Partito dal City Park il processo del Tribunale delle Libertà Marco Pannella contro lo Stato italiano per la gestione del post terremoto.

Da Camerino e in diretta su Radio Radicale, privati cittadini e commercianti hanno avuto la possibilità di esternare preoccupazioni e difficoltà legate all’immobilismo e alle procedure intricate della ricostruzione.  E’ intervenuto l’ex sindaco Dario Conti, che dal paragone con le modalità di gestione di altri sismi del passato, ha puntato il dito sull’inspiegabile lentezza e sui complicati passaggi burocratici che paralizzano ogni possibilità d’azione. Sante Elisei,  rappresentante dell’Associazione “La Terra trema Noi No”ha evidenziato la priorità di una ripresa dell’economia del territorio. Annunciato come probabile tra i presenti, il sindaco Pasqui non ha preso parte alla riunione.

Al tavolo i vertici del Tribunale delle Libertà con i fondatori Avv. Rampelli e Facchinetti nonché Turco, Bernardini e Farina Coscioni, della Presidenza del congresso del Partito Radicale Nonviolento Transpartito e Transnazionale,già Deputati Radicali.

Reso pubblico il capo d’accusa, formulato a seguito dell’attività istruttoria condotta sui luoghi del terremoto. Lo ha letto l’’Avv Rossodivita, che con l’Avv. Farina, sosterrà l’accusa nei confronti dello Stato. A Camerino dunque il primo passaggio formale che condurrà, in autunno, alla celebrazione del dibattimento dove, davanti alla Corte Presieduta dall’ex magistrato Rinaudo, saranno ascoltati quali testimoni cittadini, associazioni, esponenti del mondo produttivo di tutte e quattro le regioni colpite dal terremoto.

A rendere la loro versione dei fatti in processo, saranno formalmente chiamati il Presidente del Consiglio on. Gentiloni ed il suo predecessore Renzi, il Ministro dell’Interno on. Minniti e il suo predecessore on. Alfano, il Capo della Protezione Civile Curcio, il Commissario Straordinario alla ricostruzione Errani, la Presidente della Camera Boldrini, nonché i Presidenti delle 4 Regioni interessate dal sisma.

“Vedremo chi di loro si presenterà -ha detto l’Avv. Rossodivita- e anche le assenze avranno un loro significato”

Capi di imputazione e condotte attraverso le quali lo Stato italiano sarà chiamato a rispondere in processo, sono omissioni riguardanti la rimozione delle macerie, la mancata garanzia alle persone di idonei alloggi nelle zone di residenza e l’impiego di risorse per pagare le strutture ricettive (quando avrebbero potuto essere destinate alla ricostruzione); il non aver permesso ai privati di installare casette provvisorie sui terreni di proprietà, con norme anche temporanee, il non aver approntato soluzioni immediate a favore delle attività di allevatori e agricoltori . Tutto questo- continua l’accusa- “ frutto di ben precise scelte legislative ed amministrative del Governo, anzitutto, ma anche delle stesse Regioni coinvolte dal Sisma, che, per evitare il rischio legato agli abusi consumati in passato e legati ai modelli emergenziali, ha optato per modelli normativi complessi, volti a tutelare astrattamente il controllo e la trasparenza delle procedure, a scapito dell’efficacia degli interventi.

“Di fatto, ad oggi, ad onta dell’ ipertrofia normativa che ha prodotto 3 decreti legge e ben 29 ordinanze del Commissario Straordinario Errani - dieci delle quali intervenute a modificare le precedenti, dando vita ad un complesso sistema di norme di difficile interpretazione ed applicazione, con le conseguenti paralizzanti incertezze per cittadini, tecnici e uffici preposti- si legge nell’accusa- nulla è stato fatto, se non meri proclami”.

A dirlo sono i 2,3 milioni di tonnellate di macerie il 92%, delle quali sono ancora a terra, essendone state raccolte sinora  meno dell’8%, per lo più nei centri storici dei Comuni colpiti, a tutt’oggi interdetti alla popolazione; i circa 9.000 sfollati ancora ospitati in strutture ricettive lontane dai Comuni di originaria residenza, a circa una anno dalle prime scosse. Aggiungasi che delle 3620 casette di legno pubbliche ordinate per far fronte alle esigenze abitative in 51 comuni del cratere, solo 326 sono state consegnate e solo 218 sono effettivamente abitate e soltanto in tre comuni, Amatrice, Norcia e Accumuli. La giungla della burocrazia che ha condotto alla più che prevedibile paralisi è testimoniata dalla procedura individuata dal complesso di norme varate che, nei fatti, si è rivelata totalmente inadatta a fronteggiare l’emergenza, senza contare che “per giungere al definitivo posizionamento delle casette di legno sono necessari, in ogni Comune, ben 11 provvedimenti da parte delle diverse amministrazioni (Comunali, Regionali e Centrali) coinvolte nel procedimento”.

Segnalati anche gravi ritardi per l’erogazione del CAS da parte delle amministrazioni e, quanto alla ricostruzione non ancora iniziata, termine perentorio per la presentazione delle domande per ottenere il contributo pubblico è la data del 31 luglio. Le domande, a pena d’inammissibilità, vanno corredate dalla scheda che definisce lo stato dell’immobile redatta a seguito dei sopralluoghi da parte dei tecnici preposti. Tuttavia, su 208.000 immobili da verificare, i tecnici della Protezione civile, hanno svolto 184.700 sopralluoghi; ne mancano 23.000, di cui 19.200 nelle sole Marche. Inoltre, secondo il D.L. n. 189 – ottobre 2016,  il cittadino terremotato che vorrà percepire il contributo statale per la ricostruzione, non avrà la libertà - prevista e garantita dall’art. 42, comma 2, della Costituzione - di selezionare l'impresa esecutrice, ma sarà costretto ad individuarla mediante procedura concorrenziale, tra le sole imprese che risultano iscritte nella Anagrafe di cui all'articolo 30, comma 6. Gli esiti della procedura concorrenziale dovranno anch'essi essere allegati alla domanda di contributo. A ritrovarsi esclusa per effetto delle norme dalla ricostruzione, è lamaggior parte delle imprese locali di piccola e media dimensione- con conseguenze in termini di mancato rilancio del tessuto produttivo locale già messo in ginocchio dal sisma – mentre per altro verso, le sole imprese che potranno partecipare alla ricostruzione, essendo l’affidamento determinato in base al criterio del massimo ribasso del prezzo, tenderanno ad effettuare i lavori di ricostruzione al risparmio, con il grave e prevedibile pericolo per la qualità antisismica delle nuove costruzioni.

Letteralmente messe in ginocchio le attività produttive dei territori colpiti dal sisma, beneficiate da interventi legislativi assolutamente inadeguati: decine di migliaia sono gli agricoltori e gli allevatori che hanno perso tutto, artigiani e piccoli imprenditori che si ritrovano con la propria attività annientata. Solo nel settore agricolo Coldiretti ha stimato danni per 2,3 miliardi per 25 mila aziende agricole residenti nei 131 comuni terremotati di Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo.

“ Il capo d’accusa - ha detto Rossodivita- rappresenterà l’oggetto del processo simbolico che si muoverà come un normale procedimento, con la pubblica accusa sostenuta da me e dall’Avv. Farina e con lo Stato che avrà un suo difensore” Tutto il materiale prodotto anche all’esito del processo  verrà utilizzato per la redazione di un ricorso collettivo davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo,aperto alla sottoscrizione delle popolazioni terremotate.

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Il Tribunale delle Libertà

“Il Tribunale delle Libertà- ha spiegato l’Avv. Rampelli- è un’entità nuova chiamata ad intervenire in tutti quei casi in cui si verifichino situazioni e condizioni drammatiche, di disagio, di ingiustizia che la gente, non è capace a risolvere da sola. L’intento è di cercare di indagare, non solo sulle ragioni che portano alla mancata soluzione dei problemi, ma soprattutto tentare di dare soluzioni. Il nostro – ha aggiunto- è un intento propositivo: pretendiamo che lo Stato si muova per risolvere. Il disastro del sisma del centro Italia è soltanto l’ultima delle dimostrazioni dell’incapacità dello Stato di stare dalla parte dei cittadini ed è per questo che il Tribunale delle Libertà, ha voluto prendere questo esempio come punto di partenza del suo lavoro. Di fronte all’inerzia di chi governa, la gente non sa come comportarsi e allora, solo attraverso la sensibilizzazione della popolazione e il tentativo di recupero di una coscienza collettiva, potremo sperare di ottenere qualcosa, chiamando chi di dovere alle sue responsabilità e pretendendo che quelle soluzioni che noi individueremo come possibili, sulla base delle norme esistenti, siano adottate dallo Stato.”

L’appello alla Procura della Repubblica

“ Questa è un’iniziativa politica per arrivare ad un processo.- ha detto Maurizio Turco- ma in parallelo alla nostra iniziativa c’è la necessità dell’urgenza e dunque, faccio un appello affinché la Procura della Repubblica possa acquisire il materiale raccolto e indagare sulla base dei capi d’accusa sui quali stiamo lavorando.  Le popolazioni del centro Italia sono arrivate a pagare il prezzo di qualcosa che, se fosse stata attuata realmente la prevenzione, si sarebbe potuto evitare. Zamberletti, riuscì a mettere in piedi un modello che dopo il sisma del Friuli funzionò benissimo; in sei mesi le pietre numerate furono rimesse al loro posto e i paesi ricostruiti. Funzionò perché allora non c’erano margini per la burocrazia e la partitocrazia. Il tentativo che stiamo facendo è di ottenere il rispetto delle leggi esistenti, Oggi siamo già nella fase del ritardo cronico. Quella del processo è la prima iniziativa di un modello che mira a rendere i cittadini partecipi del diritto a decidere”.

“L’iniziativa – ha sottolineato Rita Bernardini- è figlia dell’ultima battaglia che Pannella ci ha consegnato e cioè il “ diritto umano alla conoscenza”. Fare una legislazione complicata e impedire che sia applicata alla fase dell’emergenza, è perché si vuole che il popolo conviva con l’emergenza e se ne stia buono e zitto perché tanto ormai il tempo è passato e, col passare del tempo la gente dimentica. E’ proprio questo che non dobbiamo consentire, perché il diritto umano alla conoscenza deve essere un diritto diffuso, e non appannaggio di pochi che poi sfruttano i cittadini”.

Partire da Camerino con un Consorzio che crei risorse

“ Come Partito Radicale - ha affermato Loris Facchinetti - abbiamo deciso di esservi vicini non solo come tribunale, ma anche sul piano squisitamente pratico e operativo e la prima battaglia è diventare vera “ comunità attiva” e “comitato di sussidarietà” che, attraverso la comunità locale, cominci ad agire autonomamente dallo Stato Questo territorio è ricco di storia cultura e amore e, da questo amore e da questa realtà dobbiamo far sprigionare la ribellione pacifica e dolce di chi comincia a gestirsi autonomamente; dobbiamo creare situazioni di sussidarietà, per le quali siamo pronti a mettere a disposizione a titolo gratuito le nostre professionalità per un progetto di recupero all’inverso, ma- ha ripetuto- è necessario sentirsi comunità. Stiamo pensando di costituire un grande consorzio e, attirando l’attenzione del mondo finanziario nazionale e internazionale, preparare insieme un vero “master plan di recupero autonomo sussidiario” facendo diventare Camerino, con la volontà dei cittadini, il modello iniziale per un rifiuto ad ogni forma di schiavitù, per la popolazione, per i figli e per le generazioni future e per chi vorrà venire a vivere qui.

Lo Stato sta già ricattando tutti i sindaci del cratere dicendo loro che se si ribellano, se reagiscono, se protestano, non arrivano i fondi. Ma i fondi non arriveranno lo stesso quindi occorre reagire”.

Facchinetti ha anticipato poi per marzo 2018 l’organizzazione di una mostra d’arte tra le macerie, in collaborazione con le grandi Gallerie italiane e, il cui ricavato sarà devoluto in borse di studio per i giovani talenti delle aree del sisma. Altre iniziative sono in programma per una visibilità mediatica molto forte.

“L’idea è quella di partire da Camerino con un Consorzio iniziando dalle cose estremamente pratiche, insieme ai talenti, alle capacità e alle professionalità, per cercare di creare risorse per rilanciare l’economia.Siamo in grado di farlo- ha assicurato- ma il progetto va costruito uniti, diventando insieme protagonisti della libertà e della rivendicazione dei nostri diritti, lavorando, costruendo e non aspettando” 

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