Avviato il procedimento per la valutazione di impatto ambientale. 

La ditta che ha intenzione di realizzare l’impianto dedicato al recupero di rifiuti non pericolosi (per lo più materiale edile e bituminoso), che sta già destando preoccupazione fra alcuni cittadini, è la Sima snc di Gualdo Tadino. Stando ad una sentenza del Tar Umbria del 2016, non sembrerebbe nuova a problematiche legate ad inquinamento ambientale. 

Il sito individuato si trova in località Rocchetta, lungo la strada provinciale 361, a 6,5 chilometri dal centro abitato. È stato ritenuto strategico per la lontananza dalla città e, al contempo, perché agevolmente raggiungibile. Inoltre, l’area è stata ritenuta già “compromessa” per la presenza di altre attività produttive fra cui lo stabilimento Choncimer e una ex cava. Per il resto, tutt’intorno ci sono terreni agricoli e edifici residenziali o a uso residenziale e agricolo. 

L’estensione del terreno è di circa 20mila metri quadrati ma solo 4mila saranno dotati di superficie impermeabile per lo stoccaggio dei rifiuti. L’intenzione della Sima è quella di trattare annualmente 35mila tonnellate di rifiuti derivanti da demolizioni e costruzioni, 10mila tonnellate di miscele bituminose, 10mila tonnellate di rifiuti costituiti da miscugli o scorie di cemento, mattoni e mattonelle. Il totale dei rifiuti che intende gestire è di 70mila tonnellate per produrre materie prime quali graniglia, pietrisco e sabbia da recupero. Sul prossimo numero de L’Appennino Camerte, in edicola giovedì, ci sarà un articolo di approfondimento sull‘argomento.
Gaia Gennaretti 

Svolto stamane lo scrutinio per il rinnovo del consiglio provinciale. Passa in maggioranza il centrodestra che si aggiudica cinque seggi: dalla lista "Centrodestra Macerata" sono stati scelti Fabrizio Ciarapica e Filippo Saltamartini, rispettivamente sindaci di Civitanova e Cingoli, Deborah Pantana e Paolo Renna, consiglieri comunali di Macerata, e Debora Brugnola consigliere di Esanatoglia. Passa invece a quattro seggi da sei che ne aveva in partenza, la sinistra rappresentata dalla lista "Territori Maceratesi": i nomi degli eletti sono Paolo Micozzi e Enrico Marcolini, consiglieri di Macerata, Francesco Acquaroli, consigliere di Morrovalle, e Stefania Settimi, consigliere di Corridonia. Conferma tre seggi la lista moderata, di centro, denominata "Per la nostra terra delle Armonie": il bis per Tarcisio Antognozzi, assessore di San Severino, poi Rossella Ruani, consigliere di Morrovalle e Rosalba Ubaldi, vicesindaco di Porto Recanati.

Non è fra gli eletti il consigliere comunale di Tolentino, Sonia Dignani, e senza rappresentante in Provincia anche i Comuni della montagna (ex Comunità Montana di Camerino) che a priori avevano deciso di non candidare nessuno.

g.g.

 

Il 31 ottobre il voto per il rinnovo del consiglio provinciale. Candidato per rappresentare San Severino, l’assessore al bilancio Tarcisio Antognozzi. La sua lista è denominata “Per la nostra terra delle armonie”.

 

Assessore Antognozzi, lei è candidato per il secondo mandato al consiglio provinciale. Come mai questa decisione?

È stata una decisione concordata con tutta la maggioranza. Mi sembra opportuno dare continuità all’esperienza in Provincia maturata in questi due anni. È anomala perché la Provincia ha cambiato volto, è diventato un organismo diverso da quello che avevamo imparato a conoscere fino al 2016. È un consesso di amministratori che supportano il Presidente che è una persona competente, entusiasta e totalmente votata al servizio della comunità. Mette a disposizione la sua grande esperienza. In questi due anni ho potuto ammirare gli altri amministratori che si sono messi a disposizione senza divisioni politiche o partitiche ma con grande umiltà, serenità e spirito di servizio.

 

Ci sono tre liste. Che tipo di lista è quella di cui lei fa parte?

Appartengo a una lista che nasce da una esperienza moderata, di centro, e di appoggio al Presidente. Siamo persone che vengono da amministrazioni civiche o comunque liste orientate a una visione moderata, riformista dell’amministrazione. 

g.g.

“L’organizzazione dei servizi dell’Area Vasta 3 non è ottimale. Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per situazioni di malattia”. 

La Caritas di San Severino lancia un sos sul funzionamento del servizio sanitario pubblico, specie quello del maceratese che, sempre di più, starebbe venendo a mancare. Vuoi per questioni burocratiche, vuoi per problemi legati alla gestione o all’organizzazione, anche i servizi più semplici, quelli di ordinaria amministrazione, stanno diventando inaccessibili per anziani e persone in difficoltà.

“Spinti dai nostri principi statutari - scrive la Caritas di San Severino in una nota - ci sentiamo quasi in obbligo di fare alcune considerazioni anche per dar voce ai più svantaggiati. Vediamo come tutti i governi cerchino di adoperarsi per contrastare la povertà che però non è solo un problema economico”. Si parla poco delle persone, dei disagi, delle cause e conseguenze di questi disagi, della solitudine e di quei fenomeni come la ludopatia e le dipendenze o dei problemi di integrazione.

povertà

Ma quello che più interessa la Caritas in questo momento sono le difficoltà legate alla sanità, che riveste  una forte incidenza nei contesti familiari, specie se in stato di indigenza: “Vediamo come man mano si stia rodendo il diritto alla salute, con un numero sempre più consistente di richieste di aiuto per situazioni di malattia. Quello che lascia di più l’amaro in bocca è poi constatare come magari certi servizi siano attivi ma per varie ragioni non arrivino con le forme e modalità necessarie a chi ne ha bisogno. Di conseguenza, per aspetti burocratici discutibili, gestione, organizzazione e quant’altro poco funzionali sempre più spesso il cittadino è costretto a provvedere con risorse proprie, quando è nella possibilità di farlo”. Diversamente, ci si rivolge alla Caritas o ai Servizi Sociali. E in questo contesto però, continuano a proliferare strutture private non convenzionato con il servizio sanitario nazionale, che dunque offrono servizi a pagamento. “Svolgono una notevole mole di lavoro - tornano a dire - ma, pur con gratitudine verso coloro che le hanno create ampliando l’offerta di servizi, ci sembra però che ciò sia indice di come la situazione stia evolvendo verso una direzione assolutamente non auspicabile. Un’altra considerazione - aggiungono - riguarda il fenomeno derivante da un’applicazione nostro giudizio storta del concetto di Area Vasta, che dirotta pazienti che hanno necessità di prestazioni sanitarie oggettivamente di ordinaria amministrazione, verso strutture sanitarie distanti da quelle più vicine al Comune di residenza, non considerando fatto le conseguenti difficoltà logistiche ed economiche delle persone anziane o svantaggiate. L’integrazione avviata nell’alto maceratese dall’Area Vasta 3 non è di certo ottimale”.

(Alessandro Maccioni, direttore Area Vasta 3)

Alessandro MAccioni

Ovvio che non si può pretendere un servizio sanitario come quello degli anni passati, ma è pur vero anche che i cambiamenti vanno orientati in maniera efficiente. Va tenuto conto ad esempio del sempre maggior numero di anziani, vera futura emergenza secondo la Caritas, andrebbero rese realmente fruibili a tutti le prestazioni specialistiche, la diagnostica, la riabilitazione e soprattutto le prestazioni domiciliari, tutte da sviluppare. “Altrimenti in futuro sempre più persone dovranno ricorrere a prestazioni a pagamento non solo presso strutture private ma anche all’interno di strutture pubbliche, che rappresenta sicuramente uno dei nodi della sanità pubblica da rivedere radicalmente. In buona sostanza, senza campanilismi giudizi di tipo politico, si chiede semplicemente, almeno, servizi ordinari più funzionali ed utili. Qualora ci fosse data la possibilità dagli enti preposti - concludono - potremmo supportare le nostre osservazioni con situazioni specifiche che ben conosciamo, per dare contributi che derivano dalle esperienze concrete che viviamo quotidianamente, rappresentando la Caritas anche osservatorio sociale privilegiato”.

Gaia Gennaretti

Inceneritore a Tolentino: la Provincia dice no.

L’ente ieri si è trovato a valutare la richiesta, presentata dalla ditta Biorecovery srl, di Falconara Marittima, che chiedeva l’autorizzazione per realizzare un impianto per il recupero di fanghi biologici tramite essiccamento e termovalorizzazione (incenerimento).

Il luogo individuato per la realizzazione dell’impianto era in Contrada Cisterna: “Effettuata la verifica della richiesta sia sotto l'aspetto formale che sostanziale - si legge in una nota della Provincia - con particolare riferimento alla conformità al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, la domanda è risultata carente tanto da un punto di vista dell’adeguatezza della documentazione necessaria all'istruttoria, quanto dal punto di vista dei presupposti necessari alla sua approvazione e ne è stata, pertanto, disposta l’archiviazione”. Dunque un sospiro di sollievo per la popolazione e tutti quanti si erano schierati contro quest’idea con la costituzione di un comitato pronto anche a manifestare per scongiurare la nascita dell’inceneritore.

g.g.

Tutto pronto per la 28° Mostra Mercato delle Attività Produttive di San Severino. Presentato oggi il programma completo della tre giorni che spalanca le porte al mondo dell’artigianato, dell’agricoltura, dell’industria e del commercio. Quest’anno un occhio particolare sarà fatto all’edilizia e alle modalità di costruzione più innovative. In tutto esporranno una 60ina di aziende del territorio.

“Non è un caso - ha detto l’assessore alle attività produttive Jacopo Orlandani - se questa iniziativa è arrivata al 28esimo anno. Quest’anno abbiamo voluto dedicare dello spazio alla casa, visto che quello delle Marche sarà il cantiere più grande d’Europa. La piccola e la media impresa formano una ampissima parte della produttività italiana e noi vogliamo rappresentare quella nostra in questa mostra. Gli ingredienti perché sia una bellissima manifestazione ci sono tutti”.

L’appuntamento è da venerdì 14 settembre fino a domenica 16 settembre. La rassegna è patrocinata dal Comune, dalla Regione, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, da Confcommercio, Coldiretti e Confartigianato e la partecipazione dell’azienda Simeg di San Severino.

La cerimonia del taglio del nastro dell’edizione 2018 è prevista per venerdì alle 17:30 in Piazza del Popolo. Si aprirà con i saluti dell’assessore regionale alle Attività Produttive Manuela Bora, del sindaco di San Severino Rosa Piermattei e dell’assessore comunale alle Attività Produttive Iacopo Orlandani. Interverranno anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il prorettore di Unicam prof. Andrea Spaterna, il segretario provinciale di Confartigianato Giorgio Menichelli, il direttore provinciale di Coldiretti Giordano Nasini e il presidente provinciale di Confartigianato Renzo Leonori.

Saranno presenti in piazza, insieme alle produzioni del territorio settempedano, anche associazioni culturali e sociali, oltre alle scuole Itts “Eustachio Divini” e Ipsia “Pocognoni”, specializzate nella formazione dei ragazzi al mondo del lavoro.

Per sabato 15, alle 10 nella sala Aleandri (Teatro Feronia), è in programma il workshop su “Manifattura digitale e tecnologie 4.0. Le opportunità per i giovani e per lo sviluppo delle imprese del cratere sismico”. Interverranno Giuseppe Ripani, responsabile del Digital Innovation Hub MArKe (Confartigianato Impresa Macerata) e Emilio Antinori, Product Designer, Maker e socio fondatore di Design For Craft srl.

Alla sera invece, a partire dalle 21:30 “Moda sotto le stelle”, che vedrà sfilare in passerella le seguenti attività commerciali: La Bottega dei Giovani, L’angolo di Margot, Laboratorio TreA, Valentina Abbigliamento, Tuttintimo, Pippy Canaglia, Ottica Pietroni, Delsa Atelier, Carlo Forti, Stylen New. Per la serata si ringraziano gli sponsor Novavetro, Tormatic, Menghini Luigino & C. snc, gi.ma car, K2 Prima, Contram, Autocarrozzeria Mare, Officina Giacomini Luigino.

Domenica 16 giornata conclusiva: alle 16:30 spettacolo musicale e di ballo con la scuola di danza Studio Dance Accademy e alle 17:30 gli “Ol’ Boogies Rockabilly Band”. 

“Grazie all’assessore Orlandani - ha affermato il presidente settempedano delle attività produttive Pierino Verbenesi - quest’anno siamo riusciti a ridare slancio a questa iniziativa. Il tempo ci assisterà e voglio ringraziare l’amministrazione che ci ha dato davvero tanto supporto”.

A concludere gli interventi è stato il presidente provinciale di Confartigianato, nonché anima, insieme a Verbenesi, della mostra delle attività produttive, Renzo Leonori: “Abbiamo voluto orientarci sull’edilizia che le aziende del territorio possono offrire. Ci sarà chi produce case in legno, chi fa arredi interni, infissi e tutto ciò che può essere interessante per la ricostruzione. Il futuro è nelle piccole e medie imprese e noi cerchiamo di dargli una mano. Non vogliamo - ha commentato - che manchino le scuole, l’Itts Divini e l’Ipsia Pocognoni, dalle quali esce il nostro futuro. Il nostro sogno è quello di riportare, un giorno, le aziende più grandi del territorio a partecipare a questa mostra e speriamo di riuscire, il prossimo anno, con l’aiuto dell’amministrazione”.
g.g.

Ultimati fondamenta e piano terra dei laboratori dell'Itis di San Severino. Ripristinata anche la viabilità sulla martoriata Coste e Corta di Colmurano. 

Giornate intense per il Presidente della Provincia Antonio Pettinari che, periodicamente, si reca nei cantieri per appurare lo stato d'avanzamento dei lavori.

Prosegue a ritmo sostenuto e secondo cronoprogramma la ricostruzione dei laboratori dell'Itis di San Severino. 

Il Presidente ha avuto modo di verificare che sono state ultimate le opere riguardanti la realizzazione delle fondamenta e del piano terra. 

Come si ricorderà, la costruzione dei laboratori era stata progettata ed appaltata prima del terremoto del 2016 che poi ne ha bloccato l'esecuzione per i danni strutturali riportati dall'Itis stesso.  

Questo condusse il Commissario Straordinario per la Ricostruzione alla realizzazione ex novo della scuola che ha comportato lo spostamento dei laboratori stessi con la conseguente rimodulazione del loro originario progetto. 

Il Presidente si dice compiaciuto per quanto concerne i laboratori scolastici ed esprime  soddisfazione anche per i lavori sulla provinciale Coste e Corte di Colmurano  addirittura chiusa al traffico a seguito degli ultimi acquazzoni che l'hanno ulteriormente danneggiata.

Sulla strada che collega Colmurano a Tolentino sono stati eseguiti i primi urgenti lavori per il ripristino della viabilità che ne hanno consentito la riapertura. 

Nel corso del sopralluogo sono stati decisi anche ulteriori interventi di sistemazione. 

Con la procedura d'urgenza si darà corso, entro breve, alla depolverizzazione di alcuni tratti di strada bianca; verranno contemporaneamente sistemati i fossati laterali che costeggiano la carreggiata che, nei momenti di piogge abbondanti ed improvvise, tracimano riversando detriti e quant'altro sulla stessa rendendola talvolta impraticabile e pericolosa per il transito dei veicoli.
g.g.

“Il peggior biglietto da visita di questa estate 2018? I lavori lungo la superstrada 77 Val di Chienti. Per colpa di quella che si può definire sicuramente una scelta scellerata, tutti gli sforzi degli operatori turistici e di chi quotidianamente si occupa di incoming rischiano, infatti, di essere vanificati. I cantieri dovevano essere rimandati a settembre, la bocciatura è piena per chi ha deciso di aprirli ora. E come se non bastasse sembra che non si possa far nulla perché uomini e mezzi operino di notte. Né sembra si possa far nulla per la sospensione durante i fine settimana”.

L’imprenditore settempedano Sandro Teloni, titolare del relais La Villa a Cesolo di San Severino e ideatore del progetto “Homelike Villas” (che ha messo insieme in rete da questa stagione una settantina di ville e dimore storiche tra Marche, Umbria e Toscana) non ci sta. 

“I nostri ospiti - dice - così come tantissimi altri turisti e vacanzieri, si lamentano con noi perché sono costretti, soprattutto nel week end, a crogiolarsi al sole per raggiungere la costa tra code, rallentamenti, incidenti e tamponamenti lungo la superstrada 77 Val di Chienti nel tratto dove è stato aperto un cantiere per il rifacimento dell’asfalto". Si tratta in realtà di pochi chilometri dove però, soprattutto nel fine settimana, si concentrano code anche di due ore. "L’ho sperimentato personalmente più volte - incalza - ne sono testimonianza decine e decine di automobilisti costretti adesso a percorre una sola corsia, realmente molto pericolosa, a seguito della chiusura totale di una doppia carreggiata, quella in direzione monti - mare. Un’assurdità quella di scegliere di effettuare quest’operazione in questo periodo". La Val di Chienti infatti, con l’apertura del nuovo tratto ha visto aumentare il traffico perché utilizzata come collegamento veloce verso il mare anche dai cugini umbri e dal turismo che si sposta da una regione all’altra ma soprattutto dall’Umbria, appunto, alle Marche. Teloni propone che tutte le associazioni di categoria e le amministrazioni locali e chiunque abbia a cuore l'entroterra maceratese, faccia sentire la propria voce. "Questa doveva essere la stagione del riscatto - torna a dire - dopo le difficoltà vissute lo scorso anno a causa del sisma. In tutte le fiere, in tutti i convegni, in tutti gli incontri ci sentiamo dire che il turismo è il volano della nostra economica nazionale poi, però, alla prova dei fatti, quando dalla teoria si passa alla pratica, questi sono gli schiaffi che prendiamo. Tutti ci siamo impegnati, e abbiamo scommesso anche di tasca nostra, guardando con fiducia avanti e ora, per colpa d’altri, dobbiamo fare i conti con queste situazioni che sono veramente insostenibili. Proseguire con i cantieri per altre settimane porterà a disdette e ripensamenti. Ho letto di ristoratori che si sono visti cancellare i tavoli da chi rimasto imbottigliato in superstrada, ho assistito a telefonate disperate da parte di chi doveva arrivare presso le nostre strutture a un’ora e invece ci è arrivato due ore dopo. Non è questo il modo migliore per accogliere la gente. Né dalle nostre parti, né altrove”.
Gaia Gennaretti

“Perché nessun sindaco del maceratese non spariglia le carte della chimera dell’ospedale unico?”. L’avvocato Marco Massei, vicepresidente del comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino, torna a riflettere su un argomento importante come quello dell’ormai mitologico ospedale unico. 

Nella zona designata dall’algoritmo (un terreno in zona Pieve, Macerata) utilizzato dalla Regione per individuare l’area più baricentrica per la provincia, sono state recentemente trovate tracce di diossina e questo ritrovamento ha spinto Massei ad esternare un’idea che “da tempo mi frulla in testa. Perché nessun sindaco scombina le carte? Nonostante appare ovvio che la Regione Marche non reperirà mai gli oltre 100milioni di euro necessari per costruire l’ospedale unico - spiega - nessuno dei sindaci ha fatto notare che il problema vero per i cittadini (tutelare il diritto alla salute) non è stabilire dove si dovrà erigere il nuovo ospedale ma, invece, contestare proprio il concetto di ospedale unico, cioè bocciare il ragionamento impostato a monte. Infatti, per lo scaltro governatore marchigiano - aggiunge -  la lotta in corso tra i vari sindaci per accaparrarsi la struttura è funzionale ad almeno due obiettivi evidenti”. Quali sarebbero questi obiettivi? “Innanzitutto far beccare tra loro i primi cittadini come i polli di Renzo di manzoniana memoria”. Così facendo, sostiene Massei, regnerebbe il dividi et impera. Secondo obiettivo, quello di spostare l’attenzione dal problema a “monte” (cioè migliorare la tutela del diritto alla salute tenendo in considerazione la particolarità di una Regione diversa da territorio a territorio,  con distinte realtà di viabilità, di economia) a quello a “valle” (cioè dove ubicare quello che poi rimarrà solo una chimera, l’ospedale unico).
“Credo che allora la vera mossa del cavallo sarebbe quello di unire i territori - torna a dire - quantomeno i più disagiati, e con una voce unitaria pretendere di destinare le risorse ingenti che si dovrebbero spendere per la costruzione dell’ospedale unico, sulla ristrutturazione delle buone strutture esistenti, mettendole in rete, al fine di valorizzare le specializzazioni già presenti.
Anziché un polo unico - propone - creare dei poli territoriali (ognuno con delle specializzazioni) da mettere in rete: sarebbe una soluzione più economica, più vicina ai cittadini, e in sostanza più equa”.

Infine, aggiunge Massei, a completamento di una politica di tutela della salute decentrata, attenta ai territori, (“anziché accentatrice”), munire le aree vaste di personalità giuridica autonoma, in maniera da originare un’autonomia gestionale più aderente alle esigenze del territorio.

“Che la diossina sia l’occasione per aprire gli occhi e per mettere la salute al primo posto dell’azione politico-amministrativa - conclude - senza abboccare all’amo di turno lanciato nei singoli piccoli stagni”.
g.g.

“Si velocizzi l’approvazione del piano d’ambito e si collabori con altre province per essere ancora più sostenibili nella gestione dei rifiuti”. Queste le parole di Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, rivolte all’ambito territoriale di Macerata. Quella maceratese, ad oggi, è la più virtuosa della regione relativamente alla gestione dei rifiuti con un livello di raccolta differenziata del 74%, ben oltre l’obiettivo previsto dal piano regionale per il 2020 (del 70%). Ciò non toglie che, secondo Legambiente e non solo, si possa migliorare ulteriormente: “Su 58 comuni che fanno parte dell’ambito territoriale di Macerata - si legge nella nota di Legambiente - 48 superano 

il 65% di differenziata ma 10 non raggiungono ancora gli obiettivi di legge e restano il fanalino di coda della Provincia”. Il vantaggio, secondo Pulcini, sarebbe il gestore unico di cui si serve la provincia di Macerata (il Cosmari), che permette

di ottimizzare costi e servizi. “Per questi motivi - torna a dire - riteniamo fondamentale che alcune delle proposte presentate nel documento preliminare del Piano d’Ambito, come l’ulteriore miglioramento della raccolta differenziata, il passaggio alla tariffazione puntuale e l’impiantistica, vadano affrontate con il massimo coraggio e approvate nel minor tempo possibile”. 

Per migliorare la raccolta differenziata. Legambiente condivide la proposta del documento preliminare di valutare soluzioni differenti in quelle porzioni di territorio dove sussiste la raccolta dell’umido di prossimità, “perché, nell’ottica futura di utilizzare l’organico per produrre biometano, la qualità di questa raccolta deve prevedere il minor grado di impurità possibile”. Sì anche alla tariffazione puntuale e al proseguimento con la raccolta porta a porta

“Pagare una tassa in base alla quantità di rifiuti prodotti, infatti, può incentivare un consumo più sostenibile, stimolando il cittadino - conclude - ad indirizzarsi verso prodotti compostabili o con una quantità minore di imballaggi”.

Non va però dimenticato che il documento preliminare in questione prevede anche, fra le altre cose, che al Cosmari si produca CSS, combustibile solido (ovvero l’indifferenziata trattata e convertita in combustibile) da smaltire in utilizzatori industriali quali cementifici, raffinerie e quant’altro.
Gaia Gennaretti

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