad arrivare alla Provincia di Camerino.  Questa cosa- sottolinea la prof.ssa Di Stefano-  è spesso dimenticata, ma Camerino è stata territorio sede di delegazione pontificia, ovvero provincia, fino all'unità d'Italia. Ebbene, gli snodi di questa millenaria storia di Camerino, importante per se stessa e per il territorio circostante che andava da Caldarola a Serrapetrona, da Bolognola a Sefro, sono tutti rappresentati nei suoi documenti. Le tappe del lungo processo che rende la città protagonista di vicende geopolitiche dalle dimensioni sovraregionali sono impresse nei documenti della Sezione di Archivio di Stato di Camerino, che consentono di svelarne e approfondirne gli snodi cruciali. Se guardiamo infatti le fonti notarili, esse rappresentano perfettamente la vivacità economica, commerciale, manifatturiera della Camerino medievale fino al ‘700. Si pensi al fatto che queste fonti d'archivio vanno perfettamente ad integrarsi con fonti esterne per fortuna ricche e complete e cioè quelle di Prato, di Venezia, di Roma e, integrando queste fonti siamo riusciti a delineare un quadro sicuramente nuovo per molti cioè di questa vivacità economica dell'antica Camerino che era assieme a Pioraco grande produttrice di carta ma anche di  tessuti che venivano esportati ovunque, anche oltre l'Adriatico.  E ovviamente - conclude- nelle pieghe dell'archivio noi troviamo anche indizi della scuola pittorica. Come tutti sanno infatti Giovanni Angelo D'Antonio è emerso da un repertorio del notaribile di Camerino che, tra le altre preziose fonti, conserva anche diverse pergamene".

C.C.

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